Garibaldi e i suoi volontari scelsero la giubba rossa o camicia rossa, come loro segno distintivo, fin dal 1843, quando Garibaldi radunò 500 italiani volontari a Montevideo per difendere la Repubblica Uruguayana dal dittatore argentino Rosas che voleva conquistarla.

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Garibaldi

Garibaldi, potendo contare su pochi finanziamenti per la sua impresa, trovò del panno di lana rosso, in genere usato per i camici dei macellai, per rivestire le sue truppe.

Le camicie rosse divennero tra i protagonisti della nascita del Regno d'Italia.

Nel Museo Garibaldino di Mentana sono esposti alcuni esemplari di giubbe garibaldine. Hanno forma di blusa, il camiciotto da lavoro usato da operai e artigiani[1] di panno resistente, in punti di rosso e guise differenti l'una dall'altra. Guarnite con cordoncini e cordonetti presumibilmente da tappezzeria, sono state evidentemente confezionate a mano. Il colletto è quello tipico delle moderne camicie popolari, che all'epoca era utilizzato soltanto per gli abiti da lavoro o per l'abbigliamento sportivo, o rialzato, quello che oggi si definirebbe 'alla coreana'. Alcune hanno tasche simili a quelle attualmente utilizzate nell'abbigliamento casual, altre sono 'sblusate' in vita e tenute con una cinta di cuoio scuro, altre ancora sono più aderenti.

Note

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