Hrand Nazariantz

scrittore, poeta e giornalista armeno (1886-1962)

Hrand Nazariantz (Costantinopoli 1876 - Casamassima 1862) scrittore armeno


VITA E OPERE

Nasce nel 1876 a Costantinopoli dove frequenta il collegio Berberian, si reca poi nel 1902 a Londra per completare gli studi superiori e quindi, nel 1905, a Parigi, dove si iscrive alla Sorbona. Le cattive condizioni di salute del padre gli impongono di rientrare nel 1907 in Turchia, per assumere la direzione dell’industria di famiglia, affermata nella produzione di tappeti e merletti, che dava lavoro a duemila operaie. A questo impegno di lavoro affianca una intensa attività pubblicistica e letteraria. Nel 1908 collabora alla fondazione e alla direzione del quotidiano “Surhant’ag” (Corriere); nel 1909 dà vita, in collaborazione con Karekin Gozikian, uno dei principali esponenti del Partito socialdemocratico armeno, al settimanale politico-letterario “Nor Hosank” ( Nuova corrente) e fonda, con il romanziere Rupen Zartarian e con il drammaturgo Leon Serpossian, la rivista d’arte e di polemica “Bagine” (Tempio). Dal 1911 è in rapporti epistolari con Marinetti, Lucini, Altomare e si impegna, con saggi e traduzioni in lingua armena, a far conoscere la loro opera poetica e quella di Govoni e Cardile, nel quadro di una più ampia opera di diffusione della conoscenza della letteratura italiana. Nel 1912 esce a Costantinopoli l’importante saggio Marinetti e il futurismo. Nello stesso anno pubblica una serie di raccolte poetiche che lo impongono come figura di punta del simbolismo nella poesia armena (I sogni crocefissi; Le solitudine stellate; Vahakn;Lo specchio), cui fanno seguito, nel 1913, Aurora, anima di bellezza,Gloria victis;La corona di spine; Il grande cantico della cosmica tragedia. Impegnato in questi anni ad ottenere il sostegno degli intellettuali europei alla causa armena, trova in Italia diversi fiancheggiatori. Condannato a morte in contumacia da un tribunale ottomano nel 1913, si rifugia nel Consolato italiano e, ottenuta la nazionalità in seguito al matrimonio con la ballerina pugliese Maddalena De Cosmis, si reca esule a Bari. Nel 1915 collabora alla rivista bolognese “Il Ritmo” e le edizioni Laterza pubblicano, come primo volume della collana “Conoscenza ideale dell’Armenia” da lui diretta, il suo saggio sul poeta armeno Bedros Turian, con presentazione di Cardile, che provvederà anche a tradurre, per le edizioni della rivista “Humanitas” di Bari, I sogni crocefissi (1916), Lo specchio (1920) e Vahakn (1920), e vari anni più tardi Il gran canto della cosmica tragedia (Bari, Casa editrice Gioconda, 1946). Dell’anno successivo è l’inizio della collaborazione a “La Tempra” di Renato Fondi, con la quale instaurerà un assiduo e duraturo rapporto. In seguito Nazariantz entra in contatto con alcune riviste d’avanguardia siciliane che ospitano suoi contributi: “La Scalata”(1917), “la Vampa Letteraria”(1917) e “La Spirale”, dove nel 1919 è pubblicato un brano del poema Lo Specchio. A Bari, diviene amico di Franco Casavola e si impegna a promuoverne la produzione musicale. I due collaborano ad organizzare, con l’aiuto di Giuseppe Laterza, Giacomo Favia, Tina Suglia e altri, la serata futurista al teatro Piccinni di Bari, del 26 settembre 1922. Pochi mesi dopo, il 2 gennaio 1923, il programma della serata futurista al teatro Margherita di Bari include l’ “azione mimico-drammatica” Lo Specchio, con musiche di Casavola ispirate al poema di Nazariantz. Nel 1924 la casa editrice Alpes di Milano pubblica, nella traduzione di Cesare Giardini che ne è anche il curatore, la raccolta Tre poemi di Nazariantz, che comprende Il Paradiso delle Ombre, Aurora, anima di bellezza e Nazyade, fiore di Saadi. Al suo impegno a sostegno della causa armena si deve anche la fondazione nel 1924, nell’ agro barese, del villaggio per esuli Nor Arax (Nuova Armenia), che si sostenterà con la produzione di tappeti e merletti. é stata presentata la sua candidatura al premio Nobel per la letteratura del 1953, assegnato a Winston Churchill. Muore a Casamassima, in provincia di Bari, nel 1962.