R136a1
R136a1 è una stella ipergigante blu visibile nella costellazione del Dorado. È ad oggi considerata la stella più massiccia conosciuta, con una massa stimata in 265 volte la massa del Sole.[2] La stella è inoltre annoverata anche tra le stelle più luminose conosciute, con circa 8.700.000 volte la luminosità del Sole.[2]
R136a1 | |
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Scoperta | 21 luglio 2010 |
Classificazione | Stella di Wolf-Rayet |
Galassia ospite | Grande Nube di Magellano |
Classe spettrale | WN5h[2] |
Distanza dal Sole | 165.000 anni luce |
Costellazione | Dorado |
Coordinate | |
(all'epoca J2000.0) | |
Ascensione retta | 5h 38m 42,43s[1] |
Declinazione | -69° 06′ 02,2″[1] |
Lat. galattica | 279,4648[1] |
Long. galattica | −31,6719[1] |
Dati fisici | |
Raggio medio | 35,4Template:±[2] R⊙ |
Massa | |
Temperatura superficiale | |
Luminosità | |
Indice di colore (B-V) | 0,01[1] |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 12,77[1] |
Magnitudine ass. | −5,75 |
Nomenclature alternative | |
BAT99 108, RMC 136a1, [HSH95] 3, [WO84] 1b, Cl* NGC 2070 MH 498, [CHH92] 1, [P93] 954.
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La stella fa parte del superammasso stellare R136a, posto al centro della Nebulosa Tarantola, la più grande regione di formazione stellare del Gruppo Locale, nella Grande Nube di Magellano.
Scoperta
La notizia della scoperta è stata resa nota nel luglio 2010. Un gruppo di astronomi britannici capitanato da Paul Crowther della University of Sheffield, si è servito del Very Large Telescope dell'ESO e dei dati raccolti dal Telescopio spaziale Hubble per studiare due ammassi stellari, NGC 3603 e R136a.[3] Inizialmente ritenuto un oggetto supermassiccio, di massa pari a 1000–3000 masse solari, R136a fu poi risolto tramite interferometria a macchie olografica in un denso ammasso stellare.[4] Il gruppo di ricerca vi individuò diverse stelle con temperature superficiali superiori a 40.000 K e luminosità di diversi milioni di luminosità solari; inoltre, almeno tre stelle dell'ammasso raggiungo le 150 masse solari, e almeno una (R136a1) le supererebbe.
Note
- ^ a b c d e f RMC 136a1 – Star in Cluster, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD. URL consultato il 5-08-2010.
- ^ a b c d e f g P. A Crowther, O. Schnurr, R. Hirschi, et al, The R136 star cluster hosts several stars whose individual masses greatly exceed the accepted 150 Msun stellar mass limit, su arxiv.org, arXiv.
- ^ A 300 Solar Mass Star Uncovered, su eso.org, ESO Press Release, 21 luglio 2010.
- ^ R136a and the Central Object in the Giant HII Region NGC 3603 Resolved by Holographic Speckle Interferometry (PDF), su eso.org..
Bibliografia
Libri
- (EN) Martin Schwarzschild, Structure and Evolution of the Stars, Princeton University Press, 1958, ISBN 0-691-08044-5.
- AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
- J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
- W. Owen, et al, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.
- J. Lindstrom, Stelle, galassie e misteri cosmici, Trieste, Editoriale Scienza, 2006, ISBN 88-7307-326-3.
- C. Abbondi, Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle, Sandit, 2007, ISBN 88-89150-32-7.
Carte celesti
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.