Nunc dimittis
Il Nunc dimittis (prime parole nel testo latino) o Cantico di Simeone è un cantico tratto dal secondo capitolo del vangelo secondo Luca (Luca 2,29-32[1]).
In esso Simeone, un ebreo al quale era stato profetizzato che non sarebbe morto finché non avesse visto il messia, si profonde in una preghiera suscitata in lui dal prendere in braccio il bambino Gesù presentato al tempio da Maria e Giuseppe.
Testo
- Νυν απολύεις τον δούλον σου, Δέσποτα, κατά το ρήμα σου εν ειρήνη,
- ότι είδον οι οφθαλμοί μου το σωτήριόν σου,
- ο ητοίμασας κατά πρόσωπον πάντων των λαών,
- φως εις αποκάλυψιν εθνών και δόξαν λαού σου Ισραήλ.
Traduzioni
Latino
Il testo completo del cantico, secondo la la traduzione della Vulgata è:
- Nunc dimittis servum tuum, Domine, secundum verbum tuum in pace:
- Quia viderunt oculi mei salutare tuum
- Quod parasti ante faciem omnium populorum:
- Lumen ad revelationem gentium, et gloriam plebis tuae Israel.
Italiano
- Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
- vada in pace secondo la tua parola,
- perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
- preparata da te davanti a tutti i popoli,
- luce per illuminare le genti
- e gloria del tuo popolo, Israele.
Nel Nunc Dimittis Simeone annuncia che il messia è giunto, e che esso non è solo per la salvezza del popolo ebreo, ma ha una funzione universale.
Versioni musicali
Numerosi compositori ne hanno musicato il testo, poiché viene cantato o recitato durante la Compieta secondo il rito di Santa Romana Chiesa. Il Nunc dimittis è spesso insieme al Magnificat, dal momento che sia il Magnificat che il Nunc dimittis vengono cantati o recitati durante la preghiera della sera e quella della notte nel rito anglicano. Una delle versioni più note in Inghilterra è quella in gregoriano su un tema di Thomas Tallis.
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- ^ Lc 2,29-32, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.