Trama

Antefatti

Il 13 settembre 2000 si verifica in Antartide un'esplosione di impatto catastrofico che causa la completa fusione della calotta polare e una variazione di inclinazione nell'asse della Terra. I successivi cambiamenti climatici, l'innalzamento del livello del mare e lo scatenarsi di conflitti globali per aggiudicarsi le poche risorse rimanenti, portano alla morte di circa tre miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale. Ufficialmente le cause del disastro sono imputate all'impatto di un meteorite, e l'esplosione viene designata con il nome di "Second Impact" (lett. "secondo impatto"). Il vero motivo del disastro, tuttavia, è da ricercarsi in un fallimentare esperimento eseguito da un gruppo di spedizione scientifico su un essere umanoide, indicato come il primo "Angelo": Adam, ritrovato poco tempo prima proprio in Antartide. Dietro a questa spedizione, guidata dal dottor Katsuragi, e al relativo esperimento si cela la misteriosa organizzazione Seele e il suo "Progetto per il perfezionamento dell'Uomo": uno scenario basato sui Rotoli del Mar Morto che consiste nel far compiere al genere umano un salto evolutivo verso un unico essere di natura divina.

Per realizzare questo piano, la Seele fonda l'organizzazione segreta Gehirn, il cui compito è quello di ricercare e sviluppare contromisure adeguate contro l'attacco degli Angeli ancora previsti dallo scenario. Sotto la guida di Gendō Ikari e sulla base del lavoro sviluppato da Yui Ikari, la moglie di Gendo, il Gehirn progetta gli "Evangelion", enormi umanoidi artificiali clonati da Adam o dal secondo Angelo Lilith che possono essere pilotati da una persona ed usati per contrastare gli Angeli. Nel 2004 durante un test, Yui Ikari si dissolve, senza lasciare traccia, nella capsula-pilota di un prototipo di Evangelion. L'anno successivo, la ricercatrice Kyōko Sōryū Zeppelin perde parte della sua anima in un esperimento simile e si impicca poco tempo dopo.

Nel 2010 si conclude la costruzione del Magi, un sistema di tre supercomputer a serivizio dell'organizzazione. Naoko Akagi, la costruttrice dei Magi, si sente sfruttata e tradita da Gendo Ikari, con il quale ha una relazione. In preda all'ira strangola la pupilla dell'uomo, Rei Ayanami, che è in realtà un clone di componenti di Yui e dell'Angelo Lilith, e successivamente commette suicidio. In seguito Gehirn, che ha portato a conclusione i suoi compiti di ricerca e di sviluppo, viene sciolta e ripristinata, per i piani della Seele, sotto il nome di Nerv come organo esecutivo. La sede della nuova organizzazione è costruita in una camera sotterranea gigante sulla riva del Lago Ashi nei pressi di Hakone e sulla sua superficie viene fondata la città di Neo Tokyo-3. Rei viene sostituita da un nuovo clone.

Intreccio principale

Nel 2015 la Terra si è ormai stabilizzata nel suo nuovo assetto climatico e la vita ha ripreso un corso che si potrebbe definire normale. Intanto la Nerv ha portato i suoi esperimenti ad uno stato molto avanzato, producendo tre Evangelion. Shinji Ikari, dopo aver trascorso oltre 10 anni senza vedere suo padre Gendo, si reca a Neo Tokyo-3 per incontrarlo, essendo stato scelto per pilotare l'Unità 01. Suo malgrado combatte gli Angeli e salva la città dalla distruzione. Conosce Rei, Asuka, Toji e molti altri ragazzi e, gradualmente, apre il suo cuore a nuove amicizie e nuovi interessi[1].

La venuta degli Angeli, prevista da Seele, preannuncia il Third Impact. Apparentemente lo scopo della Nerv è di difendere la Terra dagli attacchi nemici, ma in realtà proprio nel "Terminal Dogma" (il cuore del quartier generale) è imprigionata Lilith, l'essere che ha generato l'umanità. Sebbene non si sappia il vero motivo che spinga gli Angeli ad attaccare Nerv, la loro direzione comune sembra quella di entrare in contatto con Lilith. Sembrerebbe che gli Angeli cerchino il contatto con Adam (si fa credere a molti che nel Terminal Dogma ci sia Adam e non Lilith) per generare il Third Impact ed elevare l'umanità intera allo stato divino tramite la fusione di tutte le loro anime.

La conoscenza che ha portato alla creazione degli Eva permette all'umanità di poter fronteggiare gli Angeli, ma è la stessa Seele ad inviare alla Nerv Kaworu Nagisa: il diciassettesimo Angelo creato come ricettacolo per l'anima di Adam, colui che, infiltrato alla Nerv come pilota sostituto di Asuka, dovrebbe avere un contatto col prigioniero del Terminal Dogma e provocare il Third Impact. Kaworu instaura un profondo legame con Shinji, il quale per la prima volta nella vita si sente apprezzato per ciò che è. Ma la sua felicità dura poco: lo scontro finale per il destino dell'umanità, vede scontrarsi proprio loro due: un angelo e un ragazzo, profondamente legati.

Design e stile

 
Tipico titolo di Neon Genesis Evangelion, con la scritta bianca evidenziata su uno sfondo nero.
«Evangelion è come un puzzle, si sa. Qualsiasi persona può vederlo e darne una propria risposta. In altre parole, stiamo offrendo agli spettatori di pensare da soli, in modo che ogni persona può immaginare il proprio mondo.»

