Prove apparenti

film del 1996 diretto da Sidney Lumet

Prove apparenti (Night Falls on Manhattan) è un film del 1996 diretto da Sidney Lumet, interpretato da Andy Garcia, Ian Holm, James Gandolfini e Richard Dreyfuss.

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[[File:|frameless|center|260x300px]]Ron Leibman e Andy Garcia: sullo sfondo Colm Feore
Durata114 min.
Regia{{{regista}}}
«"Nel nostro lavoro il bianco e il nero non sono mai nettamente distinti... Il processo che mi ha lanciato è stata una felice eccezione... Dovrete operare quasi sempre in una zona grigia... Ma è lì, che troverete a interrogarvi su chi siete veramente. È una domanda che vi farà paura e per rispondere alla quale forse non basta una vita. In quanto a me, so due cose: che ho la fiducia assoluta nella legge, e che non sono infallibile"
Andy Garcia/Procuratore distrettuale Casey alla classe di neo avvocati»

Tratto dal romanzo Tainted Evidence di Robert Daley, è sceneggiato dallo stesso regista, al suo 40° film, ventinovesimo ambientato a New York.

Trama

New York: figlio del poliziotto Liam, alle soglie della pensione, il giovane avvocato Sean Casey cerca di farsi strada nel mondo della legge. Ha la sua occasione proprio a causa del padre: questi, assieme all'agente Joey Allegretto, si apposta una notte per catturare un super ricercato, il boss della droga di New York Jordan Washington. I due, grazie a una soffiata di un ex agente invischiato in affari con Washington, tentano di fare irruzione ma Liam ha la peggio e viene colpito gravemente dal criminale. Nel conflitto a fuoco che si scatena in seguito, Washington riesce a fuggire, dopo aver ucciso tre agenti. Sull'onda emotiva scatenata, e sotto pressione da parte dei mass media, il procuratore ebreo Morgenstern, coglie l'occasione di affidare a Sean, profondamente colpito dal ferimento del padre, il caso: Washington infatti si costituisce (inspiegabilmente) e viene difeso in tribunale dall'avvocato Vigoda, radicale sostenitore del diritto di difesa per ogni individuo e sospettoso dei metodi della polizia di NY. Sean ha la meglio al processo, dove Washington viene condannato, nonostante i dubbi e le remore sull'operazione di polizia sollevate dalla difesa. Mentre la sua carriera (anche politica) decolla, Sean viene convocato dagli affari interni che indagano sui retroscena del processo: si scopre che molti agenti erano in combutta con la malavita e intascavano tangenti da Washington stesso. Nella faccenda sembrano coinvolti anche Liam e Allegretto: messo alle strette, mentre il grand jury è alle porte, Allegretto si suicida, mentre Sean deve lasciar da parte le sue idee sull'infallibilità della giustizia e scendere a un compromesso per salvare il padre.

Critica

  • "Prove apparenti è invece un film medio-basso, un po' noioso, scritto non bene dallo stesso Lumet, con situazioni improbabili (un figlio magistrato che si trova a giudicare il padre poliziotto per una illegalità compiuta a fin di bene, un Procuratore che s'innamora della assistente dell'avversario avvocato della difesa), con un eccesso di tirate, arringhe, pistolotti, monologhi e con un protagonista, Andy Garcia, che la poca intensità espressiva, la faccia carina e fragile, la mancanza di autorevolezza e spessore destinerebbero piuttosto a ruoli secondari" (Lietta Tornabuoni, La Stampa[1]
  • "(...) Forte e avvincente nella prima metà, con la sequenza d’azione magistralmente ritmata, il processo nella migliore tradizione di Lumet, attori da applauso (occhio a Leibman, che sullo schermo si vede raramente, straordinario). Poi però il copione smarrisce il filo, qualche figura perde peso (è il caso di Dreyfuss) e il protagonista Garcia anziché dominare gli eventi sembra a rimorchio di ciò che gli succede." (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera[2])

Morale

  • "Prove apparenti, quasi in contrapposizione al film Condannato a morte per mancanza di indizi di Peter Hyams [3] offre allo spettatore l'idea che qualche piccolo compromesso sul rispetto delle regole e delle procedure, per asserite finalità di Giustizia, talvolta è necessaria. Tutto il film è ricchiuso nel discorso finale del protagonista ai giovani allievi procuratori: "Nel nostro lavoro il bianco e il nero non sono mai nettamente distinti... Dovrete operare quasi sempre in una zona grigia..."

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ La Stampa 26 aprile 1997
  2. ^ Il Corriere della Sera 3 maggio 1997
  3. ^ >[1]"condannato a morte per mancanza di indizi"
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