Club Atlético de San Isidro (rugby a 15)
Il Club Atlético de San Isidro è una società polisportiva argentina di San Isidro (provincia di Buenos Aires).
Club Atlético de San Isidro Rugby a 15 ![]() | |
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Uniformi di gara | |
Colori | ![]() |
Dati societari | |
Città | San Isidro |
Paese | ![]() |
Sede | Roque Saenz Peña 499 San Isidro (Buenos Aires), 1642 Argentina |
Federazione | ![]() |
Campionato | Campionato URBA |
Fondazione | 1907 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Palmarès | |
Campionati URBA | 33 |
Nacional de Clubes | 1 |
Stadio | |
Stadio "La Catedral" ( posti) | |
Fondato nel 1902, amministra varie discipline, le più note delle quali sono l'hockey su prato e, soprattutto, il rugby XV: la sezione sportiva relativa a quest'ultimo fu fondata nel 1907 e, in più di un secolo di storia, ha vinto 33 campionati argentini.
Il club è spesso abbreviato CASI, per evitare ambiguità con l'altra società rugbistica cittadina, il San Isidro Club, a sua volta talora abbreviato SIC.
Cenni storici
La genesi del CASI risale alla metà del XIX secolo: la terra su cui sorge l'attuale club era di proprietà di un ufficiale dell'esercito argentino, il brigadiere generale Juan Martín de Pueyrredón che, alla sua morte nel 1850, lasciò in eredità una vasta fattoria a suo figlio Prilidiano, un pittore[1]; questi, a sua volta, nel 1856, vendette la proprietà a un familiare, Manuel Alejandro Aguirre, possidente terriero.
Insieme a sua figlia Victoria, Aguirre coltivava il sogno di lasciare il segno nella cittadina della provincia bonaerense, e così verso la fine di un 1902 denso di avvenimenti nel panorama sportivo della città, nacque il Club de Foot-ball San Isidro, per permettere alla gioventù del borgo di poter riunirsi e avere un campo dove poter praticare lo sport. I fondatori furono diversi giocatori di calcio cui, tramite la mediazione di un politico locale, Pedro Becco, gli Aguirre cedettero in prestito a tempo indeterminato parte del terreno di loro proprietà[1]; più o meno contemporaneamente, inoltre, alcuni giovani inglesi di prima e seconda generazione, avevano iniziato a praticare il calcio su un'altra zona della proprietà degli Aguirre, e avevano fondato il San Isidro foot-ball club, poi San Isidro Athletic Club; tuttavia la cittadina era ancora troppo piccola per ospitare due club, e pochissimo tempo dopo la fondazione di quest'ultimo si pensò alla fusione[1]; tra giugno e settembre 1902 furono condotte trattative, anche molto impegnative, perché il gruppo dei britannici poteva vantare una prima, una seconda squadra di calcio e persino una di cricket; il 19 settembre successivo i soci dei due club si riunirono a casa della famiglia Paterson, di origine britannica, e giunsero alla comune decisione di organizzare un'assemblea generale, da tenersi un mese più tardi in un albergo di San Isidro[1].
Il 24 ottobre 1902 alle ore 20:30 si tenne la prevista assemblea che decretò all'unanimità la fusione dei due club preesistenti e sancì la nascita del Club Atlético de San Isidro.
Il rugby
Così come avevano portato il calcio e il cricket, i britannici portarono in Argentina anche il rugby[2]; fu quindi naturale che il CASI istituisse una sezione dedicata a tale disciplina, e nel 1907 la sezione rugbistica del club vide la luce, benché nel primo anno di vita disputò solo incontri amichevoli e dovette fronteggiare la difficoltà di disporre in pianta stabile di almeno quindici giocatori a tempo pieno, cosa questa che provocò la temporanea dismissione dell'attività[2].
Dopo una nuova, falsa partenza nel 1911, nel 1916 l'attività rugbistica ripartì su presupposti più solidi, anche grazie all'apporto di atleti della società di ginnastica e scherma di Buenos Aires, fuoriusciti dal loro club originale per dissidii interni[2]; nel 1917 la squadra fu affiliata alla federazione rugbistica del Rio della Plata, entrando così nel campionato ufficiale, che, sorprendendo tutti, vinse al suo primo anno, e non perse più fino al 1930: in 13 stagioni (nel 1919 il campionato non fu disputato) il CASI vinse altrettanti titoli[2].
