Sean Connery

attore e produttore cinematografico britannico (1930-2020)
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Sir Sean Thomas Connery (Fountainbridge, 25 agosto 1930) è un attore e regista scozzese.

Sean Connery

Connery raggiunse la celebrità grazie al personaggio di James Bond, del quale fu il primo interprete; la sua incarnazione dell'Agente 007 in una fortunata serie di film è riconosciuta dalla quasi unanimità di critica e pubblico come la migliore in assoluto, e la sua immagine è diventata un simbolo del personaggio nato dalla penna di Ian Fleming.

Biografia

Le origini

Nato ad Edimburgo (Scozia), figlio del camionista Joseph Connery e della cameriera Euphamia C. "Effie", all'età di undici anni iniziò a prendere lezioni di danza.

A sedici decise di lasciare la scuola e di arruolarsi nella Marina Militare Britannica; a questo periodo risalgono due particolari tatuaggi che Connery si fece apporre sul braccio destro: "Scotland Forever" ("Scozia per sempre") e "Mom & Dad" ("Mamma & Papà"). La sua esperienza nella Royal Navy si interruppe nel 1950: non superò le visite mediche per via di una grave ulcera gastrica e fu dunque congedato.

Gli inizi

Connery esercitò allora svariati mestieri, tra cui il bagnino, il muratore, il lavapiatti, il verniciatore di bare, la guardia del corpo ed infine il modello. All'età di diciannove anni posò nudo per l'Edinburgh Art College, ed iniziò a manifestare quella che inizialmente sembrò una sfortuna, la precoce calvizie, caratteristica che comunque in seguito contribuì a far aumentare il suo maturo fascino di attore.

All'inizio degli anni cinquanta Connery iniziò a farsi conoscere sulle scene inglesi: dopo diverse piccole parti in ambito teatrale, nel 1951 prese parte al musical South Pacific, opera messa in scena a Londra. Grazie al fisico slanciato ed atletico, all'alta statura e allo sguardo ammaliante, il giovane Sean Connery partecipò inoltre al concorso di Mister Universo (1953), in rappresentanza della Scozia, classificandosi al terzo posto. La manifestazione fu il trampolino di lancio per il suo definitivo ingresso nel mondo dello spettacolo, dove iniziò a sostenere piccole parti in produzioni televisive e cinematografiche che gli procurarono una discreta notorietà.

"Il mio nome è Bond... James Bond"

La decisiva svolta professionale giunse per Connery nel 1962, quando venne scelto da Albert R. Broccoli e Harry Saltzman per interpretare sul grande schermo James Bond, nome in codice 007, il celeberrimo agente segreto protagonista dei romanzi di Ian Fleming, ruolo che ricoprì per un totale di sette pellicole (compresa una fuori serie).

Connery si dimostrò perfetto per il ruolo, sia dal punto di vista fisico che caratteriale: astuto, elegante, freddo, seducente, in breve tempo divenne uno dei più celebri sex-symbol del pianeta. Curiosamente, qualche tempo prima aveva partecipato ad un concorso indetto dal giornale London Express, indetto per scegliere il futuro James Bond cinematografico, dove però si era classificato solo al 3° posto.[senza fonte]

Nel 1971, dopo essere tornato per sostituire George Lazenby (la cui parentesi da 007 durò un solo film), Connery passò il testimone a Roger Moore, stanco di essere ormai identificato solamente con il personaggio di James Bond, del quale temeva di diventare schiavo; tuttavia, nel 1983, Connery tornò ancora una volta a vestire i panni dell'agente segreto, nel film Mai dire mai, un remake di Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono, realizzato al di fuori del ciclo ufficiale.

La carriera dopo 007

Connery evitò così il rischio di rimanere intrappolato in un unico ruolo e, grazie alle esperienze che seguirono, ebbe modo di dimostrare il proprio talento e la propria versatilità come attore, interpretando ruoli differenti e talvolta impegnativi, con registi prestigiosi del calibro di Sidney Lumet, Alfred Hitchcock e John Huston.

In Marnie (1964), film del "maestro del brivido", Connery interpretò la parte di un uomo flemmatico che deve far fronte ai gravi problemi psicologici della moglie, mentre fu un vecchio e vulnerabile eroe in Robin e Marian (1976). Si trovò a suo agio nella saga epica di Highlander - l'ultimo immortale (1986) e nei panni di Guglielmo da Baskerville, il monaco enigmatico e razionale del film Il nome della rosa (1986) di Jean Jacques Annaud, tratto dal romanzo omonimo di Umberto Eco. Il suo film preferito resta comunque La collina del disonore (1965) di Sidney Lumet, regista che lo diresse anche nel celebre Assassinio sull'Orient-Express, dal giallo di Agatha Christie, dove Connerì vestì i panni del colonnello Arbuthnot.

Con Gli intoccabili (1987) di Brian De Palma, Connery ottenne la definitiva consacrazione quale grande interprete, grazie al ruolo di Jimmy Malone, incorruttibile poliziotto e difensore della giustizia, accanto ad altre star come Kevin Costner, Robert De Niro e Andy Garcia. Per questa interpretazione ottenne un premio Oscar ed un Golden Globe come "miglior attore non protagonista".