Desin

Poco dopo la realizzazione di "Nadia - Il mistero della pietra azzurra", Anno pronunciò l'intenzione di realizzare uno show a tratti simile a Yamato e Gundam, che considerava «dotati di un'anima, che emettono un grido al di fuori dello schermo con una certa vibrazione»[3]. Tale intenzione fu scaturita dall'insoddisfazione che Anno provò dopo aver rivisto Nadia, giudicato da lui stesso «troppo infantile»[3]. Esteriormente, la serie è fortemente influenzata da anime di genere mecha degli anni 70[4], genere di cui Hideaki Anno era un grande fan, ed in particolar modo delle seire Gundam ed Ideon[3].

A differenza di film come Akira o Ghost in the Shell, prodotti in quel periodo, Neon Genesis Evangelion non fa particolare utilizzo di immagini dettagliate, utilizzate per dare maggiori informazioni, ma sequenze veloci. Tuttavia, in talune scene dell'anime si fa utilizzo anche di immagini complesse e dettagliate, mostrando immagini fisse per un lasso di tempo prolungato, oppure movimenti lenti diretti in una sola direzione[5].

Il progetto iniziale di Evangelion era originariamente differente anche dal punto di vista grafico: il desin di molti angeli era parecchio differente, e vi erano piccole differenze nel character design (ad esempio, Kensuke Aida non aveva gli occhiali), e non vi era un mecha design definitivo (in particolar modo, l'Eva 01 era pensato in molte versioni differenti,come di colore bianco e non viola)[6].

Film

Per Death & Rebirth, uscito a marzo 1997, nonostante esso sia costituito nella prima parte di scene riprese dall'anime, si ritenne opportuno ridisegnare la maggior parte delle scene che costituiscono "Death. Tsurumaki - regista dell'episodio "Air" di The End of Evangelion -, descrive quel periodo comeodo particolarmente stressante ed impegnativo per lei e per l'intero cast di produzione, incluso lo stesso Anno, ma sia quest'ultimo che Tsumaki dichiararono di essersi impegnati piu` che potevano, dando il massimo oltre le loro stesse forze.

Nonostante nella serie originale si facesse largo uso di computer grafica, i produtyori non furono mai pienamente soddisfatti della veste grafica ed il risultato ottenuto su quest'ultima fu giudicato dagli stessi troppo "piatgo e bidimensionale", non riuscendo mai a dare un effetto di tridimensionalita`. A fronte di cio`, per la produzione grafica di The End of Evangelion, si cerco` di ottenere dalla computer grafica una maggiore resa, facendo un largo uso di grafica 3D nelle scene dell'episodio 26 nelle scene in cui appare Rei/Lilith.

Nella produzione del film, si occupo` degli storyboards originali Masayuki, soprannkminato dagli altri membri dello staff ddi produzione come "Visual Water Artist", clolui che si occupava di rendere il piu` possibile realistica la fluidita` dell'acqua, considerato dai produttori il compito piu` difficoltoso dell'intero processo di produzione delle animazioni.

Durante la produzione, si effettuarono alcune riprese reali per descrivere "l'universo interiore del protagonista Shinji", e per cio` fu designat oun team denominato "Special Produ tion Stuff", il cui lavoro fu direttamente visionato da Hideaki Anno, che supervisiono` anche gli effetti speciali del film (adoperati anche nelle scene di riprese reali) assieme a Shinji Higuchi. Lo staff designato per gli effetti speciali cu offerto dalla Omnibus Japan.

Personaggi

  Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Neon Genesis Evangelion.
(inglese)
«It's strange that 'Evangelion' has become such a hit - all the characters are so sick!»
(italiano)
«È strano che Evangelion abbia avuto un tale successo – tutti i personaggi sono così malati!»

I personaggi di Evangelion sono continuamente in lotta con i loro rapporti interpersonali, i loro demoni interni, ed i traumatici eventi del loro passato, che creano un complesso insieme di relazioni[8][9]. Anno ha descritto il protagonista Shinji Ikari come un ragazzo che fugge dal contatto con le altre persone e che si è convinto di essere una persona completamente inutile, a tal punto che non potrebbe essere capace di suicidarsi[10]. Lo stesso Anno, ha dichiarato che ha scelto l'età di 14 anni per il personaggio principale poiché è «l'età in cui la libertà di spirito inizia a manifestarsi»[11].

 
Riproduzione dell'uniforme scolastica indossata da Rei e Asuka.

Il regista ha inoltre descritto Shinji e Misato Katsuragi come estremamente timorosi di essere feriti, e poco adatti – mancando di un atteggiamento positivo – ad essere definiti eroi di una storia[10]. Rispetto all’eroe stereotipato, Shinji è caratterizzato dalla mancanza di energia ed emozione e dalla profonda chiusura verso gli altri più che da ogni sorta di eroismo e coraggio[12][13][14]. Simili difficoltà nel relazionarsi con gli altri attanagliano anche Rei Ayanami[8][15]. e Asuka Sōryū Langley[16][8][17], le altre due protagoniste[14].

Secondo Anno, con Evangelion si è cercato di riunire differenti punti di vista in un unico solo, creando personaggi che potessero rappresentare differenti cose e significati a differenti spettatori, in modo da rendere impossibile per chiunque la formulazione di una singola teoria sul significato dell’opera[18]. Per alcuni spettatori e fans, i personaggi sono rappresentazioni psicologiche[9], per altri religiose[19][20], storiche, o perfino sé stessi[21]. Sembra che il principale obiettivo fosse quello di presentare personaggi che riflettessero la profonda depressione che Anno provò prima della produzione di Evangelion e la successiva guarigione;[10][18][7] giacché tutti i personaggi riflettono in parte la personalità del regista[22]. L’assistente alla regia Kazuya Tsurumaki ha detto della serie:

(inglese)
«But when all is said and done, Hideaki Anno's comments on "Evangelion" + "Evangelion" are that it is a message aimed at anime fans including himself, and of course, me too. In other words, it's useless for non-anime fans to watch it. If a person who can already live and communicate normally watches it, they won't learn anything.»
(italiano)
«Ma quando tutto è stato detto e fatto, i commenti di Hideaki Anno su 'Evangelion' + 'Evangelion' sono che c'è un messaggio rivolto agli appassionati di anime, incluso se stesso e, ovviamente, anche me. In altre parole, per i non appassionati è inutile guardarlo. Se una persona che è già in grado di vivere e comunicare normalmente lo guarda, non imparerà niente.»

