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Altaïr Ibn-La'Ahad
Lingua orig.Inglese
EditoreUbisoft
1ª app.
Voce orig.
  • Philip Shahbaz
Voce italiana
Caratteristiche immaginarie
Sessomaschio
Luogo di nascitaMasyaf, Siria
Data di nascita11 gennaio 1165
«Quand'ero molto giovane, ero tanto folle da ritenere che il nostro Credo avrebbe messo fine a tutti questi conflitti. Se solo avessi avuto l'umiltà di dire a me stesso: "Ho visto abbastanza per una vita sola, ho fatto la mia parte". E tuttavia non c'è gloria maggiore che combattere per la verità.»

Altaïr Ibn-La'Ahad (Masyaf, 11 gennaio 1165 - Masyaf, 12 agosto 1257; Arabo:الطائر إبن لا أحد), è protagonista, assieme a Desmond Miles, del gioco Assassin's Creed. Fu un membro dell'Ordine degli Assassini e, dal 1191 fino alla morte, il loro Mentore. Cresciuto per diventare un Assassino dalla nascita, Altaïr ottenne il rango di Maestro Assassino a venticinque anni. Tuttavia, dopo il suo fallimento all'ottenimento della Mela da Roberto di Sable all'inizio del 1191, e la successiva invasione dei Templari di Masyaf, sede dell'Ordine degli Assassini, fu declassato al rango di novizio e inviato alla ricerca di redenzione.

Con il compito di uccidere nove persone, che, a sua insaputa, componevano i ranghi dell'Ordine dei Templari in Terra Santa, Altaïr iniziò una missione per cambiare i suoi modi di agire e liberare il regno dalla corruzione dei nove. Durante la sua ricerca però, Altaïr venne a sapere di un complotto ben più sinistro di quanto originariamente creduto. Completata la sua missione di uccidere i nove bersagli, e liberato l'Ordine dal suo infimo Gran Maestro Al Mualim, Altaïr salì al rango di Gran Maestro, portando gli Assassini ad agire con molta più discrezione di prima.

Grazie alla Mela, Altaïr modificò lo stile di vita dell'Ordine, scrivendo nel frattempo il suo leggendario Codice per le generazioni successive. Il suo nome continuerà ad essere ricordato nell'Ordine, influenzando notevolmente la vita dei suoi discendenti. La sua discendenza contiene una figura importante all'interno dell'Ordine degli Assassini: Desmond Miles.

Biografia

Gioventù

Addestramento

Altaïr nacque da genitori Assassini; madre cristiana e padre musulmano, Umar. Durante la sua infanzia, come tutti i bambini nati nella Confraternita, venne separato dai genitori per essere addestrato da Al Mualim, superando rapidamente i suoi compagni in abilità. A causa delle regole dell'Ordine, che, secondo Al Mualim, l'amore avrebbe fatto gli Assassini più deboli, e per il loro addestramento costante, il padre di Altair non mostrò amore verso di lui, anche se si sentiva di aver soppresso i suoi veri sentimenti per il bene dell'Ordine e la sua causa.

La madre di Altaïr morì alla nascita del figlio, e il padre Umar venne giustiziato dai Saraceni per aver ucciso un nobile saraceno a Masyaf quando Altaïr aveva 11 anni. Nonostante le sue urla nei momenti precedenti all'esecuzione del padre, Altaïr non sentì alcun dolore reale. Considerava infatti più come un padre Al Mualim che il suo padre biologico, anche se l'amore per Al Mualim era "debole e disonesto".

Altaïr crebbe assieme ad Abbas Sofian. I due erano degli ottimi amici, fino a quando Altaïr gli rivelò che il padre di Abbas, Ahmad, si era suicidato nella sua casa. Dopo che Altaïr parlò anche agli altri Assassini di questo, Abbas sviluppò un odio personale per lui, credendo che stesse dicendo bugie.

Promozione a Maestro Assassino

Nel 1189, quando Altaïr aveva 24 anni, Masyaf venne attaccata dai Templari, aiutati da un loro alleato, Haras, che si era infiltrato nell'Ordine. Durante la battaglia, Altaïr tornò a Masyaf col suo cavallo, salvando un Assassino dai Templari, che lo avevano ferito alla caviglia. Altaïr venne informato da Abbas del tradimento, e che i Templari avevano occupato la cittadella, in cui era rimasto Al Mualim. Altaïr ordinò ad Abbas di aggirare assieme agli altri i Templari nel villaggio e spingerli nella gola, mentre Altaïr si occupava di entrare nel castello e salvare Al Mualim.

