Futurismo
Il Futurismo è stata una corrente artistica italiana del XX secolo. Nello stesso periodo, movimenti artistici influenzati dal futurismo si svilupparono in altri Paesi, soprattutto in Russia.
Il contesto
I futuristi esplorarono ogni forma artistica, dalla pittura alla scultura, in letteratura riguardo alla poesia e al teatro, ma non trascurarono neppure la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il nascente cinema e persino la gastronomia.
Anche se si possono osservare segnali di una imminente rivoluzione artistica nei primissimi anni del secolo - tra cui nel 1907 il saggio Entwurf einer neuen Ästhetik der Tonkunst (Abbozzo di una nuova estetica della musica) del compositore italiano Ferruccio Busoni - la nascita ufficiale del movimento, e la stessa nascita della parola "futurismo", fu opera del poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti che ne codificò la filosofia pubblicando il Manifesto del futurismo (1909), rilasciato inizialmente a Milano e successivamente sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio.
Il futurismo si colloca sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del '900 (la Belle époque), esaltandone la fiducia illimitata nel progresso e decretando violentemente la fine delle vecchie ideologie (il passatismo). Per esempio, Marinetti esalta il dinamismo, la velocità, l'industria, perfino la guerra intesa come "igiene del mondo", identificando nel Parsifal wagneriano (che proprio in quegli anni cominciava ad essere rappresentato nei teatri d'Europa) il simbolo artistico del passatismo e della decadenza.
Cenni storici
Il futurismo nasce in un periodo (inizio '900) di grande fase evolutiva dove tutto il mondo dell'arte e della cultura era stimolato da moltissimi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici, e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione come il telegrafo senza fili, la radio e gli aeroplani; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i continenti. Il XX secolo era quindi invaso da una nuovo vento, che portava all'interno dell'essere umano una nuova realtà: la velocità. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione. Il 20 febbraio 1909 il poeta ed editore Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figarò un manifesto intitolato Manifesto futurista, destinato ad essere il primo di una serie di tanti altri che anticipano e percorrono lungo tutta la strada il pensiero futurista sia nel campo della letteratura, che nelle altre arti. Anche a Milano i pittori divisionisti Umberto Boccioni , Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo, firmano il Manifesto tecnico della pittura futurista, che ne stabilisce le regole: abolizione nell'immagine della prospettiva tradizionale, a favore di una visione da più punti di vista per esprimere il dinamismo degli oggetti. successivamente nel 1910 gl'artisti Boccioni, Carrà e Russolo, espongono a Milano le prime opere futuriste alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi. Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovano in una fase di evoluzione verso la Pittura Cubista, di conseguenza il gruppo milanese si scioglie spostando la città del movimento da Milano a Roma con la conseguente nascita del Secondo Futurismo.
Il Secondo Futurismo
Il secondo futurismo è sostanzialmente diviso in due fasi, la prima va dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 ed è caratterizzata da un forte legame con la cultura postcubista e costruttivista, la seconda invece va dal 1929 al 1938 ed è molto più legata alle idee del surrealismo. Di questa corrente, che si conclude attraverso il cosiddetto Terzo futurismo, portando anche all'epilogo del futurismo stesso, fanno parte molti pittori fra cui Fillia (Luigi Colombo), Enrico Prampolini, Nicolay Diulgheroff, ma anche Mario Sironi, Ardengo Soffici e Ottone Rosai. [1]
Riferimenti e note
Le forme di espressione artistica
Letteratura
Pittura
Il Futurismo diede il meglio di sé nelle espressioni artistiche legate alla pittura, al mosaico e alla scultura, mentre le opere letterarie e teatrali, ma anche architettoniche non ebbero la stessa capacità espressiva.
Le radici del fermento che porterà alla declinazione del futurismo nell'arte si possono riconoscere, artisticamente parlando, già nella Scapigliatura (corrente tipicamente milanese e borghese della seconda metà dell'Ottocento) laddove il futurismo, anch'esso nato a Milano, distoglie con disprezzo l'attenzione dalla raffinata borghesia per concentrarsi sulla rivoluzione industriale, sulle fabbriche. Dal punto di vista stilistico il Futurismo (in particolare quello boccioniano) si basa sui concetti del divisionismo che però riesce ad adattarlo per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità: è grazie ad artisti come Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo che, pochi anni dopo, il futurista Umberto Boccioni potrà realizzare dipinti come La città che sale.
