Utente:Franco aq/sandbox3
Il sistema di punzonatura standardizzato russo, così come lo conosciamo oggi, nasce da una ukaz (decreto) emesso nel 1700 dello zar Pietro il Grande. Durante il processo di riforma del sistema monetario russo, lo zar Pietro I fissò la produzione degli argentieri a quattro purezze standard di argento: 96, 90, 84 e 62 zolotniki.
Nel 1896 un editto dello zar Nicola II riformò questo antico sistema ed introdusse il nuovo punzone che prese il nome di kokoshnik dal tradizionale copricapo raffigurato sulla testa femminile volta a sinistra che appare al suo centro.
Fu utilizzato tra il 1899 ed il 1908 e reca all'interno di un cartiglio circolare o ovale, sulla sinistra la purezza dell'argento espressa in zolotnicki e sulla destra le iniziali del saggiatore in caratteri cirillici. Saggiatori di San Pietroburgo furono: Yakov Lyapimov dal 1899 al 1903; Yakor Lyapunov.
Nel 1908 e fino al 1926 fu introdotto un nuovo punzone recante, all'interno di un cartiglio ovale oblungo, una più dettagliata testa femminile acconciata con la [[kokoshnik (copricapo)|kokoshnik], rivolta verso destra, dove è indicata la purezza dell'argento espresso in zolotnicki, a sinistra è iscritto il simbolo della città/regione.
Oltre al punzone ovale si ne utilizzava anche una kokoshnik circolare che veniva apposto su oggetti di piccole dimensioni o su parti di un gruppo di oggetti. Qui l'ufficio del saggio veniva indicato con una serie di punti e linee intorno al perimetro del marchio.
Note
Collegamenti esterni
- (EN) KOKOSHNIK, su silvercollection.it.
- (EN) A brief overview of russian hallmarking, su 925-1000.com.
Eliotropio | |
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Formula chimica | SiO2 (silice) |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | trigonale |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
L'eliotropio, è una forma di calcedonio (che è una miscela criptocristallina di quarzo e del suo polimorfo monoclino moganite). Il "classico" eliotropio è calcedonio verde con macchie rosso-arancio dovute a inclusioni di ossido di ferro o diaspro. A volte, le inclusioni sono di colore giallo.
Le inclusioni rosse dovrebbero assomigliare macchie di sangue, per questo viene erroneamente chiamato anche diaspro sanguigno e, in inglese, bloodstone. Il nome eliotropio (dal greco ήλιος helios, sole e τρέπειν trepein, girare) deriva da varie antiche nozioni circa il modo in cui il minerale riflette la luce; queste sono descritte, per esempio, da Plinio il Vecchio (Naturalis historia XXXVII.165).
L'eliotropio è l'oggetto di una delle novelle del Decameron di Boccaccio; ed è la pietra legata al segno zodiacale dell'ariete.
Giacimenti
I giacimenti principali sono in India. Si trova anche in Brasile, Cina, Australia e negli Stati Uniti d'America. Nell'isola di Rum, in Scozia, c'è un affioramento di "diaspro sanguigno".
Bibliografia
- (EN) Hall, Candy A. (1994). Gem Stones. DK Publishing. ISBN 1-56458-498-4.
Alma Theresia Pihl in russo Михаил Евлампьевич Перхин? (Petrozavodsk, 1888 – San Pietroburgo, 1903) è stata un'orefice russa.
Note
Bibliografia
- (DE) Irina Rodimčeva, Fabergé: die kaiserlichen Prunkeier, a cura di Christopher Forbes, Prestel, 2003, ISBN 3791330195, 9783791330198
ISBN
non valido (aiuto).
Collegamenti esterni
- (EN) Fabergé Eggs...the workshops and workmasters: Michael Perkhin (1860-1903), in Treasures of the world, PBS, Treasures of the World. URL consultato il 19/07/2011.
