Nascita d'Israele. Miti, storia, contraddizioni
Nascita d'Israele. Miti, storia, contraddizioni è un libro di Zeev Sternhell. È stato pubblicato in ebraico nel 1995, in francese nel 1996, in inglese nel 1998, in italiano nel 1999. Lo scopo affermato del libro è un'analisi della ideologia e delle azioni del Sionismo socialista nel periodo precedente alla guerra arabo-israeliana del 1948. In quel periodo i leader del sionismo socialista dominavano le istituzioni dello Yishuv, la comunità ebraica in Palestina. La tesi di Sternhell è che le azioni e le decisioni dei leader del sionismo socialista fossero guidate da un'ideologia nazionalista, e non da un'ideologia socialista. Nell' Introduzione e nell' Epilogo Sternhell individua questa attitudine dei leader verso la politica israeliana e sostiene che da molto tempo le politiche nazionaliste abbiano messo in ombra le politiche sociali e liberali e che stiano ancora mettendo in pericolo la capacità di Israele di svilupparsi come società libera e aperta.
Le questioni esaminate da Sternhell sono:
- È mai stata raggiunta in Palestina una sintesi unica tra socialismo e nazionalismo?
- I fondatori intendevano creare un'alternativa alla società borghese oppure sin dall'inizio rinunciarono all'obiettivo sociale in quanto incompatibile?
- L'eguaglianza era un obiettivo sincero, anche se a lungo termine, o era solo un mito mobilizzatore?
- Il nazionalismo del sionismo socialista e la sua espressione pratica, la conquista della terra, era in qualche modo speciale?
- Esso aveva una base universalistica, umanistica e razionalistica che lo distingueva dal nazionalismo che prosperava in Europa orientale?
- Ha mai avuto il potenziale di superare la sostanza religiosa del nazionalismo ebraico e stabilire così una società liberale, secolare e aperta, in pace con se stessa e con i vicini?
La risposta di Sternhell alle prime cinque domande è "no".
Il libro ha suscitato molto interesse. È stato il tema di una conferenza del prestigioso Istituto Van Leer a Gerusalemme e l'oggetto della recensione più importante nel supplemento letterario settimanale del quotidiano Ha’Aretz.
Sull'autore
Zeev Sternhell (1935- ) è uno storico e politologo israeliano famoso per la sua analisi dell'ascesa del Fascismo. È stato direttore del Dipartimento di Scienze Politiche presso l'Università Ebraica di Gerusalemme e occasionalmente ha scritto per il quotidiano Haaretz.
Introduzione del libro
Sternhell dice che l'ideologia del sionismo socialista era dominata dal nazionalismo e non dal socialismo. Egli introduce il termine "socialismo nazionalista" per descrivere una variante di socialismo di cui il sionismo socialista rappresentava la versione ebraica. Sternhell scrive: Generalmente il "'socialismo costruttivo' è considerato il grande conseguimento sociale ed ideologico del movimento socialista, un prodotto unico e originale, l'espressione dei bisogni e delle condizioni sociali del paese. Ma in realtà, lungi dall'essere unico, il socialismo costruttivo fu una mera versione israeliana del socialismo nazionalista."[1] Le radici socialiste erano state più importanti all'inizio, ma i marxisti divennero progressivamente meno influenti e i seguaci di Ber Borochov, un sionista marxista, di dissolsero già prima dell'inizio del Mandato britannico. Gli insegnamenti di Aaron David Gordon (1856-1922) dominarono l'ideologia del movimento sionista socialista per tutta la sua esistenza. Le idee di Gordon corrispondevano agli insegnamenti del nazionalismo tribale in Europa. Il Sionismo definiva il popolo ebraico come una nazione e come tale era incompatibile con le ideologie che usavano altre maniere di categorizzare le persone. Marxismo e socialismo categorizzavano le persone in classi, il liberalismo era basato sull'idea di uomo come individuo autonomo. Contrariamente al marxismo il sionismo socialista non ingaggiava una lotta di classe. Seguiva piuttosto una strategia di cooperazione tra operai e capitalisti a beneficio della nazione. Tutto doveva contribuire alla capacità della nazione di competere contro altre nazioni.
Secondo Sternhell il principale obiettivo del sionismo socialista era conquistare quanta più terra possibile. Egli cita Ben-Gurion, il leader dello Histadrut, nel dicembre del 1922, 'quando fa una dichiarazione di intenti a cui aderì per il resto della sua vita':
[...] La possibilità di conquistare la terra potrebbe facilmente sfuggirci di mano. Il nostro problema centrale è l'immigrazione... e non il fatto di adattare le nostre vite a questa o quella dottrina. [...] Siamo conquistatori di una terra che ha di fronte a sé un muro di ferro e noi dobbiamo abbatterlo. [...] Come possiamo dirigere il nostro movimento sionista in modo da poter portare avanti la conquista della terra da parte dei lavoratori ebrei e trovare le risorse per organizzare l'immigrazione massiccia e l'insediamento di lavoratori con le loro capacità? La creazione di un nuovo movimento sionista, un movimento sionista di lavoratori, è il primo prerequisito per il compimento del Sionismo. [...] Senza [un tale] nuovo movimento sionista che sia interamente a nostra disposizione, non c'è futuro né speranza per le nostre attività[2]
Similmente, nel 1927 Katznelson disse che lo Histadrut esisteva 'per servire la causa della conquista della terra'. Così la leadership sionista vedeva il partito Ahdut HaAvoda e lo Histadrut come strumenti per raggiungere il loro scopo finale, la conquista della terra e la creazione di uno Stato ebraico. La leadership cercava modi efficaci per esercitare il potere. La vera natura del sionismo socialista era il principio guida di Ben-Gurion, e cioè il primato della nazione e la supremazia dello stato sulla società civile.