Naturalmente dal punto di vista concettuale il futurismo non ignora i principi cubisti di scomposizione della forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz'altro la tecnica che prevede di suddividere la superficie pittorica in tanti tasselli che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale. Tuttavia mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una quarta dimensione esclusivamente spaziale (il pittore ruota intorno al soggetto fermo cogliendone ogni aspetto), il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento.
Altrettanto interessanti sono i rapporti stilistici tra il futurismo boccioniano e il Cubismo orfico di Delaunay.
Per quanto riguarda i movimenti italiani va valutato il rapporto del futurismo con la quasi contemporanea pittura metafisica di Giorgio De Chirico. È stato teorizzato che esse siano espressione della stessa inquietudine novecentesca per il movimento: il futurismo sceglie di rappresentarlo e concentrarsi interamente su di esso; la metafisica lo esclude, creando angosciosi paesaggi in cui tutto è immobile. Non mancarono relazioni complesse tra i futuristi italiani e i più importanti esponenti delle avanguardie russe e tedesche.[1]
Infine, equiparare la ricerca futurista dell'attimo con quella impressionista, come è stato fatto in passato, è ormai considerato profondamente errato. Se è vero infatti che gli impressionisti fecero dell' "attimalità" il nucleo della loro ricerca, loro scopo era fermare sulla tela un istante luminoso, unico e irripetibile. La ricerca futurista si muove in senso quasi opposto: suo scopo è rappresentare sulla tela non un istante di movimento ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale.
Come conseguenza dell'"estetica della velocità", nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento dinamico, il movimento coinvolge infatti l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei treni, degli aeroplani (Aeropittura), delle masse multicolori e polifoniche e delle azioni quotidiane (del cane che scodinzola andando a spasso con la padrona, della bimba che corre sul terrazzo, delle ballerine) è sottolineato da colori e pennellate che mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. La costruzione può essere composta da linee spezzate, spigolose e veloci, ma anche da pennellate lineari, intense e fluide se il moto è più armonioso.
Tra gli epigoni più interessanti del futurismo, l'avanguardia russa del raggismo e del costruttivismo. Tutte le idee futuriste in fatto di pittura sono state riassunte nei due manifesti sulla pittura dei primi mesi del 1912.
Due esponenti del movimento pittorico sono Umberto Boccioni e Giacomo Balla, questi ultimi presenti anche in scultura. La pittura di Boccioni è stata definita "simbolica": il dipinto La città che sale (1910), per esempio, è una chiara metafora del progresso, dettato dal titolo e dalle scene di cantiere edile sullo sfondo, esemplificate nella loro vorticosa crescita dalla potenza del cavallo imbizzarrito, un vortice di materia. Se Boccioni è simbolico, Balla è fotografico e analitico. Ancora legato a principi cubisti, non è raro che realizzi sequenze fotogrammetriche di una scena, per rendere il movimento, piuttosto che affidarsi a impetuosi vortici di pittura: è il caso del posato Ragazza che corre al balcone (1912).
Mosaico
La tecnica del mosaico, basata sull'utilizzo di tessere ceramiche e vitree, si è prestata molto bene ad esprimere i modi ed il dinamismo intesi dall'arte futurista.
Prampolini e Fillia eseguono l'importante mosaico dedicato al tema delle Comunicazioni all'interno della torre del Palazzo delle Poste di La Spezia (1933).
Alcuni anni più tardi Severini esegue altri mosaici per le Poste di Alessandria.
La tradizione musiva di Ravenna continua con mosaici futuristi di autori vari (Palazzo del Mutilato, fine anni '40).
Scultura
Il futurista più attivo nel campo della scultura è Umberto Boccioni, la cui ricerca pittorica corre sempre parallela a quella plastica. Nel 1912, lo stesso Boccioni pubblica il Manifesto tecnico della scultura futurista. Punto di arrivo di questa ricerca può essere considerato Forme uniche nella continuità dello spazio, del 1913: l'immagine, applicando le dichiarazioni poetiche di Boccioni stesso, è tutt'uno con lo spazio circostante, dilatandosi, contraendosi, frammentandosi e accogliendolo in sé stessa. Anche in L'Antigrazioso o La madre, immediatamente precedente, sono presenti parametri scultorei simili a Forme uniche nella continuità dello spazio, ma con ancora non risolti alcuni problemi di plasticità derivanti da influssi naturalistici.
Architettura
Al centro dell'attenzione degli architetti futuristi c'è la città, vista come simbolo della dinamicità e della modernità. All'inizio del 1914 Antonio Sant'Elia, il principale architetto, pubblica il Manifesto dell'architettura futurista, nel quale espone i principi di questa corrente.