Marino I di Gaeta (...) fu ipato bizantino di Gaeta, in associazione con suo padre Costantino.
Da un documento dell'839 (e da uno simile del'866[1]) risulta che Costantino aveva associato alla sua carica il figlio Marino I, pure con il titolo di ipato[2]. Dall'866 Costantino e Marino scompaiono dai documenti in maniera talmente improvvisa da far supporre siano stati violentemente deposti dal loro successore Docibile I.
Biografia
L'improvvisa scomparsa del co-ipati Costantino e Marino I, dopo l'866, fa sospettare fortemente che l'assunzione del potere da parte di Docibile si avvenuta per mezzo della violenza. Egli è citato per la prima volta come prefecturius e poi come hypatus dall'877 quando, seguendo l'esempio dei suoi predecessori, associò al potere suo figlio Giovanni.
Nel primo anno del suo ufficio Docibile si trovò a egli fronteggiare la minaccia dei Saraceni e cadde nelle loro mani; dopo essere stato liberato dagli amalfitani fece pace con i Saraceni e fu scomunicato da Papa Giovanni VIII. Nell'876 il papa si recò nel Mezzogiorno per reclutare i principi di Capua e Salerno per la guerra con i musulmani; Docibile ed il Papa si incontrarono e Traetto ma non trovarono un compromesso. In seguito, alla morte (879) di Landoolfo II, il Papa interferì nella successione al Principato di Capua per favorire Pandenolfo invece di Landone, in cambio Pandenolfo attaccò Docibilie. Formia fu conquistata e Docibile fece venire alcuni mercenari saraceni da Agropoli. Docibile incontrò ancora il Papa nella stessa Gaeta, dove raggiunsero un accordo di pace; insieme essi assediarono la fortezza saracena sul Garigliano.
Dopo la morte del Papa egli cambiò schieramento ed attaccò Capua, secondo Erchemperto nel 900 e nel 903 con mercenari saraceni. Successivamente cominciò a stringere alleanze con i governanti longobardi, fece sposare le sue figlie Megalu a Rodgiperto di Aquino ed Eufemia al prefetto di Napoli. Docibile appare per l'ultima volta nel 906, che potrebbe essere l'anno della sua morte, sebbene l'unica certezza è che egli era già morto nel 914.
Il suo governo
La sua lunga carriera fu l'età aurea di Gaeta durante i Secoli bui. Egli iniziò la costruzione del grande palazzo le cui rovine sono ancora nella città e spese profusamente in chiese e dotazioni ecclesiastiche per la salvezza della sua anima. Docibile era anche un principe-guerriero le cui lotte con tutti i suoi vicini: musulmani e cristiani, greci e longobardi, ecclesiastici e laici, ha riempito le cronache del tempo, soprattutto quella di Erchemperto. Per questa ragione è probabile che, dopo il 906, egli si sia ritirato o fosse morto.
Matrimoni e discendenza
Da sua moglie Matrona egli ebbe, oltre a Giovanni, due figli: Leone ed Anatolio, che egli fece duchi di Terracina. Inoltre egli ebbe altre due figlie oltre a Megalu ed Eufemia: Bona e Maria. Giovanni gli successe ed associò immediatamente al ducato suo figlio, omonimo di suo padre, Docibilie II. E possibile , ma non può essere provato, che tutti e tre fossero associati insieme.
Note
Bibliografia xx
- Giovanni Battista Federici, Degli antichi duchi e consoli o ipati della città di Gaeta, Vincenzo Flauto, [1791]].
- Mario Caravale (a cura di), Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XL (Di Fausto – Donadoni), Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1991.
- Patricia Skinner, Family Power in Southern Italy: The Duchy of Gaeta and its Neighbours, 850-1139, ambridge University Press, 2003, ISBN 9780521522052.
- John Julius Norwich, I Normanni nel Sud: 1016-1130. Mursia, Milano 1971 (ed. orig. The Normans in the South 1016-1130. Longmans: Londra, 1967).
