Struttura dell'Angiotensina I e II

L'angiotensina è una proteina che stimola la vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa. Partecipa al sistema renina-angiotensina-aldosterone, risultando quindi un obiettivo ideale per farmaci che, con azione diuretica, contrastano l'ipertensione; l'angiotensina infatti stimola, in caso di bassa pressione, il surrene a produrre aldosterone che aumenta la ritenzione idrica e quindi la pressione stessa.

L'angiotensina risulta quindi essere un importante ormone con, oltre alle funzioni citate, un potente effetto dipsogeno (ossia di stimolare la sete); viene sintetizzato in una forma primaria, angiotensinogeno, dal fegato e convertito nella sua forma definitiva dalla renina prodotta dal rene.

È stata isolata per la prima volta a fine anni '30, sia a Indianapolis sia in Argentina, durante studi non correlati fra loro tant'è che le furono assegnati due nomi diversi, rispettivamente Angiotonina e Ipertensina; successivamente fu sintetizzata in laboratorio[1].

Precursore e forme dell'angiotensina

Angiotensinogeno

L'angiotensinogeno è un α-2-globulina, prodotta e messa in circolo dal fegato, appartenente alla famiglia delle serpine. I suoi livelli plasmatici sono incrementati dai corticosteroidi, dagli estrogeni, dall'ormone tiroideo e dai livelli di angiotensina II. L'angiotensinogeno umano è lungo 452 aminoacidi, di cui i primi 12 risultano avere una grande importanza funzionale: Asp-Arg-Val-Tyr-Ile-His-Pro-Phe-His-Leu-Val-Ile[2]

Angiotensina I

Asp-Arg-Val-Tyr-Ile-His-Pro-Phe-His-Leu
 
Sistema renina-angiotensina-aldosterone

L'angiotensina I è formata dall'azione della renina sull'angiotensinogeno. La renina è prodotta dal rene in risposta alla diminuzione della pressione arteriosa renale a livello dell'apparato juxtaglomerulare o alle ridotte concentrazioni di elettroliti quali sodio o cloro a livello della macula densa: a una maggiore concentrazione di sodio il rilascio di renina è diminuito.

La renina scinde il legame peptidico tra un residuo di leucina e valina dell'angiotensinogeno, generando il polipeptide angiotensina I, che non pare avere attività biologica ma esista solo in qualità di precursore dell'angiotensina II.

Angiotensina II

  Lo stesso argomento in dettaglio: Angiotensina II.
Asp-Arg-Val-Tyr-Ile-His-Pro-Phe

L'angiotensina I è convertita in angiotensina II attraverso la rimozione di due residui carbossiterminali dall'enzima convertitore dell'angiotensina (ACE) che si trova soprattutto nei capillari dei polmoni, nei quali raggiunge la maggior concentrazione nel corpo. L'angiotensina II agisce come un ormone endocrino, autocrino e paracrino.

L'ACE è il bersaglio degli ACE inibitori, che ne diminuiscono il livello di produzione e sono perciò tra i più efficaci farmaci contro l'ipertensione. L'angiotensina II aumenta la pressione del sangue stimolando la contrazione della componente muscolare liscia delle arterie.

Sono noti anche altri prodotti dell'ACE, lunghi 7 o 9 aminoacidi; hanno differenti affinità per i recettori dell'angiotensina, anche se la loro esatta funzione non è ancora chiara.

L'angiotensina II è degradata ad angiotensina II dalle angiotensinasi che sono localizzate nelle emazie e nel sistema vascolare: ha una emivita plasmatica di circa 30 secondi, mentre nei tessuti può arrivare fino a 15-30 minuti.

Angiotensina III

Asp | Arg-Val-Tyr-Ile-His-Pro-Phe

L'angiotensina III ha il 40% dell'azione vasocostrittoria della II, ma il 100% della sua attività di produzione dell'aldosterone.

Angiotensina IV

Arg | Val-Tyr-Ile-His-Pro-Phe

L'angiotensina IV è un esapeptide che ha attività minori delle precedenti.

