Web 3.0

Versione del 21 mar 2013 alle 12:29 di ValterVBot (discussione | contributi) (Bot: Elimino tutti gli interlinks vedi Wikidata: D:Q1062677)

Il Web 3.0 è un termine a cui corrispondono significati diversi volti a descrivere l'evoluzione dell'utilizzo del Web e l'interazione fra gli innumerevoli percorsi evolutivi possibili. Questi includono:

Storia

Il termine Web 3.0 è apparso per la prima volta agli inizi del 2006 in un articolo di Jeffrey Zeldman critico verso il Web 2.0 e le sue tecnologie associate come AJAX.

Nel maggio 2006, Tim Berners-Lee[1] affermava:

(inglese)
«People keep asking what Web 3.0 is. I think maybe when you've got an overlay of Scalable Vector Graphics - everything rippling and folding and looking misty - on Web 2.0 and access to a semantic Web integrated across a huge space of data, you'll have access to an unbelievable data resource»
(italiano)
«Le persone si continuano a chiedere cos'è il Web 3.0. Penso che, forse, quando si sarà ottenuta una sovrapposizione della Grafica Vettoriale Scalabile - oggi tutto appare poco nitido, con pieghe ed increspature - nel Web 2.0, e l'accesso ad un Web semantico integrato attraverso un grosso quantitativo di dati, si potrà ottenere l'accesso ad un'incredibile risorsa di dati.»

Durante il Technet Summit nel novembre 2006, Jerry Yang, fondatore e presidente di Yahoo!, rilasciava la seguente dichiarazione:

«Il Web 2.0 è ampiamente documentato e discusso. Il potere della Rete ha raggiunto la massa critica, con potenzialità sviluppabili in rete, non solo tramite hardware come consoles gioco e dispositivi mobili ma anche attraverso architetture software. Non è necessario essere informatici per creare un programma. Stiamo osservando che ciò che si manifesta nel Web 2.0 e nel Web 3.0 sarà una grande estensione di tutto ciò, un vero e proprio mezzo comune ... la distinzione tra professionista, semi-professionista e consumatore andrà sfocandosi creando un effetto rete per business e applicazioni.»

Allo stesso Technet Summit, Reed Hastings, fondatore e CEO di Netflix, riassumeva in una semplice formula la definizione delle diverse fasi del web:

«Web 1.0 was dial-up, 50k average bandwidth, Web 2.0 is an average 1 megabit of bandwidth and Web 3.0 will be 10 megabits of bandwidth all the time, which will be the full video Web, and that will feel like Web 3.0»

Nell'agosto 2007, l'agenzia digitale brasiliana CUBO ha definito il Web 3.0 come l'abilità per i clienti di comunicare con le aziende, sia in maniera diretta utilizzando blog e altre applicazioni Web 2.0, che in maniera indiretta, come se fossimo i possessori di dati psicografici analizzati dal Web semantico e da altri strumenti di marketing come Microtargeting/Silent Marketing.

Il termine Web 3.0 è diventata una materia di crescente interesse e dibattito a partire dalla fine del 2006 sino a 2007.

Innovazioni associate con il Web 3.0

Applicazioni Web-based e desktop

Le tecnologie Web 3.0, come ad esempio un software intelligente che utilizza dati semantici, sono state implementate ed usate su piccola scala da molteplici aziende con l'intento di manipolare i dati più efficientemente. Negli anni recenti, tuttavia, ci si è concentrati anche nel fornire tecnologie Web semantiche al pubblico generico. Alcune start-up come Garlik, Metaweb, Radar Networks e Powerset sono fra quelle che nel 2006-2007 hanno ricevuto un'ampia copertura mediatica relativamente al campo dell'innovazione.

Dibattiti sul Web 3.0

Ci sono diversi dibattiti sul significato del termine Web 3.0 e su quale possa essere una definizione adatta.

Trasformare il Web in un database

Il primo passo verso un "Web 3.0" è l'emergere del "Data Web" visto che gli archivi di dati strutturati sono pubblicati sul Web in formati riutilizzabili e "interrogabili" da remoto, come XML, RDF e microformati. La recente crescita della tecnologia SPARQL fornisce un linguaggio di query standardizzato e l'API per la ricerca attraverso database RDF distribuiti nel Web. I Data Web permettono un nuovo livello di integrazione e di interoperabilità delle applicazioni, rendendo i dati disponibili a tutti e "linkabili" come se fossero pagine Web. Il Data Web è il primo passo verso il vero e proprio Web semantico. Nella fase di Data Web l'attenzione è principalmente rivolta verso la strutturazione di dati disponibili utilizzando l'RDF. Nella fase successiva di Web semantico il raggio verrà ampliato in modo che sia i dati strutturati che quelli che tradizionalmente sono considerati contenuti non strutturati o semi strutturati (come pagine Web, documenti, ecc.) saranno disponibili in larga misura in formati semantici RDF ed OWL.

