Francesco Pucci (umanista)
Francesco Pucci (Firenze, 1463-1512), è stato un umanista ed erudito fiorentino vissuto nel XV-XVI secolo, allievo del Poliziano dal 1480 al 1482-83 (o secondo altri, fino al 1485[1]), importante per il ruolo di tramite tra la Firenze medicea e gli ambienti umanistici del Regno di Napoli aragonese.
Il soggiorno a Napoli presso la corte aragonese
Dopo il magistero del Poliziano, Francesco Pucci visse a Napoli per oltre un ventennio, dal 1483[1] al 1504. Insegnò eloquenza nello Studio maggiore napoletano fino alla sua temporanea chiusura nel 1494. Fu accademico pontaniano e direttore della libreria aragonese (livrero mayor, titolo già appartenuto a Giovanni Brancati) per oltre un decennio e svolse un importante ruolo di tramite tra gli ambienti umanistici della Firenze medicea e la cerchia culturale della Napoli aragonese, a cui egli trasmise il rigore e la raffinatezza filologica appresi dal Poliziano.
A Napoli furono notevoli le sue amicizie e frequentazioni intellettuali: tra queste vi furono Re Ferrante d'Aragona e il suo segretario Antonello Petrucci, Francesco Minutolo, le famiglie Carafa e Caracciolo, il Pontano, Antonio D'Alessandro e Silvestro Galeota.
Fu autore di commentari eruditi su scrittori dell'antichità classica e numerose orazioni di buona levatura, oltre a qualche carme latino di mediocre fattura.
Note
- ^ a b La fine del magistero del Poliziano coincide con il suo trasferimento a Regno di Napoli. Normalmente, quest'ultimo viene collocato nel 1485, ma il ritrovamento di una lettera del 12 agosto 1486, indirizzata a Bernardo Michelozzi, ha dimostrato che Pucci, a quel tempo, era già da tre anni al servizio di Antonello Petrucci, potente segretario di Ferrante d'Aragona. Si veda: Mario Santoro Uno scolaro del Poliziano a Napoli: Francesco Pucci, Libreria scientifica editrice, Napoli, 1948
Fonti
- Mario Santoro Uno scolaro del Poliziano a Napoli: Francesco Pucci, Libreria scientifica editrice, Napoli, 1948