Lugo (Italia)
Lugo (Lugh in romagnolo) è un comune italiano di 32.782 abitanti[3] in provincia di Ravenna.
Lugo comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Raffaele Cortesi (Partito Democratico) dal 16-6-2004 |
Territorio | |
Coordinate | 44°25′00″N 11°55′00″E |
Altitudine | 15 m s.l.m. |
Superficie | 116 km² |
Abitanti | 32 777[1] (31-12-2010) |
Densità | 282,56 ab./km² |
Frazioni | Ascensione, Belricetto, Bizzuno, Ca' di Lugo, Campanile, Chiesanuova, Ciribella, Frascata, Giovecca, Malcantone, Passogatto, San Bernardino, San Lorenzo, San Potito, Santa Maria in Fabriago, Torre, Villa San Martino, Viola, Voltana, Zagonara |
Comuni confinanti | Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Massa Lombarda, Mordano (BO), Sant'Agata sul Santerno |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 48022 |
Prefisso | 0545 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 039012 |
Cod. catastale | E730 |
Targa | RA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | lughesi |
Patrono | Sant'Illaro; copatrono san Francesco di Paola |
Giorno festivo | 15 maggio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia e clima
Lugo è situata nel settore nord occidentale dell'ampia e fertile pianura alluvionale che circonda Ravenna, fra i fiumi Santerno e Senio. Il territorio comunale è attraversato da una fitta rete di canali, fra i quali il Canale dei Molini di Castel Bolognese, che hanno modellato queste terre, un tempo allagate, attraverso la bonifica.
Il clima che caratterizza Lugo, così come tutte le zone interne pianeggianti della Romagna, è di tipo temperato subcontinentale, con inverni piuttosto freddi ed umidi ed estati calde ed afose.In autunno e in primavera si formano le nebbie che riducono la visibilità.In inverno possono sopraggiungere nevicate e venti forti da nord-est(Bora),e gelate nei giorni in cui c'è il sole con temperature molto basse.
Riguardo quest'ultima cosa,nel Febbraio 2012 durante la grande ondata di freddo che investì l'Italia oltre le copiose nevicate si raggiunsero i -11°C in diversi giorni grazie all'effetto albedo.
Storia
Preistoria e antichità
In città sono stati rinvenuti i resti di un villaggio neolitico della Cultura di Sasso-Fiorano (quinto millennio a.C.) e tracce di colonizzazione romana. La campagna dove oggi sorge Lugo, come del resto tutto il territorio conquistato dai romani, fu interessata al fenomeno della centuriazione. La centuriazione romana si fermò al sito di San Lorenzo. Ciò significa che, oltre, esistevano le valli paludose.
A partire dal IV secolo d.C., il lughese e le zone limitrofe furono interessati da un progressivo spopolamento. La crisi economica e demografica toccò il suo apice nel VI secolo. Lo spopolamento ebbe effetti devastanti sul regime delle acque. La zona, infatti, è caratterizzata dall'abbassamento del suolo e solo interventi umani mirati possono scongiurare lo spagliamento dei fiumi nella pianura. Il venir meno della manutenzione delle acque fece sì che il territorio lughese si riempisse progressivamente delle acque ristagnanti dei fiumi. Di conseguenza, il livello del terreno al tempo dei romani fu ricoperto da circa 1,5 metri di depositi alluvionali.
Durante il Basso Medioevo la rete di strade ortogonali, tipica della centuriazione, fu ricostruita, anche se le dimensioni del reticolo non coincisero più a quelle dei tempi dei romani.
Medioevo
Durante il dominio dell'Esarcato bizantino non si verificarono nella bassa pianura ravennate fenomeni di spopolamento (come si riscontrarono invece nell'area centuriata cesenate e riminese)[4]. Nell'Italia bizantina il territorio era organizzato in "fondi" (dal latino ''fundus, podere) e "masse" (un insieme di fondi con almeno una chiesa parrocchiale). Ogni massa comprendeva diversi fundi (poderi), tutti dello stesso proprietario.
La prima testimonianza scritta riguardante il territorio lughese è contenuta in un atto del 782 d.C. In questo documento papa Adriano I, in lotta con gli arcivescovi di Ravenna, rivolgendosi a Carlo Magno quale giudice della controversia, enumerava, tra molti altri, anche un "fondo Cento", di proprietà della sede Apostolica. Tale fondo si identificherebbe con il terreno ove poi risultò tracciata l'attuale via Cento.
