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«Chi dà al povero, riceverà da Dio.»
Cesare Carlo Baronio

Don Cesare Carlo Baronio (Cesena, 11 maggio 1887Cesena, 7 febbraio 1974) è stato un presbitero ed educatore italiano, venerato come Servo di Dio dalla Chiesa cattolica.

Biografia

Gli anni giovanili: lo studio e la Grande Guerra

Cesare Carlo Baronio nacque a Cesena l'11 maggio 1887, da Pietro Baronio ed Emilia Franceschi. La sua era una famiglia benestante, di medi possidenti terrieri, che viveva in un palazzo in Corso Cavour a Cesena [1]. Carlo é l'ottavo di nove figli. Definito come gaio e vivace, amante dell'esercizio fisico a contatto con la natura[2], terminate le scuole elementari si iscrisse al seminario di Cesena.

Il 25 luglio 1911, nella Basilica di Santa Maria del Monte a Cesena, viene ordinato sacerdote dal Vescovo monsignor Giovanni Cazzani che lo invia a Roma per continuare gli studi [3].

Durante la grande guerra, Don Baronio é arruolato come tenente cappellano ed è impegnato al fronte. Qui si guadagnò la medaglia d'argento al valor militare (che comportava anche una piccola pensione come reduce), perché durante un bombardamento, pur essendo ferito, soccorse gli altri soldati e diede loro i conforti religiosi [4].

Tornato a Cesena, il sacerdote (detto in dialetto romagnolo Don Baroni) trovò una popolazione prostrata dalla guerra, dalla miseria e dalle epidemie [5].

In questo periodo Don Carlo si laureò in lettere in un'università romana nel 1919, in scienze sociali a Bologna nel 1923 ed in filosofia a Bergamo, sempre nel 1923 [6].

Nel 1920 il vescovo monsignor Fabio Berdini lo nominò canonico della cattedrale di Cesena[7]. Da questo momento il sacerdote cesenate comincia a svolgere una serie di attività pastorali e caritative, fra le quali l'insegnamento delle lettere e del francese presso il seminario di Cesena [8]. Nel 1924 divenne anche direttore de Il Risveglio, un settimanale cattolico.

Seguendo l'esempio dell'opera di don Giovanni Bosco a Torino, don Carlo comincia ad avere a cuore lam cosiddetta infanzia abbandonata. A partire dal 1925 costituisce un comitato e fonda un giornale, Su le vie del Bene al fine di raccogliere i fondi destinati ad un istituto che raccogliesse i bambini poveri [9].

L'età matura: la fondazione degli istituti

L'istituto voluto da Don Baronio naque nel 1926 col nome di Istituto Figli del Popolo. Aveva sede a Cesena, poco fuori le mura del Centro Storico, in subborgo Valzania, nel territorio della parrocchia di San Pietro Apostolo[10].

I ragazzi accolti (orfani o provenienti da famiglie povere) frequentavano da piccoli le scuole elementari, mentre da grandicelli erano avviati al lavoro. Diversi giovani faranno pratica del mestiere presso la piccola tipografia di cui l'istituto era dotato, che stampava Il Risveglio e Su le vie del Bene, oltre a manifesti ed avvisi funerari[11].

La giornata dei ragazzi dell'istituto iniziava con la Santa Messa al mattino presto, seguita dalla colazione, la scuola od il lavoro; nel pomeriggio gli scolari svolgevano i compiti, avevano tempo dedicato al gioco ed altre attività ricreative, seguivano il catechismo. Venivano organizzate anche lunghe gite a piedi. Nell'educazione di questi ragazzi, Don Baronio applicava il metodo preventivo ideato da Don Bosco[12]

Nel 1927 aprì in un locale attiguo all'istituto anche un laboratorio di sartoria per ragazzine [13].

Nel 1939 era stata la volta di Montiano: qui fondò un collegio per accogliere studenti poveri[14]. Successivamente fondo anche istituti in altre città, come a Verghereto nel 1942.

