Carlo Azeglio Ciampi
Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920) è un economista e politico italiano, decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006.
| Carlo Azeglio Ciampi | |
|---|---|
| X Presidente della Repubblica Italiana | |
| Durata mandato | 18 maggio 1999 – 15 maggio 2006 |
| Predecessore | Oscar Luigi Scalfaro |
| Successore | Giorgio Napolitano |
| Presidente del Consiglio dei ministri | |
| Durata mandato | 28 aprile 1993 – 10 maggio 1994 |
| Presidente | Oscar Luigi Scalfaro |
| Predecessore | Giuliano Amato |
| Successore | Silvio Berlusconi |
| Governatore della Banca d'Italia | |
| Durata mandato | 1979 – 1993 |
| Predecessore | Paolo Baffi |
| Successore | Antonio Fazio |
| Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica | |
| Durata mandato | 17 maggio 1996 – 13 maggio 1999 |
| Presidente | Romano Prodi, Massimo D'Alema |
| Predecessore | Lamberto Dini (Tesoro); Mario Arcelli (Bilancio) |
| Successore | Giuliano Amato |
| Senatore a vita | |
| Durata mandato | 15 maggio 2006 – ? |
| Dati generali | |
| Partito politico | tecnico |
| Titolo di studio | master's degree |
| Università | Convitto Nazionale Cicognini, Università di Pisa e Scuola Normale Superiore. Classe di Lettere e Filosofia |
| Firma | |
È stato governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993, presidente del Consiglio dei ministri e ministro del turismo e dello spettacolo ad interim (1993-1994) e ministro del tesoro e del bilancio (1996-1999). Con la fine del suo mandato presidenziale è diventato senatore a vita. Primo presidente del Consiglio e primo capo dello Stato non parlamentare nella storia della Repubblica, Ciampi fu anche il secondo presidente eletto dopo essere stato governatore della Banca d'Italia preceduto da Luigi Einaudi nel 1948.
Dopo una militanza giovanile nel Partito d'Azione, Ciampi non ha più aderito ad alcun partito.[1][2]
Note biografiche
Figlio di Pietro Ciampi e di Maria Masino. Dopo aver conseguito la laurea in lettere nel 1941 alla Scuola Normale di Pisa, dove aveva frequentato, rimanendone affascinato, le lezioni del filosofo Guido Calogero e dove aveva conosciuto anche Franca Pilla, la futura moglie, fu chiamato alle armi nello stesso anno come sottotenente dell'esercito in Albania.
Durante la Resistenza
Quando venne siglato l'armistizio dell'8 settembre 1943, Ciampi, che si trovava in Italia con un permesso, rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, col suo maestro Guido Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d'Azione.
Il 24 marzo 1944 Ciampi, con un gruppo di una sessantina di persone, fra cui lo stesso Calogero, altri antifascisti, prigionieri sfuggiti alla Wermacht e con l'aiuto della guida locale Alberto Pietrorazio,[3] partendo da Sulmona si mise in marcia per raggiungere gli Alleati, attraversando il massiccio della Majella.
Si trattava di un viaggio difficile e pericoloso, in mezzo alla neve e a temperature molto basse, lungo un percorso che attraversava le linee tedesche passando per il Guado di Coccia:
(...) Qualcuno comincia a scoppiare, cerco di aiutare insieme ad un altro un prigioniero che non ce la fa più: avvertiamo Alberto, ma questo dice che non può rallentare la marcia in quanto che si deve giungere al Guado di Coccia prima dell'alba, pena la sicurezza della spedizione (...) Alle quattro ormai del 25 marzo siamo al Guado [4]»
L'itinerario, che tocca Taranta Peligna e Campo di Giove, condusse infine i sopravvissuti a Casoli. Il gruppo, che perde una decina di componenti, stremati dal freddo e dalla fatica, incontra per primo i Patrioti della Brigata Maiella.[5]
Ciampi riesce quindi ad arrivare a Bari, dove consegna a Tommaso Fiore il testo manoscritto del «catechismo liberalsocialista del Partito d'azione» datogli da Calogero, si arruola nel rifondato esercito italiano e si iscrive al Partito d'Azione.