Anche il character design di Yoshiyuki Sadamoto ha contribuito alla popolarità di Evangelion[24], il quale ha dichiarato che «attraverso l'aspetto esteriore dei personaggi, si può leggere anche la personalità»[25]. Le attraenti rappresentazioni delle tre protagoniste (Asuka, Rei e Misato) hanno portato a notevoli incassi sul fronte del merchandise[26][27] (specie per ciò che riguarda il merchandise dedicato a Rei Ayanami ed alle relative action figure emesse sul mercato giapponese[28], tanto popolare da essere stata definita dai media come «la premium girl»[29]) e sono state immortalate nella comunità dōjinshi[30] e cosplay[31]. Lo stile grafico del character design delle protagoniste e dei copri femminili in genere è lo stesso di serie precedenti come "Gundam" e "Macross", e successivamente ripreso anche da Mamoru Oshii per Motoko Kusanagi, protagonista deii film "Ghost in the Shell" e "Ghost in the Shell - L'attacco dei cyborg"[32].

Produzione

(inglese)
«Evangelion is my life and I have put everything I know into this work. This is my entire life. My life itself.»
(italiano)
«Evangelion è la mia vita ed ho messo tutto quello so in quest'opera. Questa è tutta la mia vita. La mia vita stessa.»

La genesi dell'opera

Nel marzo 1992 lo studio GAINAX era caduto in una grave crisi finanziaria, quando, per il progetto Blue Uru, che era stato pensato come sequel del film Le ali di Honneamise, non si riuscirono a trovare abbastanza sponsor[33]. Quando il progetto venne ripreso nel luglio dello stesso anno[34], molti dipendenti avevano già lasciato lo studio, poiché la direzione cominciò a tagliare le spese il più possibile, inclusi gli stipendi[35]. Afflitto da un disturbo depressivo fin dalla fine di Nadia - Il mistero della pietra azzurra e aggravato dalla situazione corrente della GAINAX, Hideaki Anno riacquistò vitalità quando un suo conoscente, un certo Otsuki della King Records, gli propose una collaborazione[36]. E così, riprendendo il tema di fondo di Blue Uru, il concetto di "non fuggire via", sviluppò la nuova serie[37][10].

 
Sede della Gainax a Tokio.

In interviste rilasciate nella prima fase di realizzazione del progetto, Anno ha dichiarato che la sua opera doveva servire ad aumentare il numero degli otaku, coinvolgendo un pubblico tradizionalmente non interessato al mondo degli anime[38]. L'autore era infatti molto sensibile al problema dell'isolamento e solitudine che esisteva tra gli otaku e sperava di superarlo abbattendo le barriere e creando nuovamente un dialogo tra i fan, e tra loro stessi e il resto della popolazione[30].

Il tema centrale dell'opera venne sviluppato attorno alla battaglia tra gli esseri umani e gli dèi. Inizialmente venne proposta una protagonista femminile, come nelle altre produzioni precedenti dello studio Punta al Top! GunBuster o Nadia - Il mistero della pietra azzurra. L'aspetto dell'eroina sarebbe stato simile a quello di Asuka, ma l'idea fu scartata per evitare di ripetere i concetti apparsi nelle serie precedenti e perché si valutò che un protagonista maschile sarebbe stato più adatto a vestire i panni di pilota di una macchina da combattimento[39]. L'idea che le madri decedute dei piloti continuassero a vivere all'interno degli Evangelion, sviluppando il rapporto di sincronizzazione tra il pilota e la macchina, venne a Yoshiyuki Sadamoto dopo aver visto un documentario sul nervo A-10[39].

Per il titolo venne presa in considerazione la proposta di Anno di chiamare l'opera Alcion (Arushion), ma l'idea venne presto scartata perché non conteneva alcuna consonante sonora e si temeva che non suonasse abbastanza accattivante, preferendo Evangelion che ricordava la fortunata serie Densetsu kyojin Ideon[39]. Anche il formato finale dell'opera non era esattamente definito, e tra le poposte al vaglio c'erano quelle di creare un film, una serie TV o un OAV. Infine si scelse la serie TV perché nonostante con gli OVA si potesse ottenere una qualità migliore, la televisione rimaneva il mezzo di comunicazione più diffuso, soprattutto nella provincia giapponese[39].

La realizzazione

Hideaki Anno si occupò di quasi tutti gli aspetti di produzione, lavorando come regista, co-produttore, e intervenendo direttamente nel character design e nella composizione della colonna sonora. Al suo fianco lavorarono Yoshiyuki Sadamoto come character designer, Hiroshi Kato come direttore artistico, Kazuya Tsurumaki come assistente alla regia, Akio Satsugawa alla sceneggiatura, Ikuto Yamashita per il design dei mecha e Noriko Kobayashi e Yutaka Sugiyama in qualità di produttori. Parte delle animazioni venne realizzata dallo studio Production I.G e, nell'episodio 11, dallo Studio Ghibli. La produzione venne affidata a TV Tokyo e Tatsunoko.

