Partito d'Azione
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Il Partito d'Azione, conosciuto anche con la sigla PdA, è stato un partito politico italiano.
Il Partito d'Azione dal 1853 al 1867
Il primo Partito d'Azione italiano fu fondato da Giuseppe Mazzini nel 1853. Tra i suoi obiettivi c'erano le elezioni a suffragio universale, la libertà di stampa e di pensiero, responsabilizzare i governi davanti al popolo.
Il partito sostenne le imprese di Garibaldi ma si sciolse in seguito alle sconfitte sull'Aspromonte (1862) e a Mentana (1867). I membri del partito, in seguito all'unità d'Italia, confluirono nella sinistra storica di Agostino Depretis.
Il partito d'azione mazzinianofu in seguito fonte d'ispirazione del pensiero politico di Piero Gobetti e Carlo Rosselli, il Partito Repubblicano Italiano e il Partito d'Azione del 1942.
Il Partito d'Azione dal 1942 al 1947
Il Partito d'Azione rinacque nel luglio del 1942, riprendendo il nome del movimento politico risorgimentale fondato nel 1853 da Mazzini e sciolto nel 1870. Di orientamento radicale, repubblicano e socialista-moderato, ebbe vita breve e si sciolse nel 1947. I suoi membri furono chiamati "azionisti" e il suo organo ufficiale era "L'Italia libera".
Storia
Prima della fondazione
Le radici del partito vanno viste soprattutto nel movimento clandestino antifascista di Giustizia e Libertà, fondata dai fratelli Carlo e Nello Rosselli con l'intenzione di riunire tutto l'antifascismo non comunista e non cattolico, il quale si era riunito prevalentemente in Francia. Il movimento subì dure persecuzioni da parte della polizia fascista e dell'OVRA. Dopo la caduta di Mussolini e l'invasione nazista dell'Italia, i membri di Giustizia e Libertà organizzarono bande partigiane e parteciparono alla Resistenza con le brigate "Rosselli" e le brigate "Giustizia e Libertà". Il P.d'A. fu uno dei sette partiti del Comitato di Liberazione Nazionale.
Il governo Parri
Finita la guerra, il P.d'A. partecipò alle trattative per la nascita di un governo d'unità nazionale che guidasse la ricostruzione democratica ed economica dell'Italia. Aderì quindi al governo Bonomi e nel giugno del 1945 ottenne addirittura la presidenza del Consiglio con Ferruccio Parri, presidente del partito e già vice-comandante del Corpo Volontari della Libertà. Fu questo il momento di massimo consenso e potere per il P.d'A, anche se già con la caduta del governo Parri nel novembre '45 iniziava l'inesorabile declino. In questo periodo, il partito cercò di ampliare la propria base con l'ingresso di intellettuali repubblicani, liberalsocialisti e radicali.
La concentrazione democratica e le elezioni del 1946
Al primo congresso del febbraio 1946 emersero chiaramente le divisioni interne al P.d'A.: il partito approvò l'adesione alla costituenda Assemblea Costituente ma poi le divisioni fra le due correnti principali esplosero; la tendenza radical-democratica, guidata da Ugo La Malfa, dopo un acceso scontro verbale con Emilio Lussu, a capo della tendenza socialista, abbandonò il partito dando vita alla Concentrazione Democratica, che poi confluì nel Partito Repubblicano Italiano. La divisione fu un colpo duro per il P.d'A, che iniziò a dissolversi; le elezioni del 2 giugno 1946 furono un fallimento: ottenne solo l'1,5% dei voti e 7 eletti, che riuscirono a comporre un gruppo parlamentare Autonomista solo con l'apporto dei due eletti del Partito Sardo d'Azione e del valdostano Giulio Bordon.[1]
Lo scioglimento
Un secondo congresso fu convocato ad aprile del 1947 con l'obiettivo di rilanciare il partito, ricucire lo strappo dei repubblicani e eleggere una nuova classe dirigente. I dissensi interni, legati a tematiche importanti come la partecipazione al governo De Gasperi II e ad altri temi, emersero nuovamente. Formato da una élite di intellettuali, privo di una strategia che riducesse il distacco con le masse che il risultato delle elezioni aveva messo in evidenza, il partito si sciolse. I suoi membri aderirono soprattutto al Partito socialista, altri al Partito Socialista Democratico Italiano o al Partito repubblicano, pochi altri entrarono nel Partito comunista. In seguito, alcuni di essi (per es. Valiani, Ernesto Rossi) furono fra i fondatori del Partito Radicale. In Sardegna, Emilio Lussu guidò gli scissionisti che uscirono dal Partito Sardo d'Azione verso l'adesione al Partito socialista. Negli ultimi anni, sono nate altre piccole formazioni, ispirate al P.d'A.