In un documento del 18 febbraio 981 sono nominati i fondi di Centum et blancanicum quae sunt in Massa Sancti Hilari. Il fondo Cento, dunque, faceva parte, assieme al fondo Biancanigo, della massa Sancti Hilari. Il territorio in cui oggi si trova il centro di Lugo era ricompreso nella massa. Un documento del 1071 cita un "fondo Stiliano" che, assieme ai due già indicati, faceva parte della massa; in esso esisteva una chiesa con clero officiante.
Un fondo "Lucus" (lucus, luci in latino significa "bosco", anche nell'accezione di "bosco sacro") viene nominato per la prima volta nel 1147, mentre occorre attendere il 1224 per trovare un documento nel quale si parli di "Villa Lugi"[5], che in documenti cronologicamente successivi diventa villa lugi. La pronuncia gutturale delle "g" determina poi l'attuale toponimo.
Nel 1161 Lugo venne data in feudo ai Conti di Cunio dall'imperatore Federico Barbarossa, ma nel 1202 essi dovettero restituirla a Papa Innocenzo III e, per esso, all'Arcivescovo Alberto di Ravenna che vi fece costruire le prime fortificazioni, incorporate, poi, nell'attuale Rocca. In questo periodo Lugo si evolve da "villa" a "castrum", cioè a centro fortificato. Diventa così sede del contado subuts Stratam (ovvero a settentrione della Via Emilia, allora denominata "Strada romana"), comprendente tutti castelli circostanti. Nel 1278 Lugo, insieme a tutta la Romagna, passò sotto la diretta sovranità papale[6]. Nel Basso Medioevo riprese il popolamento del territorio. I campi furono bonificati dalle acque e la rete ortogonale di romana memoria fu ricostruita, partendo da ciò che era sopravvissuto: in alcune zone più elevate, infatti, l'antico disegno centuriale non si era cancellato del tutto.
Durante le guerre che coinvolsero la Chiesa e le Signorie per il possesso delle terre romagnole nel corso dei secoli XIV e XV, Lugo passò di volta in volta ai da Polenta di Ravenna, ai Pepoli di Bologna e ai Visconti di Milano.
La Lugo medievale era un castello circondato da cinque borghi: Brozzi, Santa Maria, Cento, Codalunga e Poligaro.[7] Gli ultimi due, messi insieme, successivamente formarono il Ghetto[8].
Nel 1437 gli Estensi di Ferrara, già affittuari del feudo tra 1376 e 1394, acquistarono dalla Santa Sede il territorio di Lugo, divenendone proprietari. Gli Estensi restaurarono ed ampliarono la rocca e posero Lugo come capoluogo dei propri possedimenti in Romagna. Vi fissarono la sede del Commissario ducale, rappresentante del Duca in tutta la Romandiola e del massaro. A Lugo si teneva un mercato del bestiame e delle merci esente da dazi. Gli Este confermarono i privilegi del mercato ed estesero l'esenzione alla Fiera annuale, che si teneva il 15 e 16 agosto (Festa della Beata Vergine del Molino)[9]. Gli Este lanciarono Lugo, che divenne il più importante centro amministrativo, oltre che mercantile, della Romagna estense.
Nel 1598, estintosi il ramo diretto dei signori d'Este, il loro Ducato ritornò allo Stato della Chiesa, com'era stato pattuito nell'iniziale investitura. Lugo, così come i territori circostanti, furono inseriti nella neonata Legazione di Ferrara.
Età moderna
Il secolo XVIII fu per la gran parte un periodo di pace in Romagna. La città di Lugo crebbe in prosperità e ricchezza.
Sotto l'influenza del ceto mercantile nacque il Pavaglione, il quadriportico innestato sul loggiato eretto nel XVI secolo, e portato alla situazione attuale nella seconda metà del secolo: una struttura concepita a scopo commerciale, in particolare per favorire lo storico mercato del mercoledì e la fiera biennale[10].
Fin dai primi decenni dell'età moderna i generi maggiormente trattati furono: grano e altri cereali, uve e vini, bovini e, soprattutto, la seta, i cui bozzoli (che erano richiesti anche dai mercanti toscani) venivano commerciati nel Pavaglione a quintali[11].