Poco dopo la realizzazione di "Nadia - Il mistero della pietra azzurra", Anno pronunciò l'intenzione di realizzare uno show a tratti simile a Yamato e Gundam, che considerava «dotati di un'anima», e capaci di «emettere un grido al di fuori dello schermo con una certa vibrazione»[3]. Tale intenzione fu scaturita dall'insoddisfazione che Anno provò dopo aver rivisto Nadia, giudicato da lui stesso «troppo infantile»[3]. La trama della futura serie era stata inizialmente prevista in maniera diversa. Il primo episodio avrebbe presentato la battaglia tra un Angelo e Rei, e Shinji avrebbe fatto la sua apparizione solo dopo la sconfitta di quest'ultima[40]. La maggior parte degli episodi successivi, tuttavia, segue molto da vicino il concetto originale, distaccandosi nuovamente solo a partire dall'episodio 13. Nella prima versione della serie, il finale sarebbe consistito nell'attacco di un Angelo dalla luna, l'ONU avrebbe abbandonato il Progetto per il Perfezionamento dell'Uomo e solo Ritsuko e Gendo sarebbero rimasti a sostegno del piano. Una battaglia finale in un antico rudere chiamato "Aluka" avrebbe portato all'annullamento definitivo del progetto e alla distruzione della NERV[40].

La sceneggiatura completa è tuttavia stata scritta solo durante la produzione della serie e a programmazione già avviata, mentre venivano trasmessi gli episodi che erano già stati realizzati. Così l'evoluzione della storia è stata influenzata anche dalle reazioni dei fan e dai ripensamenti di Anno, così come dalla mancanza di tempo subentrata verso la fine della serie[18]. Inoltre ci furono dei cambiamento alla trama in seguito all'attentato alla metropolitana di Tokyo del 20 marzo 1995 compiuto dalla setta religiosa Aum Shinrikyo, dal momento che fino a quel punto la sceneggiatura era troppo simile agli eventi reali. Temendo una censura e non volendo privare la serie del suo carattere di finzione e del suo potenziale interpretativo, Anno modificò la storia in modo da rendere meno evidenti i parallelismi con la realtà. Ai critici che hanno letto in questa somiglianza originale una simpatia di Anno nei confronti di Aum Shinrikyo, il regista ha risposto affermando che la sua opera si pone piuttosto come critica alla setta, i cui adepti, in maniera simile agli otaku, hanno formato un gruppo troppo chiuso ed autoreferenziale fino a perdere "ogni contatto con la realità"[30].

A partire dall'episodio 16, con la rappresentazione della la lotta mentale ed emozionale di Shinji intrappolato all'interno dell'Angelo Leliel, il concetto della serie cambiò radicalmente in direzione introspettiva[41]. A detta dello stesso Anno questo cambio di direzione è stato deciso sul momento con la serie già in corso, sulla base delle reazioni dei fan alla serie fino a quel momento. Sempre fedele al suo proposito iniziale di parlare agli otaku per convincerli ad aprirsi al mondo e comunicare, quando il regista vide che l'anime era stato accolto positivamente ma in modo "autistico" dagli appassionati di anime, si decise a imprimere una svolta netta all'opera[42]. Quella che fino a quel punto poteva essere considerata una buona storia fantascientifica e che aveva fatto identificare i fan con i personaggi e sperare in una conclusione lieta, uscì fuori dai tipici schemi di genere lasciando perplessi gli appassionati che non avevano capito il messaggio dell'opera[42]. Questo cambiamento è coinciso inoltre con l'interessamento di Anno per la psicologia e le malattie mentali. Affascinato dall'argomento volle rappresentare ciò che accade nella mente umana e creare qualcosa di nuovo, sviluppando ulteriormente l'animazione ed esplorando nuovi linguaggi artistici[18].

L'aiuto regista Kazuya Tsurumaki (che sarà regista dei successivi film conclusivi[43]) descrive il suo stato d'animo durante la produzione della seconda parte come "sentimento di tensione", fisicamente era molto stanco ma in grado di utilizzare le sue abilità psichiche al massimo potenziale. A questo si aggiungono le scarsità finanziarie e di tempo che hanno reso difficile il lavoro.

«Non mi importava. La programmazione era un disastro totale e il numero delle celle [di produzione] crollò, così ci furono delle parti dove purtroppo la qualità diminuì. [...] Attorno a quel periodo la produzione stava sbriciolandosi completamente e c'erano diverse opinioni a riguardo: "Se non possiamo fare un lavoro soddisfacente che senso ha continuare?" Tuttavia io non la vedevo allo stesso modo. La mia opinione era: "Perché non mostriamo loro l'intero processo incluso il nostro tracollo?"»

L'affiatamento della squadra crebbe notevolmente nella seconda parte della realizzazione dell'anime, mentre la sceneggiatura si allontanava sempre più dal progetto originale e il tempo e il budget cominciavano a scarseggiare.

Gli ultimi due episodi e i film di Evangelion

Gli ultimi due episodi non seguirono la sceneggiatura originale, anche se alcune scene della venticinquesima puntata erano già state completate e mostrate nell'anteprima. Invece, entrambi gli episodi furono ripensati e realizzati nel poco tempo rimanente[44][11]. Entrambe le puntate portano agli estremi la tendenza all'introspezione psicologica dei protagonisti[8], che già si era vista nella seconda parte della serie. Per cui l'azione è limitata al minimo, mentre si nota un costante utilizzo di bozzetti, di animazioni delle vecchie puntate e di scene fisse con solo dialogo[45]. I fan che avevano sperato in una conclusione più tradizionale e carica di azione, rimasero delusi[45]. Molte furono le lettere inviate ad Anno, contenenti ritorsioni e minacce di morte. Addirittura la carta stampata si interessò del caso, con il Mainichi Shimbun che scrisse: «Quando l'episodio 25 andò in onda la prima volta, quasi tutti gli spettatori si sentirono traditi... Quando il critico Eiji Otsuka inviò una lettera allo Yomiuri Shimbun lamentandosi del finale della serie Evangelion, il dibattito fu nazionale[38]».