Ideologia
Il partito si proponeva come scopo principale la realizzazione di un progetto di equità, accompagnato dalla giustizia sociale e dalla fede incrollabile nella democrazia e nella libertà. Aveva inoltre come ideali l'europeismo. Sentiva inoltre la necessità di costituire una formazione politica antifascista, a metà strada fra la Democrazia Cristiana definita immobilista, il Partito Socialista e i comunisti, con i quali gli azionisti discordavano riguardo la proprietà privata e, soprattutto, riguardo al concetto di dittatura del proletariato, identificato con la dittatura del partito. Comunque anche il Pd'A, almeno nella sua componente liberal-socialista, era molto distante dall'ideologia liberista e, nelle componenti più di sinistra come Trentin, Lussu, Foa, attraversato da visioni di socializzazioni parziali dei mezzi di produzione e democratizzazione del sistema produttivo, mentre la stragrande maggioranza del partito si espresse più volte in favore della nazionalizzazione dei complessi industriali e dei servizi pubblici come acqua, energia elettrica, autostrade, distribuzione di combustibili e riscaldamenti, gas.
I sette punti
Il 4 giugno 1942, durante la riunione costitutiva del partito, vengono elaborati i rinomati sette punti contenenti le indicazioni di massima di un futuro ordinamento riformatore;
- Costituzione di una repubblica parlamentare con classica divisione di poteri
- Decentramento politico-amministrativo su scala regionale (Regionalismo)
- Nazionalizzazione dei grandi complessi industriali
- Riforma agraria (revisione dei patti colonici)
- Libertà sindacale
- Laicità dello stato e separazione fra Stato e Chiesa
- Proposta di una federazione europea dei liberi stati democratici
Aderiscono al Partito d'Azione, dopo aver fondato nel 1943 il Movimento Federalista Europeo, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Il primo dei quali con la Liberazione nel 1945, in rappresentanza del Partito d'Azione, diventerà sottosegretario alla Ricostruzione nel Governo Parri e presidente dell'Arar (Azienda Rilievo Alienazione Residuati) fino al 1958.
Personalità legate al Partito d'Azione
| Per approfondire |
Attualmente
Attualmente dichiara di ispirarsi alla "tradizione" del Partito d'Azione il Nuovo Partito d'Azione [2].
Il Nuovo Partito d'Azione
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Il Nuovo Partito d'Azione (NPA) è un partito politico italiano nato nel 2005 che intende proseguire l'esperienza dello storico Partito d'Azione[3].
Ha come segretario nazionale il filosofo Giuseppe Antonio Quartana, detto Pino A. Quartana, ed è presente in tutte le regioni italiane [4].
A livello nazionale, il partito ha scelto di mantenere una posizione di dialogo e di sostegno principalmente con Movimento RadicalSocialista, Sinistra Ecologia Libertà, Federazione dei Verdi, Federazione della Sinistra, Libertà ed Eguaglianza, Radicali Italiani e Partito Socialista Italiano.
