Obice
L'obice (o obizzo in una forma più arcaica) è un'arma da fuoco di grosso calibro, impiegata prevalentemente per il "tiro indiretto" sui bersagli. Un tempo alcuni ritenevano che fosse stato inventato attorno al 1570 dal padovano Pio Enea I Obizzi (che gli avrebbe anche dato il nome obice)[1], ma in realtà era già apparso più di un secolo prima durante le guerre hussite[2].

Nel tiro di artiglieria le parabole descritte dai proietti (prendono il nome di "proietti" quelli di obici e cannoni, in quanto oltre a ruotare su se stessi durante il loro percorso, non hanno il fondello come nel munizionamento per armi leggere; mentre si dicono "bombe" quelle da mortaio, che non ruotano) si distinguono in primo e secondo arco. Il primo arco parte dalla linea retta teorica che si otterrebbe per il tiro ad alzo zero, fino alla parabola che consente al proiettile di raggiungere la distanza (gittata) maggiore, idealmente 45° in realtà un po' di meno a causa della resistenza dell'aria.
Alzi (e quindi angoli di tiro rispetto al terreno) superiori accorciano la gittata ma consentono di superare ostacoli più elevati. Il tiro col secondo arco è di norma meno preciso rispetto a quello con il primo arco.
Caratteristica distintiva dell'obice rispetto al cannone è la capacità di effettuare tiri sia con il primo arco che con il secondo. Il mortaio di norma spara solo con il secondo arco. In conseguenza di un utilizzo prevalente con il secondo arco gli obici hanno una lunghezza relativa della canna (lunghezza assoluta/calibro) inferiore rispetto ai cannoni.

Note
- ^ Dizionario delle origini, invenzioni e scoperte nelle arti, nelle scienze, nella geografia, nel commercio, nell'agricoltura, vol. 3, A. Bonfanti, 1830, voce Obice
- ^ Cristopher Gravett, Gli eserciti medievali germanici 1300 - 1500, Osprey Publishing.
Voci correlate
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