Treviso
Treviso (IPA: /tre'vizo/, toponimo invariato in veneto) è un comune italiano di 83.167 abitanti[3], capoluogo dell'omonima provincia in Veneto.
| Treviso comune | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Amministrazione | |
| Sindaco | Gian Paolo Gobbo (LN) dal 16-4-2008 |
| Territorio | |
| Coordinate | 45°40′20″N 12°14′32″E |
| Altitudine | 15 m s.l.m. |
| Superficie | 55,5 km² |
| Abitanti | 83 167[1] (31-03-2011) |
| Densità | 1 498,5 ab./km² |
| Comuni confinanti | Carbonera, Casier, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Villorba, Zero Branco |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 31100 |
| Prefisso | 0422 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Codice ISTAT | 026086 |
| Cod. catastale | L407 |
| Targa | TV |
| Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
| Nome abitanti | trevigiani, trevisani |
| Patrono | san Liberale |
| Giorno festivo | 27 aprile |
| Cartografia | |
| Sito istituzionale | |
Geografia fisica
Territorio
La città sorge sulla media pianura veneta in una zona ricca di risorse idriche. Entro lo stesso territorio comunale nascono numerosi fiumi di risorgiva dei quali il più importante è il Botteniga. Quest'ultimo, dopo aver ricevuto le acque di Pegorile e Piavesella di Nervesa, oltrepassa le mura all'altezza del Ponte di Pria e si divide poi nei diversi rami (Cagnan Grande, Buranelli, Roggia ecc.) che tanto caratterizzano il centro storico. Corso d'acqua principale è comunque il Sile, di cui il Botteniga stesso è tributario, il quale lambisce le mura meridionali. Altri fiumi rilevanti, tutti affluenti del Sile, sono lo Storga, il Limbraga (da sinistra) e il Dosson (da destra).
L'altitudine minima è di 6 m s.l.m. e si riscontra all'estremità sudorientale del territorio comunale, in località Sant'Antonino; di contro, il punto di massima, 31 m s.l.m., corrisponde all'estremità nordoccidentale, nei pressi di Santa Bona. Il municipio, Ca' Sugana, si trova invece a 15 m s.l.m..
Clima
In base alla media trentennale di riferimento (1961-1990), la temperatura passa dal valore minimo di -1 °C di gennaio-febbraio al valore massimo di 28 °C di luglio-agosto. Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm e i valori massimi si riscontrano tra l'estate e l'autunno. Sempre in estate possono svolgersi dei fenomeni a carattere burrascoso, spesso accompagnati da violente grandinate. In inverno, la notte si hanno solitamente temperature al di sotto dello zero e quindi ghiaccia facilmente. Inoltre pochi giorni all'anno possono verificarsi brevi nevicate, anche se di bassa entità.
Storia
La prima menzione di Treviso, seppur indiretta, compare nel III libro della Naturalis historia di Plinio il Vecchio in cui è citato il «Fluvius Silis ex montibus Tarvisanis». Bisognerà aspettare il De vita sancti Martini di Venanzio Fortunato per avere una prima citazione del toponimo «Tarvisus», seguito, poco dopo, dall'Anonimo Ravennate con «Trabision». Numerosi sono poi i riferimenti nell'Historia Langobardorum di Paolo Diacono: «Tribicium seu Tarbision», «apud Tarvisium» ecc.
L'ipotesi più probabile è che Tarvisium, scomponibile in Tarv-is-ium, sia di origine celtica: si riconoscono infatti tarvos "toro" e la formante -is- tipica dei toponimi gallici[4].
Le origini e l'epoca romana
Villaggio paleoveneto sorto in epoca pre-romana su tre alture poste nei pressi di un'ansa del Sile, in un territorio ricchissimo di risorse idriche, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani[5]. La vicinanza ad alcune importanti arterie, come la strada Postumia, e le stesse vie d'acqua, ne fecero sin dai tempi più antichi un vivace centro commerciale della la Venetia et Histria[6][7].
L'età barbarica e l'alto Medioevo
La decadenza del tardo periodo romano si fece sentire anche a Treviso benché, all'indomani della caduta dell'Impero Romano d'Occidente e durante il regno di Teodorico, la città fosse ancora un centro annonario di prim'ordine[8]. Contesa nel corso del VI secolo tra Ostrogoti e Bizantini, secondo la tradizione la città diede i natali a Totila, glorioso capo militare germanico che vinse i Bizantini proprio alle porte di Treviso[9].
Conquistata dai Longobardi, fu eretta a sede di uno dei trentasei ducati del regno e venne dotata di un'importantissima zecca[10][11]. Quest'ultima continuò a fiorire anche sotto i Carolingi (sotto i quali il locale vescovo ebbe il titolo di conte), e ancora sotto la Serenissima vi si coniava il bagattino[12].
L'età comunale
Fu tuttavia con la rinascita dell'Anno Mille che Treviso, datasi statuti comunali e vinto l'imperatore Federico Barbarossa accanto alle città delle leghe Veronese e Lombarda, conobbe un notevole sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di monumenti e palazzi, che le valsero il soprannome di urbs picta. Il vivere trevigiano divenne sinonimo di vita gaudente e la città si animava di feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore. Citata da Dante Alighieri che vi trascorse parte del suo esilio e da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, la città crebbe ulteriormente in ricchezza e fasto per tutto il XII e XIII secolo dotandosi di una delle prime Università (1321) e contendendo alle limitrofe Padova e Verona il ruolo di città principe di quella che, al tempo, veniva chiamata Marca Trivigiana intendendo con l'espressione buona parte dell'attuale Veneto[13].
Dalla Signoria alla Repubblica Veneta
In modo analogo alle principali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi del governo comunale ed il successivo passaggio alla signoria. Bisogna tener conto, comunque, che sin dagli inizi il potere era di fatto in mano ad una ristretta oligarchia aristocratica, tra cui spiccavano alcune famiglie quali i Tempesta.
La prima casata ad impossessarsi di Treviso furono gli Ezzelini, che signoreggiarono tra il 1237 ed il 1260 con le figure di Ezzelino III e Alberico. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all'Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale durata fino al 1312[14].
Dominata poi dai Collalto e dai Da Camino, la Marca si trovò ancora coinvolta in guerre e saccheggi nel periodo 1329-1388[15]. Occupata dapprima dagli Scaligeri (1329-1339), nel 1339 si diede spontaneamente alla Serenissima, andandone a costituire il primo possedimento in terraferma. Coinvolta quindi nelle guerre per il primato sulla penisola italiana, la città fu retta dal duca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai Carraresi. Solo da allora la città tornò definitivamente alla Repubblica di Venezia[16].