- John Julius Norwich, I Normanni nel Sud (1016-1130), traduttore: Elena Lante Rospigliosi della Rovere (ed. orig. The Normans in the South 1016-1130. Longmans: Londra, 1967), Milano, Mursia, 1971, ISBN 9788842537687.
- John Julius Norwich, Il Regno del Sole 1130-1194. Mursia: Milano 1971 (ed. orig. The Kingdom in the Sun 1130-1194. Longman: Londra, 1970).
- John Julius Norwich, Il Regno del Sole. I Normanni nel Sud (1130-1194), traduttore: Elena Lante Rospigliosi della Rovere (ed. orig. The Kingdom in the Sun 1130-1194. Longmans: Londra, 1970), Milano, Mursia, 1971, ISBN 9788842537830.
Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
Antenati
Francesco I delle Due Sicilie | Padre: Ferdinando I delle Due Sicilie |
Nonno paterno: Carlo III di Spagna |
Bisnonno paterno: Filippo V di Spagna |
Bisnonna paterna: Elisabetta Farnese | |||
Nonna paterna: Maria Amalia di Sassonia |
Bisnonno paterno: Augusto III di Polonia | ||
Bisnonna paterna: Maria Giuseppa d'Austria | |||
Madre: Maria Carolina d'Asburgo-Lorena |
Nonno materno: Francesco I del Sacro Romano Impero |
Bisnonno materno: Leopoldo di Lorena | |
Bisnonna materna: Élisabeth Charlotte d'Orléans | |||
Nonna materna: Maria Teresa d'Asburgo |
Bisnonno materno: Carlo VI del Sacro Romano Impero | ||
Bisnonna materna Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbüttel |
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799
Collegamenti esterni
Uovo dello zarevič | |
---|---|
Anno | 1912 |
Primo proprietario | Aleksandra Fëdorovna Romanova |
Attuale proprietario | |
Istituzione o individuo | Virginia Museum of Fine Arts |
Acquisizione | 1947 |
Fabbricazione | |
Mastro orafo | Henrik Wigström |
Marchi | Fabergé, iniziali del capomastro, numero inventario 17547. |
Caratteristiche | |
Materiali | lapislazzuli, oro, diamanti. |
Altezza | 12,5 cm |
Diametro | 8,9 cm |
Sorpresa | |
Materiali | diamanti, oro, platino o argento,[1] lapislazzuli, acquerello su avorio. |
L'dello zarevič è una delle uova imperiali Fabergé, un uovo di Pasqua gioiello che l'ultimo Zar di Russia, Nicola II donò a sua a sua moglie la Zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova.[2]
Fu fabbricato a San Pietroburgo nel 1912 per conto del gioielliere russo Peter Carl Fabergé,[2] della Fabergè.
Proprietari
Nel 1917, durante la Rivoluzione russa, l'uovo fu confiscato dal Governo provvisorio come molti altri tesori imperiali, nel 1930 fu venduto dall'Antikvariat, insieme ad altre nove uova imperiali, ad Armand Hammer. Fu venduto dalle Hammer Galleries di New York, tra il 1933 ed il 1934, alla moglie di John Lee Pratt, Lillian Thomas Pratt che alla sua morte nel 1947 lasciò l'uovo al Virginia Museum of Fine Arts di Richmond[2] ove è tutt'ora esposto.[3][1]
Descrizione
L'uovo, sul suo supporto, è alto 14,61 cm. ed ha un diametro di 10,16 cm.[1]
L'esterno è decorato con motivi in oro in stile Luigi XV che fanno apparire il guscio come se fosse scolpito da un unico blocco di lapislazzuli blu, coprendo ogni giuntura con aquile imperiali bicipiti, amorini, baldacchini, volute floreali, cesti di fiori e ghirlande.[3]
L'uovo è sormontato da un grande diamante rettangolare, tagliato come una lastra sottile, che mostra il monogramma coronato della zarina Aleksandra Fëdorovna (AF) e l'anno 1912; un grande brillante è incastonato alla base.[4]
Non si sa dov'è il supporto originale, tuttavia si pensa che sia rimasto in Russia quando l'uovo fu acquistato dall'antiquario Armand Hammer.[3]
Sorpresa
La sorpresa all'interno è n un ritratto in miniatura dello zarevič Aleksej in una cornice di platino a forma di aquila imperiale bicipite russa[4] sormontata dalla corona e con il globo e lo scettro dei Romanov negli artigli, tempestata su entrambi i lati con 2.000 diamanti taglio-rosetta.
