Impero spagnolo
La Spagna agli inizi dell'espansione
Dopo aver cacciato definitivamente i Mori dalla penisola iberica, raggiunto l'obiettivo che aveva guidato generazioni di cavalieri e spadaccini, la nobiltà spagnola assetata di terre e potere era ansiosa di abbracciare una nuova causa per la quale scendere sul campo di battaglia. Gli anni successivi al 1492 furono cruciali sotto questo punto di vista. Le acquisizioni territoriali in Europa e la scoperta del Nuovo Mondo aprirono due fronti per la potenza nascente. Sul volgere del 500 si stava aprendo una massiccia campagna di conquista che raggiunse il culmine con il regno di Filippo II, il primo Imperatore di Spagna.
L'imperialismo in Europa
In quel periodo l'intera parte occidentale del continente era soggiogata all'egemonia di Madrid, che lo controllava mediante la forza del suo esecito finanziato dall'argento americano, che nel 1530 contava 150.000 uomini, ed una stretta rete di alleanze dinastiche con i vari rami della famiglia asburgica. Alla morte di Carlo V la Spagna possedeva domini da Algeri ai Paesi Bassi, i quali comprendevano: numerose fortezze in Nordafrica, il meridione d'Italia con Sicilia e Sardegna, il Milanese, l'Austria con vastissime estensioni nell'Europa centrale, la Franca Contea ed i Paesi Bassi. La suddivisione dell'Impero europeo agli eredi Filippo e Massimiliano disgregò il solido blocco continentale ma ciò favorì la suddivisione del conflitto con l'altra superpotenza internazionale: l'Impero Ottomano. I Turchi solitamente si alleavano con i Francesi, l'unica entità politica in grado di contrastare con efficacia gli Spagnoli e questo segreto sodalizio frenò le mire espansionistiche sul Mediterraneo di Sua Cattolicissima Maestà i cui eserciti, nonostante alcuni successi nelle spedizioni contro Tunisi nel 1535 e 1573, subirono molti rovesci, sia quando tentarono di difendere le postazioni in Algeria e Tunisia sia quando fecero una spedizione contro la roccaforte islamica di Gerba, furono sempre sconfitti. Il Mediterraneo Occidentale rimase però sempre un lago spagnolo grazie alla schiacciante vittoria delle flotte cristiane coalizzate di Spagna, Genova, Venezia e del Papato contro le navi del Sultano, a Lepanto nel 1571. Si era raggiunto l'apice della parabola dell'imperialismo spagnolo nel Vecchio continente.
La decadenza
L'ostilità di Francia ed Inghilterra, gli interessi economici ormai sull'altra sponda dell'Atlantico e la fragilità della nuova via di comunicazione dell'Impero tra la Francia e la Germania sostituitasi all'insicura rotta Spagna-Paesi Bassi, portarono già al termine del XVI secolo all'indebolimento della supremazia in Europa, che rimaneva forte solo in Italia, concretizzatosi con l'indipendenza olandese del 1604. Durante i tentativi di repressione della rivolta nei Paesi Bassi si rivelò il volto più cruento dell'imperialismo ispanico europeo quando le truppe del Re uccisero sommariamente decine di migliaia di persone Da quel momento l'influenza andò sempre lentamente calando, in corrispondenza all'ascesa degli Inglesi, dei Francesi e degli stessi Olandesi che crearono anch'essi imperi intercontinentali. Gli ultimi possedimenti europei al di fuori della penisola iberica furono persi alla Pace di Utrecht del 1714 durante la Guerra di Successione spagnola, spartiti tra gli Austriaci ed i Savoia ma l'Impero continuava ad esistere già da tempo solo oltremare.