Il periodo veneziano
Finalmente sotto Venezia, Treviso poté godere di un lungo periodo di stabilità e relativo benessere, salvo la parentesi della Guerra della Lega di Cambrai che vide la costruzione delle attuali fortificazioni (1509) e l'assedio imperiale e francese, tolto nel 1511[17].
Il periodo postunitario e le due guerre
Il 21 ottobre 1866 nelle Province Venete si tenne il plebiscito di annessione al Regno d'Italia: a Treviso prevalsero nettamente i "si" (i "no" furono soltanto due).
Nel corso dell'Ottocento, si installarono in città famiglie della borghesia imprenditoriale, di origine «foresta», che diedero il primo impulso alle industrie locali e al processo di inurbamento della popolazione contadina. Alla fine del secolo la povertà nelle campagne era dilagante; molti proletari cercarono fortuna altrove, in particolare in Brasile[18][19]
Durante la prima guerra mondiale, Treviso, «città di retrovia», subì diversi bombardamenti aerei da parte degli austriaci. A causa della ritirata di Caporetto, la provincia risultò tagliata in due e migliaia di profughi trevigiani furono evacuati e sparsi in tutta la penisola. La ricostruzione e gli ambiziosi progetti urbanistici avviati durante il ventennio cambiarono in parte l'aspetto della città.
Dopo la marcia su Roma, il potere locale, almeno nei primi anni, restò in mano a personale prefascista. I movimenti cattolici (leghe bianche e cooperative), in precedenza molto forti, furono sciolti. Nel 1938 Benito Mussolini visitò la città.
Durante primi anni della seconda guerra mondiale Treviso, nodo ferroviario molto importante verso l'est, si sviluppò nel settore terziario e proprio per questo, il 7 aprile 1944, fu pesantemente bombardata dall'aviazione statunitense (Bombardamento di Treviso). Il 29 aprile 1945 entrarono in città le prime truppe alleate, accolte dai partigiani che, dopo l'8 settembre 1943, operarono in clandestinità anche nel trevigiano.
Età repubblicana
Con la Liberazione la Chiesa tornava ad essere l'interlocutrice e la moderatrice della società trevigiana. Durante i primi anni di governo della Democrazia Cristiana, furono ricostruiti i più importanti edifici storici distrutti dal bombardamento, venne inoltre migliorata la viabilità e costruiti numerosi alloggi per i senzatetto[20].
Negli anni ottanta e novanta, nella provincia di Treviso, con le sue fabbriche, spesso di piccole dimensioni, scoppiò il boom economico che la portò, in pochissimi anni, da zona economica depressa a una delle realtà economicamente più vivaci dell'Italia. In quegli anni un nuovo soggetto politico appare nella scena veneta, la Lega Nord: nel 1994, dopo anni di amministrazione democristiana, viene eletto sindaco Giancarlo Gentilini. Negli anni duemila nuovi problemi si affacciano nella società trevigiana: l'immigrazione, la sicurezza sociale, il precariato, l'inquinamento atmosferico e del suolo, la speculazione edilizia,...
Simboli
Nell'articolo 6 dello Statuto Comunale così è descritto lo stemma comunale:
Nell'araldica civica italiana, la croce è tipica delle città aderenti al partito guelfo; il metallo argento è di gusto francese perché furono i crociati Francesi ad adottare la croce argentata per distinguersi; le stelle sembrano senza significato se non quello di semplice ornamento di gusto araldico medievale[21].
Il vessillo è costituito da una bandiera bianca e azzurra con lo stemma comunale al centro.
Treviso ha pure un proprio sigillo di forma ovale nel quale è rappresentata una città turrita e riportate le scritte "Tarvisium" e "Monti, musoni, ponto, dominorque Naoni". La frase rimanda agli antichi domini della città, che avevano come confini le Prealpi Bellunesi, il fiume Muson, il mare della Laguna Veneta e il fiume Noncello.
Onorificenze
La città di Treviso è una delle città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione: è stata infatti insignita della medaglia d'oro il 13 aprile 1948 per i sacrifici sofferti dalla popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale con la seguente motivazione:
— Settembre 1943 - aprile 1945
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
La città di Treviso, legata a una lunga tradizione religiosa e monastica che l'ha interessata per lunghi secoli, conserva molte architetture religiose: dentro le mura sorgono le chiese più antiche e i monasteri superstiti; nei quartieri più moderni, sviluppatisi nel Novecento, sorgono le relative chiese parrocchiali, esempi di architettura religiosa moderna e contemporanea. Oltre alle chiese di seguito descritte, si possono citare anche la chiesa di Santa Fosca in Santa Maria Maggiore, l'ex chiesa di Santa Caterina, la chiesa di Santa Croce, la chiesa di Santa Maria Maddalena, l'ex chiesa di Santa Margherita, la chiesa di San Leonardo, e le chiese delle frazioni di Sant'Angelo e Sant'Ambrogio.
Chiesa di San Francesco
Un gruppo di frati francescani, inviati dallo stesso san Francesco, giunse a Treviso nel 1216 e prese sede in un oratorio dedicato alla Madonna, nella zona oltre il Cagnan Grande. La comunità divenne presto numerosa e nel 1231 si cominciò a costruire la chiesa e il convento, che vennero ultimati nel 1270. Soppressi nel 1806, furono adibiti ad altri scopi, finché nel 1928 non vennero restaurati e riaperti al culto. L'architettura è di transizione tra il romanico e il primo gotico. L'interno ha un'unica navata e cinque cappelle laterali. Al suo interno si possono vedere le tombe del figlio di Dante Alighieri e della figlia di Francesco Petrarca.
Chiesa di San Nicolò
Costruita all'inizio del XIV secolo dai Domenicani grazie ai 70.000 fiorini lasciati dal papa trevigiano Benedetto XI, è la chiesa più grande della città, superando anche il Duomo. Nel complesso conventuale annesso, oggi sede del Seminario vescovile, è conservato un importante ciclo di affreschi di Tomaso da Modena. Degne di nota sono le raffigurazioni di Ugo di Saint-Cher e Nicolò di Rouen, ritenute le prime opere pittoriche a riportare rispettivamente degli occhiali e una lente d'ingrandimento.
Duomo
Principale luogo di culto di Treviso e sede della diocesi, la cattedrale è consacrata a san Pietro Apostolo. Le sue origini risalgono all'età paleocristiana (VI secolo), mentre l'edificio attuale fu costruito in stile neoclassico da Andrea Memmo e Giannantonio Selva, seguendo il progetto dell'architetto castellano Giordano Riccati.