Durante la seconda guerra mondiale, don Carlo fu molto attivo presso i civili nei rifugi sparsi per la città, portando viveri, l'Eucarestia e gli altri sacramenti[15], dimostrando anche in quelle occasioni lo stesso coraggio che lo avevano portato alla decorazioni sul fronte nella guerra del 1915-18.

A guerra terminata, nel 1946, riprese la sua attività di fondazione di istituti per indigenti aprendo un collegio a Roncofreddo per bambine povere (istituto che successivamente venne trasferito a Lizzano di Cesena). Altri istituti vennero fondati a Faenza nel 1946, a Savignano sul Rubicone nel 1951 ed a Longiano nel 1966.

L'impegno di don Baronio si estese anche al di fuori del cesenate, raggiungendo, nel 1958, il comune di Colledara, in Abruzzo, dove ebbe modo di fondare un collegio maschile e di aiutare bambine in difficoltà.[16].

Don Carlo cercava di prendersi cura di tutte le fasce d'età, dai bambini agli anziani: per i primi creò, a San Vittore di Cesena, un asilo per l'infanzia che si reggevano sulla Provvidenza, ossia su offerte dei benefattori, mentre per i secondi fondò il Ricovero di Sant'Anna in alcune stanze sopra la tipografia dell' Istituto Figli del Popolo.

Importante sottolineare che anche quando i giovani accolti crescevano e lasciavano gli istituti, il Baronio manteneva con loro i contatti, ed era disponibili ad aiutarli nuovamente ve ne fosse stato bisogno[17].








L'età avanzata: Cesena, via Mulini

Dal dopoguerra in poi, le condizioni dei cesenati migliorarono sempre di più e per fortuna l'infanzia abbandonata diminuiva. Il Canonico allora decise di donare i beni di sua proprietà all'Opera che divenne, nel 1964, con Decreto del Presidente della Repubblica, Ente morale della Fondazione Istituto "Figli del Popolo". La vecchia sede di subborgo Valzania (Porta Santi) fu venduta e fu costruita una grande nuova struttura in via Mulini, su indicazione testamentarie del benefattore Cesare Martini. L'istituto invece di bambibi abbandonati cominciò ad ospitare adolescenti di famiglie problematiche. Fino a che si trasformò - come é ora - in "Fondazione Opera Don Baronio" per anziani soli e ammalati: una struttura grande e moderna[18].

Tra le numerose attività di caritativa che il presbitero romagnolo cercò di portare avanti si ricordano le visite ai carcerati della Rocca Malatestiana, e le elemosine fatte ai bisognosi nel suo "ufficio" di via Roverella [19], nonché la premura per gli ammalati. Come confessore era cercato e stimato (anche per i "casi difficili"), e considerato benevolo, come scrisse il Vescovo Gianfranceschi [20]. Risulta aver fondato un'associazione per l'adorazione notturna (1923), e nel 1952 - tornato con Padre Guglielmo Gattiani da una visita a Padre Pio da Pietrelcina - un gruppo di preghiera mensile presso le suore cappuccine [21].

Il suo aspetto era piuttosto trasandato, e questo gli veniva rimproverato dai suoi confratelli presbiteri [22]. Non era poi un predicatore tradizionale: la sua voce era sommessa, fuggiva gli intellettualismi, parlava con immagini semplici, senza i mezzi utilizzati usualmente dagli oratori. Ma ugualmente poteva colpire per la semplicità del gergo e la vivacità degli aneddoti dei santi che introduceva. Tra i suoi temi preferiti vi erano i Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso), la Confessione, la Comunione e le opere di misericordia. [23]

Gli anticlericali cesenati sembravano rispettarlo per la sua missione popolare: ma le cronache raccontano che una ragazza (dopo l'attentato a Togliatti) lo aggredì nel 1948 presso il Ponte Vecchio di Cesena (precisamente su per la salita di san Rocco, in via Aurelio Saffi), suscitando la riprovazione generale. Gesto che il sacerdote perdonò subito, anche dalle pagine di uno dei suoi giornali ("Su le vie del Bene", luglio 1948) [24].