Storia
Appena costituitosi, l'NPA stringe una collaborazione elettorale con il Partito Socialista Democratico Italiano, presentando propri candidati nelle sue liste in occasione delle elezioni politiche del 2006, all'interno ella coalizione di centro-sinsitra, L'Unione. [5]
Nel 2008, in occasione delle elezioni nazionali, l'NPA deposita il suo simbolo al Ministero degli Interni e, fino al 10 marzo 2008, Pino A. Quartana è nella lista ufficiale dei candidati premier. Poi però non trova successo il tentativo di presentare liste del Nuovo Partito d'Azione. [6]
Il partito partecipa alle Elezioni regionali in Abruzzo del 2008 in una lista composta da Sinistra Democratica, Verdi e, appunto, Nuovo Partito d'Azione, nonché altri partiti e movimenti di sinistra. L'NPA candida, oltre che Antonella Perlino, anche il suo segretario regionale: Domenico Presutti [7]. La lista prende il 2,2% dei voti, arrivando ad un picco 3,55% a Raiano[8].
NPA era tra i soci fondatori di Sinistra e Libertà, ma si è tirato fuori poco prima della creazione effettiva della coalizione. Alla fine di aprile 2009, il partito dà un appoggio elettorale esterno alla Lista Anticapitalista. La Federazione della Sinistra ha poi proposto al Nuovo Partito d'Azione di entrare nella coalizione, ma poco dopo NPA si vede costretto a declinare l'invito a causa di alcune scelte che i nuovi azionisti definiscono poco lungimiranti e quindi rinuncia preventivamente ad essere il nuovo partner anche dell'altra coalizione di sinistra[9].
Il 28 ottobre 2010, il segretario Pino A. Quartana lancia la sua candidature per le prossime primarie della coalizione di centro-sinistra. [10][11]
Programma
- Introduzione di un reddito universale di cittadinanza e di altre misure di welfare.
- Rientro del debito pubblico.
- Lotta al precariato e alla disoccupazione.
- Raggiungimento di una piena laicità dello stato. Rottura del concordato tra Stato italiano e Vaticano.
- Diritti civili: testamento biologico ed eutanasia, PACS, legge contro l'omofobia, nozze gay, adozione gay, legge permissiva nel campo della fecondazione medicalmente assistita, uso delle cellule staminali per ricerca e terapia.
- Riforma radicale e profonda del sistema scolastico, ispirandosi in parte ai modelli finnico-svedese, giapponese e inglese. Miglioria dei rapporti tra scuola e lavoro, con possibilità di stage lavorativi.
- Creazione di un istituto di controllo delle università che verifichi dove si spreca e dove no, in modo da aumentare o diminuire i fondi con cognizione di causa e solo dove serve, quindi non "a pioggia".
- Aumento dei fondi per la ricerca scientifica.
- Tutela dell'ambiente; maggiori incentivi alla raccolta differenziata; incentivazione delle energie rinnovabili, in particolar modo il fotovoltaico e l'eolico di nuova generazione; lotta all'inquinamento e all'elettrosmog.
- Legalizzazione delle droghe leggere e lotta alle droghe pensati tramite i metodi di riduzione del danno.
- Legalizzazione regolamentata della prostituzione.
- Lotta alle delocalizzazione delle aziende e delle fabbriche all'estero.
- Lotta agli sprechi e ai privilegi della "casta politica"; riduzione dei costi del sistema politico.
- Tutela dei beni culturali, naturali e artistici. Aumento dei fondi per le attività culturali. Aumento dei fondi per l'archeologia ed il restauro.
- Separazione delle carriere dei magistrati.
- Legge contro il conflitto d'interessi.
- Lotta alla corruzione, alle raccomandazioni e al nepotismo. Incentivazione della meritocrazia. Estensione della trasparenza.
- Legge atta a favorire la libertà di stampa.
- Lotta all'evasione fiscale.
- Inasprimento delle leggi contro il terrorismo.
- Lotta dura alla mafia.
- Inasprimento delle pene contro ogni reato comune.
- Nuova legge sui concorsi pubblici che metta realmente tutti i cittadini partecipanti sullo stesso piano.
- Abolizione della prescrizione per un maggior numero di reati.
- Abolizione delle provincie.