In piazza del Duomo si trovano anche la chiesa di San Giovanni Battista, oggi utilizzata come battistero, e l'episcopio.
Chiesa di San Martino Urbano
Dell'antica cappella (la prima citazione è del 790) rimane oggi solo il campanile: il sacro edificio fu infatti distrutto durante il bombardamento del 1944. L'attuale chiesa fu realizzata dall'architetto Angelo Tramontini, iniziata nel 1960 e consacrata il 5 dicembre 1970 dal vescovo Antonio Mistrorigo[23].
Architetture civili
Oltre alle architetture di seguito descritte, si possono citare molti palazzi, testimoni dell'evoluzione dell'edilizia trevigiana: Ca' dei Carraresi, Ca' da Noal, Ca' da Robegan, Ca' Spineda, Palazzo Dolfin Calzavara Giacomelli, Palazzo Bomben...
Monte di Pietà e Cappella dei Rettori
L'antica sede dell'antico Monte di Pietà si trova nell'omonima piazza, dietro al Palazzo del Podestà. Già sede del trecentesco Monte dei Pegni, il palazzo fu ricostruito nel 1462, anno in cui i Francescani proposero l'istituzione del Monte di Pietà, che venne ufficialmente fondata nel 1496 grazie all'interessamento del vescovo Nicolò Franco. All'inizio del XVI secolo l'edificio fu ingrandito, andando ad inglobare l'odierna chiesa di Santa Lucia e, successivamente (1561), la chiesa di San Vito. Gli ultimi interventi si ebbero nel Settecento, sicché attualmente il palazzo e le due chiese si presentano come un unico complesso con tanto di porticato in comune.
A partire dall'inizio del XIX secolo, l'istituzione incominciò ad essere malvista dalle autorità francesi prima e austriache poi. Per le pesanti imposte, il Monte di Pietà abbandonò il progetto di ulteriori ampliamenti e, anzi, ridusse notevolmente la sua attività, tant'è che, nel 1822, veniva convertito in cassa di risparmio (la futura Cassamarca).
All'interno si trova la cappella dei Rettori, pregevole ambiente che conserva affreschi del Fiumicelli, tele del Pozzoserrato e cuoi di Cordova. Il tema delle decorazioni alludono al soccorso e all'indulgenza.
Dal dicembre 2004 il Monte di Pietà è stato acquistato dalla Fondazione Cassamarca. Attualmente ospita uffici di UniCredit e alcuni esercizi pubblici[24][25].
Loggia dei Cavalieri
Simbolo del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune è la Loggia dei Cavalieri, esempio di romanico trevigiano con influssi dell'eleganza bizantina. Fu costruita sotto la podesteria di Giacomo da Perugia (1276) come luogo di convegni, conversazioni, giochi e il popolo non poteva accedervi.
-
la Loggia dei Cavalieri
-
Dietro la Loggia dei Cavalieri
-
Interno
Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento
La piazza costituisce il cuore della città e suo centro culturale, storico e sociale.
A est della piazza si trova il Palazzo dei Trecento o della Ragione, costruzione nel XII secolo, già sede del Maggior Consiglio. Una "cicatrice" sulle pareti esterne del palazzo ricorda gli importanti danni subiti nel 1944, durante il bombardamento di Treviso.
A nord sorgono invece il Palazzo del Podestà (fine XV secolo, facciata rimaneggiata a più riprese fino al XIX secolo) e la caratteristica torre civica, detta "Rossignona". Poco distante dal palazzo, all'inizio di via Calmaggiore, era collocata un tempo la Fontana delle tette, poi rimossa ed attualmente conservata sotto la loggia del Palazzo dei Trecento.
Piazza Rinaldi
Piazza Rinaldi deve il proprio nome ai tre palazzi che vi si affacciano, nei secoli residenze della famiglia Rinaldi. Il più antico risale al duecento, quando la famiglia, sfuggita al Barbarossa, era appena giunta a Treviso. Il secondo palazzo, decorato con curiosi archi ogivali inflessi in una loggia al primo piano, è di epoca quattrocentesca. Il terzo e ultimo palazzo fu costruito nel XVIII secolo.
Nella piazza vi era una "stazione di posta". All'inizio del Novecento divenne luogo di mercato e di incontro.
Ponte di Pria
Il "Ponte di Pria" (Ponte di Pietra) è un ponte situato in una zona in cui confluiscono le acque del Cagnan Grande. Qui vi sono delle chiuse, ideate e costruite da Fra' Giocondo per inondare i dintorni di Treviso a scopo difensivo.
Il Quartiere Latino e l'Università
Inaugurato il 30 settembre 2006, è stato realizzato dall'architetto Paolo Portoghesi restaurando l'ex ospedale di Santa Maria dei Battuti (altrimenti detto di San Leonardo) che sorge presso la confluenza tra Sile e Cagnan Grande.
L'ospedale ha una storia antichissima: originariamente sorgeva pressappoco dove oggi si trova la stazione degli autobus ma nel 1332, dovendo far posto ad un fortilizio, fu trasferito dove si trova tuttora. Nel 1795 la facciata che dà sul Sile, esempio di gotico trecentesco, fu demolita e sostituita con l'attuale, neoclassica. Nel primo Ottocento si effettuarono altri interventi sia negli interno, sia nel cortile. L'altra facciata, che dà sull'attuale piazza Santa Maria dei Battuti, era invece cinquecentesca, ma tra l'Otto e il Novecento fu sostanzialmente rifatta. Dal 1834 al 1866 l'ospedale ospitò anche la dogana, motivo per cui è detto talvolta Palazzo della Dogana[26][27].
Fa parte del complesso anche la cappella di Santa Croce, oggi sconsacrata e adibita ad auditorium.
L'idea di fondo su cui si è basato il restauro è stata quella di recuperare lo stile originale armonizzandolo con elementi del design moderno. Voluto fortemente dalla Fondazione Cassamarca, l'elegante complesso comprende la nuova piazza dell'Umanesimo Latino e un viale ricavato nel cortile dell'ospedale, costeggiato da spazi commerciali e residenziali. Sono stati inoltre recuperati e resi visibili i resti di antiche mura[28].
Il Quartiere Latino ospita inoltre il locale polo universitario, costituito da sedi distaccate dell'Università di Padova e dell'Università Ca' Foscari di Venezia. I corsi dell'una si svolgono all'interno dello stesso ospedale, l'altra si trova presso l'ex Distretto Militare, al di là del Sile. Le due sponde sono messe in comunicazione da un ponte pedonale in legno, ispirato all'originario ponte di Santa Margherita così come dipinto nella seconda metà del '700 da Medoro Coghetto, progettato dallo stesso Portoghesi[29].