Banca d'Italia
Nel 1946 sposa Franca Pilla (nata il 19 dicembre 1920), consegue la seconda laurea in giurisprudenza presso l'Università di Pisa e, su pressione della moglie[senza fonte], partecipa al concorso che lo fa entrare come impiegato in Banca d'Italia, dove rimarrà per 47 anni (14 da governatore).
Nello stesso anno si iscrive anche alla CGIL e ne conserva la tessera fino al 1980. [6]
Nel 1960 fu chiamato all'amministrazione centrale della banca di cui nel 1970 assunse la direzione. Nel 1973 diventò segretario generale, vice direttore generale nel 1976 e direttore generale nel 1978. Nell'ottobre del 1979 fu nominato governatore della Banca d'Italia e presidente dell'Ufficio italiano dei cambi nel pieno della bufera che aveva travolto l'istituzione dopo il crack di Michele Sindona e gli arresti del governatore Paolo Baffi e del vicedirettore Mario Sarcinelli. Ciampi ha dichiarato che «Appena nominato Governatore andai a rendere omaggio al Capo dello Stato e dissi chiaramente che se Mario Sarcinelli avesse dovuto lasciare la Banca d'Italia, mi dovevano considerare dimissionario»[7]. Ricoprì l'incarico fino al 1993.
Incarichi di governo
Template:Membro delle istituzioni italiane
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 fu il presidente del Consiglio di un governo tecnico di transizione, il primo presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica. Non sono mancate anche in tal senso polemiche, che, sebbene minoritarie vedono una carenza di rappresentatività popolare negli organi costituzionali, non avendo egli mai ricoperto cariche elettive.
Nel giugno 1994 fu chiamato a ricoprire la carica di vice-presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali,[8] ruolo che detenne fino al maggio 1996.
Governo Prodi e D'Alema
In seguito è stato ministro del tesoro (dall'aprile 1996 al maggio 1999) nei governi Prodi I e D'Alema I. In questo periodo, la sua opera è stata caratterizzata dal contenimento dell'enorme debito pubblico italiano in vista del rispetto dei parametri di Maastricht, per garantire l'accesso dell'Italia alla moneta unica europea. Ha avviato il processo di risanamento delle Poste italiane.
È autore di alcuni libri, tra i quali si ricordano: Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia dal 1979 al 1993 (finito di stampare nel 1994); Sfida alla disoccupazione: promuovere la competitività europea e Un metodo per governare, entrambi del 1996.
Presidente della Repubblica
La sua candidatura viene avanzata da un vasto schieramento parlamentare e in particolare dall'allora Presidente del Consiglio D'Alema che ottiene, durante le trattative, il benestare dell'opposizione di centro-destra, anche se Ciampi, che non era iscritto in alcun partito, era molto vicino all'Ulivo. Considerato come figura fondamentale per l'entrata nell'Euro e come uno dei ministri più popolari del governo gode anche dell'appoggio del mondo economico e finanziario oltre che della stima dei dirigenti dell'Unione Europea. Il 13 maggio 1999 è stato eletto alla prima votazione, con larga maggioranza (707 voti su 1010), decimo presidente della Repubblica. In questa veste, egli ha cercato di trasmettere agli italiani quel patriottico sentimento nazionale che deriva dalle imprese del Risorgimento e della Resistenza e che si manifesta nell'Inno di Mameli e nella bandiera tricolore.
Ciampi è stato un Presidente che, analogamente a quanto avvenne con Sandro Pertini, ha riscosso sempre un alto indice di gradimento nei sondaggi fatti dai vari Istituti italiani, con una media oscillante tra il 70 e l'80% (il minimo si registrò con il 67% relativo al nord-est del Paese, ossia dove la Lega Nord è più forte). Rimanendo sempre, perciò, una delle figure nelle quali gli italiani riponevano la loro fiducia e rafforzando con la sua figura istituzionale lo stesso ruolo del Presidente della Repubblica.
Come Pertini, anche Ciampi ha assistito ad una finale dell'Italia, infatti il 2 luglio 2000 l'ex Capo dello Stato era presente allo Stadio De Kuip di Rotterdam nella sfortunata Finale di Euro 2000 persa dagli azzurri ai supplementari per 2-1 contro la Francia.
Ha ricevuto, nel 2005, il premio Carlo Magno dalla città tedesca di Aquisgrana per il suo impegno volto a garantire l'idea di Europa unita e pacifica;[9] sempre nel 2005, ha anche ricevuto ad honorem il David di Donatello per la sua volontà di rilanciare il cinema italiano.