L'elaborato portaritratti poggia su una base di lapislazzuli e può essere rimosso dall'interno dell'uovo, dove invece riposa su un disco d'oro con inciso un rosone.[3]
Il ritratto mostra Aleksej in divisa da marinaio, una delle favorite dello zarevič; l'originale miniatura ad acquerello, a doppia faccia, è ancora nella collezione del Virginia Museum of Fine Arts ma ha subito dei danni ed è stata sostituita con una foto d'archivio.
Storia
Fabergé ha creato l'uovo come un omaggio allo zarevič Aleksej Unknown to all but the royal family, Aleksej was expected to die of emofilia ed fu ad un certo punto così vicino alla morte che alla Corte imperiale russa era già stato redatto il suo certificato di morte. Quando Aleksej sopravvisse, Fabergé, che sapeva della salute dello zarevič, creò l'uovo per la madre di Aleksej, la zarina Aleksandra Fedorovna per celebrare il miracolo della sua sopravvivenza.[5][2]
Note
Bibliografia
- (EN) Toby Faber, Fabergé's Eggs: The Extraordinary Story of the Masterpieces That Outlived an Empire, Random House, 2008, ISBN 140006550X, 9781400065509
ISBN
non valido (aiuto).
- (EN) Christopher Forbes, Johann Georg Prinz von Hohenzollern, Fabergé, the imperial eggs, Prestel, 1990, ISBN AISN B000YA9GOM
ISBN
non valido (aiuto).
- (EN) Will Lowes, Christel Ludewig McCanless, Fabergé Eggs: A Retrospective Encyclopedia, Scarecrow Press, 2001, ISBN 0810839466, 9780810839465
ISBN
non valido (aiuto).
- (EN) Abraham Kenneth Snowman, Carl Faberge: Goldsmith to the Imperial Court of Russia, Gramercy, 1988, ISBN 0517405024.
- (EN) David Park Curry, Fabergé: Virginia Museum of Fine Arts, Virginia Museum of Fine Arts, 1995.
Vedi anche
Collegamenti esterni
- (EN) Imperial Czarevich Easter Egg, in Collections - Fabergé, Virginia Museum of Fine Arts, VMoFA.
- (EN) 1912 Tsarevich Egg (Czarevich Egg), in Mieks Fabergé Eggs, 13 novembre 2008, Mieks. URL consultato l'11/09/2011.
- (EN) Imperial Czarevich Egg, in Fabergé Imperial Easter Eggs - Index, Matt & Andrej Koymasky, 24 luglio 2004, Koymasky. URL consultato l'11/09/2011.
- (EN) Fabergé Eggs: Fragile Remembrances, su pbs.org, PBS.org, PBS. URL consultato il 16/09/2011.
Collegamenti esterni
- (EN) The Alexander III Equestrian Egg, 1910, in WWW Faberge Tour, State Museums of the Moscow Kremlin, Moscow Kremlin. URL consultato il 02/09/2011.
- 26. PALAZZO GATCHINA, in La collezione, Mondo Fabergè, Mondo Fabergè.
- (EN) Alexander Palace Egg, in ZOOM Fabergé Imperial Eggs, Alexander III Equestrian Egg, Alexander Palace. URL consultato il 15/08/2011.
