Sudan

stato dell'Africa subsahariana

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Sudan
al-Nasr la-na
(arabo: la vittoria è nostra)
Sudan - Localizzazione
Sudan - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica del Sudan
Nome ufficialeجمهورية السودان
Jumhūriyyat al-Sūdān
Lingue ufficialiarabo
CapitaleKhartum
Politica
Forma di governoGiunta militare
Capo di StatoOmar Hasan Ahmad al-Bashir
Capo di GovernoOmar Hasan Ahmad al-Bashir
Indipendenza1º gennaio 1956
Ingresso nell'ONU12 novembre 1956
Superficie
Totale2.505.810 km² (10º)
% delle acque5,18%
Popolazione
Totale39.148.162 ab. (2004) (31º)
Densità15 ab./km²
Nome degli abitantisudanesi
Geografia
ContinenteAfrica
Fuso orarioUTC +3
Economia
ValutaSterlina sudanese (dal 9/01 2007)
PIL (nominale)87,885 milioni di $ (2008) (70º)
PIL pro capite (nominale)2,309 $ (2008) (138º)
ISU (2007)0,531 (medio) (150º)
Varie
Codici ISO 3166SD, SDN, 729
TLD.sd
Prefisso tel.+249
Sigla autom.SUD
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleنحن جند الله جند الوطن Nahnu jund Allah jund al-watan ("Siamo l'esercito di Dio, l'esercito della patria")
Festa nazionale1º gennaio
Sudan - Mappa
Sudan - Mappa

La Repubblica del Sudan (in arabo جمهورية السودان الديموقراطية?) è uno Stato dell'Africa subsahariana.

Il Sudan confina ad est per circa 600 km con il Mar Rosso, l'Eritrea e l'Etiopia, a sud con il Kenia, l'Uganda e la Repubblica Democratica del Congo, ad ovest con il Ciad e la Repubblica Centrafricana e a nord confina con l'Egitto e la Libia.

In termini di superficie è il più grande stato del continente africano. Attualmente il Sudan è una repubblica presidenziale retta però da una giunta militare.

Il nome deriva dall'arabo Bilād al-Sūdān, che vuol dire "Paese dei Neri", poiché gli arabi così chiamavano i territori confinanti col Sahara meridionale, le cui popolazioni erano appunto di colore.

Geografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Sudan.

Il Sudan è uno stato situato nella parte nord-orientale dell'Africa.

Il paese, che ha una superficie pari a 2.505.810 km² è il più esteso del continente africano, si affaccia sul Mar Rosso.

Morfologia

Il territorio è per lo più pianeggiante. Vi sono alcune montagne nell'estremo sud. Il nord è prevalentemente desertico.

Popolazione

I sudanesi sono somaticamente assai vari e appartengono a diverse etnie originate dall'unione dei gruppi nilotico, camitico e semitico.

Demografia

 
Curva demografica
 
Grafico statistiche popolazione
  • Fasce di età:
    • 0-14 anni: 43.7% (maschi 8.730.609; femmine 8.358.569)
    • 15-64 anni: 54.1% (maschi 10.588.634; femmine 10.571.199)
    • 65 e oltre: 2.3% (maschi 490.869; femmine 408.282)
  • Tasso di crescita della popolazione: 2.64%
  • Mortalità infantile:
    • totale: 64.05/1.000
    • maschi: 64.8/1.000
    • femmine: 63.26/1.000
  • Aspettativa di vita: 56,9 anni (uomini) / 59,3 anni (donne)

(Tutti i dati si riferiscono a stime del 2004.)

Censimento 2008

Dal 22 al 30 aprile 2008 è stato condotto un censimento nazionale, di cui ancora non sono stati resi noti i risultati, attesi per aprile 2009. Secondo il giornale sudanese al-Sahafa, la città di Khartum sarebbe ormai arrivata a contare cinque milioni di abitanti; il Darfur e il Sudan Meridionale avrebbero rispettivamente circa 7,5 e 8,2 milioni di abitanti, ovvero complessivamente circa il 40% della popolazione nazionale. I sud sudanesi che ancora vivono come sfollati in Nord Sudan sarebbero circa 500mila. Le autorità del Sudan Meridionale hanno detto di non essere disposte a prendere in considerazione «nessun conteggio che non certifichi che gli abitanti del Sud Sudan sono un terzo della popolazione dell'intero paese».[senza fonte]