Situata in posizione centrale fra le tre Legazioni di Bologna, Ferrara e Romagna, Lugo era divenuta il principale emporio dei tre territori e la città più ricca del ravennate. La Fiera del paese, che si svolgeva nel Pavaglione, era, dopo quella di Senigallia, la più ricca di tutto lo Stato Pontificio. Oltre ad essere un importante centro commerciale, Lugo era anche una piazza finanziaria, poiché era sede di un Monte di Pietà fin dal 1541.
Alla metà del secolo, Lugo si era dotata anche di un moderno teatro, uno dei primi teatri settecenteschi della Romagna[12]; inoltre aveva un istituto di istruzione superiore come il Collegio Trisi, dotato di una biblioteca aperta al pubblico[13].
Negli ultimi decenni del secolo la città si arricchì di nuove opere, destinate a incidere sulla vita sociale dei lughesi: il completamento del Pavaglione (1781), il trasferimento del Collegio Trisi in un ampio Palazzo (1774)[14], la ristrutturazione della Chiesa del Carmine, l'edificazione della nuova chiesa di San Francesco, la costruzione di un nuovo ponte in pietra sul Senio e la sistemazione di varie strade e piazze[15]. Nel 1796 venne inaugurato il nuovo grande ospedale di S. Maria del Limite.
Alla fine del XVIII secolo la città contava 8.000 abitanti e con il contado superava i 16.000. La popolazione si poteva dividere in cinque ceti:
- Il ceto patrizio, o dei signori (una trentina di famiglie molto ricche, che abitavano generalmente in via Codalunga[16]);
- Il ceto ecclesiastico (formato da clero secolare e clero regolare);
- Dottori e notai;
- Mercanti;
- Artigiani.
Faceva parte a sé il Ghetto degli Ebrei, esistente fin dal 1639. Gli ebrei erano a quell'epoca circa 400. Per essere riconosciuti, portavano sul cappello un distintivo giallo detto lo "Sciamannino"[17].
Il secolo terminò con un evento bellico che a Lugo lasciò tracce profonde: il sacco dei francesi[18]. Nel 1796 l'esercito di Napoleone invase l'Italia. Alla caccia di bottino, le truppe francesi si spinsero fino alla Bassa Romagna. Tutte le città e i paesi incontrati alzarono bandiera bianca. Solo a Lugo i napoleonici incontrarono resistenza.
La rivoltà cominciò il 30 giugno quando durante l'opera di requisizione, venne confiscato anche il veneratissimo busto del patrono Sant'Illaro. Fu gettato sopra gli altri oggetti, come un qualsiasi soprammobile. Il popolo insorse per il grave oltraggio e, appoggiato dai conti Manzoni e dal clero, mise in fuga i soldati e si impossessò del paese. Intervenne il vescovo di Imola, il card. Chiaramonti (futuro papa Pio VII) che, temendo il peggio, propose una mediazione. Ma i sollevati non accettarono. La vendetta francese fu dura: dopo un primo assalto, che fu respinto, il 7 luglio i napoleonici, guidati dal generale Augereau, abbatterono le resistenze a colpi di cannonate. Per un giorno intero Lugo fu teatro di un terribile saccheggio.
XIX secolo
La dominazione francese ebbe termine nel 1814. Con la Restaurazione Lugo tornò a far parte dello Stato Pontificio, ritornando nella Legazione di Ferrara. Nel 1817 Papa Pio VII concesse a Lugo il titolo di Città, anche in riconoscimento della resistenza armata ai francesi di 21 anni prima.
Negli anni seguenti si diffusero a Lugo, come in tutti i principali centri della Romagna pontificia, le idee mazziniane e sorsero circoli carbonari. Nel 1831 molti lughesi parteciparono ai moti rivoluzionari; i repubblicani costituirono la Guardia nazionale, corpo di cittadini armati. L'intervento dell'esercito austriaco ne impose lo scioglimento. Nel 1848 lo Stato Pontificio introdusse la Guardia civica, un corpo militare formato dai ceti urbani, per la tutela dell'ordine pubblico.
Nel 1848 allo scoppio della seconda guerra d'indipendenza, il Papa dichiarò la neutralità dello Stato della Chiesa. Nonostante ciò, 250 lughesi si arruolarono volontari e combatterono in Veneto inquadrati nel Battaglione del Senio.
