Moschettone

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Moschettone automatico per il Parapendio

Il moschettone è un anello di metallo incompleto per permettere l'apertura e la chiusura dello stesso. Di forme diverse, presenta un lato apribile che può essere fermato da una ghiera, può essere di acciaio oppure leghe leggere. Viene usato laddove c'è necessità di unire due elementi in maniera rapida sicura e riutilizzabile, per questo è usato spesso per sport quali alpinismo, parapendio, speleologia, arrampicata sportiva.

Storia

Il moschettone nacque intorno al 1800 per poter chiudere in maniera rapida la bandoliera dei fucili (appunto i moschetti, da cui deriva il nome). Successivamente, venne utilizzato in agricoltura, in oreficeria, nonché dai pompieri; fu probabilmente dai pompieri che l'utilizzo dei moschettoni si estese all'alpinismo.

I primi utilizzi dei moschettoni in campo alpinistico risalgono ad inizio '900, ma non vi sono date certe. Si sa che nel 1912 Hans Dülfer ne utilizzò uno sulla parete est della Fleishbank, e nel 1913 furono Hans Fiechtl e Otto Herzog ad utilizzarli; sembra che si debba proprio ad Otto Herzog la loro diffusione.

Negli anni tra le due guerre mondiali i moschettoni, ancora in acciaio e con forma a pera o a limite ovale, furono utilizzati soprattutto nell'arrampicata, mentre l'utilizzo su scalata classica era limitato a causa del peso.

Le maggiori innovazioni avvennero dopo la fine della seconda guerra mondiale. Un primo grosso passo avanti fu la nascita di moschettoni studiati appositamente per uso alpinistico, ad opera di Riccardo Cassin e di Felice Bonaiti, che per primi studiarono anche a livello teorico i carichi sul moschettone ed inventarono i moschettoni asimmetrici e con forma a "D". Altra grande innovazione fu l'utilizzo di lega leggera (essenzialmente ergal di derivazione aeronautica) per i moschettoni; in questo campo, il precursore fu il francese Pierre Allain, già famoso per le pedule da arrampicata ed il discensore ad otto.

Da allora non vi furono grosse innovazioni nei materiali, mentre vi furono ancora notevoli sviluppi nella forma (moschettoni a leva curva, "a pancia", etc.) ed in alcuni dettagli (leva a chiusura automatica a scatto).[1]

Specifiche tecniche

I moschettoni per alpinismo, così come quelli per uso lavorativo e civile, sono considerati dispositivi di protezione individuale e sono certificati secondo le norme del CEN (norma EN 12275),[2]; i moschettoni per alpinismo, inoltre, possono fregiarsi anche di una certificazione UIAA: quest'ultima prevede, in alcuni casi, carichi di rottura leggermente maggiori (ponendo dunque vincoli maggiormente restrittivi alle case produttrici). Resta inteso che, per il fabbricante, la marchiatura CE (nome EN) è obbligatoria, mentre quella UIAA è del tutto facoltativa.[3]

Secondo la norma UIAA 121, il carico di rottura longitudinale (cioè nella stessa direzione del lato lungo del moschettone) a leva chiusa può variare tra 18 e 25 kN, quello in direzione trasversale tra 7 e 10 kN, e quello longitudinale a leva aperta tra 5 e 7 kN a seconda della tipologia di moschettone.[4][5] Vi sono comunque moschettoni con carichi di rottura diversificati, secondo le esigenze.

Nelle più moderne trattazioni alpinistiche (per esempio il Manuale di Alpinismo su Roccia edito nel 2008 dal CAI), così come in tutte le normative italiane e comunitarie, il termine "moschettone" lascia il posto al più corretto "connettore".

 
moschettone con ghiera a vite

Vari tipi

I moschettoni si possono dividere in due gruppi: senza ghiera e con ghiera.La ghiera può essere a vite oppure con chiusura a scatto, comandata da una molla; questo sistema serve, una volta chiuso, ad impedire un'apertura accidentale della leva del moschettone. Ciò risulta vantaggioso per l'auto assicurazione in sosta e nelle manovre di cordata.

Infatti, se la leva del moschettone si trova a contatto con la parete rocciosa (cosa sconsigliata), con il movimento del moschettone potrebbe tendere ad aprirsi, risultando in una situazione di rischio, o addirittura di caduta, dell'alpinista.[1] Una leva bloccata con ghiera permette di superare questo problema.

 
moschettone a pera usato per nodo mezzo barcaiolo.

Il moschettone senza ghiera, più leggero, è preferito in quei casi in cui si è ragionevolmente sicuri che non si avrà rischio di apertura accidentale. Viene utilizzato ad esempio per appendere oggetti allo zaino o all'imbragatura. Si utilizzano comunque anche sui rinvii da arrampicata.

Moschettoni a pera o HMS

Esistono inoltre moschettoni detti "a pera" perché con la loro forma trapezoidale ricordano questo frutto. HMS sta per il termine tedesco Halbmastwurf-Sicherung che significa tecnica del mezzo barcaiolo (Halbmastwurf), questo tipo di moschettone è infatti l'unico che permette di utilizzare con sicurezza questo nodo per fare sicura, in quanto la parte larga ha sufficiente spazio per far scorrere la corda ed eventualmente ribaltare il nodo (il mezzo barcaiolo si ribalta se si inverte il senso di scorrimento della corda). La parte stretta invece, una volta messa all'imbragatura, consente una buona stabilità del moschettone stesso, che si traduce in una manovrabilità maggiore del nodo.

Note

  1. ^ a b Claudio Abbate, Il moschettone - dalla polvere da sparo alla magnesite, in Alp - anno III, n. 25, maggio 1987, Vivalda Editori, Torino
  2. ^ Riferimento alla norma EN 12275 (EN)
  3. ^ CAI materiali: i marchie CE ed UIAA per gli attrezzi alpinistici
  4. ^ UIAA - norma UIAA 121 per i moschettoni (PDF) (EN)
  5. ^ CAI materiali - norma UIAA 121 per i moschettoni

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