Domenico Cotugno
Domenico Cotugno (Ruvo di Puglia, 29 gennaio 1736 – Napoli, 6 ottobre 1822) è stato un medico, anatomista e chirurgo italiano.

Biografia
La vita
Figlio di Michele e Chiara Assalemi e proveniente da una famiglia di modesti agricoltori pugliesi, studiò inizialmente a Molfetta e, una volta ritornato a casa, si dedicò, per lo più da autodidatta, alla matematica e alla filosofia. La preparazione che ricevette in queste cittadine fu prettamente umanistica e limitata a poche conoscenze scientifiche; il cambiamento avvenne quando all'età di 16 anni si trasferì a Napoli, dove fu introdotto alla fisica e alla medicina e conobbe Antonio Genovesi il quale lodò il giovane Cotugno per "la bella scoverta degli acquedotti dell'orecchio".[1] Dal 1754 divenne prima assistente poi medico dell'Ospedale degli Incurabili, che fu la sua vera palestra di sperimentazione medico-scientifica. Conseguita la laurea presso la Scuola medica salernitana, incominciò ad impartire lezioni private di medicina, prima di tentare dei concorsi per l'insegnamento universitario, in particolare all'ateneo di Napoli.
Qui, nel 1758, fu associato alla cattedra di notomia (anatomia descrittiva e patologica), della quale più tardi, appena trentenne, nel 1766, ottenne la titolarità, appena un anno dopo il suo rientro in città dopo un viaggio di circa tre mesi per l'Italia, del quale ha lasciato testimonianza nell' "Iter Italicum Patavinum". In questo resoconto non ha trattato dei motivi del viaggio che però possono essere intuiti: la volontà di conoscere nuovi territori, di abbandonare la capitale dopo l'epidemia del 1764 che lo aveva coinvolto in prima persona, e soprattutto il desiderio di incontrare gli scienziati che avevano discusso le sue scoperte. Nel 1781, quando Anton Mario Lorgna decise di ampliare l'Accademia dei XL, fu incluso anche Cotugno che divenne, inoltre, medico di corte in Austria e Germania, al seguito del re Ferdinando IV, in seguito ad un viaggio del quale fornisce un resoconto nell'"Iter Germanicum". Nel 1794 si sposa con Ippolita Ruffo, vedova del duca Francesco di Bagnara, "un matrimonio che sembrava però rispondere più a esigenze sociali (il suo ingresso a Corte), che ad altre necessità"[2]. Cotugno nei suoi numerosi viaggi aveva sempre manifestato interesse per ospedali, biblioteche e musei e si prefissò di allineare Napoli alle grandi città europee, ma i progetti intrapresi si interruppero dopo la Rivoluzione del 1799 per la mancanza di un vero e proprio piano di riforma dello Stato. Venne fondato un Istituto a cui erano collegate tutte le società economiche delle province e del quale Cotugno divenne presidente. A Napoli diede anche inizio a misure profilattiche contro la tubercolosi e fu inoltre Decano della facoltà di medicina, rettore della medesima università partenopea e proto-medico generale del Regno delle Due Sicilie. Socio di numerose accademie, italiane e straniere, la città di Napoli gli intitolò un ospedale in cui si curano le malattie infettive, mentre l'Ospedale degli Incurabili, cui Cotugno aveva disposto un lascito, conserva un suo busto.
L'attività
Fu protagonista di importanti scoperte neurologiche, grazie a un'intensa attività clinica e anatomica.
Le prime scoperte
Nel De aquaeductibus auris humanae internae (1761) descrisse per primo il nervo naso-palatino, gli acquedotti del vestibolo e della chiocciola dell'orecchio interno, dimostrando inoltre che il labirinto era pieno di liquido e privo di aria, come invece stabiliva una teoria secolare risalente ad Aristotele. Cotugno dimostrò che il suono si poteva propagare anche nei liquidi, così come, in base a quanto egli afferma nella prefazione alla sua opera, gli era apparso centinaia di volte nell'esame dei cadaveri. Ebbe il sostegno di varie personalità tra cui Giovan Battista Morgagni, ma incontrò numerose obiezioni, in primis quella dei membri dell'Accademia di Bologna, i quali sostenevano che la linfa fosse un elemento patologico e che non si potesse provare che l'orecchio contenesse del liquido; anzi sembrava impossibile che potesse racchiudere l'elevata quantità di liquido indicata da Cotugno.
