Utente:Una giornata uggiosa '94/Sandbox 15
1972-1973: l'apice della popolarità e del successo discografico
Evidentemente turbata dal successo de La canzone del sole, la Ricordi nel marzo del 1972 compie un ultimo tentativo commerciale pubblicando il 45 giri Elena no, un ritmato pezzo rock con una sezione centrale più lenta e blues: le scarse vendite del disco (poche migliaia di copie) segnano definitivamente la resa della casa discografica di fronte alla concorrenza della Numero Uno.
In un anno straordinario per produzione discografica e successo di vendite riscosso (forse l'anno in cui Battisti raggiunge l'apice della popolarità), Lucio pubblica nuovamente un album di inediti, "Umanamente uomo: il sogno". che contiene due tra i pochi brani unicamente strumentali della carriera di Battisti, quello omonimo e Il fuoco. L'LP, insieme al singolo I giardini di marzo (sul retro Comunque bella), otterrà un enorme successo, dimostrando definitivamente la piena maturità artistica di Battisti, capace di articolarsi sul discorso complessivo di un album e non più solamente su singoli destinati a LP antologici. Tra i brani, oltre a quelli del singolo, la maliziosa Innocenti evasioni, la divertente Il leone e la gallina, il suggestivo strumentale e "fischiettato" Umanamente uomo: il sogno, l'ipnotica Sognando e risognando (poi interpretata anche dalla Formula Tre) e poi un altro brano che diventò un evergreen: E penso a te.
Nel gennaio del 1973 il 33 giri "Il mio canto libero" (pubblicato nel novembre 1972) arriva in testa alle classifiche e vi rimane per undici settimane: è considerato uno dei vertici della sua carriera e contiene tra le altre canzoni la celebre Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…, incisa in inglese da Mick Ronson, il chitarrista di David Bowie, su testo scritto dallo stesso Bowie col titolo Music is lethal[1]
Appare evidente ormai come i dischi di Lucio Battisti siano frutto di un lavoro lungo e meticoloso dove nulla è lasciato al caso, nemmeno le copertine, per anni realizzate dallo stesso fotografo, Cesare Montalbetti, in arte Caesar Monti, fratello del leader dei Dik Dik Pietruccio Montalbetti e grande amico di Lucio. Battisti cura ogni aspetto degli arrangiamenti, senza delegare niente, suonando personalmente la chitarra folk, talora le tastiere, e persino il basso e la batteria.
Nel settembre dello stesso anno esce il nuovo album del cantante: Il nostro caro angelo. Caratterizzato da parallelismi e simmetrie con Il mio canto libero, tanto che alcuni lo interpretano come un seguito o un ideale complemento[2], è un album dalle sonorità e dagli arrangiamenti più rock ed essenziali: prevalgono chitarre elettriche e acustiche, basso e batteria, con un uso dell'elettronica importante in alcuni brani ma mai eccessivo; si riduce invece il peso di archi e fiati, punto fermo dei lavori realizzati negli anni precedenti. Nascono voci riguardo al titolo dell'album: la più verosimile è quella per cui Il nostro caro angelo sottintenderebbe "il nostro caro figlio", in onore della nascita del primogenito Luca. In realtà, secondo le dichiarazioni dello stesso Mogol, Il nostro caro angelo, la canzone che dà il titolo all'album, ha un significato critico nei confronti della Chiesa cattolica:
Ancor più del precedente, si tratta di un disco ricco di canzoni che sembrano voler commentare in modo marcato diversi aspetti della società contemporanea: dall'avversione per la pubblicità e il consumismo di Ma è un canto brasileiro al tema dell'omosessualità affrontato in Io gli ho detto no, al rifiuto delle convenzioni palesato in La collina dei ciliegi e in Le allettanti promesse. L'album riscuote un successo notevole e risulta il secondo più venduto del 1973[1].
Nello stesso anno, inoltre, Battisti compare per la prima e unica volta nella locandina di un film, per la colonna sonora del film di Ermanno Olmi La circostanza, nella quale compaiono canzoni scritte da Battisti per la Formula 3.[4]
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- ^ Gianfranco Salvatore, Mogol-Battisti, l'alchimia del verso cantato, Castelvecchi, 1998, pag. 288 e segg.
- ^ Intervista di Claudio Bernieri a Mogol, in Claudio Bernieri - Non sparate sul cantautore, 1978, edizioni Mazzotta, Milano
- ^ Amodio, Gnocchi, Ronconi, Innocenti evasioni. Lucio Battisti: una bio-discografia commentata, pagina 159