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«La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi.»
Busto di Solone.

Solone (Σόλων, Sólon; Atene, 638 a.C.558 a.C.) è stato un legislatore, giurista e poeta ateniese, di nobile famiglia.

La sua poesia risente spesso del suo impegno politico.

Il suo operato ad Atene:

  1. l'abolizione della schiavitù per debiti attraverso il provvedimento chiamato dal popolo seisàchtheia (in greco Σεισάχθεια, letteralmente "scuotimento, scioglimento dei pesi");
  2. la riforma timocratica o censuaria:
  3. la riforma del sistema ionico di pesi e misure, che passò dal sistema dell'eolia a quello euboico.

All'arrivo di Ippia e Ipparco ( Pisistrato, 561 a.C.? ) sulla scena politica ateniese si ritirò in esilio volontario.

Nella lingua italiana, per estensione, si può indicare come "Solone" un uomo giusto e saggio qualora si voglia denotare un'accezione velatamente ironica.

Il diritto di famiglia

In questo periodo vi erano spesso problemi per la suddivisione delle eredità. Poiché molti avevano figli legittimi e figli illegittimi, fece differenza fra di loro: solo i figli legittimi potevano ricevere l'eredità e quelli illegittimi non sarebbero mai potuti diventare legittimi.

Solone fece anche la differenza tra concubinato e matrimonio che doveva essere preceduto da un fidanzamento.

La riforma costituzionale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Riforma di Solone.

Quando fu nominato arconte con poteri straordinari, nel 594 o 591 a.C., Solone trovò una situazione sociale e politica bloccata, con il potere in mano alle stirpi (γένη) aristocratiche: il principale organo legislativo della città era la "Boulé (βουλή) dei Quattrocento", costituita da cento membri per ogni tribù gentilizia (le quattro tribù erano quelle degli Opleti, Argadei, Geleonti ed Egicorei); l'organo supremo dello stato ateniese era il Consiglio dell'Areopago, formato dagli ex arconti che rimanevano a vita membri del Consiglio. Nell'intento di creare forme di mobilità sociale e di offrire i diritti politici a tutti i cittadini, Solone sostituì alle quattro tribù gentilizie quattro nuove tribù in cui distribuì la cittadinanza in base ai possiedimenti terrieri. Si tratta delle seguenti classi censuarie:

  • Pentacosiomedimni (coloro che ogni anno ricavavano almeno 500 medimni di grano dai loro campi)
  • Cavalieri (coloro che potevano mantenere un cavallo o che ricavavano almeno 300 medimni)
  • Zeugiti (coloro che avevano animali da giogo e ricavavano almeno 200 medimni)
  • Teti (la maggioranza, i lavoranti dei campi, coloro che guadagnavano meno di 200 medimni, compresi i nullatenenti).

Uno degli aspetti più importanti della riforma di Solone fu l'equiparazione tra i medimni (unità di misura per il grano) e i metreti (unità di misura per i liquidi e principalmente olio e vino). Questa uguaglianza permetteva anche ai meno abbienti, che possedevano quindi meno terre, di avere uguali diritti di coloro che ne possedevano di più; a condizione che coltivassero il loro piccolo appezzamento con olio e vino in maniera intensiva. Questo perché olio e vino per rendere come il grano necessitano di meno spazio.

Tuttavia, nei fatti, la riforma non interveniva sulle disuguaglianze economiche, non prevedeva ridistribuzioni di terre e non colpiva sostanzialmente i privilegi dei più ricchi, dei quali, tuttavia, suscitò lo scontento per aver concesso anche ai meno abbienti di partecipare alla vita politica. In conclusione, Solone si attirò l'ira di tutte le parti sociali, tanto che, alla fine della sua opera, i disordini sociali ad Atene ripresero come in precedenza e aprirono la strada alla tirannide di Pisistrato. Solone, però, si faceva vanto del fatto che nessuno poteva dirsi contento della sua riforma costituzionale, considerando questo fatto come segno di imparzialità della sua opera.

L'attività legislativa di Solone toccò inoltre vari aspetti della vita economica e sociale, poiché introdusse, tra l’altro, una riforma monetaria e legiferò in materia di matrimonio, adozioni, promozione delle attività commerciali. Nonostante molti dettagli della sua attività legislativa non siano noti, sicuramente egli favorì l'instaurazione della democrazia ad Atene; nel distinguere i cittadini in base al loro censo non annullò certo le loro differenze sociali, né li parificò nelle possibilità di assunzione di responsabilità politiche. Strappò però il controllo assoluto della vita politica ateniese ai pochissimi nobili, che lo detenevano in precedenza per antico diritto di sangue, ponendo così le basi per le successive riforme.

Pare che a un certo punto della sua vita, per poter dire liberamente la sua ai suoi concittadini, si sia finto pazzo.

L'attività filosofica e letteraria

Fra i testi a lui attribuiti compaiono anche testi di carattere autobiografico, ma egli trattò principalmente di politica.

La triade concettuale da egli introdotta, fu fondamentale per la letteratura greca (venne riproposta da Eschilo):

  • ὕβρις (hýbris): il peccato di presunzione. Il male, inteso come tracotanza, è una scelta dell'uomo
  • ἄτη (ate): è un procedimento di degradazione (accecamento) a cui gli dei sottopongono chi si è macchiato di ὕβρις
  • δίκη (dike): è il motore del processo di giustizia divina

Delle opere come scrittore ricordiamo "L'elegia alle Muse", dove Solone invoca le Muse per chiedere loro la felicità, di avere buona fama e di essere dolce per gli amici e aspro per i nemici. Nell'elegia "Εὐνομίη" (Eunomia), cioè del buon governo, scrive che il mal governo procura moltissimi mali alla città, mentre il buon governo mostra ogni cosa in buon ordine e sotto di esso ogni azione degli uomini è giusta e saggia.

Solone nelle sue elegie ha utilizzato,sotto dal punto di vista metrico, il distico elegiaco come anche il trimetro ed il tetrametro trocaico.

Note

La frase d' apertura della sezione dedicata a Solone non apparterrebbe a Solone ma ad Anacarsi. Infatti Plutarco nelle Vite parallele (Vita di Solone,ed. Mondadori, 5,4-5)dice: "Anacarsi dunque,..., derideva l'opera di Solone, che pensava di frenare le iniquità e cupidigie dei concittadini con parole scritte, le quali, diceva, non differiscono affatto dalle ragnatele, ma come queste trattengono le prede deboli e piccole, mentre saranno spezzate dai potenti e ricchi. A queste parole Solone rispose che gli uomini rispettano anche i contratti che a nessuno dei due contraenti giova trasgredire: così anch'egli adattava le sue leggi ai suoi concittadini in modo tale da rendere a tutti evidente che è preferibile agire giustamente che violare le leggi".

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

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