Lo svolgimento del censimento - il primo dopo la guerra civile scoppiata nel 1983 e conclusa nel 2005 ed anche il primo effettuato contemporaneamente in tutto il Sudan - è stato particolarmente complicato, a causa sia delle difficoltà logistiche sia delle molte situazioni di tensione, in particolare nei campi di sfollati in Darfur. Nonostante questo, Abd al-Baqi al-Kaylani, presidente del comitato incaricato della valutazione del censimento, ha dichiarato che osservatori internazionali hanno complessivamente convalidato il censimento stesso.

Etnie

Le principali etnie di origine nilotica sono:

A partire dal Medioevo, con il sopravvento arabo, queste popolazioni autoctone nere si sono mischiate con le popolazioni camitiche e semitiche con pelle più chiara e tipo somatico simile al mediterraneo.

Esistono anche delle etnie nere di origine non nilotica che sono gli azandè, soprannominati Niam-Niam.

Le popolazioni del Darfur si suddividono in quattro etnie più numerose: Zagawa, Mazalit, Tama e Fur (da cui il nome: Dar = sede + Fur); esistono poi molte altre etnie meno numerose.

Lingue

Le lingue più diffuse sono:

Religioni

L'Islam è religione di stato: è professato dal 70% della popolazione. Il 25% professa religioni tradizionali africane ("animistiche") mentre il restante 5% professa il Cristianesimo. Animisti e cristiani vivono prevalentemente nel sud del paese, dove iniziò l'attività missionaria cristiana in epoca coloniale.

Tutte le lingue della popolazione sudanese hanno una parola Jok, talvolta jwok che può essere derivata sia da jo "essere vivente, uomo" che da Jahvé o Geova, dio degli israeliti nel periodo arcaico, il cui significato varia da tribù a tribù: talvolta indica l'Essere Supremo, concepito come il creatore dell'Universo, talaltra indica gli spiriti inferiori.

Storia

Ritrovamenti ascrivibili al paleolitico segnalano una antropizzazione assai antica.

A Singa, località nella wilaya del Nilo azzurro, fu scoperto un cranio di Homo sapiens boscimanoide, mentre manufatti rudimentali sono stati ritrovati in più zone, con la notevole industria del ciottolo di Nuri.

Il Regno della Nubia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Nubia.
 
Statua di un re Nubiano

La regione settentrionale del Sudan attuale nell'antichità era conosciuta anche come "regno della Nubia" o regno di Kush, e la sua civiltà fiorì essenzialmente lungo il corso del Nilo, tra la prima e la sesta cataratta. I regni che si susseguirono furono grandemente influenzati dal vicino Egitto faraonico, ed a loro volta vi fecero sentire il loro influsso.

In realtà, infatti, i confini tra gli antichi regni egiziani e sudanesi fluttuarono frequentemente, e una buona parte di quello che ora è il Sudan del Nord era, in antichità, indistinguibile dall’alto Egitto. Viceversa, la Nubia giunse a comprendere Assuan.

In età romana il Fezzan fu visitato da Giulio Materno, mentre Nerone inviò alcuni centurioni in esplorazione lungo il Nilo, ma questi si fermarono prima di raggiungere il Sudan. Gli esploratori arabi invece vi penetrarono e ne restano le testimonianze di al-Bakri, Idrisi e Ibn Battuta, raccolte da Leone Africano, che visitò l'area del Bornu e compendiò le sue ricerche e quelle degli arabi.

Islam: Arabi, Turchi, Egiziani

 
I tre regni nubiani cristiani.

Il Cristianesimo fu introdotto nel Sudan nel terzo o nel IV secolo, ma già intorno al 640 fece la sua comparsa l’Islam, proprio quando già tre dei regni che componevano la regione (Nobazia, Makuria, Alodia) erano stati convertiti al cristianesimo. La coesistenza fra le due fedi sarebbe rimasta accettabilmente pacifica sino all'inizio del XIV secolo, anche perché spesso i regni nubiani si trovarono in posizione di forza rispetto ad un Egitto diviso e instabile.