L'anno seguente, tre alte personalità di Lugo ebbero un ruolo preminente nella nascita della Repubblica Romana del 1849: Giacomo Maria Manzoni, Silvestro Gherardi e Giacomo Pescantini, che furono membri della Costituente. I primi due fecero anche parte del governo: Manzoni fu ministro delle Finanze, Gherardi fu titolare dell'Istruzione.
L'amministrazione pontificia in Romagna terminò definitivamente nel 1859, il 13 giugno i liberali lughesi nella Rocca di Lugo costituirono un governo provvisorio. Il 27 dicembre dello stesso anno furono ridisegnate le circoscrizioni territoriali; il Comune di Lugo, insieme a tutta la Romandiola fu aggregato alla Provincia di Ravenna. L'11-12 marzo 1860 si tenne nelle ex Legazioni pontificie il plebiscito di annessione al Regno di Sardegna. Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d'Italia. Nel 1866 450 lughesi parteciparono come volontari alla terza guerra d'indipendenza, l'anno dopo in 200 seguono Garibaldi nella campagna dell'Agro romano che terminò tragicamente a Mentana. Vi morirono due lughesi: il conte Giulio Bolis e Francesco Bosi[19]
La nota «Inchiesta Agraria Jacini» (1871) traccia un quadro della gestione del territorio di Lugo negli anni immediatamente successivi alla nascita del Regno d'Italia. L'economia lughese non aveva subito grandi variazioni. L'occupazione principale continuava ad essere l'agricoltura:
- I braccianti a ore ricevevano un salario giornaliero di 1 lira/1,5 lire[20]
- I coltivatori diretti prendevano la terra in affitto a 120-180 lire/ettaro. La rendita oscillava fra le 132 e le 198 lire/ettaro.
- I piccoli proprietari, una minoranza della popolazione, possedevano in media 10-12 ettari di terra[21].
Il terreno era coltivato soprattutto a cereali. La frutticoltura era ancora di là da venire: su 11.000 ettari coltivabili, solo 16 erano destinati ad alberi da frutta. La canapa occupava il 5% della superficie. Nel 1869 la produzione di baco da seta era di 582 quintali (dieci anni più tardi aumentarono a 1.243). Nel circondario lughese si contavano circa 18 mila bovini. Lugo si qualificava all'epoca soprattutto come grande emporio, in virtù del tradizionale mercato del mercoledì (in essere fin dal Medioevo), che col tempo aveva acquisito una dimensione sovraregionale.
Alla fine dell'800 si affermarono tra i lughesi i movimenti socialista e repubblicano quale alternativa politica e amministrativa ai moderati e monarchici. Le giunte guidate dal repubblicano radicale Ercole Bedeschi dal 1885 al 1890 diedero vita ad importanti esperienze innovative in campo economico e sociale (ad esempio, costruzione di case per gli operai e fondazione di cooperative). Le istituzioni più importanti erano la Banca Popolare, il Canapificio, la «Società fra le Arti Costruttrici» e la «Società edificatrice di case operaje». Lugo vantava anche la più ricca Società di Mutuo Soccorso della Romagna, con una sezione femminile con più di 200 socie e un capitale di 17.363,59 lire.
Seguirono amministrazioni moderate, salvo la parentesi repubblicana nel primo decennio del '900. Dopo la tragedia della prima guerra mondiale, nel 1920 fu eletto il primo sindaco socialista di Lugo, Giovanni Foschini, ma nel 1922 fu estromesso con la violenza da parte dei fascisti.
Il XX secolo
Durante la prima guerra mondiale, Lugo diede all'aviazione militare Francesco Baracca, medaglia d'oro al valore militare. Oltre 400 furono i militari lughesi morti in guerra o a causa della guerra.
Lugo è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. Inoltre è stata insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[22].
Risorta rapidamente dalle rovine della seconda guerra mondiale (il torrente Senio fu fronte dal dicembre del 1944 al 10 aprile 1945), grazie all'operosità dei suoi abitanti ed alla stabilità amministrativa, oggi Lugo riveste un importante ruolo nell'economia romagnola come centro di scambi e di commercializzazione per i prodotti agricoli della Bassa Romagna.
Nel 1969 la città si è arricchita di un nuovo quartiere, «Madonna delle Stuoie», che è diventato il quarto quartiere di Lugo (dopo Cento, Brozzi e Ghetto). Costruito nell'area dietro la ferrovia, il rione prende il nome dalla chiesa parrocchiale che, a sua volta, deriva probabilmente dal fatto che la zona era sempre stata bassa. Nei secoli passati aveva subito periodiche inondazioni, che l'avevano fatta diventare palude. Vi erano cresciuti giunchi e canne palustri, che venivano usati per costruire stuoie, da ciò il titolo La Madòna dal Stur (in dialetto romagnolo).