Altaïr si diresse quindi verso la fortezza, uccidendo i soldati Templari e salvando gli abitanti del villaggio in pericolo. Giunto alle porte della fortezza, venne accolto dal traditore, che bloccò Altaïr all'ingresso. Una volta chiuse le porte, il traditore iniziò a giustiziare gli Assassini che aveva catturato, tra cui Al Mualim, nel cortile con una balestra. Altaïr, rimasto fuori dalla fortezza, riuscì a scalare delle impalcature all'esterno delle mura. Da lì, percorrendo velocemente le mura, si lanciò su un tetto, da cui assassinò il traditore, salvando Al Mualim.

In seguito a quegli eventi, Altaïr si era guadagnato il rispetto di Al Mualim, ed era stato promosso al rango di Maestro Assassino. Saputo ciò, Abbas sputò vicino ai piedi di Altaïr, che si limitò invece a schernirlo. Fu la prima volta in cui Altaïr dimostrò la sua arroganza, che anni dopo causò gravi perdite all'Ordine.

Ricerca del Calice

Nel 1190, la minaccia di un'altra crociata si profilava. Altaïr aveva già raggiunto il rango di Maestro Assassino, e venne incaricato di recuperare un antico artefatto conosciuto come il Calice. Appreso che, al fine di completare il suo compito, doveva ottenere tre chiavi dai loro proprietari Templari, Altaïr iniziò la sua ricerca. Recatosi a Damasco, Altaïr incontrò un Rafiq, che gli disse che il mercante Tamir aveva stretti legami con i Templari nella zona. Dopo aver interrogato Misbah, un uomo che aveva dei contatti con Tamir, Altaïr fronteggiò Tamir e, prima di ucciderlo, apprese che il Calice era rinchiuso nel Tempio della Sabbia e che erano necessarie tre chiavi per entrarvi.

Altaïr visitò quindi la danzatrice Fajera, che era inizialmente riluttante a contribuire con lui, facendo combattere Altaïr contro un uomo conosciuto come Badr. Dopo aver sconfitto l'uomo e catturato Fajera, Altaïr ottenne la prima delle tre chiavi, e scoprì che un uomo presso l'ospedale templare di Tiro avrebbe potuto aiutarlo a trovare le altre chiavi.

Arrivato a Tiro, Altaïr cercò Hamid, il Rafiq locale, dal quale apprese che Rolando di Napula, capo del l'ospedale e Templare, aveva discusso con qualcuno di recente. Per entrare nell'ospedale, Altaïr navigò nelle fogne, entrando nell'edificio dal basso con l'obiettivo di assassinare Rolando. Altaïr ottenne la seconda chiave da un prigioniero di Rolando: un uomo anziano che era stato al misterioso Tempio del Calice.

In viaggio verso Gerusalemme assieme a Kadar, un Assassino del posto, Altaïr apprese che il capo dell'Ordine dei Templari, Lord Basilisk, di solito era nel palazzo reale di Gerusalemme con il re, e che aveva in suo possesso la terza chiave. Il re stava progettando di organizzare una festa a non troppo tempo da allora, e per avvicinarsi a Basilisk, Altaïr logicamente decise di scoprire dove si farà la festa.

Ascoltando alcune delle conversazioni tra i nobili, Altaïr interrogò Ayman, uno degli invitati alla festa, e scoprì dove ci sarebbe stata la festa. Infiltratosi grazie all'aiuto di uno degli uomini di Kadar, Altaïr incontrò Lord Basilisk per la prima volta.

Dopo una breve battaglia con lui, Altaïr riuscì a recuperare la chiave, ma non ebbe il tempo di uccidere il Templare, che era fuggito. Tuttavia, nell'azione, ha anche collaborato alla difesa di Acri, e ha rivelato l'identità di un traditore degli Assassini, il vice-comandante dell'Ordine Harash.

Affrettatosi all'interno della fortezza dell'Ordine ad Aleppo, Altaïr affrontò il traditore Harash, ei due si fronteggiarono in duello. Dopo una breve lotta, Altaïr ne uscì vittorioso.

Alla fine, prossimi al Tempio grazie a una socia di nome Adha, Altaïr venne stupito quando scoprì che lei era il Calice. Dopo questa rivelazione tuttavia, Basilisk la rapì, portandola a Tiro.