Tutti i progetti creati da questi si riferiscono a città del futuro, con particolare attenzione alle innovazioni. In contrapposizione all'architettura classica, vista come statica e monumentale, le città idealizzate dagli architetti futuristi hanno come caratteristica fondamentale il movimento e i trasporti.
I futuristi, infatti, compresero immediatamente il ruolo centrale che i trasporti avrebbero assunto successivamente nella vita delle città. Nei progetti di questo periodo si cercano sviluppi e scopi di questa novità. L'utopia futurista è una città in perenne mutamento, agile e mobile in ogni sua parte, un continuo cantiere in costruzione, e la casa futurista allo stesso modo è impregnata di dinamicità.
Anche l'utilizzo di linee ellittiche e oblique simboleggia questo rifiuto della staticità per una maggior dinamicità dei progetti futuristi, privi di una simmetria classicamente intesa. Il Futurismo anticipa i grandi temi e le visioni dell'architettura e della città che saranno proprie del Movimento Moderno, anche se il Razionalismo italiano si perderà un po' tra la diatriba del neoclassicismo semplificato di Marcello Piacentini e la purezza di un Giuseppe Terragni e non riuscirà ad avere il medesimo slancio innovatore, mentre sua poetica a parte esprime Angelo Mazzoni.
Ceramica
Per le sue possibilità espressive, anche la ceramica interessa il movimento futurista. In particolare i ceramisti dell'ISIA espressero lavori in sintonia con il nuovo movimento. Il 7 settembre 1938 sulla Gazzetta del Popolo a firma Filippo Tommaso Marinetti e di Tullio d'Albisola viene pubblicato il Manifesto futurista della Ceramica e Aereoceramica. Fin dal 1925 il centro propulsore della ceramica futurista italiana fu Albissola Marina.
Musica
In campo musicale gli unici rappresentanti di rilievo furono Francesco Balilla Pratella e Luigi Russolo, pittore oltre che musicista. A Russolo in particolare si deve l'invenzione dell'Intonarumori, uno strumento che usava per mettere in pratica la sua teoria del rumorismo, ovvero di una musica nella quale ai suoni dovevano essere sostituiti i rumori.
Teatro
I futuristi perseguono la rifondazione del concetto stesso di comunicazione teatrale. Essi focalizzano la loro attenzione sulla relazione essenziale che si sviluppa fra testo, attori e pubblico, per recuperare non soltanto i valori di ogni singola componente, bensì anche il senso globale dall'interrelazione fra gli elementi.
Cinema
Nel 1916 venne pubblicato il Manifesto della Cinematografia futurista, firmato da Marinetti, Corra, Ginna, Balla, Chiti e Settimelli, che sosteneva come il cinema fosse "per natura" arte futurista, grazie alla mancanza di un passato e di tradizioni. Essi non apprezzavano il cinema narrativo "passatissimo", cercando invece un cinema fatto di "viaggi, cacce e guerre", all'insegna di uno spettacolo "antigrazioso, deformatore, impressionista, sintetico, dinamico, parolibero". Nelle loro parole c'è tutto un entusiasmo verso la ricerca di un linguaggio nuovo slegato dalla bellezza tradizionale, che era percepita come un retaggio vecchio e soffocante.
Gastronomia
Grazie alla completezza di questo movimento, viene influenzata anche la gastronomia. Nel 1914 il cuoco francese Jules Maincave aderì al futurismo, proponendo quindi l'accostamento di nuovi sapori ed elementi fino ad allora "separati senza serio fondamento". Questo comprendeva accostamenti come filetto di montone e salsa di gamberi, noce di vitello e assenzio, banana e groviera, aringa e gelatina di fragola.
Il 20 gennaio 1931 Marinetti pubblicò il Manifesto della cucina futurista, sulla rivista «Comoedia». Secondo Marinetti bisognava eliminare la pastasciutta, così come forchetta e coltello e condimenti tradizionali, e incoraggiare l'accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi.
Scrive Marinetti "(...) vi annuncio il prossimo lanciamento delle cucina futurista per il rinnovamento totale del sistema alimentare italiano, da rendere al più presto adatto alle necessità dei nuovi sforzi eroici e dinamici imposti dalla razza. La cucina futurista sarà liberata dalla vecchia ossessione del volume e del peso e avrà, per uno dei suoi principi, l'abolizione della pastasciutta. La pastasciutta, per quanto gradita al palato, è una vivanda passatista perché appesantisce, abbrutisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti, pessimisti. E' d'altra parte patriottico favorire in sostituzione il riso."
