Enemies of Reality
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Il quinto album (sesto se comprendiamo l'ep "In Memory"), coincide con la scadenza del contratto con Century Media, contratto in seguito rinnovato .All'epoca, irapporti tesi fra band ed etichetta fruttarono al combo di Seattle una release da molti criticata a causa di una produzione molto deficitaria(un sound molto impastato)da parte del produttore Kelly Gray, per via di budget di lavoro inadeguati. L'album in realtà è musicalmente ottimo: la vena drammatica si sposa perfettamente con partiture a tratti cervellotiche , ma mai insensate. Un album da ascoltare più volte, indubbiamente: la melodica ballad"Tomorrow turned into yesterday" , lontana anni luce dalla stucchevolezza di -ad esempio- una "Believe in nothing" (tratta dal sopravvalutato "Dead haeart in a dead world")spezza il ritmo caotico dell'album, che, per chi scrive trova i suoi momenti migliori nella title track, la durissima "ambivalent", la melodica (quasi power-oriented)"I voyager", l'inquietante chiaroscuro di "who decides", e la ultra fast "seed- awakening". Tecnica, disperazione e poesia . Unica nota stonata, la durata esigua del disco(40 minuti), che con un paio di altri brani sarebbe stato ancora più prezioso. Peccato per la resa sonora, migliorata nel remaster del 2005 ad opere dell'osannato Andi Sneap.