Specificità
Con il termine specificità, in medicina, più precisamente nel campo della epidemiologia, si indica la capacità intrinseca di un test di screening di identificare come negativi i soggetti sani all'interno di una certa popolazione di riferimento.
Non è correlato alla prevalenza della malattia in esame.
Tale concetto si contrappone a quello di sensibilità.
Calcolo
Un test sarà tanto più specifico quanto più bassa risulterà la quota di falsi positivi (cioè di soggetti sani identificati dal test come malati). Un test molto specifico, in definitiva, ci consente di limitare la possibilità che un soggetto sano risulti positivo al test.
Supponiamo che un test di screening dia come risultato solamente due opzioni: positivo al test e negativo. Essere positivi al test equivale ad essere ammalato, ma indagini diagnostiche successive possono rivelare l'effettiva malattia o meno[1]. Perciò si otterranno 4 tipologie di osservati: Sani Negativi (veri negativi), Sani Positivi (falsi positivi), Malati Positivi (veri positivi) e Malati Negativi (falsi negativi), rappresentabili così in tabella:
Malati | Sani | |
---|---|---|
Positivi | Veri + | Falsi + |
Negativi | Falsi - | Veri - |
La specificità del test verrà così calcolata:
Specificità = Veri negativi / Totale sani = Veri negativi / (Veri negativi + Falsi positivi)
Esempio
Viene condotto uno screening tramite l'utilizzo di un test su una popolazione di 88 persone, le quali poi vengono tutte sottoposte ad un'indagine diagnostica e si ottiene la situazione che segue:
Malati | Sani | |
---|---|---|
Positivi | 25 | 2 |
Negativi | 4 | 57 |
Calcoliamo la specificità del test di screening:
Vedi anche
Note
- ^ ipotizziamo che l'indagine diagnostica non possa commettere errori