Villaggio Eden
La costruzione di questo villaggio operaio è stata voluta, all'inizio del '900, dall'industriale Graziano Appiani con l'intenzione di realizzare un progetto urbanistico e sociale a favore dei moltissimi lavoratori che si trasferivano in città dalle campagne e dai paesi vicini per lavorare nella sua azienda, la Fabbrica laterizi e fornaci Sistema Privilegiato della Ditta Appiani e C..
L'ambizioso progetto, finalizzato a dare concreta applicazione alle idee dell'economista e sociologo Giuseppe Toniolo, si concretizzò in diverse decine di unità abitative per i dipendenti dell'Appiani, nell'Eden Teatro, in un caffè ristoratore, una stand per il tiro al piccione e uno spaccio-distilleria.
Galleria di immagini
-
Torre medievale in via Paris Bordon
-
Una tipica abitazione medievale con la facciata affrescata
Architetture militari
Il centro storico è ancora parzialmente racchiuso dalla cinta muraria costruita nel 1509 in vista della guerra della Repubblica di Venezia contro la lega di Cambrai. Oltre alla costruzione di imponenti mura bastionate e la deviazione di parte del fiume Botteniga, il progetto del del frate Giovanni Giocondo, cui il Consiglio dei Dieci aveva affidato le opere di fortificazione, comportò anche l'abbattimento di parte dell'antico santuario di Santa Maria Maggiore[30].
Alle tre porte di seguito citate si aggiunsero, nella seconda metà del XX secolo, numerosi varchi.
Porta San Tommaso
La più maestosa delle tre porte, fu eretta nel 1518 dal podestà Paolo Nani (doveva infatti chiamarsi "porta Nana" ed è sovrastata da una statua raffigurante San Paolo) su progetto, forse, di Guglielmo Bergamasco. Il nome rimanda a una vicina chiesa dedicata a San Tommaso di Canterbury, andata distrutta. Interamente rivestita da elementi decorativi in pietra d'Istria, riprende lo schema degli archi trionfali classici.
Porta Santi Quaranta
La porta che garantiva l'accesso da Ovest è intitolata ai Quaranta martiri di Sebaste, soldati cristiani che, durante la persecuzione di Licinio in Armenia, si rifiutarono di onorare degli idoli e furono per questo puniti con l'assideramento e il rogo. In periodo risorgimentale la porta assunse il nome di Porta Cavour (la strada che dalla Porta va verso piazza dei Signori, si chiama tuttora "Borgo Cavour"), per poi tornare all'originaria denominazione. La costruzione è a pianta quadrata e la facciata, in pietra d’Istria, con tre archi di cui quello centrale più ampio sopra il quale spicca il leone marciano.
Porta Altinia
Il nome della porta che si rivolge a levante è legato alla città romana di Altino, dalla quale si poteva giungere attraverso l'attuale provinciale "Jesolana".
Fu realizzata nel 1514 accanto a una precedente porta medievale di cui sussistono le volte. Il suo aspetto, con mattoni a vista e poche decorazioni in pietra, è decisamente più sobrio rispetto alle altre due porte. La parte superiore è sagomata a mo' di torrione con ampi finestroni sulle facciate interna ed esterna, mentre i fronti laterali presentano ancora i fori delle cannoniere.
Canali e fontane
Treviso è bagnata da diversi canali, tutti originati dalla divisione in rami (detti "cagnani") del Botteniga. Il fiume entra in città passando sotto il "Ponte di Pria" (Ponte di Pietra) in corrispondenza del quale vi sono delle chiuse, ideate e fatte costruire da Fra' Giocondo.
Altri due rami del Botteniga costeggiano le mura cittadine per immettersi poi, come i "cagnani", nel fiume Sile che lambisce il lato sud del centro storico.
Cagnan Medio o canale dei Buranelli
Il canale dei Buranelli è una delle più pittoresche diramazioni del Botteniga che caratterizzano il centro storico. Il toponimo si riferisce ad uno dei ponti che attraversa il corso d'acqua, detto appunto ponte dei Buranelli, nei pressi del quale si trova tuttora un edificio cinquecentesco un tempo dimora e magazzino di commercianti provenienti dall'isola lagunare di Burano.
-
Un tratto delle mura con il fossato
-
Le chiuse poste all'ingresso del Botteniga in città
-
Il canale dei Buranelli visto dal ponte di via Campana.
-
Il Cagnan della Roggia o Siletto
-
Cagnan Grando all'altezza della Pescheria
-
Molino sul Cagnan Grando
-
Le chiuse del Sile al ponte San Martino
Fontane
Già i poeta fiorentino del XIV secolo Fazio degli Uberti, nel suo Dittamondo, cantava "le chiare fontane" di Treviso ed il "piacer d'amor che quivi è fino". L'Abate Bailo, nella propria guida della città del 1872, loda la purezza delle acque di Treviso, al punto da scrivere: "quest'acque meritano che il forestier le gusti, nè si dirà di conoscere Treviso, se non si sono gustate le sue acque"[31].
Le 33 fontane tutt'oggi presenti all'interno delle mura vennero istallate, ad esclusione delle fontane di Piazza S. Vito e Piazza S. Leonardo e della particolare Fontana delle Tette, fondamentalmente per motivi di utilizzo domestico, e il rapporto con gli abitanti della via o della piazza era quotidiano e cadenzato dagli eventi legati allo svolgersi della giornata (pranzo, cena, pulizie...).
Tra le maggiori fontane della città si possono ricordare:
- Fontana delle Tette
- Fontana di Piazza San Leonardo
- Fontana di Piazza San Vito
- Fontana dell'Ospedale di Santa Maria dei Battuti
- Fontana di Piazza Crispi
- Fontana della Pescheria
- Fontana di Piazza Pola
- Fontana di Vicolo Pola
- Fontana di Piazza Sant'Andrea
Ville venete
Le numerose ville venete schedate dall'IRVV nel comune di Treviso coprono un ampio arco temporale, dal XVII al XIX secolo. Particolarmente interessanti sono Ca' Zenobio Alverà Ceccotto a Santa Bona e Villa Manfrin detta Margherita a Sant'Artemio.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[32]

Durante il censimento del 2001[33], l'ISTAT contava 76.252 abitanti nel centro abitato[34] di Treviso, ma a questi vanno aggiunte le popolazioni degli altri agglomerati contigui, sebbene inclusi in altri comuni. Nello specifico, si tratta di:
- Frescada (comune di Preganziol), 5.120 ab.; a sua volta contiguo a
- Preganziol (comune di Treviso), 15 ab.;
- Carbonera (comune di Carbonera), 3.824 ab.;
- Silea (comune di Silea), 5.567 ab.; a sua volta contiguo a
- Dosson (comune di Casier) 4.939 ab.;
- Ca' Barbaro (comune di Casier), 32 ab.;
- Lancenigo-Villorba (comune di Villorba), 13.857 ab.
