Stitichezza

malattia o disturbo della defecazione

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La stitichezza o stipsi è un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà di svuotare in tutto o in parte l'intestino espellendone le feci.

Sarebbe stato definito dagli stessi pazienti, secondo criteri soggettivi, in termini di ridotta frequenza dell’alvo e disturbi addominali imputati ad una difficoltosa ed insufficiente evacuazione (stitichezza quantitativa). Secondo alcuni studiosi sarebbe di 3 evacuazioni per settimana (il 98° percentile della frequenza dell’alvo statisticamente riportata dalla popolazione adulta), la frequenza minima per non considerarsi affetti dal disturbo. Per quanto evacuare ogni 2-3 giorni sia considerato normale, il 60% di coloro che si definiscono stitici hanno un'attività più regolare della norma (una volta al giorno), accusando i sintomi di una stitichezza fisiologica sulla base di un malessere esclusivamente soggettivo.[1]

Classificazione e Fisiopatologia

La stipsi può essere primitiva o secondaria.

Nella maggior parte dei casi la stipsi è primitiva o idiopatica, rappresenta cioè un’entità autonoma che, in assenza di lesioni organiche o biochimiche, è ricollegabile a patologia cosiddetta «funzionale» della motilità del viscere. Nella pratica clinica si distingue nelle forme di stipsi idiopatica, la stipsi idiopatica cronica semplice, che risponde ai comuni trattamenti medici, e la stipsi cronica idiopatica intrattabile, che non risponde ai comuni presidi terapeutici di tipo medico ed è suscettibile di approccio chirurgico. Quest’ultima, tuttavia, rappresenta meno dell’1% di tutte le stipsi idiopatiche.[senza fonte]

La stipsi può essere secondaria a numerose condizioni morbose, nosologicamente determinate, in cui il sintomo è quindi ciò che si manifesta di una patologia organica gastrointestinale o extraintestinale. La stipsi è il risultato di un’alterazione nella propulsione del bolo fecale e/o della evacuazione dello stesso. I disturbi della progressione possono essere correlati ad una ridotta massa fecale (diete incongrue, scarso introito di fibre, alterazioni elettrolitiche), ad affezioni organiche del colon che meccanicamente impediscono il passaggio del bolo fecale, oppure ad alterazioni funzionali intestinali, quali la stipsi cronica a lento transito o l’atonia coli. I disturbi della evacuazione sono anche correlabili ad alterazioni organiche della regione ano-rettale (ragadi, fistole, emorroidi, neoplasie ano-rettali, m. di Hirschsprung) o ad alterazioni funzionali, quali la dischezia rettale o la sindrome del perineo discendente. La malattia celiaca può presentarsi con stipsi (i primi lavori inglesi sulla malattia celiaca evidenziarono che il sintomo più frequente di questa malattia era la stipsi e non la diarrea). Nei bambini una causa frequente di stipsi è l'intolleranza alimentare. La stitichezza dà sintomi locali, come modesti dolori locali o diffusi, che possono riacutizzarsi fino a diventare una colica, alcune volte possono portare a modificazioni dell'alvo con encopresi. La stitichezza può influire sullo stato generale: mal di testa, cardiopalmo, insonnia, alitosi. Possono comparire difficoltà digestive e una diminuzione dell'appetito. Sono frequenti le dermatosi (orticaria, eczema, acne), causate probabilmente da autointossicazione dovuta all'assorbimento di sostanze che avrebbero dovuto essere eliminate, ma che invece permangono troppo a lungo nell'intestino. Le persone che soffrono del disturbo possono inoltre essere affette frequentemente da flatulenze, a causa dell'aria presente non eliminata. Le dosi fecali sono scarse e spesso hanno un aspetto molto secco e duro; la defecazione non è mai completa e il soggetto ha una sensazione di gonfiore. Come esame complementare si può usare la defecografia.

Cause

Spesso la causa della stipsi è una disbiosi intestinale curabile con una cura di fermenti o una carenza di fibre a catena corta

Primarie

Funzionali

Idiopatica IBS o (Sindrome del colon irritabile); Anismo o Dissinergia pelvica; Stipsi da transito rallentato.

Neuropatiche

Malattia di Chagas; Miopatia congenita dello sfintere anale; Malattia di Hirschsprung; Iperglanglionosi; Lesioni spinali.

Ostruttive

Stenosi anale; Malattia di Crohn; Tumore del colon; Compressione Tumorale.

Ginecologiche

Rectocele; Rilassamneto pelvico.

Secondarie

Malattie connettivali

Amiloidosi; Sclori sistemica.

Stile di Vita

Disidratazione; Scarsa assunzione di fibre alimentari; Sedentarietà; Soppressione o posposizione volontaria della defecazione.

Farmaci

Antiacidi; Anticolinergici; Anticonvulsivanti o Antiepilettici; Antidepressivi; Antisistaminici; AntiParkinson; Antipsicotici; Calcio Antagonisti; Calcio supplementi; Diuretici; Terapia Marziale; Lassativi per usi cronici (specie con gli stimolanti/irritanti p.e.: Antrachinonici); FANS; Oppiodi Maggiori; Oppiodi minori; Antitussigeni Codeino simili;

Malattie Metaboliche

Diabete Mellito; Avvelenamento da metalli pesanti; IperCalcemia; Ipokaliemia; Ipotiroidismo; Ipomagniesemia; Porfiria; Uremia.

Malattie Neurologiche

Neuropatia Autonomica; Sclerosi Multipla; Neuropatie paraneoplastiche; Malattia di Parkinson.

Disturbi Psichiatrici

Depressione Disturbi del comportamento alimentare; Stress situazionale.

Rimedi

Escludendo i casi in cui la stitichezza dipende da fattori patologici gravi, nei casi normali si indicano le seguenti misure:

  • Camminare di più o realizzare un'altra attività che ponga in movimento il corpo. Normalmente aiutano 20 minuti di movimento al giorno a ritmo accelerato e per tonificare la muscolatura addominale e stimolare quella intestinale svolgere, lontano dai pasti, qualche esercizio ginnico.
  • Ingerire maggior quantità di fibre alimentari: verdura cotta e soprattutto cruda, cereali, e in generale tutti gli alimenti ricchi di fibre vegetali: crusca, pane integrale, carote, sedano e molti altri.
  • Assumere maggior quantità di liquidi: acqua (a digiuno), brodo, latte, succo di frutta.

Note

  1. ^ Harrison 2006

Voci correlate

Collegamenti esterni

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