Test HIV

test immunologico
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Template:Stub medicina Template:Da wikificare Il test comunemente conosciuto come "test dell'AIDS" o "test dell'HIV", è il test 'ELISA' che rivela la presenza nel sangue di anticorpi 'anti-HIV' prodotti dall'organismo per contrastare il virus.

Precisamente, quando si parla di test ELISA riferendosi al comune test dell'HIV, ci si riferisce al test che ricerca nel sangue anticorpi diretti contro gli antigeni gp41 e gp120, due glicoproteine presenti nell' envelope del virus, cioè nella sua parte esterna.

Quando può essere eseguito

Questo test non può essere eseguito subito dopo il possibile contagio.

Il periodo finestra

Infatti, quando il virus HIV dell'AIDS penetra nell'organismo, gli anticorpi anti-HIV non si formano subito: esiste il cosiddetto periodo finestra, periodo durante il quale si è stati contagiati e si può anche contagiare qualcun altro, ma non è ancora avvenuta la sieroconversione, ossia non si è ancora diventati sieropositivi, ossia non si sono ancora formati gli anticorpi specifici anti-HIV.
Dunque, ovviamente, durante il periodo finestra, il test ELISA risulta negativo (nonostante si sia stati infettati) e, di conseguenza, basandosi solo sul comune test per rilevare la sieroposità, chiunque, potrebbe essere stato contagiato anche se ciò non viene rilevato.

Durata del periodo finestra

Il periodo finestra dura mediamente 4-6 settimane, ma può durare fino a 6 mesi, anche se, nella stragrande maggioranza dei casi dura meno di "3 mesi". Ecco perchè il risultato del test è considerato definitivo dopo 6 mesi dall'evento a rischio, consultare per esempio la del Ministero della Salute (trascorsi questi 6 mesi, si sono sicuramente formati gli anticorpi specifici). Il test può essere effettuato anche dopo 3 mesi ma, in tal caso, l'attendibilità di un risultato negativo non è unanimamente considerata del 100%. (Molti parlano di test definitivo a 3 mesi, tuttavia, gli stessi sostengono che se l'esposizione al virus è avvenuta con una persona "certamente" sieropositiva, occorre ripetere il test a 6 mesi.)

Come è bene comportarsi

  1. Si effettua un primo test dopo un mese-un mese e mezzo (4-6

settimane, tempo medio per la sieroconversione), in modo che un risultato negativo cominci a dare un po' di tranquillità ed in modo che un risultato positivo permetta di agire subito;

  1. Si effettua un secono test dopo 3 mesi, per il quale, per quanto

detto in precedenza, un risultato negativo ha un valore quasi definitivo

  1. Si effettua un terzo test a 6 mesi, per il quale un risultato

negativo ha valore definitivo.

(Aggiungiamo che, se si sono avuti già in precedenza dei comportamenti a rischio, viene consigliato anche un test subito dopo, cioè senza aspettare un mese, 3 mesi, ecc., il comportamento a rischio in questione, per stabilire se si era sieropositivi già in partenza.) Comunque, un risultato positivo del test ELISA necessita di un test di conferma, noto come test Western-Blot, per una diagnosi con assoluta certezza. Il test ELISA, eseguito privatamente, ha un costo modesto che si aggira sui 15-20 euro, ma, come prevede la legge 135/'90, presso alcune strutture pubbliche può essere effettuato gratuitamente, anonimamente e senza impegnativa del medico. Inoltre, questo test è diffusissimo, e un qualunque grosso centro di analisi, non necessariamente specializzato in infettivologia, consente di effettuarlo (mentre per altri test, tipicamente, occorrono strutture specializzate). (Al posto del test ELISA, si possono effettuare il test ELFA o il test MEIA, i quali hanno la stessa affidabilità. Inoltre, il test ELISA presenta alcune sottovarianti e spesso viene chiamato anche "test EIA" a seconda dell'acronimo utilizzato: Enzime Linked Immuno Sorbent Assay oppure Enzime Linked Immunosorbent Assay).

In realtà, si deve precisare che, a patto di ricorrere ad altri test, non occorre necessariamente aspettare 3-6 mesi. A parte quanto detto in precedenza sul fatto che un test ELISA già dopo 4-6 settimane puo' dare delle indicazioni, esistono altri test più sofisticati:

- c'è il test dell'antigene p24, il quale è una proteina presente nel core del virus, cioè nella sua parte interna; la presenza di questa proteina nel sangue è indice di una elevata replicazione virale ed è rilevabile nel periodo immediatamente successivo al contagio (e nelle fasi avanzate della malattia); questo test può essere effettuato 2-6 settimane dopo il possibile contagio, e mediamente diventa positivo dopo soli 16 giorni dal contagio; però un risultato negativo di questo test non ha un valore definitivo ed occorre comunque effettuare il test ELISA dopo 3-6 mesi;

- ci sono dei test per valutare la viremia o carica virale, cioè per valutare quante copie del virus ci sono nell'unità di volume di sangue; questi test si basano su una tecnica nota come PCR (Polymerase Chain Reaction) o su altre tecniche. Per la diagnosi precoce vengono spesso utilizzati test combinati ELISA-p24 o ELISA-PCR o, meglio ancora, ELISA-p24-PCR. Un test ELISA-p24-PCR ha un costo di 200-300 euro (costo legato essenzialmente alla PCR), però un suo risultato negativo dopo 28 giorni ha un'attendibilità superiore al 99% ed è considerato dalla grande maggioranza dei medici già attendibile molto prima (15 giorni dopo l'evento a rischio). Tuttavia, SOLO PER PRECAUZIONE, si consiglia ugualmente il test ELISA dopo 3-6 mesi.

Altre informazioni sui test, sono disponibili ai seguenti link esterni: Informazioni per i test su HELPAIDS

Informazioni per i test sul sito dell'Aiuto AIDS Svizzero

Pagine Mediche: Diagnosi di AIDS

Aggiunte:

1) Ormai, la grande maggioranza dei laboratori, quando si richiede un test HIV, non effettua più solo il comune test ELISA, bensì un test combinato ELISA-p24.

2) Il test dell'antigene p24 ricerca direttamente tale antigene nel sangue. E' possibile anche ricercare gli anticorpi diretti contro tale antigene, i quali sono chiamati "anticorpi anti-HIV core" (dato che, come già detto, l'antigene p24 è una proteina del "core" cioè della parte interna del virus).

3) I test come la PCR che misurano la carica virale, non trovano impiego semplicemente per accertare un avvenuto contagio e per poter formulare una diagnosi precoce di infezione da HIV, ma principalmente per valutare l'evoluzione della malattia e l'efficacia della terapia adottata. Periodicamente, nel tempo, la determinazione della carica virale è affiancata dalla conta dei linfociti CD4, cioè dalla determinazione del numero di linfociti CD4 presenti nell'unità di volume di sangue: se la carica virale scende e la conta dei CD4 sale, allora significa che la terapia adottata si sta rivelando efficace.

4) altri importanti test, i quali non servono ad accertare l'avvenuto contagio, ma servono a stabilire quale terapia adottare successivamente, sono i test di resistenza, che valutano a quali farmaci sono divenuti resistenti i ceppi di HIV presenti nell'organismo.