Gnummareddi
GNUMMARIEDDI | |
Prodotto Agroalimentare Tradizionale (ai sensi dell’art. 8 del Dlgs. 30 aprile 1998, n. 173) | |
Categoria: | Prodotti animali |
Zona di produzione: | Salento |
Regione: | Puglia |
Gli gnummareddi o turcinieddhri o 'mboti o marretti sono un piatto tipico locale salentino, consistono in involtini di interiora (fegato, polmone e rognone in budella) strette all'interno del budello di agnelli oppure di capretti, delle dimensioni di circa 5 centimetri, accompagnati da qualche foglia di prezzemolo gigante. Nel Salento come in tutto il leccese, la tradizione nell'allevamento degli ovini trova origini millennarie, legate alla tradizione greca e della Mesopotamia[1]gli gnummareddi rappresentano l'elemento topico di questo legame.
I nomi ricordano la forma: turcinelli dal verbo “torcere” da cui turcinieddhri che significa "piccolo attorcigliamento". I termini “gnomareddhi, gnemmaru” derivano dal latino “ glomu, glomeris” da cui l’antico “gnomerru” cioè gomitolo, batuffolo.
Piatto che viene cucinato alla griglia con rami di ulivo e ramagghia cioè fogliame di ulivi, che si ottiene in seguito a potatura, che poi viene seccato e conservato in balle per vari mesi.
Il sapore delicato degli gnummareddi è probabilmente dovuto al fatto che ancora oggi per cucinare questo piatto vengono utilizzate le carni della moscia leccese, una pecora particolare abituata all'habitat scarso di pascoli del salento; ormai però ne esistono pochi esemplari, difatti l'animale è a serio rischio di estinsione.
Oggi gli gnummareddi rappresentano per il turista un piatto tipico molto ricercato.
In quasi tutte le tipiche sagre del territorio salentino lo gnummareddo occupa un posto d'onore tra le griglie che puntualmente vengono circodate dai turisti pronti a gustare un piatto dal sapore antico ed unico, proprio come il territorio del salento stesso.
Molto simili son i marretti che però hanno dimensioni decisamente maggiori (circa 15 cm) e sono la variante di Ostuni[2]