Arrivato al porto di Tiro, Altaïr incontra ancora una volta Basilisk. Quindi, i due combatterono di nuovo, con il duello che termina con la morte per mano di Altaïr di Basilisk. Di conseguenza, Altaïr scopre che Adha non si trovava sulla nave di Basilisk, ma era tenuta prigioniera su un'altra nave.

Sarebbero passati anni prima che Altaïr possa riuscire a ritrovare Adha, ma era troppo tardi per salvarla, tutto quello che poteva fare era vendicarla. In una rabbia furiosa ed emotiva, Altaïr diede la caccia e uccise tutti responsabili della morte di Adha, anche se l'atto non lo ha portato a nessuna gioia, in quanto le sue azioni non potevano riportarla indietro.

m'AFFIER

«Sono solo una pedina, un ruolo da interpretare. Presto conoscerai gli altri, e non gradiranno ciò che hai fatto qui...»

Altaïr iniziò la sua ricerca, recandosi a cavallo a Damasco alla ricerca di Tamir, il suo primo bersaglio. Arrivato, si recò alla Dimora degli Assassini locale, dove chiese la posizione di Tamir. Il Rafiq rifiutò, mandando Altaïr a raccogliere le informazioni sul suo primo bersaglio sul campo.

Passando attraverso quartiere povero della città, Altaïr interrogò gli informatori, rubò lettere e mappe, e intercettò le conversazioni sul suo bersaglio, per acquisire la posizione del suo obiettivo. Tornato alla dimora con queste informazioni, ha ricevuto il permesso per l'uccisione e una piuma bianca, che deve essere bagnata nel sangue della vittima, come prova dell'omicidio. In una piazza del quartiere del mercato, Altaïr assiste all'uccisione da parte di Tamir di un suo socio. Mentre Tamir se ne stava andando, Altaïr riuscì ad avvicinarsi e lo uccise. Tornato alla dimora, ad Altaïr venne ordinato di tornare da Al Mualim, che lo premiò per il suo primo passo sulla strada della redenzione, e gli concede un altro pezzo del suo equipaggiamento. Altaïr poi partì verso, Acri e Gerusalemme, per assassinare i suoi prossimi obiettivi.

Altaïr fu costretto ad assassinare altri otto uomini: un mercante di schiavi di nome Talal, il Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri, Garniero di Naplusa, il mercante Abu'l Nuqoud, l'usurpatore Majd Addin, il governatore di Acri Guglielmo del Monferrato, l'ulema Jubair al Hakim, l'ufficiale teutonico Sibrando e per ultimo Roberto di Sable.

Quest'ultimo gli rivelò che il vero nemico era Al Mualim, che aveva usato Altaïr per togliere di mezzo i suoi compagni. Tornato a Masyaf, trovò tutti gli abitanti della roccaforte ipnotizzati, e venne attaccato da alcuni compagni. Ad aiutarlo arrivò inaspettatamente Malik, che si occupò degli abitanti soggiogati mentre Altaïr trovò Al Mualim che lo immobilizzò e si moltiplicò per affrontarlo. Dopo un lungo duello, lo uccise e recuperò la Mela dell'Eden che si attivò e fece vedere un ologramma raffigurante il mondo intero.

Diventando Mentore

La ribellione

Subito dopo la morte del Mentore, Altaïr portò il corpo di Al Mualim attraverso la fortezza per bruciarlo, assicurandosi quindi che sia il vero corpo e non un'illusione. Durante la strada, Altaïr incontrò Abbas, a cui spiegò gli avvenimenti, e a cui disse di aver messo la Mela nello studio di Al Mualim. Arrivato alla pira che ha fatto allestire, Altaïr diede fuoco al corpo. Vedendo che ciò andava contro i loro usi, Abbas e parte del popolo e degli Assassini di Masyaf si ribellarono. Abbas ne approfittò per gettare Altaïr sotto al piccolo dirupo dove era allestita la pira, e fuggire a prendere la Mela.

L'Ordine si divise quindi tra coloro che erano leali ad Altaïr e coloro che, indignati per l'irrispettosità verso i loro usi, attaccarono Altaïr. Mentre Altaïr disarmava gli Assassini che si opponevano a lui per scongiurare una guerra civile, Abbas raggiunse la torre di guardia con la Mela in mano. Lì, iniziò a discutere con Altaïr, ma venne abbagliato dalla Mela, che iniziò a brillare e a sprigionare energia. Per evitare un disastro, Altaïr si arrampicò velocemente sulla torre, dove raccolse la Mela, bloccando le esplosioni di energia.