Dopo il 1922 non ci fu molta discussione sull'ideologia nel sionismo socialista. Secondo Sternhell la ragione era che la nazione era accettata dagli altri leader e che i leader non volevano una discussione ideologica che potesse sollevare conflitti. Essi volevano che l'intero movimento sionista socialista lavorasse insieme per raggiungere l'obiettivo dello stato ebraico.
Capitolo 1 - Il primato della Nazione: Aaron David Gordon e l'Ethos della fondazione della nazione
Secondo Sternhell il pensiero di Aaron David Gordon (1856-1922) era la principale ispirazione per l'ideologia del sionismo socialista. Le attitudini e le politiche dei fondatori e dei leader del sionismo socialista maggioritario erano tutte in linea con le sue idee. Gordon fu fondatore e membro del partito Hapoel Hatzair, che nel 1930 si fuse con il partito Ahdut HaAvoda formando il partito Mapai, che includeva tutto il sionismo socialista maggioritario. Ahdut HaAvoda fu fondato nel 1919 da elementi apartitici e dall'ala destra del partito Poale Zion guidato da David BenGurion. Sia Hapo'el Hatza'ir che gli elementi apartitici erano nazionalisti e anti-marxisti. Secondo Sternhell l'ala destra del Poale Zion aveva idee molto simili. Sternhel chiama i fondatori di questi partiti, che in seguito diventarono i leader del sionismo socialista, "i fondatori". Arrivarono tutti in Palestina durante la Seconda Aliyah (1904-1914).
La descrizione migliore per il pensiero di Gordon è "nazionalismo organico". La nazione era vista come un corpo e questo corpo era più importante delle sue parti, gli individui. Gli individui che non partecipavano alla nazione erano visti come parassiti. Siccome il popolo ebraico era in esilio era visto come un parassita. Esso viveva del lavoro e della creatività di altri popoli. Gordon scriveva che il popolo ebraico era "spezzato e schiacciato... malato nel corpo e nell'anima". Egli diceva che ciò era dovuto al fatto che "noi siamo un popolo parassita. Non abbiamo radici nel suolo; no c'è terra sotto i nostri piedi. E siamo parassiti, non solo in senso economico ma nello spirito, nel pensiero, nella poesia, nella letteratura e nelle nostre virtù, nei nostri ideali, nelle nostre aspirazioni umane più alte. Ogni movimento alieno ci spazza via, ogni vento nel mondo ci porta via. In noi stessi siamo quasi inesistenti"[3]. Il principio del primato della nazione era dominante. L'obiettivo dei fondatori non era salvare i singoli ebrei, ma salvare la nazione ebraica.
Gordon considerava il lavoro fisico la chiave per risolvere tutti i problemi degli ebrei. Era il pre-requisito per la vita spirituale, per la riforma dei singoli ebrei e per la ricreazione dell'esistenza nazionale ed era il vero strumento per conquistare la terra e restituirla al popolo ebraico[4]. Inoltre, lavorando insieme e abbandonando il parassitismo, i lavoratori avrebbero "costituito un corpo" che avrebbe spostato il potere dalla sfera dei capitalisti a quella dei lavoratori e avrebbe reso inutile il socialismo. Secondo Gordon, il socialismo era persino dannoso, perché divideva la nazione tra linee di classi, si opponeva alla rinnovamento individuale e nazionale e negava il primato della nazione. Gordon scriveva: "Noi siamo più vicini alla nostra 'borghesia' rispetto a tutti i proletariati di altri Paesi del mondo"[5].
Gordon riteneva anche che i lavoro dava alla nazione ebraica un diritto alla terra. Egli scriveva: "La terra si acquista vivendoci sopra, con il lavoro e la produttività" e "la terra apparterrà a chi è più capace di soffrire per essa e lavorarla"[6]. Dopo la Prima Guerra mondiale Gordon incluse anche il lavoro storico e la creatività nella sua affermazione. Nel 1921 scriveva:
'Per Eretz Israel, abbiamo un documento che è stato valido fino a oggi e che sarà sempre valido, ed è la Bibbia [... inclusi i Vangeli e il nuovo Testamento ...] Tutto è venuto da noi; fu creato tra noi. [...] E che cosa hanno prodotto gli arabi in tutti gli anni che hanno vissuto nel paese? Tali creazioni, o perfino solo la creazione della Bibbia, ci danno un diritto perpetuo sulla terra in cui noi siamo stati così creativi, specialmente perché la gente che è venuta dopo di noi non ha creato tali opere in questo paese o non ha creato niente del tutto'[7]
. Secondo Sternhell "I fondatori accettarono questo punto di vista. Questo era l'argomento sionista definitivo".
Note
Riferimenti
Zeev Sternhell, The Founding Myths of Israel: Nationalism, Socialism, and the Making of the Jewish State Princeton Univ. Press, 1998 (ISBN 0-691-01694-1; e-book ISBN 1-4008-0770-0) (abstract)