In un intervento al Parlamento europeo è stato vivacemente contestato da alcuni europarlamentari della Lega, tra cui Mario Borghezio, scontenti per l'ingresso dell'Italia nella Moneta comune Europea, l'Euro, citato nel discorso del Presidente della Repubblica.
Durante il settennato Ciampi e Signora hanno posto la loro residenza presso il palazzo del Quirinale.
La consorte del Presidente, come raramente accadde in passato, è stata spesso presente agli incontri che il marito ebbe in Italia ed all'estero; "donna Franca", come è stata chiamata, ha fatto alcune dichiarazioni "fuori dal protocollo": hanno fatto discutere le sue esternazioni riguardo la "TV deficiente" e riguardo la bontà e l'affetto dei napoletani ("La gente del sud è più buona e intelligente").
Da più parti a Ciampi è stato chiesto di rimanere Capo dello Stato per un secondo mandato ma egli, seppur lusingato, ha escluso l'ipotesi di un Ciampi bis al Quirinale. Sia il centro destra, sia il centro sinistra, lo hanno più volte ringraziato per il suo operato super partes e come garante istituzionale.
Il 10 febbraio 2006 ha aperto, come da protocollo, i Giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Il 3 maggio 2006 con una nota ufficiale dal Quirinale Ciampi ha confermato la sua indisponibilità ad un settennato-bis: i motivi che l'hanno spinto a questa decisione sono l'età avanzata e la convinzione che "il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato".[10] In effetti, è stato osservato che nessun Presidente della Repubblica è mai stato investito di un secondo mandato.
Nomine Presidenziali
Governi
Senatori a vita
- Rita Levi-Montalcini - Meriti in campo scientifico e sociale
- Emilio Colombo - Meriti in campo sociale
- Mario Luzi - Meriti in campo artistico e letterario (cessato a causa del decesso il 28 febbraio 2005)
- Giorgio Napolitano - Meriti in campo sociale (cessato in quanto eletto Presidente della Repubblica Italiana il 10 maggio 2006)
- Sergio Pininfarina - Meriti in campo sociale
Senatore a vita
Ciampi si è dimesso il 15 maggio 2006, stesso giorno in cui il suo successore (nominato da Ciampi senatore a vita pochi mesi prima) Giorgio Napolitano ha prestato giuramento. Il suo primo atto da senatore a vita è stato quello di votare la fiducia al secondo governo Prodi,[11] esprimendosi favorevolmente riguardo al nuovo esecutivo. Ciò ha provocato l'accesa reazione, manifestata durante la votazione con fischi e grida, di numerosi esponenti della Casa delle Libertà.
Un mese dopo le sue dimissioni ha annunciato che avrebbe votato no al referendum confermativo sulle riforme istituzionali, motivando questa scelta in coerenza con il suo costante impegno a difesa della Costituzione: tale posizione è stata criticata dal centro destra ed apprezzata dal centro sinistra dalla componente dei costituzionalisti che ad esso si ispira. Dal 2007 , pur non avendo mai accettato di aderirvi ufficialmente, è considerato vicino al Partito Democratico che lo ha nominato componente di diritto del Coordinamento Nazionale, come membro onorario[12][13][2].
Designato presidente del comitato organizzativo delle manifestazioni per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia nel 2011, è costretto a dimettersi dall'incarico nell'aprile 2010 per un peggioramento delle sue condizioni fisiche dovuto alla vecchiaia. A succedergli nell'incarico è stato Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio.
Opere
- Scritti e conferenze di Carlo Azeglio Ciampi, 6 voll., s.l., Banca d'Italia, 1983-1993.
- Sfida alla disoccupazione. Rafforzare la competitività europea, a cura di, Roma-Bari, Laterza, 1996. ISBN 88-420-5092-X
- Un metodo per governare, Bologna, Il mulino, 1996. ISBN 88-15-05228-3
- Viaggio in Italia. Discorsi e interventi del presidente Carlo Azeglio Ciampi, 6 voll., Roma, a cura dell'Ufficio stampa e informazione della Presidenza della Repubblica, 2003-2006.