Monumenti e luoghi d'interesse
Monumenti storici
- Rocca Estense – È il monumento più caratteristico della città. Esempio di architettura fortificata, fu costruita nel Basso Medioevo, probabilmente sopra un precedente fortilizio. Gli Estensi la modificarono e ristrutturarono più volte, dandole l'aspetto attuale nella seconda metà del '500. Dopo la devoluzione del Ducato Estense allo Stato Pontificio (1598), la fortezza ha perso rilevanza strategica ed è stata adibita a sede delle attività del governatore (oggi Sindaco). Le modifiche alla Rocca sono continuate nei secoli seguenti: risalgono ai primi dell'800 l'impianto del giardino pensile e la sostituzione del lato bastionato ad est con l'attuale porticato. Fa eccezione il torrione posto a nord-ovest, il cosiddetto "mastio di Uguccione della Faggiola" (Signore di Lugo dal 1297), che è invece rimasto tale. Attualmente la Rocca Estense ospita gli uffici dell'amministrazione comunale. Una curiosità: sulle pareti della Rocca piante di capperi. Nell'Ottocento, grazie alla raccolta affidata a privati e alla rivendita, rientravano fra le entrate del bilancio comunale. Attualmente i capperi vengono raccolti direttamente dall'Amministrazione Comunale, conservati in salamoia e offerti in dono agli ospiti e alle delegazioni ufficiali in visita alla città.
- Pavaglione – Quadriportico di circa 100 metri di lato (copre quindi l'area di un ettaro). Costruito in più fasi, a partire dal 1570 su ordine del Duca Alfonso II d'Este, è stato portato a termine nel 1781. La prima loggia costruita aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Le logge diventarono negli anni famose per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta e il luogo veniva indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione". Raro esempio di architettura settecentesca ad uso civile, anticipa concezioni urbanistiche moderne. I portici ospitano ancora oggi numerose attività commerciali. Dal 1895, sopra uno dei quattro lati (lato est) fa bella mostra di sé un orologio meccanico, ancora perfettamente funzionante, restaurato nel 2008.
- Teatro Rossini – Teatro all'italiana con sala scandita su quattro ordini di palchi cui si aggiunge il loggione, costruito fra il 1757 e il 1761 e intitolato a Gioacchino Rossini nel 1859. Durante la Seconda guerra mondiale l'edificio venne gravemente danneggiato dai bombardamenti. Il teatro, restaurato, ha riaperto nel 1986.
- Villa Malerbi – Residenza di campagna della famiglia dei fratelli Malerbi (i canonici Giuseppe [1771-1859] e Luigi [1776-1843]), celebri musicisti, la cui illustre scuola fu tra le prime della Romagna ed ebbe fra gli allievi Gioacchino Rossini. La villa, risalente ai primi anni del XIX secolo, è oggi sede della Scuola di Musica "Malerbi".
- Monumento a Francesco Baracca – Monumento realizzato nel 1936 in onore dell'eroe della Prima Guerra Mondiale Francesco Baracca, nativo di Lugo. L'opera è dello scultore Domenico Rambelli di Faenza (1886-1972), che ne fu anche l'ideatore.
- Casa-Museo Gioacchino Rossini – Edificio abitato per lungo tempo dalla famiglia di Gioacchino Rossini. All'interno, si possono ammirare alcuni documenti che attestano il legame del compositore con la città. Attualmente ospita mostre di arti figurative.
- Porta San Bartolomeo – Porta medievale di cui la data di costruzione è ignota. Deve il nome alla vicinanza di un oratorio dedicato a san Bartolomeo.
- Cimitero Ebraico – Il cimitero ebraico di Lugo, inaugurato nell'attuale sede nel 1877, testimonia la presenza, nel passato, di un'importante comunità ebraica nella città. La comunità si formò nel XVI secolo, durante la dominazione estense. Molte famiglie si stabilirono nel ducato estense profughe dalla Spagna. Nel 1639 a Lugo fu costruito il Ghetto, seguito pochi anni dopo dal cimitero ebraico. Inizialmente il luogo sacro fu edificato vicino a corso Matteotti. Nel 1877 trovò sistemazione nella sede attuale (via di Giù). Nel XIX secolo il cimitero arrivò a contenere 600 sepolture. Dopo la fondazione del Regno d'Italia e la parificazione degli Ebrei agli altri cittadini dello Stato, molte famiglie furono attratte dello stile di vita delle grandi città[23]; iniziò così l'emigrazione delle famiglie più abbienti verso Bologna e altre importanti città.