- Elezione diretta da parte dei cittadini degli amministratori degli enti a nomina regionale, come le ASL.
- Federalismo.
- Lotta al rialzo dei prezzi.
- Diritto di voto agli immigrati regolari; facilitazione della regolamentazione e della cittadinanza.
- Ristrutturazione e messa in sicurezza di scuole, ospedali e carceri.
- Lotta alla sovraffollamento nelle carceri.
- Ritiro dei soldati italiani all'estero e tagli alle spese militari.
- Politiche fortemente europeiste.
Note
- ^ La Camera dei deputati
- ^ Vedi http://www.nuovopartitodazione.it/
- ^ http://www.nuovopartitodazione.it/ita/NPA_storia.htm
- ^ http://www.radicalsocialismo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=906&Itemid=76
- ^ http://www.nuovopartitodazione.it/ita/NPA_storia.htm
- ^ http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/15/0827_Contrassegni_Ammessi_web.pdf
- ^ http://www.sdabruzzo.it/index2.php?option=com_content&do_pdf=1&id=335
- ^ http://www.repubblica.it/speciale/2008/elezioni/regionali/abruzzo.html
- ^ http://www.nuovopartitodazione.it/ita/NPA_storia.htm
- ^ http://www.informazione.it/c/09036D4F-9AD5-42AC-A3C3-502325A8FBCE/PRIMARIE-SI-CANDIDA-ANCHE-IL-SEGRETARIO-NAZIONALE-NPA
- ^ http://www.prismanews.net/politica/primarie-a-sinistra-si-candida-anche-il-segretario-npa.html
Bibliografia
- Franco Della Peruta, I democratici e la rivoluzione italiana. Dibattiti ideali e contrasti politici all'indomani del 1848, Milano, Feltrinelli, 1958.
- Emilio Lussu, Sul Partito d'Azione e gli altri. Note critiche, Milano, Mursia, 1968.
- Elena Aga Rossi, Il movimento repubblicano, Giustizia e Libertà e il Partito d'Azione, Bologna, Cappelli, 1969.
- Alfonso Scirocco, I democratici italiani da Sapri a Porta Pia, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1969.
- Franco Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani. Il partito d'azione, 1830-1845, Milano, Feltrinelli, 1974.
- Giovanni De Luna, Storia del Partito d'Azione. 1942-1947, Milano, Feltrinelli, 1982.
- Giancarlo Tartaglia (a cura di), I congressi del Partito d'Azione. 1944-1946-1947, Roma, Archivio trimestrale, 1984.
- Giuseppe Galasso, Italia democratica. Dai giacobini al Partito d'Azione, Grassina, Bagno a Ripoli, Le Monnier, 1986. ISBN 88-00-84042-6
- Lamberto Mercuri (presentazione di), L'azionismo nella storia d'Italia, Ancona, Il lavoro editoriale, 1988. ISBN 88-7663-185-2
- Mario Andreis, L'ora del partito d'azione. Scritti scelti 1944-1985, Torino, Istituto storico della resistenza in Piemonte, 1991.
- Antonio Carioti (a cura di), La lezione dell'intransigenza. L'azionismo cinquant'anni dopo, Roma, Acropoli, 1992. ISBN 88-85355-17-X
- Antonio Jannazzo, Liberali e azionisti tra politica e cultura, Palermo, La Zisa, 1993.
- Aldo Alessandro Mola, Giellisti, 3 voll., Cuneo, Cassa di Risparmio di Cuneo-Banca regionale europea, 1997.
- Clementina Gily Reda (a cura di), L'azionismo come partito. Organizzazione ed ideali. Ciclo di conferenze, 8 novembre-6 giugno 1997, Avellino, Edizioni del Centro Dorso, 1998.
- Claudio Novelli, Il Partito d'Azione e gli italiani. Moralità, politica e cittadinanza nella storia repubblicana, Milano, La nuova Italia, 2000. ISBN 88-221-4241-1
- Elena Savino, La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale, Milano, FrancoAngeli, 2010. ISBN 9788856823882
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