- Dall'Europa all'euro, dall'euro all'Europa, Roma, Treves, 2004. ISBN 88-8463-001-0
- Dalla crisi al risanamento, Roma, Treves, 2004. ISBN 88-8463-016-9
- Dizionario della Democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2005. ISBN 88-215-5544-5
- La libertà delle minoranze religiose, Bologna, Il mulino, 2009. ISBN 978815137939
- Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano, di Arrigo Levi - Ciampi C. Azeglio, Bologna, Il mulino, 2010. ISBN 978-88-15-13148-5
Onorificenze
Onorificenze italiane
Onorificenze straniere
Note
- ^ «La mia ultima tessera è stata quella del Partito d'Azione, e altre non ne ho mai più volute. Una fedeltà di coscienza» da intervista al Corriere della Sera del 15 luglio 2009 Pd Ciampi: Sua situazione avvilente ma eviti scissioni, su asca.it. URL consultato il 29 maggio 2010.
- ^ a b "Walter occasione di speranza e ora basta vecchi in politica", Massimo Giannini, La Repubblica, 29 giugno 2007.
- ^ Giancarlo Guzzardi, Il Sentiero della Libertà, in La rivista del C.A.I., CXXIII, n. 2/2004, gennaio/febbraio 2004, pp. 46-51.
- ^ Liceo Scientifico Statale Fermi di Sulmona, AA.VV., Il sentiero della libertà. Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi, Roma-Bari, Laterza, 2003.
- ^ Nel 2001, nella prima edizione del Freedom Trail, il Sentiero della Libertà, una marcia escursionistica che ripercorre lo stesso tracciato seguito da Ciampi e dai prigionieri di guerra fuggiti dal campo di Fronte d'Amore, l'allora Presidente fu presente all'inaugurazione della manifestazione.
- ^ Portale dell'ANPI di Roma [1]
- ^ La Storia siamo noi - puntata "Qualunque cosa succeda" dedicata a Giorgio Ambrosoli
- ^ Former members of the Board of Directors
- ^ Il premio Carlo Magno all'europeista Ciampi, La Repubblica — 19 dicembre 2004 [2]
- ^ Colle, no definitivo di Ciampi, Il Corriere della Sera - 3 maggio 2006 [3]
- ^ Senato, Prodi ottiene la fiducia, Il Corriere della Sera — 5 maggio 2006 [4]
- ^ Fonte: http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/51040/Partito_Democratico,_il_Coordinamento_Nazionale
- ^ Pd, Ciampi: Grillo? Non utile in politica. E incorona Bersani: Vero rifondatore, Adnkronos, 15 luglio 2009
- ^ ImageShack - Image Hosting :: grandiimmagini26975vi.jpg
Bibliografia
- Bruno Vespa, Il superpresidente. Che cosa cambia in Italia con Ciampi al Quirinale, Roma-Milano, RAI-ERI-Mondadori, 1999. ISBN 88-04-47159-X
- Liceo scientifico statale Fermi, Sulmona, AA.VV., Il sentiero della libertà. Un tratto di strada con Carlo Azeglio Ciampi, 1943-44, Torre dei Nolfi, Qualevita, 2001.
- Massimo Giannini, Ciampi. Sette anni di un tecnico al Quirinale, Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18267-6
- Alberto Spampinato, La lezione di Ciampi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2006. ISBN 88-498-1445-3
- Simona Colarizi e Giovanni Sabbatucci (a cura di), I presidenti. Da Enrico De Nicola a Carlo Azeglio Ciampi, Novara, De Agostini, 2006. ISBN 88-418-3187-1
- Paolo Peluffo, Carlo Azeglio Ciampi. L'uomo e il presidente, Milano, Rizzoli, 2007. ISBN 978-88-17-01159-4
- Da Livorno al Quirinale. Storia di un italiano, di Arrigo Levi - Ciampi C. Azeglio, Bologna, Il mulino, 2010. ISBN 978-88-15-13148-5
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Quirinale: Presidente Ciampi
- Carlo Azeglio Ciampi, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni audiovideo integrali di Carlo Azeglio Ciampi sul sito di Radio Radicale
- Sito ufficiale del Senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi
- Tesi di laurea: "La costruzione dell'identità nazionale: i discorsi del presidente Carlo Azeglio Ciampi nella lettura della stampa"
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