A partire dalla metà del XII secolo il dominio economico nel Sudan feudale fu gradualmente assunto da una classe di mercanti arabi, mentre l'Egitto diventava sempre più aggressivo verso gli impoveriti regni nubiani. Nel 1512 l'Egitto cadde sotto il dominio dell'Impero ottomano e la stessa sorte toccò a Makuria (Nord Sudan) nel 1517. Nel 1504 al regno cristiano di Alodia (Sudan centrale) era succeduto il sultanato islamico di Sennar.

In seguito alla campagna d'Egitto di Napoleone (1798-1799), l'Egitto cadde in potere di Mehmet Ali, che lo rese di fatto indipendente dal Sultano di Istanbul.

A partire dal 1820 il Sudan venne a cadere sotto il controllo dell’Egitto, quando il Pascià ottomano Mehmet Ali, wali d’Egitto, inviò un esercito agli ordini di suo figlio Ibrahim Pascià e di Muhammad Bey per occupare il Sudan orientale. La conquista fu completata dal figlio di Ibrahim, Isma'il Pascià (poi Isma'il I), con la sottomissione della regione meridionale del paese nel 1839 e nel 1861. Con l'ingresso dei conquistatori, si sviluppò un intenso commercio di schiavi, ma venne anche estesa l'irrigazione e incrementata la produzione di cotone (soprattutto nel nord).

Nel 1857 giunsero in Sudan alcuni missionari cattolici fra i quali Daniele Comboni, che vi fondò la comunità missionaria dei Padri Comboniani.

Nel 1879, a seguito del Congresso di Berlino, le grandi potenze europee obbligarono Ismāʿīl I ad abdicare e misero sul trono il figlio Tawfiq Pascià (o Tawfiq I), la cui corruzione e inefficienza provocò nel 1881 una ribellione che richiese l'intervento britannico. L'occupazione britannica di Egitto e Sudan (1882), formalmente per difendere l'autorità del Khedivè ma in realtà per controllare i due paesi, rafforzò il nazionalismo.

La Mahdiya e il Sudan Anglo-Egiziano

  Lo stesso argomento in dettaglio: Sudan Anglo-Egiziano.

Il leader religioso Muhammad Ahmad ibn Abd Allah (1844-1885), un arabo-sudanese di Dongola autoproclamatosi Mahdi, tentò negli anni ’80 del XIX secolo di unificare le tribù del Sudan centrale e di quello occidentale. Guidò dal 1881 una rivolta nazionalista contro il dominio egiziano, che culminò con la battaglia di El Obeid (1883) e con l'assedio di Khartum (1884), alla fine del quale (12 gennaio 1885) trovò la morte anche il comandante britannico, generale Gordon, e con l'instaurazione di una teocrazia jihadista, mentre le truppe egiziane e britanniche si ritirarono dal Sudan.

La Mahdiyya durò dal 1884 al 1898, imponendo la shari'a (e gli idiosincratici precetti del Mahdi), bruciando ogni testo associato con il vecchio regime, opponendo il tribalismo e sterminando chiunque non abbracciasse il regime. Benché il Mahdi fosse morto di tifo sei mesi dopo la caduta di Khartum, Abdallahi ibn Muhammad (1846-1899), un arabo-sudanese del Darfur, riuscì a prendere il potere e assunse il titolo di Khalifa (successore) del Mahdi, continuandone la politica interna ed estera, muovendo senza successo guerra all'Etiopia (1887-1889), all'Egitto (1889), all'Equatoria (Sudan meridionale - Uganda settentrionale) belga (1891) e all'Eritrea italiana (1893); guerre, pestilenze e carestie dimezzarono la popolazione sudanese.

 
La guerra del Sudan, in una rappresentazione di propaganda

Ufficialmente in nome del Khedive d'Egitto, ma in pratica per l'Impero britannico (temendo infiltrazioni di Francia e Belgio), dal 1896 al 1898 le forze anglo-egiziane guidate da Lord Kitchener attaccarono lo stato mahdista, che sopravvisse fin quando l'esercito mahdista non fu sopraffatto nella battaglia di Omdurman (2 settembre 1898) e il successore del Mahdi non fu ucciso nella battaglia di Umm Diwaykarat nel Kordofan (24 novembre 1899).

