Cho Oyu
Il monte Cho Oyu (la Dea Turchese) è il sesto monte per altezza sulla Terra. È situato sul confine tra Cina e Nepal, fa parte della catena dell'Himalaya e dista circa 20 km ad ovest dell'Everest.
| Cho Oyu | |
|---|---|
| Stati | |
| Altezza | 8,201 m s.l.m. |
| Prominenza | 2 344 m |
| Isolamento | 29 km |
| Catena | Himalaya |
| Coordinate | 28°06′N 86°39′E |
| Altri nomi e significati | Cho Oyo Mt. Zhuoaoyou |
| Data prima ascensione | 19 ottobre, 1954 |
| Autore/i prima ascensione | Gli austriaci Herbert Tichy e Josef Jochler insieme allo sherpa Pasang Dawa Lama. |
| Mappa di localizzazione | |
Il Cho Oyu è stata la quinta cima sopra gli 8.000 metri scalata dopo l'Annapurna nel giugno 1950, l'Everest nel maggio 1953, il Nanga Parbat nel giugno 1953 e il K2 nel giugno 1954.
Ascensioni
Primi tentativi
Il primo tentativo di salita risale al 1952 ad opera di una spedizione diretta da Eric Shipton in compagnia di Tom Bourdillon. Le difficoltà tecniche incontrate presso l'ice cliff a 6.650 m fermarono i primi salitori (oggi questo passaggio è superato grazie all'ausilio di corde fisse).[1]
Prima ascensione
La prima ascensione fu compiuta il 19 ottobre 1954 dagli austriaci Herbert Tichy, Joseph Jöchler e dal portatore sherpa Pasang Dawa Lama, lungo il versante nord ovest. La spedizione diventò famosa per l'utilizzo dello stile alpino senza ossigeno, in netto contrasto con lo stile pesante dell'epoca.[2]
Prima ascensione invernale
La prima ascensione invernale fu compiuta il 12 febbraio 1985 da Maciej Barbeka e Maciej Pawlikowski (via ripetuta tre giorni dopo da Andrzej Heinrich e Jerzy Kukuczka), facenti parte di una spedizione polacca.[3]
Altre salite
Nel seguente elenco sono riportati gli altri eventi più significativi riguardanti il Cho Oyu.[4]
- 1952 Prima ricognizione del versante nord est ad opera di Edmund Hillary.
- 1958 Seconda ascensione da parte di una spedizione indiana. Curiosamente Pasang Dawa Lama è ancora summiter, giungendo in vetta per la seconda volta.
- 1959 Quattro donne perdono la vita nel corso di una sfortunata spedizione internazionale femminile durante il periodo invernale.
- 1978 Gli alpinisti austriaci Eduard Koblmüller e Alois Furtner compiono la salita dell'estremamente difficile versante sud-est.
- 1983 Reinhold Messner traccia una linea nuova di salita nel corso della sua quarta esperienza sulla montagna.
- 1994 Prima salita solitaria lungo la via sud ovest ad opera del giapponese Yasushi Yamanoi.[5]
- 2009 L'11 maggio Denis Urubko e Boris Dedeshko aprono una nuova via sulla parete sud-est. Per Urubko si tratta del quattordicesimo ottomila.[6] La salita viene premiata con il Piolet d'Or 2010.[7]
- 2010 Il 3 ottobre l'alpinista trentino Walter Nones muore durante la salita, ha scalato oltre i 6.800 metri. Non si conoscono ancora i particolari sull'incidente di cui è rimasto vittima Nones, che stava tentando una nuova via per scalare il massiccio del Cho Oyu.[8]
Discese in sci e snowboard
Galleria
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La parete nord-ovest, cinese
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La parete nord, cinese
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La parete sud-ovest, al centro, cinese
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La parete sud-est, nepalese
Note
- ^ (EN) William Hutchison Murray, The reconnaissance of Mount Everest, 1951, su himalayanclub.org. URL consultato il 25 marzo 2013.
- ^ (EN) Herbert Tichy, Cho Oyu 26,750 feet, su himalayanclub.org. URL consultato il 25 marzo 2013.
- ^ (EN) Andrzej Zawada, The first winter ascent of Cho Oyu (PDF), in Alpine Journal, 1988. URL consultato il 25 marzo 2013.
- ^ (EN) Cho Oyu : The History, su k2news.com. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ (EN) Pavle Kozjek, Cho Oyu, su alpinist.com, 1-3-2007. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ Denis Urubko, Cho Oyu e tutti i 14 Ottomila, su planetmountain.com, 18-5-2009. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ Vinicio Stefanello, Piolet d'Or, i vincitori e l'alpinismo del futuro, su planetmountain.com, 12-4-2010. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ Walter Nones è morto sul Cho Oyu, su planetmountain.com, 3-10-2010. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ Marco Galliano e la prima discesa italiana in snowboard del Cho Oyu, su planetmountain.com, 30-9-2009. URL consultato il 2-1-2012.
- ^ Cho Oyu con gli sci, il racconto di Fabio Beozzi, su planetmountain.com, 13-10-2011. URL consultato il 2-1-2012.
Bibliografia
- AA.VV., Cho Oyu, in La montagna. Grande enciclopedia illustrata, vol. 3, Istituto Geografico De Agostini, 1976, p. 17.
- Reinhold Messner, Cho Oyu, in Sopravvissuto: i miei 14 ottomila, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1987, pp. 160-175, ISBN 978-8840243221.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cho Oyu
Collegamenti esterni
- (EN) Scheda su 8000ers.com
- (EN) Scheda su summitpost.org
- (EN) Scheda su peakware.com
- (EN) Articoli sull'Alpine Journal pubblicazione dell'Alpine Club