Futuristi italiani
- Filippo Tommaso Marinetti
- Paolo Buzzi
- Antonio Asturi
- Francesco Cangiullo
- Adone Asinari
- Giacomo Balla
- Umberto Boccioni
- Oswaldo Bot, pseudonimo di Osvaldo Barbieri
- Anton Giulio Bragaglia
- Mario Carli
- Carlo Carrà
- Sebastiano Carta
- Primo Conti
- Tullio Crali
- Fortunato Depero
- Gerardo Dottori
- Farfa, pseudonimo di Vittorio Osvaldo Tommasini
- Fillia, pseudonimo di Luigi Enrico Colombo
- Luciano Folgore
- Ivanhoe Gambini
- Corrado Govoni
- Gian Pietro Lucini
- Virgilio Marchi
- Sante Monachesi
- Novo, pseudonimo di Nello Voltolina
- Ivo Pannaggi
- Enrico Prampolini
- Ram, pseudonimo di Ruggero Michaelles
- Pippo Rizzo
- Luigi Russolo
- Tato (Guglielmo Sansoni)
- Thayaht, pseudonimo di Ernesto Michaelles
- Antonio Sant'Elia
- Gino Severini
- Ardengo Soffici
- Wladimiro Tulli
- Bruno Corra
- Arnaldo Ginna
Futuristi russi
Futuristi ungheresi
Opere principali
Pittura
- Umberto Boccioni, Tre donne (1909-1910);
- Umberto Boccioni, La città che sale (1910-1911);
- Carlo Carrà, Notturno a Piazza Beccaria (1910);
- Umberto Boccioni, La risata (1911);
- Umberto Boccioni, Stati d'animo, gli addii (1911);
- Carlo Carrà, I funerali dell'anarchico Galli (1911);
- Umberto Boccioni, Materia (1912);
- Giacomo Balla, Ragazza che corre al balcone (1912);
- Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912);
- Umberto Boccioni, Elasticità (1912);
- Gino Severini, La chahuteause (1912);
- Luigi Russolo, Dinamismo di un'automobile (1912-1913);
- Carlo Carrà, Cavaliere rosso (1913);
- Giacomo Balla, Automobile + velocità + luce (1913).
- Gino Severini, Ballerina in blu (1913);
Scultura
- Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio (1913);
- Giacomo Balla, Il pugno di Boccioni
Bibliografia
- I poeti futuristi, a c. di M. Albertazzi, con i saggi di G. Wallace e M. Pieri, Trento, La Finestra editrice, 2004. L'opera contiene in appendice i manifesti futuristi.
- Giovanni Antonucci. Storia del teatro futurista. Roma, Edizioni Studium, 2005
- Lia Lapini. Il teatro futurista italiano. Milano, Mursia, 1977. ISBN 8842513539
- Il dizionario del futurismo, a c. di E. Godoli, 2 tomi, Firenze, Vallecchi-MART, 2001.
- Cammarota, Domenico. Filippo Tommaso Marinetti. Bibliografia, Milano, Skira («Documento del MART» 5), 2002.
- Id. Futurismo. Bibliografia di 500 scrittori italiani, Milano, Skira («Documenti del MART» 10), 2006.
- Futurismo & Futurismi, a c. di P. Hulten, Milano, Bompiani, 1986.
- Futurismo 1909-1944, a c. di E. Crispolti, Milano, Mazzotta, 2001.
- Futurismo. Velocità e dinamismo espressivo, a c. di G. Lista, Santarcangelo di Romagna, KeyBook/Rusconi libri srl, 2002.
- Il Futurismo e la moda. Balla e gli altri, a c. di E. Crispolti, Venezia, Marsilio Editori, 1986.
- Futurismo & Sport Design, a c. di M. Mancin, Montebelluna-Cornuda, Antiga Edizioni, 2006.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su futurismo
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «futurismo»
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su futurismo
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su futurismo
Note
- ^ www.electaweb.it, in Futurismo italiano a confronto con artisti tedeschi e russi.
Collegamenti esterni
- manifesti futuristi raccolta dei manifesti futuristi
- Il "Discorso contro i Veneziani" di Marinetti
- L'influenza del Futurismo sul design sportivo
- Italian Futurism News
- L'Architettura Futurista in Italia 1909/1944
- elicriso.it - La cucina futurista
- Wiki dedicata al futurismo storico
- Sito ufficiale del netfuturismo