Accettazione come Mentore

Sotto la guida di Altaïr, gli Assassini cambiarono radicalmente le loro abitudini, passando dagli omicidi in pubblico ad assassinii silenziosi. Venne introdotto anche il veleno, arma precedentemente ripudiata sia da Altaïr che dal suo maestro. Negli anni che seguirono Altair si interrogò continuamente sulla natura della Mela e cercò di comprenderne le proprietà e ogni progresso che compiva lo annotava su un Codice.

Liberazione di Cipro

Attacco al porto di Acri

Un mese dopo la morte di Al Mualim, la Crociata era ancora in atto, e i Templari non erano ancora stati sconfitti. Mentre si preparavano per fuggire a Cipro, sotto la guida di Armand Bouchart, i Templari avevano messo in sicurezza il porto di Acri per la loro fuga.

Guidando l'attacco al porto, Altaïr si trovò di fronte alla stessa donna che aveva preso il posto di Roberto di Sable al funerale di Majd Addin. La donna incolpò Altaïr di aver rovinato la sua vita uccidendo Roberto, e attaccò l'Assassino. Altaïr, più abile di lei, la sconfisse.

Rivelato il suo nome, Maria, la ragazza si rese conto che era stata tradita da Bouchart. Altaïr la prese in ostaggio, e la costrinse a viaggiare con lui a Cipro. Altaïr lasciò temporaneamente il controllo dell'Ordine, e partì per l'isola di Cipro, acquistata dai Templari da Re Riccardo. Arrivato nella città di Limassol, Altaïr stabilì un contatto con Alexander, il capo della resistenza cipriota contro i Templari. Alexander divenne il principale alleato di Altaïr a Cipro, a cui affidò anche il controllo di Maria.

Attacco al castello di Limassol

Altaïr si recò al covo della Resistenza, dove Alexander gli rivelò che i Templari si erano rifugiati nel castello di Limassol, anche se avevano già cominciato a controllare altre zone di Cipro. Alexander consigliò quindi ad Altaïr di uccidere il capitano delle guardie al castello, che dovrebbe essere poi sostituito da una spia di Alexander. Completato con successo questo compito, Altaïr incontrò Osman, un uomo che spiava i Templari, per dirgli che "Alexander augura a sua nonna un compleanno gioioso." Dopo aver dato la parola d'ordine, Osman confidò ad Altaïr che i Templari erano interessati ad una sorta di archivio nascosto a Cipro. Gli disse inoltre anche il nome del capo dei Templari di Limassol: Federico "il Rosso". Osman fece in modo di ridurre il numero delle guardie di pattuglia al castello per un breve periodo, permettendo ad Altaïr di infiltrarsi nel castello e uccidere Federico. Successivamente, tornato al covo della Resistenza, Altaïr trovò l'edificio in fiamme, circondato dai Templari. Uccisi i Templari all'esterno, Altaïr entrò nell'edificio, ma vi trovò nessuno all'interno. Si recò quindi alla cattedrale di Limassol, dove poté assistere ad un discorso di Armand Bouchart al popolo di Limassol sulla morte di Federico.

Furioso, Armand minacciò i ciprioti, ma Osman gli consigliò di smettere. Dopo una breve pausa di riflessione, Armand si rese conto che Osman era un traditore, e lo uccise. Poco dopo, Maria corse da Armand per informarlo della presenza di Altaïr. Rifiutatosi di fidarsi di Maria, e incolpandola della morte di Roberto di Sable, la fece imprigionare.

Altaïr riuscì a salvare Maria, riportandola da Alexander vicino al porto di Limassol. Lì, Altaïr scoprì che Bouchart era fuggito a Kyrenia. Alexander gli consigliò quindi di trovare un marinaio di nome Pasha, in debito con Alexander, per farsi portare a Kyrenia assieme a Maria.

Prima di partire, Altaïr si infiltrò su una nave Templare attraccata nel porto per poter controllare il registro di navigazione. Altaïr partì quindi con Maria per Kyrenia, con lo scopo di entrare in contatto con il socio di Alexander, Barnabas.