Curò la pastorale in zone di confine della Parrocchia di San Pietro (allora immensa), che in seguito sarebbero divenute parrocchie autonome (Ponte Pietra, Sant'Egidio), diceva una S.Messa il mattino presto della Domenica per gli operai della ditta Arrigoni, recandosi spesso dentro la fabbrica (a quei tempi una delle maggiori a Cesena) e cercò una mediazione in una difficile situazione sindacale andando a Roma, per evitare cospicui licenziamenti collettivi [25].

Morì nel 1974, e all'interno del suo testamento lasciò scritta la volontà di completare l'Opera da lui iniziata con una nuova ala destinata ai sacerdoti e religiosi anziani della diocesi e delle zone circostanti, cosicché già nel 1975 i primi anziani vennero accolti nella nuova struttura. L'Opera Don Baronio continua ancora oggi.

Il processo di Beatificazione

Nella Cattedrale di Cesena, l'8 novembre 1997, si é aperto il processo diocesano per il Servo di Dio don Carlo Baronio. Il processo diocesano si é poi concluso il 23 novembre del 2002. Il postulatore é il padre cappuccino Paolino Rossi (o.f.m.), mentre il vice-postulatore é mons. Bruno Benini. È attualmente in corso il processo per la causa di beatificazione di don Baronio, presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

 

Queste le parole del vice-postulatore mons. Benini, in occasione dell'inizio del processo diocesano di beatificazione e canonizzazione di padre Guglielomo Gattiani (Cattedrale di Cesena, 4 novembre 2006):

In questa Cattedrale,l'8 novembre 1997, si apriva il Processo diocesano per il Servo di Dio don Carlo Baronio. L'odierna ricorrenza, ugualmente festosa, ci fa rivivere l'altra. Oggi del venerato ed indimenticato Canonico ricorre l'onomastico, che era occasione per tanti di salutarlo e di riverirlo. Lo facciamo oggi noi ancora festeggiandolo con Padre Guglielmo e gli altri nostri candidati alla santità della nostra diocesi: Angelina Pirini, don Quintino Sicuro, Madre Teresa Lega e con tutti gli altri numerosi Servi di Dio delle diocesi della Romagna.

Nel processo diocesano per don Baronio vi fu, tra i testimoni, anche Padre Guglielmo. Sulle sue deposizioni vi è, giuridicamente, il segreto, ma anche chi non ne ha avuto conoscenza non si sbaglia ad immaginare quello che Padre Guglielmo ha detto della santità di don Baronio. Conoscendo l'uno ... si conosce anche l'altro perché quasi coetanei, amici, entrambi santi e santi francescani, come Padre Guglielmo definì nella deposizione don Carlo Baronio.

E non è fuori luogo ricordare che dei venti collegi per ragazzi poveri che don Baronio fondò per tutta la Romagna, dopo quello di Cesena il più grande e numeroso, e forse il più organizzato, fu quello di Faenza. Così nel nome di don Baronio e di padre Guglielmo più Chiese della nostra regione hanno motivo di sentirsi sorelle, a motivo della testimonianza e del lavoro degli stessi "santi".

dal sito web di Padre Guglielmo

Il metodo educativo di don Baronio

Si basa sul metodo educativo preventivo di san Giovanni Bosco [26], che era protettore dell'Istituto di subborgo Valzania.

Scrive il maestro Bazzani a proposito dell'educatore torinese, beatificato nel 1929 e canonizzato nel 1934: " Il segreto di tanto successo in campo educativo e assistenziale, lo indica don Bosco stesso nel suo volumetto dal titolo 'Il sistema preventivo nell'educazione della gioventù', che si fonda su tre elementi: 'la ragione, la religione, l'amorevolezza'. Il sistema 'esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontano anche i castigi leggeri'. Al ragazzo bisogna parlare sempre con il linguaggio del cuore. Egli deve sentirsi amato anche quando sbaglia per potersi correggere e darsi forza. Va circondato altresì da un'atmosfera di serenità e di gioia....In un'epoca in cui si praticavano la costrizione morale e la punizione corporale..." [27]