In Sono affari di famiglia (1988) di Sidney Lumet, con Dustin Hoffman e Matthew Broderick, fu un affascinante ed astuto ladro, mentre in Indiana Jones e l'ultima crociata (1989) di Steven Spielberg, con Harrison Ford, vestì i panni del padre dell'archeologo più famoso della storia del cinema e a sua volta studioso e appassionato di archeologia. Ne La casa Russia (1990), diretto da Fred Schepisi e tratto dall'omonimo romanzo di John le Carré, recitò la parte dell'anticonformista editore/clarinettista Bartholomew 'Barley' Scott Blair, che viene coinvolto insieme a Michelle Pfeiffer in un'intricata spy-story internazionale, ambientata a Mosca.

Sempre nel 1990 vestì i panni di Marko Ramius, comandante del sottomarino russo "Ottobre Rosso" nel celebre Caccia a Ottobre Rosso diretto da John McTiernan. Nel (1994) partecipò al film Il primo cavaliere, con Richard Gere e Julia Ormond, dove interpretò Re Artù, mentre fu un elegante fuorilegge nell'avventuroso The Rock (1996); vestì di nuovo i panni di un ladro, complice di Catherine Zeta-Jones, in Entrapment (1999). Il film ebbe un grande successo e, per ironia della sorte, sarà proprio Connery a premiare la partner Catherine Zeta-Jones, vincitrice dell'Oscar nel 2003 per il musical Chicago.

Nel 1999 venne nominato baronetto (Sir) dalla regina Elisabetta II. Nel 2001 produsse e interpretò Scoprendo Forrester, di Gus Van Sant, con Fred Murray Abraham, nel quale fu un vecchio ed introverso scrittore. Nel 2003 è stato di nuovo produttore e interprete in La leggenda degli uomini straordinari, in cui ha recitato la parte del vecchio cacciatore Allan Quatermain il quale, unito ad una squadra di uomini straordinari, Capitano Nemo, Mina Harker, il dott. Jekyll ed altri, deve impedire ad un criminale di far scoppiare una guerra mondiale.

Gran parte della sua forza recitativa e della sua persuasività di interprete, Connery la deve al carattere disincantato, autoironico e dissacrante. In tutti i suoi ruoli risalta il suo humour, reso accattivante dal sorriso, solitamente appena accennato. Fuori dal set non manca mai di esibire e sottolineare le sue origini e il suo accento scozzese, dei quali va particolarmente fiero.

Vita privata

Connery è sempre stato molto geloso della propria vita privata. Si è sposato due volte: nel 1962 con l'attrice Diane Cilento, dalla quale ha avuto un figlio, Jason, anch'egli diventato attore. Divorziato nel 1973, si è poi risposato con la pittrice Micheline Roquebrune, sua compagna attuale.

L'impegno per la Scozia

 
Sean Connery in kilt

Connery ha sempre ostentato il suo orgoglio di scozzese e l'amore profondo per il suo paese natale, soprattutto quando si è trovato al di fuori di questo, negli Stati Uniti. Ha sostenuto con vigore la campagna per una maggior indipendenza della Scozia e ha supportato lo Scottish National Party (SNP), sia finanziariamente che attraverso apparizioni pubbliche. Celebri sono le sue uscite pubbliche in kilt, il classico gonnellino scozzese, evidente manifestazione del grande orgoglio dell'attore per le sue origini, e il tatuaggio sul braccio destro "Scotland Forever" che mai, tuttavia, ha permesso si notasse nei suoi film.

Filmografia

Attore

Regista

  • The Bowler and the Bunnet (1967) è un pregevole documentario che analizza la crisi dei cantieri navali di Fairfield's Shipyard del Clyde in Scozia. I tentativi di fronteggiarla attraverso una diversa organizzazione del lavoro e innovative strutture produttive, in grado di ridare competitività ad una industria di illustre tradizione. Sean Connery - che figura anche tra i produttori insieme alla Scottish Television - ce la racconta, passeggiando tra le mastodontiche lamiere dei cantieri navali e giocando a calcio con gli operai, durante la pausa pranzo. La storia del tentativo della fabbrica scozzese, all'alba del 1968, di costruire un rapporto diverso tra i dirigenti (che portano il cappello a bombetta, bowler in inglese) e gli operai (che invece indossano il bunnet, un tradizionale cappello scozzese); da qui il nome del documentario.

Voce narrante

Doppiatori italiani

L'attore deve la propria popolarità in Italia alla voce di Pino Locchi che, con poche eccezioni, gli ha prestato la voce fin dagli esordi. Questi sono altri doppiatori che hanno prestato la voce all'attore in alcuni film e dopo la scomparsa di Locchi avvenuta il 21 novembre 1994.

Nel film G'olè! la voce dell'attore è sostituita da quella del giornalista Giuseppe Albertini. Nel film Dragonheart - Cuore di drago la voce dell'attore è sostituita da quella di Gigi Proietti.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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