Un anno sull'Altipiano
Un anno sull'Altipiano è un libro di memorie di Emilio Lussu.
Un anno sull'Altipiano | |
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Autore | Emilio Lussu |
1ª ed. originale | 1938 |
Genere | memoriale |
Ambientazione | Altopiano di Asiago, Prima guerra mondiale, 1916/1917 |
Protagonisti | l'Autore |
Ambientato sull'altopiano di Asiago, fu scritto tra il 1936 ed il 1937 su insistenza dell'amico Gaetano Salvemini e pubblicato nel 1938 a Parigi mentre l'autore era in esilio perché perseguitato politico (la vicenda della sua fuga dall'isola di Lipari, dove era stato confinato, è raccontata da Lussu nel suo memoriale La catena).
Contenuto
L'anno cui si fa cenno nel titolo è relativo al periodo trascorso dalla Brigata Sassari sull'Altipiano di Asiago; nel libro si fa riferimento ad una serie di episodi avvenuti in quel lasso di tempo, tra il giugno 1916 e il luglio 1917, benché talvolta anche episodi avvenuti in altri momenti della guerra siano inseriti nella narrazione. Inoltre, quasi sempre la reale identità dei protagonisti è mascherata in vario modo.
Essendo stato scritto a memoria, e a vent'anni di distanza dagli avvenimenti, il testo non è privo di imprecisioni ed anche di errori, che tuttavia non sono tali da comprometterne la sostanziale rispondenza alla verità storica, né tanto meno da giustificare la tesi che vede nell'opera una narrazione di tipo romanzesco.
Lussu, che pure era stato un acceso interventista e si era battuto con grande coraggio durante tutta la guerra, assume un atteggiamento fortemente critico nei confronti dei comandi militari dell'epoca. La guerra venne condotta male da generali impreparati e presuntuosi, incapaci di rendersi conto dei propri errori, e decisi spietatamente a sacrificare migliaia di vite umane pur di conquistare pochi palmi di terreno (nella prima guerra mondiale, l'Italia perse mezzo milione di combattenti, più che nella seconda).
I tremendi e funesti errori dei comandi fanno sì che, sempre più spesso, essi vengano considerati dai combattenti come i loro veri nemici. Alcuni, come il Ten. Ottolenghi, arrivano pertanto ad auspicare un ammutinamento generale in cui i reparti facciano dietro front e poi vadano avanti, sempre avanti, fino a Roma, "perché lì è il gran quartier generale nemico."
L'atmosfera surreale di insensatezza e di assurdità, che Lussu comunica magistralmente nelle sue pagine, rispecchia fedelmente una guerra che l'esercito italiano combatté ottusamente sempre all'offensiva, fino al 1917, logorandosi fin quasi all'esaurimento e crollando miseramente al contrattacco degli austro-tedeschi (Caporetto).
Il memoriale di Lussu, comunque, si interrompe prima della XI battaglia della Bainsizza (annunciata nell'ultima pagina del libro) e della successiva rotta di Caporetto.
Personaggi
Nel libro, Lussu presenta alcuni personaggi memorabili, che ne fanno la grandezza di narratore: il ribelle Ottolenghi, l'astuto sempliciotto soldato Marrasi Giuseppe, il folle generale Leone (basato sul Generale Giacinto Ferrero), il fedele amico Avellini e altri ancora. Soprattutto spicca la dignità, la capacità di sopportazione e l'umanità dei soldati semplici: i poveri diavoli che pagano le spese di scelte politiche e militari irresponsabili. Nella conclusione che si trae, tutti i personaggi sono accomunati dalla paura della guerra e dalla speranza che essa finisca presto.
Stile dell'opera
Un anno sull'Altipiano è considerato una fedele e documentaristica narrazione delle esperienze di guerra del capitano Lussu nella Brigata Sassari (i cui soldati, temuti dagli austriaci, per il coraggio e la determinazione dimostrati ripetutamente in battaglia, erano detti "Diavoli rossi" o "Dimonios").
Alcuni però ritengono che l'opera non possa essere presa come un memoriale.[1] Cioè si deve alle ricerche compiute da due storici italiani, Pozzato e Nicolli, che hanno consultato tutta la documentazione esistente sulla Brigata Sassari nel periodo in cui ne faceva parte Lussu, secondo i quali la narrazione presenterebbe una serie d'incongruenze.[2]
Questo porta a considerare Un anno sull'altipiano come un'opera mista di memoriale (perché la maggior parte dei fatti raccontati riprendono avvenimenti realmente accaduti, anche se talvolta le date riportate da Lussu non corrispondono esattamente a quelle delle altre fonti documentarie) e romanzo (perché i personaggi non corrispondono esattamente a figure ben identificate della Brigata Sassari, come ad esempio il Generale Leone).
L'opera comunque, per la tenuta dello stile semplice ma estremamente efficace, e per il ritmo narrativo (ottenuto dalla scelta di evidenziare una serie di episodi salienti, senza cercare di costruire una trama lineare), è riconosciuta come una delle più belle e potenti tra tutte quelle ispirate dalla Grande guerra in Italia e all'estero.
La critica
Il fatto che a settant'anni dalla sua pubblicazione Un anno sull'Altipiano continui regolarmente a essere ristampato sta a dimostrare il valore e la forza di questo libro. Nonostante sia stato a lungo trascurato dai critici sia accademici che militanti, vi sono recenti letture che mettono in luce la qualità letteraria di questa e altre opere di Lussu (come Marcia su Roma e dintorni), e sostengono che nelle pagine di questo memoriale-romanzo si anticipano tecniche e idee della successiva letteratura del XX secolo.[3][4]
Un indizio della recente rivalutazione è l'inserimento di Un anno sull'altopiano nel "canone" delle 137 opere fondamentali della Letteratura Italiana Einaudi.
Dal romanzo ha preso ispirazione anche Francesco Rosi per il film Uomini contro, del 1970, con Gian Maria Volonté.
Note
- ^ Du Pont, Konraad, 2000. “Il motivo del cognac in Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu”. Soavi sapori della cultura italiana, eds. Van Der Bossche, Bert, Michel Bastiaensen, and Corinna Salvatori-Lonergan. Firenze: Franco Cesati, 273-87.
- ^ Pozzato, Paolo e Giovanni Nicolli. 1916-1917: Mito e antimito. Un anno sull’altipiano con Emilio Lussu e la Brigata Sassari. Bassano sul Grappa: Ghedina e Tassotti, 1991.
- ^ Rossi, Umberto. “The Alcoholics of War: Experiencing Chemical and Ideological Drunkenness in Emilio Lussu’s Un anno sull’altipiano”, Mosaic, 38:3 September 2005, pp. 77-94.
- ^ Rossi, Umberto. Il secolo di fuoco: Introduzione alla letteratura di guerra del Novecento, Roma, Bulzoni, 2008, pp. 112-6.
Voci correlate
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