Anno si è dichiarato in più occasioni soddisfatto degli episodi finali della serie:

(inglese)
«I have no problem with them. If there's a problem, it's all with you guys. Too bad.»
(italiano)
«Non ho nessun problema con essi. Se c'è un problema è solo vostro. Peccato.»

e ha affermato che avrebbe voluto realizzarli così anche se non ci fossero state tutte le difficoltà economiche e di tempo che ne hanno sacrificato la realizzazione[11]. Secondo Toshio Okada — fondatore della GAINAX e amico personale di Anno — il vero problema subentrato nel finale è stata invece la mancanza di una buona idea su come concludere la serie[47].

Pur rimanendo convinto che il finale della serie, raccontato in animazione astratta interamente nella testa dei personaggi, fosse sufficiente come conclusione[48], Anno decise di ritornare sulla serie con un lungometraggio che avrebbe trattato gli avvenimenti degli ultimi due episodi dell'anime[45][49]. Tuttavia i tempi della realizzazione si allungarono enormemente, aggiungendo che si lavorò anche ad una nuova versione degli episodi 21, 22, 23, 24 con scene del film e che sarebbero diventate il director's cut. Così a marzo 1997 venne pubblicato Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth con il riassunto degli avvenimenti della serie, alcune nuove sequenze e l'inizio della nuova conclusione e il resto venne raccontato in Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion[49].

Riferimenti culturali

 
Foto del regista Hideaki Anno, creatore di Evangelion.

Evangelion contiene numerosi riferimenti culturali alla biologia, alla tattica militare, alla storia delle religioni[50][51], alla filosofia[52] ed alla psicologia[53][54][55], oltre a numerosi riferimenti ed omaggi a serie anime precedenti, ed in particolar modo di genere mecha[56] (ad esempio, la trama di base è ripresa a grandi linee da opere precedenti come Space Runaway Ideon[57], Space Battleship Yamato[4] e Mobile Suit Gundam[58]), una tendenza che ha ispirato il soprannome della serie, l'"anime remixato"[59].

Sadamoto ha dichiarato che il titolo Evangelion è ispirato dalla fonetica dei titoli Ideon e Devilman[60]. In particolar modo Devilman per Anno, come Ultraman e Mazinga Z, è stato una fonte primaria per la trama complessiva della serie[24][59]: l'intero concetto di Eva, prodotti da Adam, il trasferimento delle anime umane e le sfumature fortemente religiose della serie potrebbero esser considerati dei prestiti da alcune scene di Devilman[61]. Questa tendenza di Anno è stata anche criticata pesantemente, accusandolo di «totale plagio»[62].

Tuttavia, Anno si è difeso negando la possibilità di una totale originalità all'interno del settore dell'animazione:

(inglese)
«There is no longer room for absolute originality in the field of anime, especially given that our generation was brought up on mass-produced anime. All stories and techniques inevitably bring with them a sense of déjà vu. The only avenue of expression left open to us is to produce a collage-like effect based on a sampling of existing works.»
(italiano)
«Non c'è più spazio per l'assoluta originalità nel campo degli anime, per via del fatto che la nostra generazione è stata portata su da anime prodotti in massa. Tutte le storie e tecniche inevitabilmente portano con sé un senso di déjà vu. L'unica via di espressione lasciata aperta a noi è quella di produrre un "effetto collage" che ha come base una campionatura di opere esistenti.»
(inglese)
«The people who make anime and the people who watch it always want the same things. The creators have been making the same story for about 10 years; the viewers seem to be satisfied and there's no sense of urgency. There's no future in that.»
(italiano)
«Le persone che producono anime e le persone che li guardano vogliono sempre le stesse cose. I creatori hanno fatto la stessa storia per circa 10 anni, gli spettatori sembrano essere soddisfatti e non c'è alcun senso di urgenza. Non c'è futuro in questo.»

Indipendentemente da ciò, Anno sembra aver sperato di rinnovare il settore degli anime[18]. Questo desiderio è stato anche il motivo che ha spinto Anno nel creare Rebuild of Evangelion:

(inglese)
«Many different desires are motivating us to create the new "Evangelion" film… The desire to fight the continuing trend of stagnation in anime.

The desire to support the strength of heart that exists in the world…
Many times we wondered, "It's a title that's more than 10 years old. Why now?"
"Eva is too old", we felt.

However, over the past 12 years, there has been no anime newer than Eva.»
(italiano)
«Tante motivazioni diverse ci hanno spinto a creare i nuovi film di Evangelion... Il desiderio di combattere la continua tendenza di stagnazione degli anime.
Il desiderio di sostenere la forza del cuore che esiste al mondo.
Molte volte ci siamo chiesti "È un titolo che ha più di 10 anni, perché proprio ora?" "Eva è troppo vecchio", abbiamo sentito.
Tuttavia, nel corso di 12 anni, non c'è stato alcun anime più recente di Eva»

L'interpretazione delle simbologie e dei concetti presenti nella serie varia a seconda di individuo ad individuo e, come sottolinea la critica statunitense Susan J. Napier, «Evangelion è un testo con molteplici livelli di lettura»[64], e non è perfettamente chiaro quanto sia intenzionale o significativo, né che essi fossero stati elementi di decoro o meno[65]. Anno stesso ha dichiarato che «potrebbe essere divertente, se qualcuno cerca risposta durante il tempo libero»[10]. Un certo numero di queste simbologie sono state rese note da alcuni commentari dei DVD inglesi dei film della serie[21].