In pratica, la popolazione dell'agglomerato formato dalla continuità di queste località abitate ammonta a 112.111 abitanti.
Etnie e minoranze straniere
Di seguito sono riportati i dieci gruppi di cittadini stranieri più consistenti[35]:
| Pos. | Cittadinanza | Popolazione |
|---|---|---|
| 1 | Serbia | 971 |
| 2 | Moldavia | 934 |
| 3 | Albania | 834 |
| 4 | Cina | 827 |
| 5 | Romania | 817 |
| 6 | Bangladesh | 727 |
| 7 | Ucraina | 522 |
| 8 | Marocco | 482 |
| 9 | Brasile | 311 |
| 10 | Template:BUR | 294 |
| Resto del Mondo | 3.874 |
I cittadini stranieri risultano quindi 10.593, ovvero il 12,7% della popolazione.
Lingue e dialetti
Il dialetto in uso a Treviso e dintorni è un veneto con un'impostazione molto simile al veneziano. Le differenze riguardano anzitutto la resa di ŏ latino in sillaba libera, che è pronunciato /ɔ/ e non /o/ ("fuoco" è fògo e non fógo), nella terminazione in /ɛ/ della seconda persona plurale ("parlate" è parlè e non parlé) e nell'evoluzione del suffisso latino -ĕllus che è -èl ("fratello" è fradèl e non fradèo). La tipicità più evidente è però data dall'intonazione, in particolare nelle interrogative in cui si ha l'allungamento dell'ultima sillaba anche se atona (qua? e maja? sono pronunciati /'kwaa/ e /'majaa/)[36][37].
Prima della conquista della Serenissima, che diede inizio alla penetrazione culturale veneziana in terraferma, a Treviso si parlava una forma di veneto settentrionale affine ai dialetti attualmente in uso nella pedemontana e nel Bellunese[38].
Religione
Treviso è sede vescovile: la città è divisa in 27 parrocchie comprese nel vicariato Urbano.
Cultura
Istruzione
Scuole
A Treviso hanno sede diverse scuole secondarie che riguardano più o meno tutti gli indirizzi, andando dai licei, agli istituti tecnici e ai professionali. Per questo motivo, la città attira numerosissimi studenti provenienti anche dai comuni limitrofi.
Il Liceo ginnasio statale Antonio Canova e il Liceo scientifico statale Leonardo da Vinci rappresentano la storica coppia di licei della città. La città ospita inoltre il Collegio Vescovile Pio X.
Biblioteche
La Biblioteche comunale ha cinque sedi (ma la Borgo Cavour e la Biblioteca dei Ragazzi sono ospitate nello stesso edificio), delle quali tre si trovano nel centro storico[39]. Treviso vanta tuttavia un patrimonio librario e archivistico ancora più ricco: si contano infatti diverse altre realtà gestite da fondazioni private (ad esempio la Biblioteca / Centro documentazione della Fondazione Benetton Studi e Ricerche[40] a Palazzo Caotorta), dalla diocesi (Biblioteca Capitolare[41] e Biblioteca del Seminario[42]) o da altre istituzioni[43].
Università
Già nel 1231 la città era alla ricerca di un medico che fosse in grado di tenere un corso a Treviso, è invece del 1269 la nomina del canonico Florio de’ Dovari da Cremona, probabilmente il primo professore di diritto. Nel 1313-1314 si ha notizia che il Comune garantiva la presenza di due docenti di diritto, un ordinario ed uno straordinario, un terzo doveva insegnare diritto canonico ed il quarto medicina.
Benché dunque la città potesse vantare un proprio ateneo in periodo medievale, solo di recente le Università di Padova, "Ca' Foscari" e lo IUAV hanno qui stabilito proprie sedi distaccate, dando nuovamente a Treviso dignità di "città universitaria".
Le lezioni si svolgono presso l'ex Ospedale dei Battuti e l'ex Distretto Militare.
Musei
Oltre a diversi musei, la città vanta importanti spazi espositivi quali Palazzo dei Trecento, sede normalmente del Consiglio comunale[44], Ca' dei Carraresi, di proprietà di Fondazione Cassamarca[45], e palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricerche[46].
Musei Civici
I Musei Civici, inaugurati nel 1882 con il nome di Museo Trevigiano, si articolano oggi in tre sedi: il Museo Bailo, intitolato al fondatore e primo conservatore Luigi Bailo, Casa da Noal e il complesso di Santa Caterina[47].
Le varie sezioni conservano reperti ritrovati nella città stessa o nei dintorni, datati dal II millennio a.C. all'Alto Medioevo, opere d'arte dal Rinascimento all'Novecento (Giovanni Bellini, Paris Bordon, Lorenzo Lotto, Tiziano, Rosalba Carriera, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Francesco Guardi, Pietro Longhi, Medoro Coghetto, Sante Cancian, Guglielmo Ciardi, Arturo Martini, Francesco Podesti, Gino Rossi).
Museo Etnografico delle "Case Piavone"
Il complesso architettonico rurale delle "Case Piavone", il cui nucleo originale risale alla fine del Seicento, si trova all'interno del Parco naturale del fiume Storga, alla periferia Nord di Treviso. I vari edifici, restaurati e trasformati in struttura polifunzionale, sono sede del Gruppo Folcloristico Trevigiano e del Museo Etnografico provinciale, dedicati alla salvaguardia e alla promozione della cultura locale[48].
Museo Diocesano
Inaugurato nel 1988, il museo è ospitato nell'edificio comunemente detto le "Canoniche Vecchie" (XII secolo), antica sede dei canonici della cattedrale di San Pietro apostolo[49].
Musei "Giuseppe Scarpa" e "Dino Grossa"
Nel soppresso convento domenicano annesso alla Chiesa di San Nicolò, sede dal 1840 del Seminario vescovile, sono ospitate le collezioni del Museo zoologico intitolato a Giuseppe Scarpa, dottore in scienze naturali che donò nel 1914 la propria raccolta di animali, alcune migliaia, per lo più vertebrati, e il Museo etnografico degli Indios Venezuelani (Piaroa, Makiritare, Panare, Warao e Motilon), nato grazie all'apporto del sacerdote Dino Grossa, missionario in Venezuela a partire dal 1949.
