Magnetochimica

campo della chimica fisica

La magnetochimica è un campo della chimica fisica che si occupa dello studio delle proprietà magnetiche delle sostanze. I primi studi sono dovuti al fisico francese Paul Langevin (1905), ma furono successivamente sviluppati negli anni 1920 dal chimico tedesco Wilhelm Klemm che pose le basi dello sviluppo di questa disciplina.

Tramite misure della suscettività magnetica o del momento magnetico è possibile risalire alla configurazione elettronica di ioni metallici o molecole non metalliche caratterizzate dal possedere particolari caratteristiche magnetiche. In chimica inorganica la magnetochimica ha contribuito allo sviluppo della teoria del campo dei leganti e della chimica di coordinazione. In chimica organica ha contribuito allo studio della polimerizzazione (la graduale scomparsa dei doppi legami è dimostrabile tramite la magnetochimica), del carattere di aromaticità e dei radicali organici.

Proprietà magnetiche

Il diamagnetismo consiste in una opposizione al campo magnetico esterno ed è caratteristico delle specie chimiche che possiedono orbitali completamente pieni, come ad esempio i gas nobili, gli ioni che assumono la configurazione elettronica di un gas nobile o le molecole a "guscio chiuso". La suscettività magnetica di questi materiali assume valore negativo ed è di debole entità (dell'ordine di 106).

Il paramagnetismo è caratteristico delle specie che presentano elettroni spaiati e si manifesta macroscopicamente con l'attrazione da parte del materiale paramegnetico nei confronti del campo magnetico esterno applicato. La suscettività magnetica di questi materiali assume tipicamente valori positivi maggiori di un fattore 10-1000 rispetto alla suscettività delle sostanze diamagnetiche.

Il ferromagnetismo, caratteristico dei metalli di transizione come ferro, cobalto e nichel, è una proprietà magnetica che si manifesta senza la presenza di un campo magnetico esterno. Questo genere di materiali possiede dipoli magnetici permanenti tutti con la medesima orientazione e la suscettività è molto elevata (positiva, dell'ordine di 103). I materiali ferrimagnetici possiedono sempre dipoli magnetici permanenti, ma questi sono caratterizzati dal fatto di essere parzialmente anti-allineati (alcuni dipoli hanno orientazione opposta). Per azione di un campo magnetico esterno presentano proprietà anisotropiche. L'antiferromagnetismo, caratteristico a temperature inferiori alla temperatura di Néel, si origina invece per la presenza di spin elettronici ordinati sistematicamente in modo antiparallelo e che tendono ad annullare i momenti magnetici locali.

Suscettività magnetica

Un campo magnetico esterno interagisce con la materia inducendo una precessione degli elettroni che produce una corrente elettrica indotta che in ultima analisi genera un campo magnetico in risposta al campo esterno applicato. La suscettività magnetica   è una grandezza che misura l'entità della magnetizzazione ed è ricavabile, dal punto di vista molecolare, dall'equazione

 

dove   è il numero di Avogadro,   la polarizzabilità magnetica   il momento magnetico permanente,   la costante di Boltzmann e   la temperatura assoluta.

Il prodotto  , spesso indicato come  , è una costante caratteristica per ciascuna sostanza o specie chimica e viene definita suscettività molare. I valori di   possono considerarsi approssimativamente additivi e in letteratura specialistica esistono tabelle che ne riportano i valori per atomi, ioni e particolari legami chimici.

Da notare l'effetto dell'aumento della temperatura: un suo aumento provoca un aumento dell'energia termica, che esplica il suo effetto disordinante contrastando l'allineamento dei singoli dipoli magnetici atomici o molecolari con le linee di forza del campo magnetico applicato. In questo modo, una data sostanza tende a essere meno responsiva all'effetto dello stesso campo applicato.

Momento magnetico molecolare

Il momento magnetico permanente molecolare è dato dalla somma del contributo legato al momento angolare degli elettroni,  , col contributo dovuto allo spin elettronico,  . Le rispettive equazioni che esprimono tali contributi sono

 
 

dove   è il magnetone di Bohr, L la somma dei numeri quantici orbitali e S lo spin totale degli elettroni. Occorre ricordare che il momento di spin è quantizzato di  , mentre quello angolare di  .

Solitamente il contributo   è spesso trascurabile rispetto a  , essendo il moto degli elettroni tanto limitato dall'attrazione del nucleo da non potersi orientare per effetto di un campo esterno.

Bilancia di Gouy

La bilancia magnetica di Gouy, dal nome dello scienziato francese Louis Georges Gouy, è un dispositivo che permette la misura sperimentale della suscettività magnetica. È costituita essenzialmente da un elettromagnete, in grado di generare un campo magnetico H, tra i cui poli viene interposto al centro il campione da analizzare. Il contenitore contenente il campione (es. una provetta) è collegato a un braccio di una bilancia di precisione in grado di misurare la variazione della forza agente a seguito dell'applicazione del campo magnetico. Tale forza è legata alla suscettività tramite la relazione

 

dove A è la superficie del contenitore,   la suscettività magnetica, H il campo magnetico applicato e   il volume molare della sostanza in esame. La bilancia segnala il valore della forza f misurata, che risulta negativa nel caso di materiale diamagnetico (il suo peso diminuisce) e positiva nel caso di materiale paramagnetico (il suo peso aumenta).

Oggigiorno, in sostituzione del classico elettromagnete, viene utilizzato un magnete superconduttore. Una implementazione più moderna è rappresentata dalla bilancia di Evans, mentre per sostanze in fase liquida è possibile ricorrere agevolmente anche alla risonanza magnetica nucleare.

Bibliografia

  • Pierce Selwood, Magnetochemistry. Second edn, Interscience, 1956.
  • Sergey G. Vulfson, Molecular Magnetochemistry, Taylor & Francis, 1998. ISBN 978-9056995355.
  • Roman Boča, Theoretical Foundations of Molecular Magnetism, Elsevier Science, 1999. ISBN 978-0444502292.

Voci correlate

Collegamenti esterni