Nel 1899, l'Impero Britannico impose all'Egitto il "condominio" sul Sudan, che fu ribattezzato Sudan Anglo-Egiziano, e, contro la pluri-decennale politica egiziana di unificazione politica dell'intero bacino del Nilo, lo amministrarono come una propria colonia, fino a dividerlo nel 1924 in due parti distinte, il Sud cristiano ed il Nord musulmano. In base ad un trattato, poi ratificato nel 1936, il governatore era nominato dall'Egitto con il consenso britannico, situazione che rimase invariata fino al 1956.

Nel 1903, il governo locale iniziò una assegnazione di "licenze" ai missionari che richiedevano di poter entrare nel paese, definendo i territori nei quali sarebbe stato loro consentito di insediarsi. La zona settentrionale nubiana (cristiana fino a pochi secoli prima) rimase esclusa da tali assegnazioni e restò prevalentemente musulmana. Tra il 1914 al 1922, l'Egitto, ufficialmente "condomino" del Sudan, fu a sua volta protettorato britannico.

Durante la seconda guerra mondiale, le Forze di Difesa del Sudan, formate nel 1925, contrastarono le incursioni italiane dall'Etiopia nel 1940 e contribuirono all'invasione e occupazione delle colonie italiane nel 1942.

Nel 1943, allentandosi la pressione britannica a causa del conflitto, sorsero due partiti spontanei di inclinazione nazionalista, il partito Umma e il partito Ashiqqa', quest'ultimo di ispirazione islamica, entrambi principalmente riferentisi al Sudan settentrionale.

Nel 1947 si tenne la conferenza di Giuba con la quale le due parti del paese concordarono per la riunificazione ed il Sud venne ammesso alla rappresentatività parlamentare.

Nel 1953 il regime di protettorato fu abolito grazie ad un accordo anglo-egiziano ispirato a principi di autodeterminazione dei popoli. Immediatamente dopo, a novembre, si tennero elezioni generali per il rinnovo dell'Assemblea legislativa dalle quali nel gennaio successivo sortì la legittimazione di Al-Azhari a capo del governo. Uno dei primi atti fu l'istituzione di un Comitato per la sudanizzazione, nel quale però fu notata una sproporzionatamente esigua rappresentanza del Sudan meridionale.

Il Sudan indipendente e la Prima guerra civile sudanese

Fin dall'indipendenza dal Regno Unito, proclamata dal Parlamento nel dicembre 1955 ed ottenuta nel 1956, la politica interna è stata dominata da regimi militari che, secondo una visione pressoché unanime degli studiosi, avrebbero favorito governi a orientamento islamico e privilegiato il Sudan settentrionale.

Nell'agosto del 1955 membri della britannica Sudan Defence Force ( o Equatorial Corps ) insieme alla polizia locale si ammutinarono a Torit e ad altre città del Sudan Meridionale. L'ammutinamento fu prontamente soppresso, ma l'episodio segnò l'avvio della Prima guerra civile sudanese. Il conflitto interno, che dominò la scena interna dal 1955 al 1972, vide lo scontro tra le forze governative settentrionali e le forze Anya Nya che rivendicavano l'autonomia della parte meridionale del paese. Si calcola che mezzo milione di persone (in massima parte civili) perirono nel corso degli 17 anni di guerra.

Nel 1957 fu proposta da parte dei nord-sudanesi una costituzione che eleggesse l'Islam religione di stato e la lingua araba lingua ufficiale dello Stato. L'anno successivo i sud-sudanesi abbandonarono i lavori dell'assemblea costituente una volta compreso che l'ipotesi di una federazione fra Nord e Sud del paese non sarebbe stata accolta.

L'opera dei missionari stranieri fu interrotta nel 1964 da un imprevisto decreto di espulsione generalizzato; le tensioni crebbero sino a far montare in autunno una ribellione nota come "rivoluzione d'ottobre" e lo stato di agitazione restò gravissimo per lungo tempo. Pochi anni dopo, ormai nel 1969, Ja'far al-Nimeyri avrebbe attuato un colpo di stato detto "rivoluzione di maggio", con l'appoggio dei comunisti.