Chiese
- in città
- Chiesa del Carmine – È il luogo in cui si venera Sant'Ilaro, patrono della città. Il culto di S. Ilaro è antico quanto le origini di Lugo. Una chiesa a lui dedicata, sita poco fuori le mura del paese (Sant’Ilaro in Stiliano), era documentata fin dall’anno 1071. La chiesa conservava una croce di ferro al centro della quale era raffigurato il santo. Risale alla metà del XIII secolo la più antica attestazione di S. Ilaro come Patrono di Lugo: sulla campana della chiesa sita nel fondo Stiliano fu impressa, in latino, l'iscrizione "Sant'Ilaro difenda il suo popolo" con la datazione 1264[24]. Alla fine del XIV secolo, a causa delle ripetute alluvioni che avevano colpito il territorio tra i fiumi Santerno e Senio, gli abitanti del fondo Stiliano si trasferirono nel centro abitato. Qui, una chiesa intitolata a S. Maria del Trivio, fu ribattezzata “S. Maria del Trivio e S. Ilaro”. La chiesa sita nel fondo Stiliano fu affidata alla cura dei Padri Carmelitani. Successivamente anche i Carmelitani si trasferirono all’interno delle mura, fondando la chiesa del carmine con annesso convento (1480)[25]. Alla metà del Settecento la chiesa fu abbattuta e ricostruita, su disegno dell'architetto Francesco Petrocchi. Il nuovo luogo di culto fu inaugurato nel 1772. Qui vennero poste le reliquie e il busto argenteo di S. Ilaro[26], sotto la custodia dell’Ordine. Ancora oggi Carmelitani sono i custodi del culto del santo e del busto in argento che lo ritrae. All'interno della chiesa è presente un organo del 1799 di Gaetano Callido.
- Oratorio di Croce Coperta – Uno dei più antichi luoghi di culto lughesi, secondo solo a S. Ilaro.
- Chiesa della Collegiata – Costruita su una precedente chiesa francescana del 1230, la Chiesa della Collegiata presenta un chiostro risalente al 1471 e un pozzale originale del 1425. Vi è venerata l'immagine della Madonna del Rosario, custodita dal 1950[27]; il suo giorno di festa è la prima domenica di ottobre.
- Chiesa di S. Francesco da Paola – Eretta nel XIV secolo, è dedicata al culto del co-patrono cittadino.
- Chiesa di S. Maria delle Grazie (per i lughesi, chiesa del Ghetto). Costruita nel 1612. L'edificio è ad un'unica navata con volta a botte. Vi officiavano i frati della Confraternita delle Stimmate di S. Francesco. Custodisce al suo interno un dipinto intitolato alla "Beata Vergine delle Grazie". Datato 1512, fu realizzato da un soldato francese di stanza a Lugo, pochi giorni prima di combattere nella sanguinosa Battaglia di Ravenna. L'immagine, che raffigura la Madonna con il divin figlio tra le braccia, è molto venerata dai lughesi.
- Chiesa di S. Giacomo Maggiore (chiesa del rione De' Brozzi). Nella chiesa è conservata una statua che ritrare la Madonna addolorata, risalente al XVII secolo, opera della bottega dei Paganelli, artisti lughesi.
- Chiesa di S. Francesco da Paola (chiesa del rione Cento)
- Chiesa di Sant'Onofrio – Fondato come oratorio nel 1679, è stato per secoli uno degli ospedali cittadini. Nel Novecento la proprietà dell'edificio è passata all'ASL. Dal 2008 al 2012 è stato oggetto di restauro. In base ad un accordo col Comune, la chiesa può essere utilizzata come sede di mostre e di incontri culturali. Al suo interno contiene grandi ovali nei quali Ignazio Stern (discepolo del Cignani), raffigurò la vita del santo a cui è dedicata.