Don Carlo Baronio, in continuità ideale con il fondatore dei Salesiani, metterà in pratica con i ragazzi un metodo che si puo' scandire in cinque punti: 1) La conoscenza del bambino; 2) Il buon rapporto affettivo; 3) La flessibilità dell'atto educativo; 4) La limitazione dell'autorità; 5) La partecipazione e la condivisione. [28]

Il sistema si sviluppava per mezzo di e durante attività concrete quali: a) Lavori manuali e belle arti; b) Ginnastica e sport; c) Gioco e divertimento; d) Passeggiate; e) Teatro e recitazione; f) Dialogo e conversazione; g) Preghiera e silenzio. [29]

Gli ex allievi descrivono l'atteggiamento del sacerdote cesenate con espressioni come queste: "voce amorevole e paterna", "mano paterna", "mi voleva bene", e lui parla della sua opera educativa con queste parole: " figliuolini", "padre di famiglia", "l'affetto che si vuole a questi bambini". [30]

Si può dire che il Canonico era piuttosto autonomo nella gestione delle case e faticava, per la sua forte personalità, ad accettare i suggerimenti dei collaboratori che si avvicendarono a fianco a lui. Quindi la carenza di assistenti preparati fu sempre un problema organizzativo e don Baronio si sobbarcava quasi tutte le incombenze. [31] Nonostante questo limite riuscì a sfamare e a crescere centinaia di giovani disagiati.

La sua attività di giornalista cattolico

Don Baronio diresse (e scrisse in notevole parte) due periodici: "Il Risveglio" e "Su le Vie del bene", cercando di produrre pagine di "buona stampa" (cattolica) con intenti dottrinali e morali, come il Beato don Giacomo Alberione. Il Canonico dalle colonne dei giornali chiedeva sovente aiuto ai beneffattori di ogni ceto, facendo notare come secondo il Cristianesimo quando si dà si riceverà il centuplo [32].

Dal 1924 al 1946 fu direttore de "Il Risveglio". Dal 1926 diresse anche "Su le vie del Bene" che nel 1959 si trasformò in "Il Nuovo Risveglio".

Al "Risveglio" collaborarono anche penne autorevoli, gli argomenti spaziavano e don Baronio (che aveva tre lauree) mostrava ampie competenze ma espresse in modo semplice. "Su le vie del Bene" era quasi del tutto scritto da lui, in tono colloquiale.

A volte vi comparivano però anche citazioni in latino di S. Agostino e S. Tommaso, o di altri autori classici, forse per dare autorevolezza a un'idea, che mostravano il suo amore per l'erudizione [33].

Detti del Canonico Carlo Baronio [34]

  • La banca della divina Provvidenza non ha mai conosciuto che cosa sia il fallimento.
  • Il Signore é stato buono. Ha fatto come un insegnante che vi avvertisse sull'argomento dell'esame, perciò preparatevi bene sulle opere di misericordia.
  • Gesù ama l'uomo sino ad essergli totalmente soggetto: discende dal cielo alla voce di un sacerdote; esce da tabernacolo ogni volta che lo desiderano i fedeli; va a visitare i suoi figli sul loro letto di dolore. La gloria dell'amore é di amare sempre, di darsi, di sacrificarsi.
  • La carità ci spalanca le porte del Paradiso; la carità ci libera da molti mali; la carità copre una moltitudine di peccati.
  • L'umiltà é la madre della fiducia perché vedendo che siamo privi di ogni bene, di ogni virtù, di ogni potenza e capacità di servire Dio e che siamo un vero inferno pieno di ogni sorta di male e d'orrore, ci sentiamo obbligati ad appoggiarci a Gesù.
  • Noi dobbiamo pregare di più e pregare con più fervore e fede. La preghiera é quella chiave tutta speciale che ci apre i tesori della divina munificenza.
  • Il prossimo non si sceglie perché sarebbe troppo comodo e uno sceglierebbe tra i sani, i ricchi e i belli. Il prossimo é invece il figlio di genitori ignoti, il figlio orfano, lo stolto, il peccatore.
  • Nel Vangelo non c'é scritto che, prima di fare la carità al mio Prossimo, io lo debba processare.
  • Finché avevo ancora un pezzo di casa assieme ai miei familiari pareva che la Provvidenza rallentasse l'opera sua; ma quando ho dato tutto quello che avevo, riducendomi alla povertà, oh allora la Provvidenza ha sempre largheggiato!
  • "Signor Canonico, perché va sempre a piedi?". Mi confidò:" Il santo curato d'Ars accolse con gioia l'incarico di celebrare la Messa alla domenica in un paesetto assai distante da Ars. Andando e ritornando a piedi aveva tanto tempo per pregare." (don Moretti, Fioretti di Don Baronio).