Arrivo a Kyrenia

Appena la barca attraccò, mentre se ne andavano, Altaïr e Maria vennero fermati dai pirati, che volevano consegnarli alle autorità per ricevere la ricompensa della taglia. Mentre fuggivano dalla stiva, Maria diede un calcio alla scala che stavano utilizzando, e scappò lasciando Altaïr a combattere. Liberatosi dei pirati, Altaïr se ne andò, scoprendo che gli uomini della Resistenza avevano catturato Maria, che tornò nelle mani dell'Assassino. Altaïr incontrò quindi un uomo della Resistenza, Markos, che si offrì di controllare Maria.

Trovato il covo della Resistenza, Altaïr vi incontrò un uomo, che si faceva chiamare Barnabas. Barnabas disse ad Altaïr che Armand Bouchart si era probabilmente rifugiato al castello di Buffavento, una roccaforte dei Templari. Barnabas si offrì di aiutarlo ad entrare, ma chiede ad Altaïr di uccidere prima un mercante che aveva tradito la Resistenza, chiamato Jonas. Altaïr studiò la zona, e trovò Jonas mentre parlava con un'altra persona. Uccise le guardie nelle vicinanze, Altaïr fronteggiò Jonas, che fuggì senza dare ad Altaïr l'occasione di ucciderlo. Tuttavia, Altaïr lo intercettò in una zona appartata, e lo uccise.

Ucciso il suo obiettivo, Altaïr si recò al porto da Markos per mettere al sicuro Maria. Altaïr li trovò circondati dalle guardie, ma li riuscì a salvare in tempo. Quando Altaïr citò "il Toro", Maria gli disse che lo aveva già incontrato una volta, e che si chiamava Moloch.

Altaïr, col timore che Maria possa essere catturata, disse a Markos di incontrarsi al covo della Resistenza. Altaïr li anticipò, e incontrò di nuovo Barnabas, che spiegò loro che la morte di Jonas aveva provocato dei disordini in città. Dopo aver spiegato a Barnabas che Markos era di ritorno al covo, Altaïr si recò a sopprimere le rivolte, suscitate da Moloch.

Infiltrazione al castello di Kantara

Uccidendo i seguaci di Moloch in tutta Kyrenia, Altaïr riuscì a calmare i disordini, impedendo l'esplosione della rivolta. Tornato al covo, Markos lo interrogò riguardo i disordini, e Altaïr confermò che la morte di Jonas ne era la causa. Placata la rivolta, Altaïr si concentrò sul suo nuovo obiettivo, individuare e assassinare Moloch. Maria gli disse che viveva nel Castello di Kantara, e Altaïr si diresse quindi al castello. Mentre scalava le mura, eludendo l'attenzione delle guardie, Altaïr trovò una chiesa, e vi entrò dal tetto.

Altaïr trovò Moloch presso l'altare, e si avvicinò a lui furtivamente, lanciandosi contro di lui per ucciderlo. Tuttavia, Moloch, accortosi della presenza di Altaïr, lo afferrò alla gola, prima che la lama dell'assassino potesse raggiungerlo, e lo gettò a terra. Rapidamente, Moloch afferrò il flagello, e i due diedero inizio allo scontro. Utilizzando le grandi dimensioni di Moloch a proprio vantaggio, Altaïr afferrò il flagello di Moloch, lo strangolò con esso. Prima di morire, Moloch disse ad Altaïr che la sua volontà si era espansa ben oltre gli ideali dei Templari e degli Assassini.

Dopo essere stato scoperto, Altaïr venne attaccato dalle guardie e dai seguaci di Moloch. Correndo attraverso le fortificazioni del castello, Altaïr si fece strada verso la cima del castello. Tuttavia, si trovò in trappola, circondato dalle guardie e dai seguaci. Voltatosi per affrontare le guardie che gli venivano contro, Altaïr riuscì a contrastare l'attacco, lanciando due seguaci di Moloch sotto le mura. Successivamente, Altaïr fece un salto della fede all'indietro, cadendo in una balla di fieno. Altaïr riuscì quindi a fuggire e tornare al covo.

Aiutando la Resistenza

Una volta arrivato al covo, Altaïr venne informato da Markos che i Templari avevano attaccato il covo durante la sua assenza, e che avevano catturato Maria e alcuni membri della Resistenza. Markos sospettava che i Templari si avvalessero del consiglio di un Oracolo Oscuro, che rivelò loro la posizione del covo. Altaïr pensò invece che Barnabas li avesse traditi. Sorpreso, Markos disse ad Altaïr che Barnabas era stato giustiziato il giorno prima dell'arrivo di Altaïr a Kyrenia. Altaïr capì quindi di esser stato imbrogliato.

