Gay

sinonimo di omosessuale
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Gay è un sinonimo di omosessuale, importato dall'inglese.

"Mister gay Italia 2003" al Gay Pride di Bari, giugno 2003.

Origine della parola

La radice di questa parola è quella dell'antico francese (più esattamente, provenzale) gai: "allegro", "gaio", "che dà gioia" (come "lo gai saber", "la gaia scienza", che per i trovatori è la scienza d'Amore) che passò in inglese come gay. In questa lingua la parola acquisì nel Settecento il senso di "dissoluto", "anticonformista" (come in "allegro compare").

Il significato peggiorò ancora nell'Ottocento, fino a voler dire "lussurioso", "depravato". Ecco perché, nell'Inghilterra dell'Ottocento, una gay woman era "una donnina allegra" cioè una prostituta, mentre una gay house (letteralmente "casa allegra") era un bordello. L'omosessualità, in questa fase della lingua, non c'entrava ancora nulla.

La connotazione dell'omosessualità si ha solo nell'inglese parlato negli Usa, prima del 1920, anno dal quale iniziano a moltiplicarsi le attestazioni dell'uso di gay col significato di omosessuale (riferito ai soli uomini, e non senza un beffardo parallelo con la gay woman), anche nel gergo della sottocultura statunitense.

Negli anni '30 il termine "gay" era già compreso dalla massa dei parlanti americani col senso di "omosessuale": lo rivela un film del 1938, Susanna, nel quale l'attore Cary Grant è sorpreso, per un malinteso comico, in vesti femminili. A chi gli chiede il perché, risponde stizzito: "Because I just went gay all of a sudden", "Perché sono appena diventato gay tutto d'un tratto!".

Il "grande salto" nell'uso di questo termine avvenne comunque solo nel 1969, con la nascita negli Usa del nuovo movimento di liberazione omosessuale. I nuovi militanti rifiutarono i termini usati fin lì, come omosessuale e soprattutto omofilo. Non volendo più essere definiti con le parole usate dagli eterosessuali, spesso ingiuriose, la comunità omosessuale scelse di auto-definirsi (come già avevano fatto i neri, che avevano rifutato negro preferendogli black) usando un termine del loro stesso gergo, cioè appunto gay. Era nato il Gay Liberation Front, abbreviato in Gay lib.

Sull'esempio americano, gay si diffuse nel mondo ovunque esistesse un movimento di liberazione omosessuale.

La diffusione in Italia di questa parola attraverso il movimento di liberazione gay, dal quale passò al linguaggio generale, data dal 1969-1971. Non senza qualche protesta iniziale in Piemonte, dove sono numerosi coloro che portano il cognome provenzale Gay.

Dal significato originario di "omosessuale orgoglioso e militante" (contrapposto all'"omosessuale" vecchio stile) oggi gay è passato a indicare semplicemente la persona omosessuale in quanto tale, indipendentemente dalle sue idee politiche.

"Donna gay" o "donna lesbica"?

Si noti che negli anni '70 in Italia il movimento lesbico-separatista italiano scelse la parola lesbica come preferibile al generico (e "maschile") "gay".

Una chiara conseguenza di tale proposta si ha nell'esistenza, nel nostro Paese, di un ARCI gay (oggi Arcigay) e di un'ARCI lesbica (oggi Arcilesbica) separati anche da punto di vista della terminologia.

Oggi però, fra le generazioni di donne più giovani e meno politicizzate, "lesbica" è a volte sentito come parola troppo "connotante", cosicché alcune donne omosessuali si autodefiniscono "gay" ed altre "lesbiche".

Etimologie popolari

La scarsa conoscenza delle origini del movimento gay da parte della generazione più giovane di omosessuali, ha favorito la diffusione negli Usa di una leggenda urbana secondo cui gay nascerebbe come acrostico (cioè sigla) delle parole Good As You ("buono/valido quanto te"). Questa spiegazione è del tutto fantasiosa, e come si è visto non ha nulla a che vedere con le reali origini della parola e dell'uso.

Ciononostante, "Good as you" è ormai il titolo d'una canzonetta di Geri Halliwell, e in Italia è stato il titolo d'uno spettacolo teatrale, oltre che il nome d'una trasmissione televisiva settimanale romana mirata ai gay.

Evoluzione del termine e del concetto

In Italia il temine "gay" viene talvolta utilizzato come aggettivo per descrivere una persona dotata di una fortuna sfacciata. "Ti è andata bene anche questa volta, sei proprio un gay". L'accezione positiva in questo caso è solo apparente, all'origine di tale uso infatti c'è l'accostamento tra il termine "gay" e la parola "culo", usata nell'italiano colloquiale sia col significato di fortuna ("avere culo" cioè avere fortuna) che come termine ingiurioso riferito alle persone omosessuali.

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