Teatri e cinema
Teatri:
- Teatro Comunale "Mario del Monaco"
- Teatro Eden
- Teatro Sociale (ex Ariston)
- Teatro Delle Voci (ex La Perla)
- Alcuni Teatro Sant'Anna (gestito dal Gruppo Alcuni)
- Cinema Teatro Aurora
Cinema: Embassy, Edera, Multisala Corso.
Musica
Treviso, oltre alla stagione sinfonica e lirica del teatro Comunale, ospita annualmente uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo, il "Festival Organistico Internazionale"[50]. A settembre si svolge il "Festival chitarristico delle 2 città", importante manifestazione che si svolge in contemporanea anche a Roma, da cui il nome[51]. Da molti anni inoltre nella prima settimana di luglio si svolge il "Festival musicale Suoni di Marca", con concerti, stand gastronomici, bancarelle e degustazioni, nella cornice delle Mura cittadine[52].
La città è sede di numerosi cori polifonici e popolari (tra cui il coro Stella Alpina) e di alcune bande (Banda musicale "Domenico Visentin", nata nel 1963).
Treviso ha dato i natali a Giuliano Carmignola uno dei più famosi violinisti in attività.
Cucina
Andando con ordine, il più tipico degli antipasti è la soppressa, insaccato morbido tagliato a fette spesse, di solito accompagnata da polenta e radicchio. Tra i primi si possono menzionare i "risi" (con i fegatini o accompagnati da verdure di stagione come asparagi, radicchio, piselli o "bisi", ...) e le minestre (in particolare il semplice brodo di cappone con i tortellini, la zuppa di fagioli e la "sopa coada"). Quanto ai secondi spiccano le carni con le piume: la faraona arrosto con "pevarada" (una salsa di fegatini e pasta d'acciughe), il bollito di gallina, l'oca (spesso condita con il sedano), l'anatra allo spiedo e il cappone in umido. Non manca il pesce di acqua dolce ed in particolare l'anguilla, "bisatto" in dialetto, fritta oppure in umido con polenta, i gamberi di acqua dolce, il baccalà e la trota. Anche le verdure, in particolare il famoso radicchio Rosso di Treviso[53], sono spesso protagoniste della tavola trevigiana. Benchè la provincia sia ricca di formaggi (Montasio, Asiago, Taleggio, Morlacco), il più tipico è forse la morbida Casatella, un formaggio fresco prodotto con latte di mucca pastorizzato. Tra la frutta più coltivata in provincia vi sono il marrone di Combai, la ciliegia, specie dei colli Asolani, e l'uva. Il dolce più caratteristico è sicuramente il Tiramisù, secondo la tradizione preparato per la prima volta nel ristorante “Alle Beccherie”[54][55]. Si possono poi ricordare la "torta fregolotta" e i dolci stagionali quali le frittelle, i crostoli e le castagnole carnevalizi, la pasquale "fugassa con le mandorle", le Favette dei Morti.
Il vino bianco più famoso è certamente il Prosecco, al quale si possono affiancare il Tocai, il Verduzzo, il Pinot bianco e grigio e lo Chardonnay per quanto riguarda i bianchi e i rossi Cabernet, il Merlot, il Pinot nero e il Raboso[56].
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
Al comune di Treviso non appartengono ufficialmente delle frazioni.
Il territorio è comunque ripartito in cinque circoscrizioni, ognuna composta da più quartieri e sobborghi che spesso prendono il nome dalla parrocchia presente:
- circ. A - centro storico-zona circostante le mura;
- circ. B - Sant'Ambrogio di Fiera-Selvana-Santa Maria del Rovere;
- circ. C - Monigo-San Liberale-San Paolo-Santa Bona-San Pelajo;
- circ. D - San Giuseppe-Sant'Angelo-Canizzano;
- circ. E - San Lazzaro-San Zeno-Sant'Antonino.
Località minori sono Il Chiodo (cinta extramuraria a nord); Sant'Artemio (S. Maria del Rovere); Le Corti (S. Maria del Rovere-S. Pelajo); Borgo Furo, Pale del Cornaino (S. Bona); Busa del'olio (S. Bona-S. Pelaio); Roncole, Lovera (S. Pelajo); Case Sambugole (Selvana); Villapendola (Fiera); la Ghirada, Borgo Mestre (S. Zeno); Mure, San Vitale, Confine (Canizzano); Sant'Angelo basso (S. Angelo); La Monchia o Moncia, Cappelletta (S. Giuseppe).
Variazioni
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1920 aggregazione della frazione Monigo staccata dal comune di Paese (Censimento 1911: pop. res. 1333)[57].
Economia
Agricoltura
Artigianato
Industria
Servizi
Infrastrutture e trasporti
Strade
Autostrade
- Treviso è toccata dall'autostrada A27 Mestre-Belluno
Strade statali
- La Strada statale 13 Pontebbana collega Treviso verso nord con Conegliano, Pordenone terminando a Tarvisio; a sud prende il nome di terraglio proseguendo fino a Venezia
- La Strada statale 348 Feltrina già strada regionale, collega Treviso a Feltre
- La Strada statale 53 Postumia collega Treviso a Vicenza passando per Cittadella e a Portogruaro
Strade provinciali
Ferrovie
Treviso possiede una stazione ferroviaria: la stazione di Treviso Centrale passata da quattro linee ferroviarie:
- La linea ferroviaria Venezia-Udine è la linea principale. Oltre a collegare Treviso con Venezia e Udine alcuni treni proseguono per Trieste e altri per Milano o Roma via Mestre.
- La linea ferroviaria Belluno-Feltre-Treviso collega Treviso con Montebelluna e alcuni treni proseguono anche per Calalzo di Cadore collegando quindi Treviso con le montagne limitrofe.
- La linea ferroviaria Vicenza-Treviso collega Treviso con Vicenza passando per Castelfranco Veneto.
- La linea ferroviaria Treviso-Portogruaro collega Treviso con Portogruaro passando per Oderzo e Motta di Livenza.