Dal 1972 al 1983

Nel 1972 un accordo di pace firmato ad Addis Abeba garantì al sud una sorta di autonomia tramite la costituzione di un'assemblea regionale con facoltà di elezione del Presidente dell'Alto Consiglio Esecutivo (HEC), soggetto però alla conferma da parte del Presidente della Repubblica. Il primo presidente dell'assemblea regionale del sud fu Abel Alier. Parte dell'accordo prevedeva l'assorbimento delle forze Anya Nya nelle forze governative. L'anno successivo la costituzione del Sudan avrebbe confermato i punti principali dell'accordo.

Il 12 aprile 1978 il governo centrale e le opposizioni, guidate dal Fronte Nazionale, sottoscrissero un accordo congiunto di rappacificazione, ma le tensioni si spostarono su un fronte socio-economico, e l'anno successivo fu caratterizzato da manifestazioni e scioperi, per il miglioramento delle condizioni economiche e per il riconoscimento di diritti fondamentali come la libertà di stampa.

Il trasferimento a nord di milizie ex-Anya Nya, la decisione del Presidente Nimeyri di dividere il governo del sud in tre governi regionali e soprattutto la decisione di introdurre le sanzioni previste dalla Shari'a nel codice penale incontrarono l'opposizione degli ufficiali del sud e portarono all'ammutinamento di Bor nel 1983 che diede i natali alla SPLM/A Sudanese People's Liberation Movement/Army. La guerra civile ricominciò.

Dal 1983 gli effetti delle carestie successive alla guerra hanno provocato oltre 2 milioni di morti ed oltre 4 milioni di rifugiati.

Dal 1989 al 2002

Il 30 giugno 1989 un colpo di stato destituì il presidente Sadiq al-Mahdi eletto nel 1986 e portò al potere un regime militare guidato dal generale Omar Hasan Ahmad al-Bashir e dominato dal Fronte nazionale islamico (NIF). In seguito al colpo di stato il conflitto contro lo SPLM/A si intensificò ed anche le opposizioni politiche nord-sudanesi parteciparono in armi.

 
Aree sotto controllo governativo ed aree autonome, al luglio 2006

Nel 1996 l'ONU irrogò delle sanzioni per il supposto coinvolgimento del Sudan nell'attentato al presidente egiziano Mubārak dell'anno precedente. Le sanzioni consistevano in un embargo aereo internazionale e vennero seguite da "sanzioni" autonomamente irrogate dagli Stati Uniti, che pretesero un embargo generale.

La guerra civile si protrasse senza tregua e nel 1998, anno in cui si tenne anche un referendum costituzionale, a causa di una siccità particolarmente pesante, nel Sud scoppiò una carestia di luttuosa gravità. L'anno successivo una assai tenue mitigazione delle difficoltà venne dall'apertura delle esportazioni di petrolio, ma la lotta politica restò incandescente e al-Bashir proclamò lo stato di emergenza; il Sud divenne vittima di regolari bombardamenti aerei.

L'oppositore Hasan al-Turabi, già procuratore generale e leader del partito Popular National Congress (PNC), fu arrestato nel febbraio del 2001, dopo che la sua formazione aveva avuto alcuni abboccamenti con il SPLA per un coordinamento delle opposizioni.

Stante la permanenza della carestia, e dato l'ormai ingente numero di vittime della guerra civile, vi furono svariati tentativi internazionali volti a raggiungere un accordo fra le parti, nessuno dei quali ebbe però successo fino al 2002.

Nel giugno del 2002, con la collaborazione di John C. Danforth, ambasciatore statunitense ed incaricato speciale delle Nazioni Unite, iniziarono delle trattative di pace fra il governo sudanese e il SPLM/A. Il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni riuscì a fare incontrare per la prima volta Bashir e John Garang, leader carismatico delle forze ribelli. Uno degli accordi fu la concessione di maggiore indipendenza al sud del paese e il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione dello stesso tramite un referendum.

Una delle principali cause del conflitto è da molti osservatori rintracciata nella presenza di ingenti risorse petrolifere nella parte meridionale del paese, sfruttati dalle compagnie cinesi.