- Chiesa del Suffragio – Risalente al 1720, ospita alcuni apprezzabili dipinti di Stern e dei lughesi Benedetto del Buono e Carlo Ruina. All'interno della chiesa è presente un organo del 1844 realizzato da Cesare e Quintino Rasori e restaurato nel 1999.
- nel forese
- Pieve di Campanile – Sita in campagna, a circa 10 km nord di Lugo, è un antico complesso ecclesiale comprendente una chiesa altomedievale e un campanile ancora intatto risalente all'XI secolo. La chiesa, originariamente a tre navate, è stata ricost
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Dato Istat all'30/06/2009.
- ^ Angelo Varni (a cura di), Lo scorrere del paesaggio, Faenza, EDIT, 2007. Testo "pag. 67" ignorato (aiuto)
- ^ È una Bolla di papa Onorio III in cui il pontefice conferma a Simeone Arcivescovo di Ravenna i possedimenti della diocesi ravennate. Vi si legge villam Luci cum curtibus. Si veda la ricostruzione etimologica fatta nel XVIII secolo da Francesco Leopoldo Bertoldi: Notizie istoriche dell'antica selva di Lugo. Faenza: Rinaldi, 1794.
- ^ Dieci anni dopo, nel 1288, la distinzione subtus/super Stratam fu cancellata.
- ^ La strada principale di ciascun quartiere era: Brozzi = Corso Mazzini; Santa Maria = Corso Garibaldi; Cento = la via omonima; Ghetto = via Matteotti.
- ^ Nome che assume la contrada ancora oggi.
- ^ Nei secoli seguenti, la data della Fiera fu spostata due volte: papa Clemente VIII la spostò ai giorni 22-24 di agosto, infine nella seconda metà del Settecento fu fissata dal 20 agosto al 6 settembre.
- ^ Oggi il Pavaglione ospita un terzo appuntamento: ogni seconda domenica del mese (esclusi luglio ed agosto) all'interno del quadriportico si tiene il mercatino dell'antiquariato.
- ^ Il fiorente commercio di bozzoli di seta continuò fino al XX secolo inoltrato.
- ^ Oggi denominato Teatro Rossini, la costruzione risale al 1757-61.
- ^ Oggi gli stessi locali ospitano la sede della biblioteca pubblica.
- ^ Oggi Palazzo Trisi, sede della biblioteca comunale.
- ^ AA. VV., La Romagna nella Legazione ferrarese, Lugo, Centro Studi Romandiola, 1988..
- ^ L'odierno Corso Matteotti.
- ^ Daniele Filippi, Il ritorno del Busto di Sant'Ilaro, Faenza, Edit Faenza, 2011.
- ^ In precedenza, Lugo era già stata vessata da truppe straniere, a causa della sua prosperità: aveva dovuto versato un tributo di 30.000 scudi al passaggio di truppe straniere durante le guerre di successione di Polonia (1733-39) e d'Austria (1740-48).
- ^ Il garibaldino Valentino Stoppa lo ricorda nelle sue memorie.
- ^ Per le donne il salario spaziava da 0,60 a 1 lira all'ora.
- ^ Giovanni Baldini, «L'avvocato lughese dell'Inchiesta Jacini», Giornale di massa, n. 5/2011, pag. 14.
- ^ Testo della motivazione
- ^ Prima gli ebrei non si potevano spostare liberamente sul territorio.
- ^ Nel 1493 gli Statuti del Comune di Lugo riconobbero la data del 15 maggio (anniversario della morte di S. Ilaro) come giorno festivo.
- ^ Nel 1613 la Confraternita che custodiva la chiesa di S. Ilaro in Stiliano si trasferì a Santa Maria, sancendo l'abbandono del più antico luogo di culto in Lugo AA. VV., La Romagna nella Legazione ferrarese, Lugo, Centro Studi Romandiola, 1988..
- ^ Nel 1526, su richiesta del Comune di Lugo, l'Abate di Galeata donò alla città alcune reliquie del Santo: un osso del braccio e una parte del cranio. Nel 1689 questa parte del cranio venne racchiusa in una teca d'argento. Nel 1708 i Carmelitani fecero realizzare un busto di argento massiccio raffigurante Sant'Ilaro, sulla cui parte anteriore venne collocata la reliquia. Nel 1793 il Comune di Lugo fece costruire un tronetto in legno dorato (stile impero) su cui fu posto il busto.
- ^ Vi è stata trasferita dalla chiesa del Limite, oggi adattata ad uffici della Banca del Monte.