Altre allusioni sono da ritrovare nei libri di Ryū Murakami[66], nei film 2001: odissea nello spazio di Stanley Kubrick[67][68], Il prigioniero, Thunderbirds, Ultraseven, Divina invasione di Philip K. Dick, Andromeda e The Hitcher - La lunga strada della paura[69]. A quanto detto da Sadamoto, le figure di Gendo e Fuyutsuki sono basate sui due personaggi Ed Straker e Alec Freeman della serie UFO[60].

La serie, ed in particolare il "Progetto per il perfezionamento dell'uomo" (il quale può trovare riscontro con la filosofia di Georg Wilhelm Friedrich Hegel[13]), presentano forti influenze con il romanzo di Arthur C. Clarke, Le guide del tramonto, influenza che Anno stesso ha riconosciuto[69], e con le serie di fantascienza del Dr. Paul Linebarger, meglio noto con lo pseudonimo di Cordwainer Smith[69].

Tematiche

Evangelion eredita sia da anime precedenti come Astro Boy tematiche caratterizzate da analisi del rapporto tra uomo e macchina (ed in generale con la tecnologia)[70], che da Godzilla il tema della devastazione socio-economica causata dalla bomba atomica sul Giappone, affrontato in chiave prettamente apocalittica[71], tema generalmente presente in molti prodotti fantascientifici provenienti dal Giappone, riscontrabile dunque anche in Evangelion[72], in cui sono presenti toni drammatici in un contesto post-apocalittico affrontati precedentemente anche da altre opere[73]. D'altro canto, attraverso il tema apocalittico e post-apocalittico, Evangelion, come altri anime, riflette le problematiche sociali del tempo, dandone una certa verosimiglianza con la realtà[74], pur rimanendo su un piano fatalistico, in una visione in cui sia la natura che la tecnologia è ormai devastata[75]. Al tempo stesso la serie, come altre prodotte dal regista Anno, prende una netta posizione critica verso la situazione socio-economica del Giappone e riflettendo quello che è il pensiero delle giovani generazioni del suo tempo[56]

Evangelion è caratterizzato da uno schema narrativo simile ad altri anime mecha precedenti come Mobile Suit Gundam, dedicando spazio sia all'azione che al fanservice, ma affronta il tema del rapporto tra il pilota e la macchina in maniera diversa da essi, analizzando anche l'animo dei piloti, ed in particolar modo del protagonista Shinji[76].

Psicologia

Ho scritto su di me. Un mio amico mi prestò un libro sulle malattie psicologiche umane, e questo mi diede una scossa, come se avessi finalmente trovato quello che dovevo dire.

Hideaki Anno [18].

Molti sono i temi a sfondo psicologico che compaiono nella serie[9], che si fanno sempre più accentuati con il passare degli episodi[77], culminati poi nei due episodi finali, incentrati completamente su di essi, con un cambio registico totale rispetto ai precedenti[15]. Evangelion è stato descritto come «un'espressione personale delle lotte interiori di Hideaki Anno»[69], che quattro anni prima della realizzazione di Evangelion, soffriva di una grave depressione[10], che ha influenzato particolarmente i contenuti della serie sotto questo ambito[78].

Lo sfondo psicologico è evidente sin dai primi episodi della serie,e come suggerisce il critico Mari Kotani, i paesaggi e gli scenari di Neo-Tokyo 3 sembrano spesso «carichi di importazioni psicologiche»[79], come la prima discesa di Shinji e Misato nella sede della Nerv nel primo episodio, che assume il significato di discesa nelle profondità della coscienza, «da cui i protagonisti emergono in un labirinto disorientante di lunghi corridoi vuoti e bizzarri macchinari»[79].

Molti dei personaggi hanno avuto esperienze traumatiche per via dei loro genitori[8]: l'introversione di Shinji è dovuta alla morte della madre in tenera età ed all'abbandono subito dal padre[15], ed allo stesso modo, Asuka è stata oggetto della follia della madre, e dopo il suo suicidio tramite impiccagione, ha trovato nel solo pilotare l'Eva 02 un motivo di orgoglio[17] - il che la accomuna con Shinji, che ammette di non «riuscire a vivere senza pilotare l'Eva»-[15], mentre Misato Katsuragi ha vissuto un'infanzia in lontananza dal padre, che l'ha salvata dal Second Impact sacrificando la sua stessa vita[80], soffrendo di afasia per i successivi due anni[81][82]. Ritsuko invece, vedendo sua madre Naoko avere una relazione con Gendo, dopo la successiva morte della madre, ha provato odio ed allo stesso tempo attrazione verso di lui[15].

Nella serie vengono citati da Ritsuko l'Homeostasis e la Transistasis[83], il disturbo Borderline[84], e sono particolarmente presenti collegamenti con i concetti Freudiani di libido e destrudo[9][85] (rispettivamente la pulsione di vita e di morte, derivanti dall'Eros ed il Thanatos), particolarmente evidenti per il film The End of Evangelion, come illustrato dalle relative colonne sonore Thanatos—If I can't be yours e Come Sweet Death[55]. Negli ultimi due episodi, Rei, che fino ad allora aveva mostrato emozioni pressoché minime, negli ultimi due episodi rivela di avere un inclinazione al Thanatos, affermando di volere «morire e tornare al nulla», contrariamente ad Asuka che nell'episodio 25 esprime la volontà di «non voler morire»[15]. "Thanatos" è per l'appunto il nome di un OST della serie[86], ed il destrudo è rilevabile anche dai monitor della Nerv[87].

Spezzoni di episodi, i relativi titoli, e nomi di soundtrack derivano da temi trattati da Sigmund Freud, di cui Anno ne ha fortemente subito l'influenza[54][55], assieme allo psichiatra e filosofo francese Jacques Lacan, influenza evidente soprattutto per il film di The End of Evangelion[53].

Religione

 
L'Albero della vita con le 10 Sephirot.

Oltre alla psicologia, un tema largamente trattato nella serie è quello prettamente religioso[9][52], specialmente cabalistico[51]; molte sono le allusioni all'esoterismo ebraico-cristiano che hanno un ruolo centrale nel contesto della serie[65][88]. A detta di Tsurumaki Kazuya, tali contenuti avrebbero come scopo principale di rendere la serie maggiormente «interessante ed esotica»[89]. Tuttavia, a causa della maggior importanza attribuita all'azione nella serie, i riferimenti religiosi passano in secondo piano[19].

Una prima di queste allusioni è, per esempio, il fatto che la Seele sia in possesso dei "rotoli del Mar Morto", concettualmente basati sui manoscritti di Qumran[90], che si riveleranno un elemento di grande rilevanza[91]. Di altrettanta rilevanza per la storia è la "Lancia di Longinius", che ricorda la lancia che fu usata dall'omonimo legionario romano per trafiggere il corpo di Cristo sulla croce secondo l'Antico Testamento[91][90]. Tuttavia, sembra collegata anche alla lancia del padre dei kami scintoista Izanagi[19].

Secondo alcune interpretazioni i personaggi di Shinji, Asuka e Rei potrebbero essere rincondotti alle figure scintoiste di Susanoo, Ama-no-Uzume e Amaterasu[19], ed addirittura alle figure di Adamo, Eva e Lilith: Shinji ha un ruolo centrale e dunque rappresenta Adamo, Asuka ha un carattere ribelle ed indipendente come Lilith, e Rei invece è sottomessa e "artificiale", proprio come Eva[19]. I super computer ideati da Naoko Akagi, sono denominati "Magi", rispettivamente Melchior, Balthasar e Caspar, i tre portatori di doni dall'Oriente venuti ad adorare Gesù bambino[91][92].

All'interno della serie vengono attinti anche elementi di altre religioni[50]: un esempio è l'Istituto "Marduk", che deve la sua denominazione alla principale divinità babilonese[93][50]. Talvolta, è ricorrente l'uso di terminologia propria del buddhismo[94].

La Cabala appare due volte nella sigla d'apertura[95], è disegnata sul soffitto dell'ufficio di Gendo[96], ed appare sia nel film The End Of Evangelion, sia nella rispettiva controparte cartacea[97][98].

Come si rivela poi nella serie, gli Angeli discendono da Adam, la cui figura si basa sul primo uomo biblico Adamo[90], mentre gli uomini da Lilith, l'omonima prima moglie di Adamo secondo la Zohar[90]: l'ultimo angelo infatti, Kaworu, chiama gli uomini Lilim, definiti poi da Misato come il 18° angelo[99]. Altre interpretazioni vogliono che Adam e Lilith rappresentino «l'ultima essenza di vita sfuggita all'ingegno umano, ma parte della natura umana»[77].

Quanto agli angeli, essi possiedono nomi e caratteristiche riconducibili alle loro controparti della religione ebraico-cristiana[100][95] e ,talvolta, islamica[50]. Come viene rivelato poi da Fuyutsuki in The end of Evangelion, gli Angeli e gli uomini si distinguono anche nel possedere corispettivamente l'uno, il frutto della vita e, gli uomini il frutto della conoscenza[101], e solo l'Eva 01 li assumerà entrambi, sbranando il 14° Angelo, Zeruel nel 19° episodio[102], assumendo il potere di entrambi e divenendo così un entità paragonabile a tutti gli effetti a quella di un Dio assoluto[102].

Colonna sonora

  Lo stesso argomento in dettaglio: Colonne sonore di Neon Genesis Evangelion.

La colonna sonora originale, raccolta in tre album usciti fra il 1995 ed il 1996, è stata composta da Shiro Sagisu e prodotta dal regista della serie Hideaki Anno, che si è occupato anche della scelta dei titoli dei brani. Oltre alle composizioni originali sono presenti anche alcuni celebri pezzi di musica classica, di cui Anno è appassionato ascoltatore[89], come la Suite per violoncello solo n.1 in Sol Maggiore di Johann Sebastian Bach[103], il Coro dell'Halleluja e il Coro dell'Amen tratti dal Messiah di Georg Friedrich Händel[91] e l'Inno alla gioia tratto dalla Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven[79].

La sigla di apertura è Zankoku na tenshi no these (残酷な天使のテーゼ?, Zankoku na tenshi no teeze, lett. "La tesi dell'angelo crudele") di Yoko Takahashi, mentre quella di chiusura è il successo pop del 1954 Fly Me to the Moon (lett. "Fammi volare fino alla Luna"), scritto originariamente da Bart Howard e cantato nella serie in 14 diverse versioni da Claire, Yoko Takahashi, Megumi Hayashibara, Kotono Mitsuishi e Yoko Miyamura[91], le doppiatrici femminili dell'anime.

Manga

  Lo stesso argomento in dettaglio: Capitoli di Neon Genesis Evangelion.

Il manga di Neon Genesis Evangelion, scritto e disegnato da Yoshiyuki Sadamoto già character designer della serie animata, ha iniziato la sua serializzazione in Giappone nel numero di febbraio 1995 (uscito nel dicembre del 1994) della rivista Shonen Ace edita da Kadokawa Shoten, con la pubblicazione del primo stage, o capitolo[104]. L'adattamento manga era stato pianificato per aumentare l'interesse sulla serie televisiva che avrebbe debuttato un anno dopo[105]. Pubblicato con periodicità irregolare, il manga è serializzato, a partire dal 78º capitolo (uscito a giugno 2009 in un nuovo magazine seinen della Kadokawa, Young Ace[106]. L'opera si è conclusa dopo 96 capitoli con la pubblicazione del final stage nel giugno 2013. I singoli capitoli sono raccolti in formato tankōbon e il 2 novembre 2012[107] è stato pubblicato il tredicesimo e penultimo volume. Negli Stati Uniti invece, il manga è disponibile per conto della Viz Comics, e l'anime per l'A.D. Vision,[108]

Sadamoto ha apportato diverse modifiche alla sceneggiatura nella sua opera, rispetto alla versione animata. La più evidente è l'omissione degli scontri con alcuni Angeli, che ne riduce il numero da 17 a 12; ma anche nella riproposizione delle vicende già narrate si trovano delle divergenze, mediamente più ampie e più frequenti con il susseguirsi degli episodi. Anche la caratterizzazione psicologica dei personaggi ha subito una diversa interpretazione, con modifiche in alcuni casi lievi, in altri molto importanti. Specialmente Rei e Kaworu, pur mantenendo le loro peculiarità, sono presentati ed agiscono in modo estremamente diverso rispetto alla loro controparte animata. Allo stesso modo, lo Shinji del fumetto viene dipinto come più aggressivo e meno introverso della sua parte animata, cosa particolarmente evidenziata nei suoi rapporti con Asuka (a sua volta caratterizzata da un'aggressività leggermente inferiore) e con il padre, cui cerca di sferrare un pugno a seguito della battaglia contro Bardiel, che, a differenza della versione animata[109], si è conclusa con la morte di Tōji Suzuhara[110].

L'edizione italiana del manga, intitolata semplicemente Evangelion, è curata dalla Planet Manga, divisione della Panini Comics. Ha visto finora la pubblicazione di 26 albi di dimensioni pari alla metà dell'originale giapponese. I primi volumi sono stati pubblicati in edizione autonoma, mentre dal numero 18 la pubblicazione è seguita sulla collana Manga Top[111]. A questa prima edizione, è seguita una seconda, che conserva la grandezza originale dei volumi, intitolata Evangelion Collection.

Eredità culturale

Elogiato particolarmente dalla critica più postuma all'uscita[112], Evangelion è ritenuto da essa come «importante punto di riferimento e riflessione per l'animazione», sebbene ciò non sia universalmente condiviso[113]. Secondo Hiroki Azuma, l'arrivo di Neon Genesis Evangelion nel 1995 «ha provocato una spaccatura nel settore dell'animazione, e la serie è rimasta imbattuta per i successivi 10 anni».[114]. L'anime ha contribuito nel far crescere l'interesse per gli anime del pubblico adulto[115][116], incrementando in generale l'industria anime[117]. Evangelion, che divenne un fenomeno culturale in breve tempo[9][118][51], influenzò notevolmente il campo dell'animazione e fu fonte di ispirazione per molti prodotti in questo ambito successivi[9][119].

Neon Genesis Evangelion attrasse un pubblico adulto generalmente lontano dalle serie anime, ma ciò senza critiche rivolte a scene sessualmente implicite ricorrenti nella serie definite poco adatte ad un pubblico infantile, ed in genere rivolte a contenuti controversi di certuni episodi[120]. Al pubblico adulto, fu rivolta un ampia gamma di merchandising della serie[120], da cui ricavò notevolmente la Bandai per le action figure relative alla serie[121]

Generalmente, le serie precedenti erano caratterizzate da toni maturi e realistici rivolti ad un pubblico prettamente otaku, come il film di Mamoru Oshii "Ghost in the Shell" e "Akira" di Katsuhiro Otomo, ma sarà solo da Evangelion in avanti che l'animazione tratterà di temi più maturi[122], e questa con il tempo avrà sempre maggiore attenzione da parte del pubblico ed addirittura dal governo giapponese[123]. Evangelion darà inizio ad una fruttuosa epoca in cui seguirono altri anime con i medesimi canoni già elaborati da Evangelion nei cosiddetti 5 anni di "periodo d'oro" degli anime, tra cui Cowboy Bebop, Rurouni Kenshin, Initial D, Master Keaton e Serial Experiments Lain[124], quest'ultima caratterizzata dalla presenza di personaggi con forti analogie con altri propri di Evangelion[125].

Evangelion rivoluzionò il genere mecha mutandone i canoni, e successivamente altri anime di questo genere mutarono la loro struttura, emulandolo[126]: un esempio è l'anime RahXephon, che presenta numerose analogie con Evangelion[126][127], da cui ne ha subito fortemente l'influenza[128]. Molti produttori di anime imitarono i titoli "Ultra Seven" (spin-off di Ultraman) e Evangelion per le loro opere[129]

Videogiochi

Diversi videogiochi sono stati tratti dalla serie[130]. Nessuno di questi è stato tradotto in italiano né è uscito in Italia.

Info da rivedere

, e sarebbe voluto almeno un anno dalla prima ideazione, affinch Già nel progetto iniziale, appariva un angelo dalle sembianze completamente umanoidi, concettualmente simile a Kaworu, che però non sarebbe stato l'ultimo angelo ed avrebbe dovuto attaccare nel ventiduesimo episodio[131][6].

[132]


[109]

[133]

Note

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