Dal 2003 al 2010

 
Il Presidente del Sudan del Sud, Salva Kiir Mayardit

Nel febbraio del 2003 il conflitto crebbe dopo che le milizie del SPLA e quelle del JEM attaccarono alcuni insediamenti governativi. Nell'aprile del 2004 Kofi Annan ricordò che il rappresentante locale delle Nazioni Unite utilizzò, per descrivere la violenza del conflitto, la definizione "pulizia etnica". Nel 2005 venne firmato l'accordo di pace globale (Cpa) con cui si pose fine agli oltre venti anni di guerra civile tra il nord e il sud del Sudan. Dopo la pace, il Sudan People's Liberation Army (SPLA) si riorganizzò politicamente come Sudan People's Liberation Mouvement (SPLM).

Il conflitto tra nord del paese prevalentemente arabo ed un sud cristiano animista è alimentato da una guerra civile che dura da più di 40 anni. Nel 2004, la condizione del Sudan è stata definita dalla Comunità Internazionale "la più grave situazione umanitaria esistente". Molti gli sforzi fatti dalla Comunità Internazionale e numerosi anche i tentativi di organizzazioni Africane (tra cui l'Unione Africana) di portare la guerra civile ai tavoli di pace. Grande il problema dei guerriglieri ribelli contro un governo del nord che ha imposto, sin dagli anni '80, il duro regime della Shari'a, la Legge coranica. A contrapporre infatti l'egemonia del GoS (Government of Sudan) due le principali fazioni ribelli: lo SLM (Sudan People's Liberation Army) e il Jem (Justice for Equality Movement) che continuano a battersi per liberare il sud dal regime imposto. Rimane l'area di conflitto del Darfur. In questa zona i conflitti hanno origini remote e risalgono agli scontri fra le popolazioni nomadi arabe e le popolazioni stanziali africane per le risorse vitali come terra e acqua.

In base all'accordo di pace globale (Cpa), che nel 2005 ha posto fine a oltre venti anni di guerra civile tra Nord e Sud del Paese, le elezioni politiche si sarebbero dovute svolgere entro luglio 2009; osservatori delle Nazioni Unite avevano però invitato il governo a posticiparne la data a novembre, alla fine della stagione delle piogge, per evitare complicazioni di carattere logistico. Il presidente Omar Hasan Ahmad al-Bashir il 14 aprile 2009, in un discorso davanti ai membri del parlamento di Khartum, ha garantito che le prossime elezioni nel paese saranno «libere e trasparenti» e ha aggiunto di «non avere alcuna intenzione di posporre le votazioni oltre il tempo stabilito».

Le elezioni parlamentari e presidenziali si sono tenute nell'aprile 2010, con dieci mesi di ritardo rispetto al previsto. Sono stati eletti non solo il presidente del Sudan e quello del Sudan meridionale, ma anche i deputati del parlamento nazionale e quello del parlamento del Sud Sudan.

Omar Hassan El Bashir è stato riconfermato presidente ottenendo il 68% dei suffragi. Nel Sudan meridionale è stato rieletto presidente Salva Kiir Mayardit, leader degli ex ribelli dell’Esercito di Liberazione Popolare del Sudan (SPLA).

Il referendum del 2011

  Lo stesso argomento in dettaglio: Referendum sull'indipendenza del Sud Sudan del 2011.

Tra il 9 e il 15 gennaio 2011 nel Sud Sudan si è tenuto un referendum per la secessione dal Nord del Sudan e la creazione di uno Stato indipendente. La consultazione era già parte dell’accordo Naivasha del 2005 tra il governo di Khartoum e l'Esercito di liberazione popolare del Sudan/Movimento (SPLA/M).

Un referendum simultaneo si è svolto nella provincia di Abyei, per scegliere se far parte del Sud Sudan, o se rimanere nella parte Nord.

Il 7 febbraio 2011 il il Presidente del Sudan, Omar Hasan Ahmad al-Bashir, ufficializzando i risultati del referendum ha proclamato la nascita dello Stato del Sud Sudan che diviene così il cinquantaquattresimo stato africano. Inizia così un periodo di prova che si concluderà il 9 luglio 2011 con la proclamazione definitiva.[1]

Ordinamento dello stato

Suddivisioni amministrative

Storicamente il Sudan era diviso in 9 province (mudīriyyāt), delle quali 3 sotto il controllo del governo del Sud Sudan. Successivamente le province vennero divise in 25 stati chiamati wilayat (al singolare wilayah). Gli stati sono al loro suddivisi in 86 Distretti al Nord e 86 Contee al Sud.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stati del Sudan.

