righe per Milano

 
Papere e vecchie casette sulla Vettabbia, il più antico canale di Milano

Milano, sotto il manto stradale, è attraversata da un fitto reticolo di fiumi, rogge e canali[1], che un tempo disegnavano una vera e propria "città d'acqua". A cielo aperto scorrono ancora il Naviglio Grande e il naviglio Pavese, l'uno entrando e l'altro uscendo dalla darsena di porta Ticinese, il Lambro nella periferia orientale, la Martesana, da Cascina Gobba[2] alla Cassina de' pomm, la Vettabbia, da Morivione ai confini meridionali, il Lambro meridionale, da piazza delle Milizie all'incrocio col naviglio Pavese e oltre. E ancora, la roggia Boniforte in via Argelati e il cavo Ticinello nell'omonimo parco, a est di via dei Missaglia e due roggette vicino alla darsena, l'una in vicolo dei Lavandai, l'altra in via Magolfa. Sottoterra scorrono, per citare i più importanti, l'Olona, il Seveso, il Redefossi, mentre la fossa interna (la cerchia dei Navigli), coperta dal 1929, è stata addirittura interrata negli anni sessanta. Il sistema non è più evidentemente navigabile, ma conserva inalterato il suo potenziale irriguo, anche dopo che i colatori che fluivano dalla città verso sud e sudest mescolandosi alle acque naturali sono stati integralmente allacciati ai tre depuratori che servono la città dal 2005.



le conche del naviglio pavese

conca-località distanza km salto m
Ponte del Trofeo darsena Milano 0,000 0.000
n. 1, La conchetta 0,774 1,855
n. 2, del Lambro (Conca Fallata) 2,985 4,655
n. 3, di Rozzano (della Filanda) 8,483 3,000
n. 4, di Moirago 9,915 1,700
n. 5, di Casarile 16,384 4,800
n. 6, di Nivolto 20,028 3,500
n. 7, di Torre del Mangano (Certosa di Pavia) 23,707 4,400
n. 8, del Cassinino 26,880 4,800
n. 9, di Porta Stoppa (PV) 31,210 4,400
n. 10, Bastioni della Botànica 31.775 3,800
n. 10, (doppia) --- 3,800
n. 11, di Porta Cremona 32.119 3,800
n. 11 (doppia) --- 3,800
n. 12, del Ticino 32,696 3,300
Sponda del Ticino (dalla darsena di Milano) 33,103 ---
Totale salti.......................................... --- 52,210
Discesa del fondo................................ --- 4,400
Totale dislivello................................... --- 56,610


le conche del naviglio interno

conca-località distanza km salto m
Tombone di San Marco 0,000 0,000
Dell'Incoronata 0,068 1,300
Grande di San Marco 0,704 1,703
Del Ponte Marcellino 0,167 0,409
Di Porta Orientale 0,310 0,749
Di Viarenna 3,254 1,483
Totale 5,090 ---
Totale salti --- 5,834
Discesa fondo --- 2,116
dislivello totale --- 7,950
Ramo Vercellino 1,195 0,055


(prova) (inizio) La parola naviglio deriva dal latino navigium, imbarcazione, indicando quindi,strictu senso un canale navigabile, ma in Lombardia e nel Milanese in particolare la distinzione non è mai stata rigida, probabilmente per il fatto che tutti i canali del sistema ebbero, sin dall'origine, sia la funzione irrigatoria sia quella di navigazione,[3] così che nella pratica locale naviglio e canale sono diventati dei sinonimi.

Tutta la storia iniziò nel 1052, quando Guglielmo da Guintellino [4]fece costruire un canale difensivo da Abbiategrasso a Landriano, sul Lambro. La lunga contesa tra Milano e il Barbarossa era agli inizi e Pavia era alleata dell'imperatore e il canale doveva proteggere proprio dalle incursioni dei pavesi (non vi sono MAI stati altri scopi militari in tutta la storia dei navigli) (tutta la storia è alla voce Naviglio Grande ed è inutile ripeterla qui: creare gli opportuni rinvii e note) (È tra il 1056 e il 1058 che si crea la fossa interna che è solo difensiva!)

Nel 1272 (?) Milano dispone di una comoda via d'acqua per il lago Maggiore (att! era tutto territorio Milanese!) e di straordinarie potenzialità agricole(si sta evolvendo da libero comune in signoria), ma com'era, Barbarossa a parte, la situazione precedente? Milano è al centro della fascia delle risorgive tra Adda e Ticino, in una zona ricchissima d'acque e tutto lascia intendere che sia stata fondata in un luogo asciutto (Belloveso, Medelan, il prato delle adunanze). I romani la conquistarono, non la fondarono

C'erano Nirone, Seveso e tutta l'acqua che volevano, tanto è vero che non hanno costruito nessun acquedotto. Se nella trincea difensiva attorno alla città c'era acqua (non abitudine romana) era sorgente, non certo introdotta (vedi lezione Milano città d'acqua)Template:Cita webhttp://it.wikipedia.org/wiki/Marmo di Candoglia