- +
- +
- [2]
- (EN) Gatchina Palace Egg, su art.thewalters.org, The Walters Art Museum, Walters Art Museum. URL consultato il 29/08/2011.
- (EN) Current Whereabouts of the Fifty Imperial Faberge Eggs, in Faberge Eggs, PBS, 14/12/2009.
- (EN) The Standart Egg (1909), in The Russian Imperial Yacht Standart, Standart. URL consultato il 23/07/2011.
- (EN) Alan Farnham, Egg Hunting, Pro Division, in Forbes, 04 dicembre 2004.
- (EN) Roy Proctor, Fabulous Fabergé - Pratt art collection glitters at Virginia Museum of Fine Arts, in Stafford County Sun, 06 luglio 2011.
- (EN) Imperial Pelican Easter Egg, VMFA, a 01:14.
- (EN) Monica Clare McLaughlin, Fabergé Travels to Tennessee, in JCK Magazine, Reed Exhibitions, aprile 2007. URL consultato il 17/08/2011.
- (EN) The Matilda Geddings Gray collection of Fabergé, su cheekwood.org, Cheekwood's Museum of Art, Cheekwood. URL consultato il 15/08/2011.
Altri progetti
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Uovo Fabergé prova 3
Uova donate da Nicola II a sua moglie Alessandra d'Assia | Uova donate da Nicola II a sua madre Dagmar di Danimarca | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
1895 | 13 | Uovo con rosa | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | 14 | Uovo dei 12 monogrammi | Hillwood Museum, Washington, DC | |
1896 | 15 | Uovo con miniature | Museo delle belle arti della Virginia, Richmond | 16 | Uovo con ritratti di Alessandro III | disperso | |
1897 | 17 | Uovo dell'incoronazione | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | 20 | Uovo malva | disperso | |
1898 | 19 | Uovo floreale | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | 18 | Uovo del pellicano | Museo delle belle arti della Virginia, Richmond | |
1899 | 21 | Uovo dei gigli | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 19 | Uovo delle viole | Collezione privata, New Orleans | |
1900 | 23 | Uovo della Transiberiana | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 21 | Uovo con galletto | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | |
1901 | 25 | Uovo con cesto di fiori | Royal Collection, Regina Elisabetta II, Regno Unito | 26 | Uovo del palazzo di Gatchina | Walters Art Gallery, Baltimora | |
1902 | 27 | Uovo di trifoglio | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 28 | Uovo di nefrite | disperso | |
1903 | 29 | Uovo di Pietro I il Grande | Museo delle belle arti della Virginia, Richmond | 27 | Uovo reale danese | disperso | |
1906 | 30 | Uovo del Cremlino[1] | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 29 | Uovo con cigno | Fondazione E. & M. Sandoz, Losanna | |
1907 | 32 | Uovo delle rose | Walters Art Gallery, Baltimora | 31 | Uovo dei trofei d'amore | appartenente a Robert M. Lee, USA | |
1908 | 34 | Uovo del palazzo di Alessandro | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 33 | Uovo con pavone | Fondazione E. & M. Sandoz, Losanna | |
1909 | 36 | Uovo dello yacht "Standart" | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 35 | Uovo in memoria di Alessandro III | disperso | |
1910 | 38 | Uovo delle colonne | Royal Collection, Regina Elisabetta II, Regno Unito | 37 | Uovo di Alessandro III a cavallo | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | |
1911 | 40 | Uovo del quindicesimo anniversario di regno | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | 39 | Uovo con albero | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | |
1912 | 42 | Uovo dello zarevic Alessio | Museo delle belle arti della Virginia, Richmond | 41 | Uovo napoleonico | Museo d'arte di New Orleans | |
1913 | 44 | Uovo del 300º anniversario della dinastia Romanov | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 43 | Uovo invernale | Collezione privata, Qatar | |
1914 | 46 | Uovo mosaico | Royal Collection, Regina Elisabetta II, Regno Unito | 45 | Uovo di Caterina II la Grande | Hillwood Museum, Washington, DC | |
1915 | 48 | Uovo della Croce Rossa | Cleveland Museum of Art, Cleveland | 47 | Uovo con ritratti della Croce Rossa | Museo delle belle arti della Virginia, Richmond | |
1916 | 50 | Uovo d'acciaio | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca | 49 | Uovo dell'Ordine di San Giorgio | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia | |
1917 | xx | Uovo della costellazione[2] | Museo Mineralogico Fersman, Mosca | xx | Uovo di legno di betulla della Carelia[2] | Museo nazionale russo, Mosca |
Note
- ^ In realtà l'Uovo del Cremlino sarebbe dovuto essere regalato alla zarina nel 1904, ma la consegna fu posticipata a causa della Guerra russo-giapponese del 1904-1905 prima, e dall'omicidio del Granduca Sergio, zio di Nicola, nonché marito della sorella di Alessandra Elisabetta, avvenuto proprio all'interno della cittadella moscovita, nel 1905.