Aeroporti
L'aeroporto di Treviso è l'aeroporto Treviso-Sant'Angelo. Si trova a 3 km dal centro della città sulla statale ss515, in una adiacente alla tangenziale ss53. Nel febbraio 2007 viene inaugurata una più ampia aerostazione passeggeri intitolata in ricordo dell'artista-scultore e architetto Antonio Canova. Attualmente è il sedicesimo aeroporto più trafficato d'Italia. La sua notorietà è dovuta soprattutto alla compagnia aerea Ryanair che ha la base operativa a Treviso per i passeggeri diretti a Venezia. Ci sono state diverse lamentele circa l'inquinamento soprattutto acustico da parte dei vicini abitanti che risiedono intorno all'aeroporto, nel comune di Treviso e Quinto di Treviso. Poco dopo è stata inviata una petizione per evitare che incrementino ancora di più il traffico aereo su Treviso [2]. Nel secondo semestre 2011 sono stati fatti lavori di manutenzione, ampliamento ed adeguamento delle strutture principali che hanno comportato la chiusura temporanea dell'aeroporto. Lo scopo è stato creare una struttura in grado di accogliere il traffico dell'aeroporto Marco Polo di Venezia in caso di necessità, ad esempio per motivi metereologici.
Mobilità urbana ed extraurbana
Dal 1975 la mobilità cittadina urbana ed extraurbana è gestita da ACTT (acronimo di Azienda Consorzio Trevigiano Trasporti)[58]. Dal 1983 la provincia può inoltre contare sul servizio di collegamento extraurbano garantito dalla Società Autoservizi La Marca Trevigiana, azienda di trasporti pubblici che opera su larga scala nella provincia di Treviso e in tutta la Regione del Veneto[59].
Dal 24 agosto 2010 è attivo a Treviso il servizio di bike sharing “TVBike Treviso”[60].
Amministrazione
Amministrazioni precedenti
Gemellaggi
Sport
Treviso vanta una tradizione sportiva non indifferente che abbraccia le discipline più disparate. Dal 1868 è attivo e generoso di talenti, anche a livello Olimpico (3), lo sport del Tiro a Segno che, dopo 5 scudetti consecutivi (1985/89), continua a posizionarsi da oltre un decennio entro le prime cinque delle 280 Società Nazionali, praticando tutte le specialità Olimpiche e "non" sia di armi lunghe che corte. Oltre lo sport la Sezione esplica le competenze Istituzionali e pubblicistiche in materia di armi.
In ambito calcistico, spicca il Football Club Treviso, militante attualmente nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione, dopo essere stato promosso nella stagione 2010-2011 dalla Serie D. La società deriva in realtà dal Treviso Foot-Ball Club 1993, a sua volta erede dello storico Foot Ball Club Treviso che affonda le proprie radici nel 1909. Nel campionato 2005-2006 il Treviso Calcio ha militato nel massimo torneo, in serie A.
I massimi risultati sono stati però ottenuti nella pallavolo, nel basket e nel rugby, con le tre società legate alla famiglia Benetton. Non è un caso, dunque, se da Treviso provengono alcuni dei più forti giocatori, rinomati a livello internazionale. La Sisley Volley Treviso, fondata nel 1987, vanta 9 scudetti e 4 coppe campioni, senza contare numerosi altri titoli nazionali ed europei. Attualmente la prima squadra è stata trasferita a Belluno e ha cambiato denominazione in Sisley Volley Belluno.
La Benetton Rugby Treviso, nata nel 1932, è tuttora una delle più forti squadre italiane di rugby a XV. Nel suo palmarès si contano 15 scudetti, il che ne fa la squadra più premiata dopo l'Amatori Rugby Milano. La Benetton Pallacanestro Treviso risale al 1954 e si fregia di 5 scudetti e di numerosi altri titoli anche a livello europeo.
Sempre nel rugby a XV, va citata l'A.S. Tarvisium ruggers 69, attualmente in serie B di rugby a 15, mentre, per quanto riguarda le squadre femminili, si ricordano le Red Panthers Benetton, vincitrici di 14 scudetti ufficiali. Delle altre discipline, il Circolo Scherma Treviso, le Lame della Marca Trevigiana associazione da cui provengono campioni plurititolati, tra cui lo schermitore Matteo Tagliariol.
Fortissimo è inoltre il legame con il ciclismo. Nel 1999 la città ha ospitato la prova a cronometro dei mondiali su strada, manifestazione organizzata assieme a Verona. Inoltre è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia; ad esempio nel
- 1999 (2 giugno): 18ª tappa, cronometro individuale vinta dall'ucraino Serhij Hončar
- 2004 (21 maggio): 12ª tappa, vinta da Alessandro Petacchi.
Il 1º giugno 2007 da piazza dei Signori è partita la 19ª tappa.
Proprio di Treviso, infine, è la storica azienda Pinarello che produce biciclette da corsa. Tra gli impianti sportivi, vanno citati stadio Comunale di Monigo, in cui si giocano le partite di rugby, e lo stadio Omobono Tenni, per il calcio, il complesso del poligono Comunale del Tiro a Segno di via Fonderia. A questi si aggiungono il complesso della Ghirada, vera e propria cittadella sportiva in cui hanno sede numerose strutture, specialmente per l'allenamento.
Negli sport acquatici Treviso vanta una lunga tradizione, sia in campo remiero con la presenza di tre società quali la Canottieri Sile, il circolo Ospedalieri e il Dopolavoro Ferroviario, che natatorio, in particolare nel Nuoto Pinnato. In quest'ultimo la presenza della[68], affiliata alla FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) che pratica questo sport dal 1978 ed è attualmente con i propri atleti nel Nuoto Pinnato, nell'apnea e nell'Orientamento Subacqueo ai vertici nazionali. Nel 1986 ha inventato e portato in città, nel fiume cittadino, il Sile, il primo Campionato Italiano Master. Da allora ha organizzato nell'impianto natatorio, nel fiume e in lago nell'Hinterland trevigiani numerose edizioni dei Campionati Italiani ed un Campionato Europeo per Club. Nel Canottaggio rimane storica per la città la vittoria nel "due con" alle olimpiadi di Città del Messico del 1968 con Sambo, Baran e Cipolla.
Note
- ^ Dato Istat al 31/03/2011
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Dato Istat al 31/03/2011
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 788.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp.19-31.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 37-43.
- ^ Storia di Treviso, 1, a cura di Ernesto Brunetta, Tarvisium e Acelum nella Transpadana di Ezio Buchi, pp. 191-272
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 49-50.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, p. 51.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 53-57.
- ^ Storia di Treviso, 2, a cura di Ernesto Brunetta, Dall'età longobarda al Secolo X di Stefano Gasparri, pp. 3-35.
- ^ Adriano Augusto Michiel, Storia di Treviso, pp. 59-62.
- ^ Adriano Augusto Michiel, Storia di Treviso, pp. 73-103.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 105-112.
