Il mattatore
Il mattatore è un film del 1960 diretto dal regista Dino Risi. Interpretato da Vittorio Gassman.
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Paese di produzione | Italia |
Durata | 104 min |
Genere | commedia |
Regia | Dino Risi |
Soggetto | Sergio Pugliese, Age & Scarpelli, Sandro Continenza, Ettore Scola, Ruggero Maccari |
Sceneggiatura | Ettore Scola, Sandro Continenza, Ruggero Maccari |
Produttore | Mario Cecchi Gori |
Fotografia | Massimo Dallamano |
Montaggio | Eraldo Da Roma |
Musiche | Pippo Barzizza |
Scenografia | Giorgio Giovannini |
Costumi | Marisa D'Andrea, Romolo Martino |
Interpreti e personaggi | |
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Commedia brillante, diretta da un Dino Risi in splendida forma è soprattutto un'esaltazione delle doti inimitabili dello strepitoso Vittorio Gassman che va da un personaggio all'altro con impareggiabile bravura e credibilità.
Il successo della pellicola, oltre alla presenza di Gassman, è dovuto anche ai decisivi ruoli di Peppino De Filippo (Chinotto), Mario Carotenuto e Luigi Pavese nel ruolo minore della vittima di turno (Adolfo Rebuschini). Indimenticabile l'episodio in cui Vittorio Gassman si sostituisce al Generale Mesci (Fosco Giachetti) per portare a termine una truffa per la fornitura di pasta all'uovo per l'esercito.
La sceneggiatura ha più di un debito con I tromboni (1956) di Federico Zardi che lo stesso Gassman aveva interpretato sul palcoscenico ed in televisione nella trasmissione dello stesso anno che portava lo stesso titolo, appunto Il Mattatore.
Trama
Gerardo, guitto che passa disinvoltamente, ma con scarso successo, dal teatro comico alla tragedia, viene coinvolto, grazie alla sua capacità di imitare qialsiasi parlata dialettale d'Italia, in una truffa ordita da Lallo ai danni di un ricco commerciante di stoffe. La sua inesperienza fa sì che sia lui l'unico ad essere arrestato e condannato a parecchi mesi di carcere. Qui fa conoscenza con un vasto campionario di piccoli delinquenti, dediti prevalentemente a truffe di vario genere. In particolare fa amicizia con De Rosa, detto Chinotto, un truffatore per il quale le porte delle carceri sono come la porta girevole di un grande albergo. Uscitone, si mette in società con quest'ultimo, divenendo, grazie alle sue impareggiabili doti istrioniche, un bravissimo organizzatore e realizzatore di truffe, riuscendo pesino a truffare colui che ne aveva provocato l'incarcerazione, il raffinato Lallo. Superato il maestro "Chinotto", si mette in proprio fino a che Annalisa, attrice di varietà innamorata di lui, riesce a mettergli la fede al dito. Sebbene la moglie tenti di redimerlo, ogni sforzo risulta vano: la sua è una vocazione irresistibile.