Ospedale di Sansepolcro
Nato nel 1833 dall'unificazione degli antichi ospedali della città, l'ospedale di Sansepolcro ha inizialmente avuto sede nell'antico Ospedale di Santa Maria della Misericordia, in Via della Misericordia, nel quartiere di San Niccolò. La prima denominazione dell'ospedale fu Spedali Riuniti di Santa Maria della Misericordia[1]. Nel 1944 nell'ospedale furono messi in salvo alcuni ebrei perseguitati per motivi razziali, tra cui il critico letterario Attilio Momigliano[2]. Nel corso degli anni '60 del XX secolo comincia a maturare la necessità di realizzare una nuova sede per l'ospedale, in una località più salubre alle pendici delle colline a sud-est della città. Il nuovo complesso è realizzato su disegno dell'arch. Giovanni Cecconi e dell'ing. Giustino Romolini ed entra in funzione nel 1976, aggregando anche gli ospedali di Anghiari e di Pieve Santo Stefano. L'edificio è sviluppato secondo la concezione tipica del tempo, e cioè con camerate da otto letti, in sostituzione del precedente modello a corsia, più alcuni camere a uno o due letti. Il complesso architettonico si sviluppa su quattro livelli ed è circondato da parcheggi e giardini. Successivamente all'inaugurazione è stato potenziato con l'apertura di un reparto di ostetricia e ginecologia e di un punto nascite nel 1978 e in seguito anche di reparti di cardiologia, ortopedia e oculistica. Nel 1995, con la riforma della sanità in Toscana è entrato a far parte dell'Azienda USL 8. Nel 2006, a motivo di un'ulteriore programma di riorganizzazione sanitaria regionale, è stato chiuso il punto nascita; per contro, sono stati potenziati le attività ambulatoriali, il pronto soccorso e l'Ospedale di Comunità (per lungodegenti). Attualmente è l'unica struttura ospedaliera della Valtiberina Toscana e si rivolge a un bacino di utenza di 31.500 residenti nel territorio, più altri 20.000 circa residenti nelle vicine Umbria, Marche ed Emilia-Romagna.