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 113-148
- ^ Adriano Augusto Michieli, Storia di Treviso, pp. 299-318
- ^ Storia di Treviso, 3, a cura di Ernesto Brunetta, Treviso in età Moderna: i percorsi di una crisi, pp. 3-128.
- ^ Storia di Treviso, 4, a cura di Ernesto Brunetta, La società trevigiana tra Ottocento e Novecento: le classi dirigenti di Livio Vanzetto, pp. 68-99
- ^ Storia di Treviso, 4, a cura di Ernesto Brunetta, La società trevigiana tra Ottocento e Novecento: le classi popolari di Ernesto Brunetta, pp. 107-183
- ^ Adriano Augusto Michieli, storia di Treviso, pp. 336-340.
- ^ Mary Falco Moretti, Stemmi di Comuni e province Venete, Venezia, Edizioni in Castello, 1985.
- ^ Le Onorificenze
- ^ Camillo Pavan, I paesi e la città in riva al Sile. Un secolo di storia del fiume in 142 cartoline, Treviso, 1991, p. 60.
- ^ Informazioni da trevisoinfo.it
- ^ Informazioni dalla Fondazione Cassamarca
- ^ Denominazione imprecisa visto che solo alcuni ambienti dell'ospedale ospitarono la dogana, peraltro per soli trent'anni (cfr. Giovanni Netto, Guida di Treviso. La città, la storia, la cultura e l'arte, Trieste, edizioni Lint, p. 244.).
- ^ Informazioni dall'ULSS di Treviso (PDF).
- ^ Informazioni da L'espresso
- ^ Informazioni dalla Fondazione Cassamarca.
- ^ Giovanni Netto, Itinerario V. La città medievale - 2, in Guida di Treviso. La città, la storia, la cultura e l'arte, Ronchi dei Legionari, LINT Editoriale Associati, 2000.
- ^ Luigi Bailo, Guida della città di Treviso, 1872; Sorgenti e fontane
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ XIV censimento generale della Popolazione e delle Abitazioni - Popolazione residente (dettaglio loc. abitate in provincia di Treviso)
- ^ In questo computo, vengono esclusi gli abitanti delle località isolate (altri centri e nuclei abitati) e case sparse).
- ^ Residenti stranieri al 31 dicembre 2010, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 19 gennaio 2011.
- ^ Alberto Zamboni, Le caratteristiche essenziali dei dialetti veneti, in Manlio Cortellazzo (a cura di), Guida ai dialetti veneti, Padova, CLEUP, 1979, p. 36.
- ^ Luciano Canepari, I suoni dialettali e il problema della loro trascrizione, in Manlio Cortellazzo (a cura di), Guida ai dialetti veneti, Padova, CLEUP, 1979, p. 77.
- ^ Gianna Marcato, Dialetto, storia, oralità, in Gianna Marcato, Flavia Ursini (a cura di), Dialetti veneti. Grammatica e storia, Padova, Unipress, 1998, pp. 14-15.
- ^ Cfr. il sito bibliotecatreviso.it.
- ^ Cfr. il sito della Fondazione Benetton fbsr.it.
- ^ Cfr. il sito capitolaretv.it.
- ^ Cfr. il sito della Diocesi webdiocesi.chiesacattolica.it.
- ^ Elenco delle biblioteche della provincia di Treviso
- ^ Il Presidente Segni inaugura la mostra “Cima da Conegliano”, 26 agosto - 11 novembre 1962 [1]
- ^ Cfr. il sito marcadoc.it, frequentemente aggiornato con riferimenti alle mostre temporanee ospitate negli spazi di Ca' dei Carraresi.
- ^ Cfr. il sito della Fondazione Benetton fbsr.it
- ^ Cfr. il sito dei "Musei civici di Treviso" museicivicitreviso.it
- ^ Cfr. il sito della Provincia di Treviso museo.provincia.treviso.it
- ^ Cfr. il sito dell'"Associazione dei Musei Ecclesiastici Italiani", amei.biz amei.biz.
- ^ Cfr. il sito organidimarca.it
- ^ musikrooms.com.
- ^ suonidimarca.it
- ^ Disciplinare di produzione dal sito di Coldiretti.
- ^ Tiramisù - il Tiramesù by LOLI Roberto Linguanotto
- ^ Vin Veneto: rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanita del Veneto", Treviso, 1981, n. 01 anno VIII.
- ^ cantinedimarca.it.
- ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3
- ^ actt.it
- ^ lamarcabus.it
- ^ bicincitta.com
- ^ Eletto il 12 maggio.
- ^ Eletto il 6 maggio.
- ^ Eletto in consiglio comunale il 6 maggio, ha sostituito il dimissionario Pavan.
- ^ Eletto il 20 novembre.
- ^ Eletto il 29 novembre.
- ^ Eletto il 25 maggio.
- ^ Eletto il 13 aprile.
- ^ Nuoto Pinnato Tarvisium
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Treviso
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Treviso
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Treviso
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Treviso
Collegamenti esterni
- Bookmarca Portale a cura della biblioteca comunale di Treviso sui siti web riguardanti Treviso e il territorio della provincia di Treviso
- Club Alpino Italiano di Treviso
- Comune di Treviso
- Diocesi di Treviso
- Turismo a Treviso
- Album fotografico su Treviso
- Rapporto Caritas/Migrantes
- Storia di Treviso
- Itinerari e Eventi a Treviso
- Immagini e foto storiche di Treviso
| Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
|---|---|---|---|---|---|
| 11 luglio 1985 | 3 agosto 1990 | Vittorino Pavan | DC | Sindaco | [61] |
| 3 agosto 1990 | 23 settembre 1992 | Vittorino Pavan | DC | Sindaco | [62] |
| 21 novembre 1992 | 7 marzo 1994 | Gianfranco Gagliardi | DC (poi PPI) | Sindaco | [63] |
| 7 giugno 1994 | 6 dicembre 1994 | Elio Giannuzzi | - | commissario straordinario | |
| 6 dicembre 1994 | 14 dicembre 1998 | Giancarlo Gentilini | Liga Veneta-Lega Nord | Sindaco | [64] |
| 14 dicembre 1998 | 10 giugno 2003 | Giancarlo Gentilini | Liga Veneta-Lega Nord | Sindaco | [65] |
| 10 giugno 2003 | 15 aprile 2008 | Gian Paolo Gobbo | Lega Nord | Sindaco | [66] |
| 15 aprile 2008 | in carica | Gian Paolo Gobbo | Lega Nord | Sindaco | [67] |