Aneddoti sul Canonico Carlo Baronio

  • La Provvidenza. All'Istituto di Savignano la tavola era apparecchiata [...] Il Canonico e i bambini attendono ma dalla cucina arriva la voce dell'Anna che esclama:"Come facciamo? Non abbiamo nulla!". "La Provvidenza arriverà; non temere." [disse don Baronio]. Sull'istante due donne con paiolo fumante, e cibi e bottiglie di vino e un cesto di ciliegie.(da: don Armando Moretti, Fioretti di don Baronio)
  • Paterna sollecitudine. Mangiavo vicino al Canonico. Un bambino rovesciò il piatto della minestra. Immediatamente don Baronio gli offrì il suo ancora intatto. Dalla cucina, al rumore del piatto rovesciato, giunse una voce:" Qualcuno oggi mangerà l'aria!". Mai dimenticherò il sorriso del Canonico. (idem)
  • Le scarpe rotte. Tutte le mattine don Baronio veniva a trovare i familiari calzando sempre delle scarpe rotte. Ogni volta la sorella gliene dava un paio delle nuove ma il Canonico quando ritornava aveva ancora quelle rotte. Sua sorella insisteva perché tenesse le scarpe buone dovendo percorrere molta strada ma non c'era verso: don Baronio le dava a chi era scalzo. (don A. Moretti, Nuovi fioretti di don Baronio).
  • Una guarigione...Don Baronio si recò a trovare un tubercolotico, padre di tre bambini. L'ammalato gli diede un'offerta..ma il Canonico la portò alla famiglia. La moglie del degente raccomandò a don Baronio: "Preghi il Signore che salvi mio marito per questi tre bambini". Il canonico promise:" Vi assicuro che pregherò. Suo marito guarirà." E l'ammalato tornò dal sanatorio..completamente guarito. (idem)
  • Mons. Rino Bartolini, parroco emerito di San Pietro a Cesena, che conobbe bene don Baronio e ne fu allievo é sicuro di aver ricevuto una grazia di guarigione per gravi problemi cardiaci dal servo di Dio e dalla Madonna del Carmelo (venerata nella sua ex parrocchia), come ha testimoniato nel libro di don Moretti "Fioretti di don Baronio", 1990.
  • Mons. Guido Rossi, parroco di San Vittore a Cesena, e assistente spirituale del Centro Addestramento Polizia Stradale, é convinto che don Baronio e la Madonna ( a cui il Vescovo Lanfranchi lo aveva affidato) lo abbiano guarito dai gravi problemi di salute intervenuti dopo un trapianto (fegato, cuore e polmoni). (Il Resto del Carlino, Cesena 21 ottobre 2008) vedi articolo web de Il Resto del Carlino.

L'Associazione "Don Carlo Baronio"

Il giorno 8 Aprile 1997, venne costituita a Cesena (FC) l' Associazione "Don Carlo Baronio". Questa é composta da ex-allievi del Canonico, estimatori, benefattori, amici e devoti. La sua sede é presso l'Opera attuale, a Cesena, in via Mulini.