Nel De ischiade nervosa commentarius (1774) descrisse le cause e la sede della sciatica, provocata da un'infiammazione del nervo sciatico a causa di una sostanza acida proveniente dalla cavità cranica o spinale, e il liquido cefalorachidiano (detto anche, in suo onore, liquor Cotumnii); riconobbe inoltre la presenza di albumina nelle urine dei nefritici. La maggior parte di queste scoperte era stata compiuta prima che compisse 20 anni; ma il "De ischiade", non essendo in contrasto con i dettami dell'anatomia classica, non scatenò la bufera della prima opera.
Secondo Benedetto Croce, Cotugno potrebbe essere stato il vero autore del celebre trattato Delle virtu e dei premi (il secondo del suo genere dopo Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria) che, uscito anonimo nel 1766, fu ristampato l'anno seguente, anche in francese, recando come autore il giurista aquilano Giacinto Dragonetti e a questi sempre attribuito[3].
Pubblicazioni
In vita
- De acquaeductibus auris humanae internae anatomica dissertatio, ex typ. Simoniana, Neapoli 1761 (poi Viennae 1774, Bononiae 1775 e ss.).
- De ischiade nervosa commentarius, apud fratres Simonios, Neapoli 1764 (nuova ediz. Carpi 1768 e ss.).
- De sedibus variolarum syntagma, apud fratres Simonios 1769 (poi Bononiae 1775 e ss.).
- De animorum ad optimam disciplinam praeparatione oratio, ex typ. simoniiana, Neapoli 1778.
- Dello spirito della medicina, Tip. Morelli, Napoli 1783.
Postume
- Opuscula medica, 2 voll., ex Officina Bibliographica et Typographica, Neapoli 1826-1827
- Opera posthuma, 4 voll., a cura di Pietro Ruggiero, Tramater, Napoli 1830-1832.
- Due consulti inediti: tratti dai manoscritti della libreria Guzzoni, Lana, Fano 1852.
- Alcuni scritti inediti [di argomento medico], a cura di D. Cirillo, Tip. Nistri, Pisa 1890.
- Iter italicum anni 1765, edito da L. Belloni, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere, Milano 1960.
- Opere, antologia a cura di A. Iurilli, con commento di R.M. Rossini, Lacaita, Manduria 1986.
Tradotte dal latino
- Commentario sulla sciatica nervosa, recato in italiano da F. Morlicchio, Vico S. Girolamo ed., Napoli 1860.
- Dissertazione anatomica degli acquedotti dell'orecchio interno dell'uomo, trad. di V. Mangano, Pozzi, Roma 1932.
- Intorno agli acquedotti dell'orecchio interno umano, versione di L. Ricciardi-Mitolo, Trizio, Bari 1951.
- De ischiade nervosa commentarius, traduz. e cura di D. Lassandro, Cacucci, Bari 1983.
Lettere e documenti
- Per la storia dell'anatomia dell'orecchio. Lettere inedite di Domenico Cotugno e di Leopoldo Marcantonio Caldani, a cura di G. Bilancioni, Stab. tip. Testa, Biella 1915.
- Lettere del 1761 fra D. Cotugno e G.B. Morgagni, a cura di L. Belloni, in «Physis», XII (1970), pp. 415-423.
- Domenico Cotugno: documenti d'archivio 1766-1833, a cura di A. Borrelli, La città del sole, Napoli 1997.
Riconoscimenti
A L'Aquila gli è stato intitolato il liceo classico mentre a Ruvo di Puglia gli è intestata la Scuola secondaria di primo grado.
Note
Bibliografia
- Domenico Cotugno (Necrologio), in «Atti del Reale Istituto d'Incoraggiamento di Napoli», t. V, Tip. Fernandes, Napoli 1834, pp. 323-333]
- Benedetto Croce, Nuove pagine sparse, serie II, Ricciardi, Napoli 1948.
- A. Iarrilli, Un medico nella Rivoluzione: Domenico Cotugno, in A. Massafra (a cura di), Patrioti e insorgenti in provincia: il 1799 in Terra di Bari e Basilicata, Bari 2002, pp. 193-210.
- B. Volpes, Cotugno (Domenico), in E. De Tipaldo (a cura di), Biografia degli italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti del secolo XVIII, e de' contemporanei, compilata da letterati italiani di ogni provincia, vol. I, Alvisopoli, Venezia 1834, pp. 290-295