La nave è un'unità complessa, ovvero un mezzo di trasporto, studiato per il trasporto su acqua di merci o persone.
Le unità naviganti di notevole grandezza, conducibili da una comunità più o meno grande chiamata equipaggio, assumono la denominazione di "nave".
Ecco che a questo punto abbiamo, navi da passeggeri, navi da crociera, navi traghetto, navi petroliere, navi da carico, navi portacontainer e navi da diporto le quali a norma del regolamento per la nautica da diporto, sono quelle unità naviganti a scopo lusorio di lunghezza superiore ai 24 metri.
Sono definite invece imbarcazioni i mezzi navali e/o nautici di esigue dimensioni conducibili
anche se a motore da una sola persona (vedi imbarcazioni di salvataggio, imbarcazioni per il servizio per le navi in rada, imbarcazioni
La classe Navigatori era una serie di navi da guerra della Regia Marina originariamente impostate, nel 1928, come appartenenti alla tipologia "esploratore" e riclassificate cacciatorpediniere dal 5 settembre1938. La classe era composta da 12 unità che avevano i nomi di altrettanti celebri navigatori italiani: Alvise Da Mosto, Antonio Da Noli, Nicoloso Da Recco, Giovanni Da Verazzano, Lanzerotto Malocello, Leone Pancaldo, Emanuele Pessagno, Antonio Pigafetta, Luca Tarigo, Antoniotto Usodimare, Ugolino Vivaldi e Nicolò Zeno.
La classe Navigatori fu l'ultima classe di "esploratori" progettata e costruita per la Regia Marina, in un momento storico in cui le strategie della guerra marittima stavano già mutando e l'aviazione stava già prendendo un ruolo preponderante nei compiti di ricognizione e avanscoperta. Per capire quindi i motivi che spinsero la Regia Marina a dotarsi di un tipo di nave di per sé obsoleto occorre fare un passo indietro.
Dall'Unità d'Italia in poi cominciò a farsi strada nella classe politica italiana l'idea dell'espansione imperialista. Uno degli obbiettivi più prevedibili era l'egemonia nello scacchiere mediterraneo e per rendere il Mediterraneo "mare nostrum" occorreva averne il controllo marittimo e navale. Questi concetti rendevano la Francia il principale potenziale avversario navale dell'Italia e gli attriti tra le due nazioni si avvicinavano al limite dello scontro quando la Prima guerra mondiale, con la necessità di fare fronte comune contro il rischio dell'egemonia degli Imperi Centrali, raffreddò temporaneamente questi attriti.
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