Le esecuzioni dei membri della Resistenza stavano per avvenire, così Markos chiese ad Altaïr di salvarli. Altaïr procedette quindi a perlustrare la città, alla ricerca dei membri della Resistenza. Trovati Altaïr uccise il carnefice e le guardie templari circostanti, liberando poi i membri.

Fatto ritorno al covo, portando notizia del suo successo, Markos lo informò che avrebbe trovato i rimanenti prigionieri nel porto o nel Castello di Buffavento.

Prima di andare al porto, Altaïr individuò una guardia carceraria, che pedinò in una zona appartata, dove lo uccise rapidamente. Poi, fingendosi ubriaco, ingannò un'altra guardia, facendole rivelare la posizione dei membri della Resistenza imprigionati nel porto e dove era nascosta la chiave della loro prigione. Raggiunto il suo scopo, Altaïr uccise la guardia, per poi infiltrarsi nell'avamposto dei crociati per recuperare la chiave, prima di procedere a liberare i rimanenti membri della Resistenza. Altaïr chiese ai prigionieri se erano stati accompagnati da una donna, e uno di essi gli rivelò che il figlio di Moloch, Shalim, l'aveva portata con sé. Respinto l'attacco dei Templari al porto, Altaïr tornò al covo.

Infiltrazione al castello di Buffavento

Altaïr tornò da Markos, a cui disse di aver liberato i membri della Resistenza. Inoltre, Altaïr avvertì Markos riguardo ad un possibile altro attacco Templare. Mentre Markos credeva che l'Oracolo era la responsabile dell'attacco, Altaïr riteneva che la responsabilità fosse dell'uomo che aveva sostituito Barnabas. Credendo che il vero Barnabas avesse rivelato troppo sulla Resistenza sotto tortura, Altaïr si infiltrò nel Castello di Buffavento per affrontare l'Oracolo Oscuro. Infiltratosi nel castello durante la notte, Altaïr si diresse furtivamente nelle prigioni del castello. Successivamente, Altaïr assistette a una conversazione tra Shalim e Armand Bouchart.

Armand parlò a Shalim del suo debole per le donne, che portò alla fuga di Maria. Promettendo di trovarla, Shalim ricevette un pacco da Armand, che ordinò di consegnare ad Alexander di Limassol. Altaïr, sentendo questo, rimase stupito, credendo che Alexander fosse una spia dei Templari.

Proseguendo nella sua infiltrazione nel castello, Altaïr uccise il capo delle guardie per ottenere una chiave delle prigioni. Arrivato alle celle della prigione, Altaïr vide Armand uscire dalla prigione dell'Oracolo, mettendo in guardia i suoi uomini della sua ostilità. Dopo che Bouchart se ne andò, Altaïr poté entrare nella prigione dell'Oracolo.

Urlando, l'Oracolo apparse ad Altaïr, che venne subito attaccato. Nonostante fosse aiutata da alcuni prigionieri che avevano perso la loro sanità mentale, Altaïr riuscì comunque a sconfiggerla. Altaïr le chiese quindi cosa l'aveva portata alla pazzia, ma lei rispose con divagazioni contorte, dichiarando di essere uno "strumento di Dio".

Altaïr decise quindi di porre fine alle sue sofferenze, uccidendola con la sua lama. L'Assassino fuggì immediatamente dalla fortezza, per tornare al covo.

Caduta dell'Ordine

Parecchio tempo dopo, Altaïr tornò a Masyaf insieme alla sua compagna, in seguito ad una campagna contro i Mongoli, scoprendo che il figlio Sef è morto per mano di Swami, un Assassino servitore di Abbas, che ora controlla Masyaf e gli Assassini. Altair, infuriato, usò la Mela per uccidere Swami, colui che aveva giustiziato suo figlio, ma Maria, cercando di dissuaderlo, morì per mano di Swami, che stava impazzendo a causa del potere della Mela. Altair si diede alla fuga, incontrando, nel villaggio, il primogenito Darim, giunto per la notizia della morte del fratello, riuscendo a raggiungere insieme la porta di Masyaf, fuggendo.