- ^ a b Quest'ultimo uovo non furono mai consegnato a causa della Rivoluzione di Febbraio e della caduta della monarchia zarista.
Uovo Fabergé prova 7
Uova donate da Alessandro III a sua moglie Dagmar di Danimarca | ||
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1885 | Uovo con gallina | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia |
1886 | Uovo con gallina e pendente di zaffiro | disperso |
1887 | Uovo orologio del serpente blu | appartenente ad Alberto II di Monaco |
1888 | Uovo sul cocchio con cherubino | disperso |
1889 | Uovo di perla | disperso |
1890 | Uovo dei palazzi danesi | Museo d'arte di New Orleans |
1891 | Uovo della motonave "Memoria di Azov" | Museo dell'Armeria del Cremlino, Mosca |
1892 | Uovo con graticcio di diamanti | Collezione privata, Londra |
1893 | Uovo del Caucaso | Museo d'arte di New Orleans |
1894 | Uovo della rinascita | appartenente a Viktor Vekselberg, Russia |
Qualità della vita
Progetto:Geografia/Antropica/Comuni/Descrizione
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) | Qualità della Vita (Italia Oggi) | Rapporto Ecosistema Urbano (Legambiente) |
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2004 | 60° (- 13) | 75° (- XX) | 78° (- XX) |
2005 | 76° (- 16) | 89° (- 14) | 57° (+ 21) |
2006 | 62° (+ 14) | 74° (+ 15) | 93° (- 36) |
Bandierina
{{{1}}}⁄{{{2}}}
Cavuccio è una frazione del Comune di Teramo, è sita in posizione panoramica, su un colle a circa 7 km. dal capoluogo.
La maggior parte degli abitanti risede nelle contrade Malle, Taverna, Collepiano e Piano Piccolo.
Nella zona si sono trovati resti di un acquedotto romano.
Tabella clima
- Classificazione climatica: zona E, 2289 GR/G
- Diffusività atmosferica: alta, Ibimet CNR 2002
anno 2007 | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Temperatura max. media (°C) | 14 | 14 | 15 | 20 | 24 | 28 | 32 | 30 | 24 | 17 | 13 | 21,2 | |
Temperatura min. media (°C) | 5 | 6 | 7 | 10 | 14 | 17 | 21 | 19 | 14 | 11 | 6 | 11,9 | |
Piogge (mm) | 14 | 26 | 67 | 25 | 92 | 62 | 0 | 30 | 30 | 30 | 157 | 551 | |
Venti (dir.-nodi) | SW 4.6 | SW 4.3 | SW 5.0 | NE 4.5 | WNW 5.2 | NE 5.2 | NE 6.7 | NE 5.2 | SW 5.5 | W 2.9 | W 3.6 | -- |