Un percorso evolutivo verso l'intelligenza artificiale

Il Web 3.0 è stato anche utilizzato per descrivere un percorso evolutivo per il Web che conduce all'Intelligenza Artificiale capace di interagire con il Web in modo quasi umano. Alcuni scettici credono invece che ciò sia impossibile da raggiungere. Nonostante ciò, aziende come IBM e Google stanno implementando nuove tecnologie che stanno ottenendo informazioni sorprendenti come prevedere le canzoni più scaricate, attraverso il data mining, sui siti Web universitari.

L'archiviazione e lo studio delle informazioni che riguardano l'interesse espresso durante la navigazione da parte di un software evoluto oppure la possibilità di trasferire sensazioni, esigenze, gusti e comportamenti, nel campo medico, metterebbero le macchine nelle condizioni di poter assistere e contemporaneamente supportare coloro che per problemi di salute non possono essere autosufficienti.

C'è anche un altro dibattito: se la forza trainante dietro il Web 3.0 saranno i sistemi intelligenti oppure se l'intelligenza verrà fuori in maniera più organica, da sistemi di persone intelligenti, come per esempio attraverso servizi di filtraggio collaborativo come del.icio.us, Flickr e Digg che estraggono il significato e l'ordine dal Web esistente ed il come le persone vi interagiscono.

La realizzazione del Web semantico e del SOA

In linea con l'Intelligenza Artificiale, il Web 3.0 potrebbe costituire la realizzazione e l'estensione del concetto di Web semantico. I ricercatori accademici stanno lavorando per sviluppare un software per il ragionamento, basato sulla logica descrittiva e sugli agenti intelligenti. Tali applicazioni possono compiere operazioni di ragionamento logico utilizzando una serie di regole che esprimano una relazione logica tra i concetti ed i dati sul Web.

Srmana Mitra sostiene invece che il Web semantico potrebbe essere l'essenza della prossima generazione dell'Internet e propone una formula per incapsulare il Web 3.0.

Il Web 3.0 è stato anche messo in relazione ad una possibile convergenza di un'architettura Service-oriented e del Web semantico.

Evoluzione verso il 3D

Un ulteriore possibile percorso del Web 3.0 è verso la visione tridimensionale coniata dal Web3D Consortium[2]. Questo significherebbe trasformare il Web in una serie di spazi in 3D, in linea con ciò che ha già realizzato Second Life. Questo potrebbe aprire nuovi modi di connettersi e di collaborare utilizzando spazi 3D condivisi.

Il Web acquisisce potere

A metà del 2011, con l'esplosione dell'utilizzo dei social network e di alcuni fenomeni di aggregazione offline partiti dal web (come nel caso delle rivoluzione del Nord Africa),[3] si è iniziato a parlare di un "Web Potenziato", ovvero un Web capace di influenzare la realtà come mai prima era successo. Di pari passo alla constatazione della nuova capacità di influenzare la realtà acquisita dal Web, si è diffuso il concetto di Referenza Sociale (social reference), meccanismo che pare essere alla base delle nuove forze e capacità auto-organizzative del Web. Ha contribuito a questa evoluzione del Web anche la diffusione di meccanismi di condivisione rapida delle preferenze utente (Mi Piace di Facebook, Pulsante +1 di Google), che hanno potenziato gli effetti della social reference, arrivando ad influenzare gli algoritmi dei motori di ricerca.

La fusione dei poli

Alla fine del 2012, Mimì De Maio cantautore e giurista esperto di rete e Flash Mob teorizza il 3.0 nel volume "Amplifichiamoci" (Edizioni Unicopli)[4][5], scritto con il docente della Cattolica di Milano Massimo Bartoccioli. Non più due poli: artista-fan, azienda-consumatore, politico-elettore che dialogano. I due poli si sono fusi e costituiscono un unico flusso di co-creazione continua. Chi non è in linea con il 3.0 è fuori, comunica come quello che qualche anno fa era un progetto che si presentava con una comunicazione 1.0 ovvero senza possibilità di interagire, nell'epoca del 2.0[6]. Una bella vetrina e basta. Oggi siamo andati oltre. Non basta più interagire “tanto per”. L'interazione deve dare frutti, deve arrecare un miglioramento in senso macroscopico se pensiamo ai grandi cambiamenti degli ultimi anni e in senso microscopico nella vita quotidiana. Il 3.0 si profila come un approccio evolutivo alla rete. Un modo di vivere l'ambiente telematico con estrema naturalezza, senza i timori iniziali di essere truffato, spiato o altra frode di contenuti liquidi e reali[7]. Se il Web 2.0 era "io parlo e tu rispondi", il 3.0 è "noi parliamo".

Note

Voci correlate

  Portale Web: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Web