Il ritorno del Mentore

Molti anni dopo Altaïr, oramai molto anziano, tornò a Masyaf, radunanando sotto il suo comando il popolo e gli Assassini stufi di Abbas. Assieme ad essi, rivendicò il suo posto come Mentore degli Assassini, uccidendo Abbas con una nuova arma creata grazie alla Mela: la pistola celata. Anni dopo, Altaïr, oramai novantaduenne, dovette proteggere Masyaf da un attacco dei Mongoli, utilizzando la Mela. Scortati i viaggiatori Niccolò e Maffeo Polo fuori città, donò loro le cinque Chiavi di Masyaf e il suo Codice, ordinando loro di nasconderli.

Capendo che Masyaf non poteva resistere a un attacco mongolo più vasto, Altaïr fece abbandonare Masyaf. Dato l'addio a suo figlio Darim, Altaïr entrò all'interno della biblioteca che aveva fatto costruire, dove nascose la Mela. Sedendosi, registrò su un sigillo gli attimi finali della sua vita, morendo. Il suo scheletro verrà ritrovato nel 1512 da Ezio Auditore, che deciderà di non toccare la Mela, lasciandola al suo posto.

Caratteristiche e Personalità

Altaïr fu cresciuto nella fortezza di Masyaf, e possedeva delle abilità incredibili, e salì rapidamente di rango nell'Ordine. Freddo e oggettivo, si dedicò completamente alla causa che scelse di seguire. Altaïr aveva un carattere ribelle, impetuoso, troppo sicuro di sé, esigente, arrogante, egocentrico e impaziente. Dopo il fallimento nel Tempio di Salomone, fu degradato a Novizio e inviato ad uccidere nove bersagli. Prima di ucciderli, Altaïr iniziò ad ascoltare le ultime parole delle sue vittime, ascoltando le giustificazioni per le loro azioni. Mentre la missione procede, il suo atteggiamento cambia e lui inizia a percepire più sentimenti, mentre gli insegnamenti del Credo, che prima erano una guida, ora erano uno stile di vita. Alla fine della missione, il suo vecchio carattere esuberante e ribelle era stato soppresso, e divenne più calmo, concentrato, umile, paziente e saggio. Altaïr fu uno dei più rispettati e temuti Assassini, secondo solo al leader, Al Mualim.

La sua determinazione per garantire la "pace in tutte le cose" fece in modo che l'Ordine sopravvisse, e capì che il mondo, in futuro, non avrebbe avuto nessun posto per l'attuale stile degli Assassini, ed optò per l'agire nell'ombra.

La sua personalità fredda non accolse molte emozioni. È noto che Altaïr si innamorò due volte: la prima volta di Adha, che morì tra le sue braccia e fu vendicata successivamente, e di Maria Thorpe, ex-Templare che divenne la sua compagna e madre dei suoi figli.

Equipaggiamento e competenze

Altaïr fu un Maestro Assassino, ed un istruttore, capace di eseguire straordinarie acrobazie, esperto nel rimanere in incognito, ed abilissimo nei combattimenti. Grazie ad un allenamento intensivo, fu in grado di superare qualsiasi ostacolo. Era in grado di arrivare ovunque, scalando la torre più alta e saltando da una sporgenza senza un briciolo di paura. Come altri Assassini, fu anche addestrato nelle tecniche di assassinio silenzioso, a mano nuda, con le spade, con armi da lancio, nell'arrampicata, negli interrogatori, nei borseggi ed ogni altra cosa che possa aiutare nel completare una missione. Oltre alla prestanza fisica, ha avuto anche una profonda conoscenza della politica Terra Santa, il che aiutò gli Assassini a comprendere i loro avversari.

Come un membro di alto grado nell'Ordine, Altaïr possedeva un arsenale di armi a sua disposizione, composto da una Spada, una Spada corta, Pugnali da lancio e l'iconica Lama Celata. Altaïr possedeva anche un'abilità chiamata Occhio dell'Aquila, una sorta di "sesto senso", un forte sentimento, un istinto od un' intuizione che gli permise di vedere le intenzioni vere di molte persone, anche se questo sembrava essere una rarità anche tra gli Assassini.

Fonti

Parte del testo qui presente proviene dalla voce Altaïr Ibn-La'Ahad di Assassin's Creed Wiki pubblicato con licenza CC-BY-SA 3.0. La lista completa degli autori che hanno contribuito alla stesura dell'articolo è disponibile qui.

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