Shotacon

parola macedonia giapponese abbreviazione di shōtarō complex

Template:Avvisounicode

Le informazioni riportate hanno solo fine illustrativo. Wikipedia non dà garanzia di validità dei contenuti: leggi le avvertenze.

Shotacon (ショタコン?, Shotakon), abbreviazione di shōtarō complex (しょうたろうコンプレックス?, shōtarō konpurekkusu), è un termine giapponese che indica l'attrazione, quasi sempre in senso sessuale oltre che affettivo, nei confronti di ragazzini prepuberi o appena puberi. Spesso è ulteriormente abbreviato in shota (ショタ?). Il corrispondente femminile viene chiamato lolicon.

Origini del termine

Il termine nasce nei primi anni ottanta all'interno dell'ambiente delle dōjinshi; anche in seguito non trova comunque un'eccessiva diffusione all'esterno del mondo del fumetto e dell'animazione. Per questo molto spesso con shotacon e shota, più che indicare l'attrazione verso i ragazzini, ci si riferisce a quelle dōjinshi che trattano lo shotacon come tematica.

La prima apparizione del termine, verosimilmente, è all'interno della rivista amatoriale Fanrōdo (ファンロード?). Non è chiara l'etimologia, ma la teoria più comune è che il riferimento sia a Shōtarō Kaneda, giovane protagonista del fumetto Tetsujin nijūhachi-gō (鉄人28号; in Italia è nota la seconda versione animata televisiva: Super robot 28), scritto e disegnato da Mitsuteru Yokoyama negli anni cinquanta.[1] Kaneda Shōtarō era un ragazzino deciso, che indossava sempre dei caratteristici pantaloncini. In molti dei fumetti realizzati sulla rivista Fanrōdo i ragazzini protagonisti indossavano anch'essi spesso pantaloni corti (半ズボン?, hanzubon), come elemento del feticismo shotacon; il termine dev'essere quindi stato usato da queste autrici, che si erano ricordate del fumetto di Mitsuteru Yokoyama, con cui erano cresciuti negli anni precedenti.

Tematiche

Parte delle dōjinshi e del manga shotacon sono realizzate da autrici femminili per lettrici femminili. Le tematiche includono rapporti tra gli stessi ragazzini, o tra un ragazzino e una controparte più grande o adulta, che può essere sia maschile che femminile; in questi ultimi casi, di solito, il ragazzino protagonista si dimostra particolarmente passivo nel rapporto. Dal punto di vista grafico, il disegno tende a evidenziare l'aspetto infantile, innocente e ingenuo dei protagonisti, rientrando nell'estetica del kawaii. Spesso il kawaii e l'infantilismo dei protagonisti è tanto enfatizzato, da renderli volutamente indistinguibili se maschi o femmine: in tal caso si parla di rorishota (ロリショタ?). Quando, invece, ai protagonisti sono aggiunte "appendici" che li rendono simili a piccoli animali (orecchie e code da gattino, o da cagnolino), si parla di kemoshota (ケモショタ?).

Gli shotacon dedicati al pubblico maschile (detti 'straight shota', dove 'straight' significa 'eterosessuale' e 'shota' è l'abbreviazione di shotacon) mostrano invece rapporti tra un protagonista maschile, nella prepubertà o nell'adolescenza, e una protagonista femminile, nell'adolescenza o nell'età adulta. Talvolta, negli straight shota il divario di età tra le due controparti non è particolarmente grande, ma la protagonista femminile è comunque più sviluppata della controparte maschile nelle dimensioni e nelle forme del corpo; tali opere vanno quindi considerate più vicine a una sorta di macrofilia che alla vera e propria gerontofilia.

Non solo dōjinshi

Rapporti di tipo shotacon possono essere rintracciati anche in opere commerciali, destinate alla grande massa: in questo caso, ovviamente, l'aspetto sessuale è quasi sempre del tutto assente, almeno esplicitamente (quindi non si tratta di pornografia), mentre anche quello affettivo può rimanere al livello di semplici allusioni. Potrebbero essere ipotizzati come shotacon i rapporti tra Misato e Shinji in Evangelion; tra Nanami e Tsuwabuki in Utena; tra Yukito e Shaoran Li in Card Captor Sakura. In altri casi invece vi è, da parte del pubblico femminile, un'appropriazione di personaggi provenienti da opere di massa, usati come protagonisti in dōjinshi di genere shotakon: due casi molto diffusi sono Conan, il protagonista di Detective Conan e Harry Potter, protagonista dell'omonima saga narrativa.[senza fonte]
Tuttavia, sono comparse sul mercato alcune opere commerciali esplicite, sia nei videogiochi, sia nei manga (con varie riviste specifiche), sia (negli ultimi anni) negli anime. Esempi di questi ultimi sono Boku no Pico e Kodomo no jikan - A Forbidden time (quest'ultimo straight shota, cioè etero), da non confondere con l'omonimo manga e anime di Kaworu Watashiya.

Legalità

La legalità di questo tipo di pornografia è oggetto di discussioni negli Stati Uniti, nel Regno Unito, e nello stesso Giappone. In altri paesi, come Paesi Bassi[2] e Italia[3], lo shotacon non viene considerato illegale.

Note

  1. ^ v. Patrick W. Galbraith, The Otaku Encyclopedia, Kodansha America, 2009, voce "Shotacon", p. 208.
  2. ^ Le leggi olandesi che riguardano la pornografia, modificate nel 2002, definiscono pedopornografia "immagini realistiche di minori in comportamenti sessualmente espliciti", escludendo il genere Shotacon poiché non è considerato realistico. First Draft of International Convention, su iwar.org.uk, IWS - The Information Warfare Site, 25-04-2000. URL consultato il 15-02-2012.
  3. ^ In un'intervista, il vicequestore aggiunto Elvira D'Amato del Centro Nazionale per il contrasto alla pedofilia in rete ha dichiarato: «In Italia il cartone animato, così come il fumetto o la riproduzione 3D, non sono contemplati dagli articoli del Codice Penale, che si occupano in questo caso di perseguire i delitti contro la persona, proprio perché i soggetti raffigurati non sono persone reali. Viceversa [...] un fotomontaggio che raffigurasse un minore, nonostante non ritragga una situazione verificatasi nella realtà, sarebbe incriminabile. [...] La legge non può punire l'intenzione di reato. Per quanto il contenuto di un fumetto sia di carattere palesemente pedopornografico, non è perseguibile penalmente al pari di un fumetto che raffiguri scene di omicidio o qualsiasi altra forma di violenza.». Gli hacker all’attacco dei pedofili su Internet, su linkiesta.it, 29-08-2011. URL consultato il 15-02-2012.

Voci correlate

Altri progetti