La Fondazione Opera "Don Baronio"

La Fondazione Opera Don Baronio gestisce un moderno Centro Residenziale Anziani, a carattere residenziale e semi-residenziale per anziani parzialmente o del tutto non autosufficienti. Comprende i servizi di: Centro diurno assistenziale, Casa di riposo, Casa Protetta, R.S.A.. In più consta di un Residence di 31 appartamenti, privi di barriere architettoniche, per persone anziane autosufficientii che vogliano vivere con la tranquillità di poter contare sull'assistenza medica 24 ore su 24.

La Fondazione, che ha sede a Cesena in via Mulini, pubblica e distribuisce, anche attualmente, il periodico (già diretto dal servo di Dio) "Su le vie del Bene".

Il Monumento

A Cesena, nella via a lui dedicata (via Don Baronio, in zona Porta Santi, a pochi passi dal luogo ove sorgeva la prima sede del suo Istituto), è stato eretto un monumento in suo onore. Raffigura il Canonico (altezza 200 cm) che guarda amorevolmente alcuni dei suoi bambini che lo circondano. L'opera é del maestro cesenate Leonardo Lucchi vedi foto del monumento nel sito internet dell'artista.

Curiosità

  1. Don Carlo Cesare Baronio era, oltre che sacerdote diocesano, un terziario francescano.
  2. Don Baronio era amico del Servo di Dio padre Guglielmo Gattiani, i santi infatti in vita si cercano, per poi...riabbracciarsi in Paradiso. Di più: Padre Guglielmo era stato spesso confessore del "signor Canonico" che saliva presso di lui sul Colle dei Cappuccini. I due religiosi affrontarono un pellegrinaggio da Padre Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo, il 9 marzo del 1952. "L’idea del viaggio era di don Baronio, padre Guglielmo si era accodato, con il rischio di essere ripreso gravemente dai superiori perché era vietato ai frati di andare da padre Pio. La scappatoia che dovette adottare fu probabilmente quella di un pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo; poi, una volta là, avrebbe compiuto l’infrazione di andare da padre Pio. Don Carlo Baronio, con il suo prestigio, era di garanzia: era un uomo di cultura e di profonda pietà." (dal libro di Padre Paolo Berti, "Alla scoperta di Padre Guglielmo Gattiani). Una foto li ritrae insieme: era il 1948-1949 ed essi posano con i membri del Terz'Ordine Francescano (oggi Ordine Francescano Secolare) davanti al Convento dei Cappuccini di Cesena, insieme al Vescovo mons.Vincenzo Gili. Padre Guglielmo testimoniò al processo diocesano di beatificazione di don Baronio, definendolo "un santo francescano".

 

  1. Nella storia dei santi della Chiesa Cattolica c'é un quasi-omonimo del nostro Canonico. E' il cardinale Cesare Baronio (non si chiama anche Carlo però, mentre il sacerdote cesenate di cui parliamo si chiama Cesare Carlo). Il card. Baronio é nato a Sora, Frosinone il 30 ottobre 1538 ed é morto a Roma il 30 giugno 1607. E'stato uno storico della Chiesa ed é attualmente Venerabile. vedi pagina web sul Venerabile Cesare Baronio.

