Mozzecane

comune italiano
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Mozzecane è un comune di 6.967 abitanti della provincia di Verona.

Mozzecane
comune
Mozzecane – Stemma
Mozzecane – Bandiera
Mozzecane – Veduta
Mozzecane – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Veneto
Provincia Verona
Amministrazione
SindacoTomas Piccinini (Lista civica "Insieme per Mozzecane") dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate45°18′00″N 10°49′00″E
Altitudine47 m s.l.m.
Superficie24,71 km²
Abitanti7 019[1] (31-12-2010)
Densità284,06 ab./km²
FrazioniGrezzano, Quistello, San Zeno, Tormine
Comuni confinantiNogarole Rocca, Povegliano Veronese, Roverbella (MN), Valeggio sul Mincio, Villafranca di Verona
Altre informazioni
Cod. postale37060
Prefisso045
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT023051
Cod. catastaleF789
TargaVR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 492 GG[3]
Nome abitantimozzecanesi
Patronosan Pietro
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Mozzecane
Mozzecane
Sito istituzionale

Geografia

 
Posizione del Comune di Mozzecane all'interno della Provincia di Verona

Mozzecane dista 20 chilometri da Verona. Rispetto al capoluogo è in posizione sud ovest. È sul confine con la provincia di Mantova.

Curiosità

Il toponimo Mozzecane deriva da un proprietario della zona, Mucius Canis, che riesce ad ottenere dal Comune di Verona molte terre. I suoi discendenti sono definiti in seguito de Moçecanis.

Storia

La zona di Mozzecane è stata abitata fin dall'età del Bronzo. In età romana diventò un'area residenziale e di passaggio (via Postumia). Dopo la caduta dell'Impero romano passò sotto Longobardi e Franchi, e numerose sono le testimonianze medioevali. Nel 1405 Mozzecane cadde sotto il dominio della Serenissima.

Al periodo della Seconda guerra mondiale è da ricondurre la storia del Campo di Prigionia per alleati che fu ospitato dietro la Chiesa di Mozzecane dove ora ci sono gli impianti sportivi, nel periodo aprile/settembre 1943 e che faceva parte di un sistema di campi di prigionia presenti su tutto il territorio veronese.. Al suo interno erano reclusi decine di prigionieri di guerra britannici che dopo l'8 settembre 1943 furono deportati in Germania. Qualcuno riuscì a fuggire e fu aiutato nella fuga dalla popolazione locale (rischiando la pena di morte). Molti furono ospitati nelle case del posto e divisero quel poco che c'era con i prigionieri. Di queste storie esiste un documentario di Mauro Vittorio Quattrina "Quei giorni di coraggio e di paura" che narra proprio la storia sconosciuta dei campi di lavoro e prigionia per alleati nel veronese.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[4]

Luoghi d'interesse

Chiese

La Pieve di San Lorenzo di Grezzano è documentata fin dal 1145 nella bolla di papa Onorio III.

Da San Lorenzo dipendevano oltre alle cappelle di Mozzecane, San Zeno in Mozzo e Tormine, le chiese campestri di San Martino e di Sant'Andrea. Quest'ultime furono distrutte rispettivamente nel 1594 e nel 1533 dato lo stato di abbandono; S.Andrea, i cui resti si trovano nell'attuale comune di Villafranca, godeva di una notevole devozione in quanto si riteneva che fosse la pieve originaria. L'attuale edificio della chiesa fu costruito tra il 1678 e il 1682, in stile barocco, su progetto di Vincenzo Pellesina e finanziato da Alvise Canossa.

 
Chiesa di San Lorenzo a Grezzano, facciata

All'interno spiccano il settecentesco dipinto "La Vergine e Sant'Antonio", l'ottocentesco "L'immacolata Concezione" attribuito a Santa Cappannini e una "Santa Maddalena di Canossa" del 1946 firmata da G. Miolato. Gli affreschi del coro, dedicati a S. Lorenzo, sono stati eseguiti da Gaetano Miolato nel 1944. Di notevole pregio sono le sculture in pietra degli Evangelisti ed i Profeti maggiori, del Muttoni ed una statua lignea del '400 raffigurante una Madonna in trono con Bambino. L'organo è di datazione incerta e il campanile consta di un concerto di sei campane inaugurato nel 1945.

La parrocchiale ebbe origine come cappella della pieve di Grezzano ed era intitolata inizialmente alla conversione di San Paolo. Nel 1533 all'interno della chiesa era presente un fonte battesimale e due altari: il maggiore era dedicato a San Paolo e il secondo alla Vergine. A questi ne vennero aggiunti entro il 1594 altri tre: uno intitolato a Santa Lucia, uno a Santa Apollonia e l'ultimo ai santi Faustino e Giovita che, secondo la tradizione, sarebbero gli originari proprietari della chiesa. Alla visita del vescovo del 1730 il numero degli altari era rimasto uguale ma si riscontrano modifiche nella struttura e nell'intitolazione. Oltre all'altare maggiore, interamente lavorato in marmo, sono presenti quello dei Santi Faustino e Giovita, di Sant'Antonio di Padova, della Concezione e del Rosario, dei Santi Innocenti. Nel 1747 l'assemblea dei capifamiglia votò per l'ampliamento e il rifacimento di alcune parti della struttura, tra le quali la facciata che volge alla strada pubblica. Da allora l'edificio non ha subito particolari modifiche.

La facciata è delimitata da paraste laterali con capitelli corinzi sovrastate da un frontone curvilineo. L'interno a navata unica con copertura a botte accoglie, in cappelle poco profonde, i quattro altari laterali. Il campanile sorge sul lato sinistro termina con un lanternino poligonale e cupola a cipolla.

Economia

Fa parte dell'area di produzione del Riso Nano Vialone Veronese che viene coltivato su terreni della pianura veronese irrigati con acqua di risorgiva.

Amministrazione

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Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Dati tratti da:

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