SPQR

abbreviazione di "Senato e popolo di Roma"
Disambiguazione – Se stai cercando il film, vedi S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa.

SPQR, acronimo del latino Senatus Populusque Romanus, in italiano "Il Senato e il popolo romano", racchiude in sé le figure che rappresentano il potere della Repubblica Romana: il Senato e il popolo, cioè le due classi dei Patrizi e dei Plebei che erano a fondamento dello Stato romano.

Senatus PopulusQue Romanus

Origine e uso antico

Bernardino Corio, storico umanista, fornisce un'attenta spiegazione del significato dell'acronimo e del blasone che è tutt'oggi lo stemma della città di Roma. Nel suo Le Vite degl'Imperatori Incominciando da Giulio Cesare fino à Federico Barbarossa... racconta che «questa signoria [dei Consoli] portò col vessillo dell'aquila S.P.Q.R. le quali lettere così dicono: Senatus Populusque Romanus cioè il Senato et Popolo Romano; et queste lettere erano d'oro in campo rosso. L'oro è giallo et appropriato al Sole che dà lume, prudentia et signoria a ciascuno che col suo valore cerca aggrandire. Il rosso è dato da Marte il quale essendo il dio della battaglia, a chi francamente lo segue porge vittoria et maggioranza».

In realtà diverse versioni sono suggerite circa il corretto significato dell'acronimo, in base alla presunta declinazione della "R", che può essere Romanus (Senatus o Populus), Romani (Senatus e Populus) o Romae (di Roma).
Inoltre la "Q" potrebbe essere stata verosimilmente nei tempi più antichi non l'abbreviazione della congiunzione ma quella del termine Quiritium, cioè Quiriti, come i Romani chiamavano sé stessi nell'accezione di cittadini godenti dei pieni diritti: quindi l'acronimo andrebbe sciolto come Senatus Populusque Quiritium Romanorum, in italiano "Il Senato e il Popolo dei Quiriti Romani".

Un'accreditata ipotesi, invece, ne fa autori i Sabini, che avrebbero così inteso sottolineare la loro potenza: la sigla starebbe per Sabinis Populis Quis Resistet, in italiano "Chi potrà resistere alle genti sabine?". Vinti i Sabini, i Romani avrebbero poi risposto mettendo in fila le stesse iniziali per affermare solennemente la propria autorità.[senza fonte]

Età medievale

La sigla S.P.Q.R. venne costantemente usata anche dopo quella data che noi moderni abbiamo convenzionalmente assunto, il 476 d.C., a indicare la fine del governo di Roma. Per tutto l'alto medioevo, sebbene in declino, Roma continuò a essere la città più popolosa dell'Occidente, e a funzionare, almeno formalmente da capitale del rinnovato impero romano medievale fondato da Carlo Magno. Non meraviglia dunque che nel verso del sigillo di Federico Barbarossa si trovi ancora la scritta: "Roma caput mundi regit orbis frena rotundi" cioè Roma capitale del mondo regge le redini dell’orbe rotondo. Detto questo non deve nemmeno stupire che nel basso Medioevo, quando Roma si era organizzata in libero Comune di Popolo, si continuasse ad usare la sigla S.P.Q.R., sebbene in un modo che a posteriori definiremmo "filologicamente non corretto". Riprendendo la leggenda degli ancili, il Comune, che teneva a presentarsi come il legittimo successore del potere della Roma antica, propagandava l'interpretazione per cui lo scudo rosso con la sigla S.P.Q.R. dorata, suo simbolo, significasse già dai tempi antichi "Sanato. Popolo. Qumune. Romano."[1].