Note

  1. ^ Dino Pieri, Gli studi in seminario e l'ambiente cattolico cesenate ai primi del secolo, in Don Baronio, Cesena, 1987, pag.15.
  2. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.2.
  3. ^ Dino Pieri, Appendice di scritti e documenti, in Don Baronio, Cesena, 1987, pagg.227 e ss..
  4. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.3.
    «Per questo atto verrà decorato con medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: 'Sorpreso dallo scoppio di una granata di grosso calibro mentre, al posto di medicazione, attendeva all'esercizio del suo pietoso ministero presso i feriti, subito ripresosi dal primo sbigottimento, benché ferito da una scheggia alla guancia, affatto dimentico di sé, coraggiosamnente rimaneva sul posto a confortare ed a soccorrere le nuove vittime. Podgora, 21 luglio 1915.»
  5. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pagg.4 e 5.
  6. ^ Alfredo Calbucci, Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
  7. ^ Alfredo Calbucci, Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
  8. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.5.
  9. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pagg.6 e 7.
  10. ^ Dino Pieri, L'Istituto 'Figli del Popolo' (1926- 1951)", in Don Baronio, Cesena, 1987, pagg.51 e 52.
  11. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.7.
  12. ^ Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pag.59.
    «Nello Statuto Organico del 1927, per la parte educativo-morale, il Canonico stabilisce: 'Il sistema che si adotta é quello del Beato don Bosco che si puo' compendiare nel motto "fortiter et suaviter" di maniera tale che i ragazzi s'accorgano che tutto quello che si fa nell'Istituto, si fa per il loro bene...'»
  13. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, p. 10.
  14. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002.
  15. ^ Dino Pieri, Il canonico Carlo Baronio e la sua opera, pagg.131 e ss.
  16. ^ Alfredo Calbucci, Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
  17. ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.17.
  18. ^ D. pieri, 2002, pag. 14 .
  19. ^ D. Pieri, 2002, pagg. 21 - 22 .
  20. ^ D. pieri, 2002, pag. 23 .
  21. ^ Pieri, 2002, pag. 29 .
  22. ^ cfr. C. Bastelli, Don Carlo Baronio, 2004.
  23. ^ Dino Pieri, il Canonico Carlo Baronio e la sua opera, 1976, pag. 128.
  24. ^ in Calbucci, 2006, pag. 125 .
  25. ^ cfr. Bastelli, 2004 e D. Pieri, 2002 pagg. 20 - 21 .
  26. ^ v. A. Bazzani, 2000, pag. 59 : "Nello Statuto del 1931, all'art. 7, si ribadisce: 'Il sistema di educazione che si adotterà dev'essere senz'altro il sistema educativo del Beato don Bosco, cioé il sistema preventivo che assicura in modo tangibile il buon successo dell'educazione'.
  27. ^ A. Bazzani, 2000, pag. 60 .
  28. ^ idem pagg. 67 - 71 .
  29. ^ idem pagg. 71 - 74 .
  30. ^ Dino Pieri, 2002, pag. 8 .
  31. ^ cfr. Dino Pieri, 2002, pagg. 8 - 9 .
  32. ^ v. Marco 10, 29 - 30 .
  33. ^ Pieri, 2002, pagg. 24 - 26 .
  34. ^ v. A. Calbucci, 2006

Bibliografia e Filmografia

  • DINO PIERI, Il canonico Carlo Baronio e la sua opera, Cesena, Stilia, 1976.
  • DINO PIERI, Don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1987.
  • DON ARMANDO MORETTI, Fioretti di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1992.
  • DON ARMANDO MORETTI, Nuovi fioretti di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1994.
  • DON ARMANDO MORETTI, Don Carlo Baronio folgorato dal Vangelo, Cesena, Stilgraf, 1994.
  • ATTILIO BAZZANI (a cura di), Gli scritti di don Baronio. Documenti, luoghi e tempi della preghiera e della carità, Cesena, Stilgraf, 1996.
  • PAOLA ERRANI, Don Carlo Baronio, in Storia della Chiesa di Cesena, a cura di Marino Mengozzi, Cesena, Stilgraf, 1998, vol.I/2, pp. 429-442.
  • ATTILIO BAZZANI, Il metodo educativo di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 2000.
  • PADRE PAOLO BERTI, Alla scoperta di Padre Guglielmo Gattiani, Curia Prov.le Cappuccini di Bologna, 2001 (cap. 4°, paragrafo 2°).
  • DINO PIERI, Don Baronio, uomo di Dio e della Carità, Cesena, Stilgraf, 2002.
  • CESARE BASTELLI, Don Baronio, un apostolo di carità a Cesena, film documentario in VHS, Cesena, Assoc. e Fondaz. don Baronio, nel 30° della morte: 7 febbraio 2004.
  • ALFREDO CALBUCCI (a cura di), Il canonico Baronio. Detti e Aneddotti. Lettere di un ex allievo, Cesena, Litografia Brighi e Venturi, 2006.

Voci correlate

Collegamenti esterni