Note

  1. ^ 370 chilometri comlessivamente, secondo |http://www.mi.camcom.it/upload/file/1476/738306/FILENAME/Relazione_Metropolitana_Milanese_S.P.A..PPT%7C pagina 17
  2. ^ http://www.lagobba.it/home.htm
  3. ^ Unica eccezione, come vedremo, il naviglio di Paderno
  4. ^ chi era Guglielmo da Guintellino ecc. ecc. senza creare inutili ripetizioni


Cerchia dei Navigli (Milano)

La Cerchia dei Navigli è la circonvallazione interna di Milano. Il suo percorso coincide in larga parte con quello del fossato difensivo della città medievale trasformato, tra il XIV e il XV secolo in canale navigabile e coperto a partire dal 16 marzo 1929. Racchiude il centro storico del capoluogo lombardo.

Storia

 
La porta Ticinese dell'antica cinta medievale

Le origini del fossato risalgono al 1152, all'epoca delle guerre con il Barbarossa; fu Guglielmo da Guintellino, ingegnere militare genovese al servizio dei Milanesi a progettare le opere e a sovrintendere alla loro realizzazione. Milano era ancora cinta dalle mura romane, quelle repubblicane a sud e a ovest e l'estensione massimiana (286-305) a nord e a oriente anche se in molti punti le aveva sopravanzate. Alcuni importanti monumenti, soprattutto chiese e conventi, sorgevano al loro esterno (Sant'Ambrogio, San Lorenzo, San Bernardino, Sant'Eufemia, Santo Stafano e San Babila, per citarne alcune), ma intorno a queste si erano sviluppati insediamenti e attività. La città aveva da tempo un sistema idrico complesso: riceveva acque dal Seveso, dall'Acqualunga, dal Molia, dal Nirone e dall'Olona; parte la penetravano, parte la circondavano o ne uscivano (il Nirone e la Vettabbia).

 
La pusterla di Sant'Ambrogio che si apriva nelle mura medievali (fossa interna)

La nuova cerchia, più ampia, proteggeva la città così come era diventata nei secoli e soprattutto captava anche le acque dell'Olona fino ad allora direttamente tributaro della Vettabia. Tutte le acque furono incanalate nel nuovo fossato largo ventiquattro braccia e la terra di riporto ottenuta dallo scavo fu utilizzata per costruire imponenti bastioni (terraggi). Difese strategicamente ben piazzate, ma non particolarmente efficaci, costruite in terra rinforzata da palizzate e difese da torri di legno. Ma questi erano i materiali di cui disponeva Milano, lontana dalle cave di pietra e priva di rilievi su cui arroccare le difese. E il Barbarossa se ne impadronì e rase al suolo la città e disperse i Milanesi in differenti borghi. Fossa e cinta furono ricostruiti nel 1167, più efficaci, soprattutto perché i Milanesi avevano imparato a combattere lontani dalle loro poco difendibili mura. Col tempo, la città si dotò di un formidabile apparato di alleati, di castelli, roccaforti, borghi fortificati tanto che nel giro di due secoli divenne il più potente e ricco degli stati italiani. La vecchia fossa, superata militarmente, fu protagonista del benessere della città: dei commerci come dell'agricoltura, perché centro regolatore del sistema irriguo, e delle molteplici attività che lo scorrere dell'acqua rendeva possibili: molini, folle, torchi, magli, torcitoi. Alcune di queste attivitò sopravvissero fino alla trasformazione in "Cerchia dei Navigli"


Note


  • Olona
  • Olona inferiore
  • Valle Olona
  • Lambro (da completare)
  • Lambro meridionale
  • Seveso
  • Naviglio Grande
  • Naviglio della Martesana
  • Naviglio Pavese
  • Naviglio di Bereguardo
  • Navigli (Milano)
  • Naviglio di Paderno (da rivedere ex novo)
  • Cerchia dei Navigli (brevissima con rinvii; testo pronto )
  • Idrografia milanese
  • Porto di Mare
  • Idroscalo
  • Redefossi
  • Vettabbia
  • Canale Ticinello
  • Canale Villoresi (da ampliare)
  • Canale Industriale
  • Circonvallazioni di Milano
  • Giardini Pubblici Montanelli

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REDEFOSSI: Nel frattempo l'alveo del Seveso aveva cambiato più volte sede: non abbiamo resoconti di questi lavori, ma è la cartografia a testimoniare della loro esecuzione. Talvolta abbiamo il Seveso che corre parallelo alla Martesana a occidente di questo, talvolta incrociarla e allontanarsi per le campagne o oriente o invece seguirlo, sempre ad est, fino alle mura cittadine. È qui comunque, a destra o a sinistra della Martesana che inizia il Redefossi, che con la costruzione delle mura spagnole le seguirà fino a porta Lodovica perdendosi poi nelle campagne sottostanti. È questa sistemazione quella che creerà i maggiori problemi, perché non esistono sufficienti recettori e il cavo, ad ogni piena, esonderà nei quartieri cittadini