Altri significati

  • Il personaggio dei fumetti Obelix, creato da René Goscinny e Albert Uderzo, spesso interpreta umoristicamente l'acronimo come Sono Pazzi Questi Romani!. L'idea non è degli autori francesi, ma del traduttore italiano Marcello Marchesi, che pensò di rendere così la frase originale Ils sont fous ces Romains. Un'altra storpiatura comica di SPQR è nel film S.P.Q.R. 2000 e ½ anni fa, in cui Massimo Boldi esclama, inseguito da soldati romani: "Sono Porci Questi Romani!"
  • S.P.Q.R. è il nome di un fumetto pubblicato su Il Giornalino.
  • Nel medioevo vengono attribuite alla sigla i seguenti significati:
    • Sapiens Populus Quaerit Romam: "Un popolo saggio ama Roma".
    • Stultus Populus Quaerit Romam: come sopra, ma il popolo diventa "stolto".
    • Senex Populus Quaerit Romam: idem, ma con un "vecchio popolo".
    • Salus Papae Quies Regni: "Salvezza del papa, tranquillità del regno".
    • Sanctus Petrus Quiescit Romae: "San Pietro riposa a Roma".
    • Salve Populus Quintinio Romam: "Salute al popolo di re Quinto".

Acronimi simili

L'acronimo SPQ[iniziale della città] veniva in genere concesso dal regnante in segno di autonomia comunale raggiunta, questo è il caso di Messina, Palermo e Catania.

  • SPQB l'acronimo di "Senatus PopulusQue Beneventanum" ovvero " IL SENATO E IL POPOLO BENEVENTANO "
  • SPQR è anche l'acronimo di Senatus PopulusQue Rheginus, ovvero Il Senato e il Popolo Reggino, presente sulla facciata principale di Palazzo San Giorgio, sede del municipio della città di Reggio Calabria.
  • SPQR è anche l'acronimo di Senatus Populusque Regiensis, ovvero Il Senato e il Popolo Reggiano, presente nello stemma della città di Reggio Emilia.
  • SPQT (Senatus Popolusque Tusculanus, il Senato e il Popolo di Tuscolo) è l'acronimo che viene usato come simbolo dal comune di Frascati, in provincia di Roma.
  • SPQM (Senatus Populusque Marinensis), acronimo utilizzato da Marino, in provincia di Roma.
  • SPQA (Senatus Populusque Albanensis), acronimo utilizzato da Albano Laziale, in provincia di Roma.
  • SPQA (Senatus Populusque Anagninus) è usato anche dalla città di Anagni in provincia di Frosinone.
  • SPQV (Senatus Populusque Veliternus), acronimo utilizzato da Velletri, in provincia di Roma.
  • SPQS (Senatus Populusque Segninus), acronimo utilizzato da Segni, in provincia di Frosinone.
  • SPQP (Senatus Populusque Panormitanus), acronimo utilizzato da Palermo come concessione regale
  • SPQL (Senatus Populusque Lucerinum), acronimo utilizzato da Lucera, in Provincia di Foggia
  • SPQF (Senatus Populusque Falleronois) acronimo utilizzato da Falerone, in Provincia di Ascoli Piceno, ricorda la gloria e il passato antico della città romana di Falerio Piceno sorta in età augustea da cui poi trae origine la città attuale.
  • SPQC (Senatus Populusque Catanensium), acronimo utilizzato da Catania, il titolo venne concesso con lettera osservatoria del viceré Emanuele Filiberto del 16 giugno 1624. Il titolo venne in seguito confermato da un rescritto del re Vittorio Amedeo II del 6 gennaio 1714.[2]
  • SPQM (Senatus Populusque Messanensis), acronimo utilizzato da Messina.[3]

Curiosità

Note

  1. ^ Pucci, Antonio [1362], Libro di varie storie (a cura di Alberto Varvaro, AAPalermo, s. IV, vol. XVI, parte II, fasc. II, 1957) [anno accademico 1955-56], pp. 136-7.
  2. ^ Matteo Gaudioso, Lo stemma di Catania: il simbolo A, Rivista del Comune di Catania, Gennaio 1929, pagg. 12-13
  3. ^ W. E. Gladstone, M. R. Foot, The Gladstone Diaries: Volumes I & II: 1825-1832 & 1833-1839, Oxford University Press, 1969, ISBN 0198213700, pag. 486

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