Città principali

Dopo la capitale Khartoum le principali città del Paese sono:

Port Sudan (in arabo Bur Sudan) è il capoluogo della provincia del Mar Rosso, nella parte orientale del Sudan e conta ca. 330.000 abitanti. Fu fondata, intorno ad un porto artificiale, tra il 1904 ed il 1908. Collegata successivamente da una ferrovia a Khartoum e ad Atbara, nella valle del Nilo, costituisce il principale sbocco marittimo del Paese ed è sede di industrie tessili (cotone), petrolchimiche e chimiche.

Atbara (100.000 abitanti ca.) è situata sulla riva destra del fiume omonimo alla sua confluenza nel Nilo nella provincia del Nord. Cotone, cereali, frutta, industrie alimentari, meccaniche e del cemento sono le sue principali risorse. Nel 1898 il generale britannico Horatio Herbert Kitchener riorganizzò l'esercito egiziano e lo portò alla vittoria contro i Dervisci del Mahdi proprio nei pressi della città. In quell'occasione vennero impiegate per la prima volta in Sudan le mitragliatrici.

Juba (164.000 abitanti ca.) è nello stato dell' Equatoria Centrale nel Sud Sudan

Istituzioni

Ordinamento scolastico

Tasso di alfabetizzazione: 61,1%
così suddiviso:

  • maschi: 71,8%
  • femmine: 50,5% (stime del 2003)

Politica

Organizzazioni internazionali

Il Paese appartiene dal 1986 all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa.

Economia

  • Prodotto nazionale lordo: 70,95 miliardi di dollari USA
  • Tasso di inflazione: 8,8%
  • Tasso di disoccupazione: 18,7% (stima 2002)

(Ove non specificato diversamente i dati si riferiscono a stime del 2004.)

Esportazioni

Le esportazioni ammontano a circa 2,45 miliardi di dollari USA (f.o.b.) e si riferiscono a petrolio e prodotti petroliferi, cotone, sesamo, arachidi, gomma arabica, zucchero e bestiame.

I paesi verso i quali esporta sono la Cina 40,9%, Arabia Saudita 17,2% e gli Emirati Arabi Uniti 5,4% (2003).

(Ove non specificato diversamente i dati si riferiscono a stime del 2003.)

Importazioni

Il valore delle importazioni è pari a 2.383 milioni di dollari USA (f.o.b.) e si riferisce ai seguenti prodotti: prodotti alimentari, manufatti, attrezzature meccaniche per la raffinazione e il trasporto, medicinali e sostanze chimiche, tessili e grano.

I paesi importatori sono Arabia Saudita 16,3%, Cina 14,2%, Regno Unito 5%, Germania 4,9%, India 4,8%, Francia 4,1%.

(Ove non specificato diversamente i dati si riferiscono a stime del 2003.)

Ambiente

La parte settentrionale del paese è desertica; scendendo verso il sud s'incontra la steppa che nella parte centrale lascia il posto alla savana. La parte meridionale, sotto il decimo parallelo di latitudine nord, è verdeggiante, umida e ricoperta da estese distese paludose. Ai margini della vasta conca del territorio sudanese si elevano il Gebel Marra e il Gebel Oda.
Il Nilo attraversa completamente il paese da sud a nord ed è per il Sudan quasi altrettanto importante che per l'Egitto, sia per i trasporti, sia per la possibilità di irrigare le terre aride toccate dal suo corso. La zona più fertile, intensamente coltivata, è quella compresa fra il Nilo Bianco e il Nilo Azzurro, che si uniscono nei pressi della capitale Khartum.
Questa "terra fra i fiumi" prende il nome di Gezira, che in arabo significa "isola". Il clima è ovunque assai caldo: la piovosità aumenta progressivamente partendo dalle aree desertiche del Nord fino ai valori massimi delle savane del Sud.

Arte

Sport

Tradizioni

Emblemi e simboli

Bandiere

Note

  1. ^ Sudan, il Sud ha scelto l'indipendenza, in © Thomson Reuters 2011, 7 febbraio 2011. URL consultato il 10-02-2011.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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