Il 1917 fu anche l'anno in cui il club si diede la sua tenuta di gioco definitiva, una maglia a strisce orizzontali bianche e nere, ispirata a quella analoga di un club britannico[2].
Dopo altri due titoli negli anni trenta, contesi al Club Universitario di Buenos Aires, giunse un periodo difficile, che portò alla scissione che diede vita al club rivale del CASI, il San Isidro Club (1935).
Il CASI tornò alla vittoria negli anni cinquanta, con quattro titoli consecutivi tra il 1954 e il 1957, poi tre ulteriori tra il 1960 e il 1962 (in tale ultima stagione, tra l'altro, anche la squadra riserve e la giovanile si laurearono campioni, imponendo la supremazia del club su tutto il rugby argentino)[1]; nel 1964, oltre a ripetere l'impresa di due anni prima, il club vide la presenza di molti suoi giocatori nelle varie rappresentative nazionali, delle quali la maggiore, quella dei Pumas, si laureò campione continentale al termine del Sudamericano 1964.
Furono tre i titoli negli anni settanta, poi nel 1981 giunse il 30° campionato vinto; nonostante la concorrenza di altri club come lo stesso San Isidro Club, l'Alumni, il Banco Nación di Hugo Porta e l'Hindú Club, la squadra, pur non vincendo come in passato, fu la fucina di numerosi atleti di rilievo internazionale: nella rosa dei Pumas alla Coppa del Mondo di rugby 1987, la prima della storia, presero parte sei giocatori del CASI su 26 convocati; tra di essi anche l'attuale tecnico della prima squadra Fernando Morel, ed elementi come Jorge Allen, che militò anche in Italia.
Da dopo la riforma del campionato decisa nel 1985 dalla Federazione argentina, il CASI ha vinto un titolo, nel 2005, pur continuando a fornire alla Nazionale elementi di sicuro valore, uno su tutti il, recentemente ritiratosi, mediano di mischia Agustín Pichot, che nella Coppa del Mondo di rugby 2007 si classificò terzo assoluto, oltre ad avere militato ad alto livello nei campionati d'Inghilterra e Francia.
Stemma e colori sociali
La tenuta di gioco del club è, come detto, composta da una maglietta a strisce orizzontali bianche e nere alternate, pantaloncini e calzettoni bianchi; quella alternativa invece prevede una maglietta completamente nera, fatto salvo il resto della tenuta.
Il colore fu scelto nel 1917; in precedenza i giocatori adottarono un'uniforme a strisce verdi orizzontali[2] e, più tardi, dopo la rifondazione del 1916, una rossa in omaggio al colore delle maglie dei giocatori della facoltà di Medicina dell'Università di Buenos Aires[2].
Lo stemma del club è un cerchio azzurro con in bianco l'acronimo CASI, circondato da un bordo nero sulla cui parte superiore è inscritto il nome completo, Club Atlético de San Isidro, e in basso l'anno di fondazione, 1902. L'azzurro è, invece, il colore delle maglie di gioco delle squadre di hockey su prato maschile e femminile, anch'esse fornitrici di numerosi elementi alle rispettive Nazionali.
Rivalità con il San Isidro Club
Per ragioni storiche, dal momento che all'origine di tutto vi fu una scissione societaria, la maggiore rivalità sportiva del CASI è con il San Isidro Club, società che dalla sua fondazione ha vinto 23 titoli di campione URBA contro i 33 del più anziano concittadino; le due squadre si sono incontrate 112 volte dal 1935, con 58 vitorie del CASI, 44 del SIC e 10 pareggi; nel 2005, a 20 anni di distanza dall'ultimo titolo e a 10 dalla conquista dell'unico Nacional de Clubes, l'incontro tra le due squadre valse per la finale del torneo URBA, il 33° e a tutt'oggi ultimo vinto dal CASI.
L'incontro più recente tra le due squadre risale al 23 maggio 2009, vittoria per 19-17 del San Isidro Club[3].
Palmarès
Rugby
- Campionati URBA: 33
- Nacional de Clubes: 1
- 1995
Giocatori di rilievo
Rugby
Sono elencati i giocatori di rilievo internazionale che hanno militato per tutta la loro carriera, o si sono formati, presso il CASI; essi hanno preso parte anche alle varie edizioni della Coppa del Mondo con l'Argentina. Santiago Phelan fu anche allenatore del club fino al 2007, prima di diventare il C.T. della Nazionale, incarico che a tutto il 2009 tuttora ricopre.
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni