L'Espresso

rivista settimanale italiana di politica, economia e cultura

L'espresso è una rivista periodica con cadenza settimanale che si definisce una rivista di politica, cultura ed economia che appartiene al Gruppo Editoriale L'Espresso S.p.A., società quotata in borsa e il cui maggior azionista e presidente è Carlo De Benedetti. Esce il venerdì.

L'espresso
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StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàsettimanale
Generestampa nazionale
Formatomagazine
Fondazione1955
SedeVia Cristoforo Colombo n.90, Roma
EditoreGruppo Editoriale L'Espresso
Diffusione cartacea395.000 (dato medio 2006[1])
DirettoreCorrado Corradi, Daniela Hamaui
ISSN0423-4243 (WC · ACNP) e 2499-0833 (WC · ACNP)
Sito webespresso.repubblica.it/

Storia

  • Nell'ottobre 1955 nasce come Società editrice "L'Espresso". Proprietario ed editore è l'industriale Adriano Olivetti; socio di minoranza Carlo Caracciolo; direttore amministrativo Eugenio Scalfari. Con la direzione di Arrigo Benedetti, il primo numero esce a Roma il 2 ottobre 1955, 16 pagine in "formato lenzuolo".
  • Nel 1957 Adriano Olivetti cede la proprietà, per dissensi in merito alla linea politica; dona il grosso delle sue azioni a Caracciolo e, in misura minore, a Benedetti e Scalfari.
  • Nel 1963 la direzione passa ad Eugenio Scalfari, già direttore amministrativo; sotto la sua guida l'Espresso raggiunge i 5 milioni di copie complessivamente vendute.
  • Nel 1965 le fotografie redazionali e le inserzioni pubblicitarie diventano a colori.
  • Nel 1967 la tiratura supera le 100.000 copie a numero.
  • Nel 1969 il settimanale si arricchisce di un inserto a colori di 32 pagine, formato 26 x 34 cm, comprendente di solito un ampio servizio riccamente corredato di foto, e varie rubriche di costume.
  • Il 20 marzo 1974 L'Espresso abbandona il "formato lenzuolo" ed esce il primo numero in formato tabloid.
  • Nel 1975 la società editrice cambia denominazione in Editoriale L'Espresso.
  • Nell'autunno del 1986 la rubrica Affari & Finanza viene scorporata dalla rivista e distribuita insieme al quotidiano la Repubblica.

Il finanziamento del KGB

Secondo il rapporto n°35 del discusso dossier Mitrokhin, L'espresso sarebbe stato finanziato dal KGB sin dal giugno 1962[2].

L'appello contro il commissario Calabresi

Nel giugno 1971 il settimanale pubblicò un appello di Camilla Cederna in cui si accusava il commissario Luigi Calabresi della morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli. L'appello ebbe una clamorosa risonanza grazie all'elenco dei firmatari.

Le inchieste celebri

Come il quotidiano La Repubblica, sempre edito da De Benedetti, L'Espresso è stato sempre schierato a sinistra anche se non ha mai lesinato critiche a tale schieramento. In questo senso L'Espresso si è fatto portavoce di diverse battaglie civili, quali quella per l'approvazione in Italia della legge sul divorzio e per il "no" al successivo referendum abrogativo promosso dalle forze cattoliche; quella a favore della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, con una copertina scandalo dove si vedeva una donna nuda e incinta in croce; la campagna contro il Presidente Giovanni Leone, che sfociò nelle sue dimissioni, quella contro il monopolio RAI e quella sulla moralizzazione della vita pubblica a proposito della cosiddetta Tangentopoli.

Verso l'inizio degli anni novanta, ha avuto risonanza nei mass-media una polemica riferita alla presenza sistematica sulle copertine della rivista del corpo femminile nudo che, ad opinione di molti detrattori, aveva come unico scopo quello di attirare l'attenzione del pubblico. Si invoglia all'acquisto, ma tali immagini hanno all'interno ben poca o nessuna attinenza con gli argomenti trattati dalla rivista. L'uso del nudo femminile in copertina è stato abbandonato a partire dal 2002.

Le rubriche

Per molti anni, appuntamenti fissi del settimanale sono stati quelli relativi al cinema, la cui rubrica è stata tenuta da Alberto Moravia, all'architettura (Bruno Zevi), alla televisione (Sergio Saviane), alla letteratura (Enzo Siciliano), al costume (Il lato debole di Camilla Cederna).

Attualmente, l'ultima pagina del giornale ospita La bustina di Minerva, una rubrica di divagazioni firmata da Umberto Eco, dal 2001 in alternanza quindicinale con una rubrica di ragionamenti Il vetro soffiato di Eugenio Scalfari.

La «Slangopedia»

Dal 2001 sul sito internet della testata è presente la sezione Slangopedia, un vocabolario on-line di espressioni gergali e giovanili della lingua italiana, curato da Maria Simonetti ed aggiornato con nuove segnalazioni ogni 2 settimane. Sempre sul sito è presente la sezione Chiesa.it, curata da Sandro Magister, che ha raggiunto fama internazionale con la recensione che le ha dedicato la rivista americana Foreign Policy. Molto curata anche la sezione "Style&Design" del sito, con contributi e audiogallerie realizzati appositamente per il web.

Direttori

Le firme

Per L'espresso hanno scritto e scrivono ancora giornalisti ed editorialisti molto noti nel mondo dell'informazione, fra questi Giorgio Bocca, Eugenio Scalfari, Umberto Eco, Giampaolo Pansa, Enzo Biagi, Michele Serra, Peter Gomez, Edmondo Berselli, Marco Travaglio, Massimo Riva, oltre al vaticanista Sandro Magister, allo scrittore Roberto Saviano e all'economista Jeremy Rifkin.

Bibliografia

  • AA.VV. L'Espresso 1955-1980. Pomezia, Editoriale L'Espresso, 1981; (testi di D. Corbi, Umberto Eco, A. Gambino, Eugenio Scalfari e altri).
  • Massimo Veneziani. Il caso de "L'Espresso" in Controinformazione. Stampa alternativa e giornalismo d'inchiesta dagli anni sessanta a oggi. Roma, Castelvecchi, 2006. pp. 177-183. ISBN 9788876151446.

Voci correlate

Note

Altri progetti

Collegamenti esterni

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