Il bruno mummia è un pigmento organico che fu in uso principalmente dal XV al XVII secolo.

Con questo nome si indica un colorante composto da asfalto, detto anche bitume: è una resina fossile che si estrae da sedimenti calcarei. È un colorante dall'uso molto limitato per la sua caratteristica del tutto negativa di non consolidarsi mai completamente, facilmente soggetto alle colature in caso di aumento della temperatura. Fu usato limitatamente alle velature, o come vernice finale per il tono dorato che conferiva al dipinto, aggiungendovi olii inspessiti e litargirio come essiccante.[1] Era noto anche come bruno egiziano. Dal nome arabo dell'asfalto, mumyya, è derivato il nome delle salme nell'antico Egitto, perché utilizzato nel trattamento per la conservazione del defunto.

Note

  1. ^ Gino Piva, Manuale Pratico di Tecnica Pittorica, Milano, Ulrico Hoepli Editore, 1959.
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