Effetti

L'angiotensina II, III e IV hanno numerosi effetti sul corpo:

Effetti cardiovascolari

Questi ormoni hanno potenti effetti vasocostrittori, diminuendo il lume di arterie e vene e aumentando la pressione sanguinga. La II ha inoltre un potenziale protrombotico favorendo l'adesione e l'aggregazione delle piastrine e la produzione di inibitori dell'attivazione del plasminogeno[3][4]. Quando la crescita delle cellule cardiache è stimolata, un sistema locale (autocrino-paracrino) renina-angiotensina viene attivato nel miocita, stimolando un sistema di crescita della cellula attraverso la Protein-Chinasi C. Lo stesso meccanismo può venire attivato nella cellula muscolare liscia, in caso di ipertensione, aterosclerosi o danno endoteliale. L'angiotensina II è il più importante stimolatore cardiaco del Gq in caso di ipertrofia.

Effetti neurotropi

L'angiotensina II ha un potente effetto dipsogeno (di stimolare la sete) agendo sull'organo subfornicale del cervello, attenua l'attività dei riflessi barocettoriali e stimola il desiderio di sale. Potenzia inoltre la secrezione di vasopressina nella neuroipofisi e la secrezione di corticotropina nell'adenoipofisi; potenzia anche il rilascio di norepinefrina agendo direttamente sulle fibre post-gangliari del sistema simpatico.

Effetti surrenali

L'angiotensina II agisce sulla corteccia del surrene stimolando il rilascio di aldosterone, un ormone che causa a livello renale ritenzione di sodio ed eliminazione di potassio. Elevati livelli di angiotensina II sono responsabili degli ugualmente elevati livelli di aldosterone presenti durante la fase luteale del ciclo mestruale.

Effetti renali

L'angiotensina II ha un effetto diretto sui tubuli prossimali, aumentando il riassorbimento di sodio. Ha inoltre un complesso e variabile effetto sulla filtrazione glomerulare e sulla pressione sanguigna nel distretto renale: aumenti della pressione sistemica manterranno la pressione di perfusione, e allo stesso tempo la costrizione delle arteriole afferenti ed efferenti diminuiranno il flusso sanguigno locale contribuendo a una più fine regolazione della pressione. L'effetto sulla resistenza delle arteriole efferenti è comunque decisamente più marcata, in parte dovuto al loro minore diametro; questo porta ad aumentare la pressione idrostatica nel glomerulo mantenendo costante la filtrazione. Inoltre, l'angiotensina fa parte di un sistema di feedback tubuloglomerulare che previene un eccessivo aumento della filtrazione.

Quest'ormone causa inoltre il rilascio locale di prostaglandine, che invece lavorano come antagonisti della vasocostrizione renale: l'effetto netto di questi meccanismi competitivi risulta in un accurato controllo della filtrazione, e possono variare sotto regime farmacologico.

Voci correlate

Note

  1. ^ (EN) Basso N, Terragno NA, History about the discovery of the renin-angiotensin system, in Hypertension, vol. 38, n. 6, December 2001, pp. 1246–9, DOI:10.1161/hy1201.101214.
  2. ^ (EN) NCBI HomePage
  3. ^ (EN) Skurk T, Lee YM, Hauner H, Angiotensin II and its metabolites stimulate PAI-1 protein release from human adipocytes in primary culture, in Hypertension, vol. 37, n. 5, May 2001, pp. 1336–40.
  4. ^ (EN) Gesualdo L, Ranieri E, Monno R, et al., Angiotensin IV stimulates plasminogen activator inhibitor-1 expression in proximal tubular epithelial cells, in Kidney Int., vol. 56, n. 2, August 1999, pp. 461–70, DOI:10.1046/j.1523-1755.1999.00578.x.

Biblografia

  • (EN) de Gasparo M, Catt KJ, Inagami T, "et al.", International union of pharmacology. XXIII. The angiotensin II receptors, in Parmacol Rev., vol. 52, n. 3, 2000, pp. 415–472.
  • (EN) Brenner & Rector's The Kidney, 7th ed., Saunders, 2004.
  • (EN) Mosby's Medical Dictionary, 3rd Ed., CV Mosby Company, 1990.
  • (EN) Review of Medical Physiology, 20th Ed., William F. Ganong, McGraw-Hill, 2001.
  • (EN) Clinical Physiology of Acid-Base and Electrolyte Disorders, 5th ed., Burton David Rose & Theodore W. Post McGraw-Hill, 2001

Collegamenti esterni