Scala al paradiso

film del 1946 diretto da Michael Powell, Emeric Pressburger

Scala al Paradiso è un film del 1946 diretto da Michael Powell e Emeric Pressburger.

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Paese di produzioneRegno Unito
Durata104 min
Generedrammatico
RegiaMichael Powell, Emeric Pressburger
SoggettoMichael Powell, Emeric Pressburger
ProduttoreMichael Powell, Emeric Pressburger per The Archer
FotografiaJack Cardiff
MusicheAllan Grey
ScenografiaHein Heckroth
Interpreti e personaggi

Trama

Un pilota inglese Peter, eroe nella seconda guerra mondiale, durante una missione sulla Manica rimane colpito dalla caccia avversaria e il suo aereo prende fuoco, tenta di lanciarsi con il paracadute, ma questo nei primi tentativi non si apre, il pilota nella caduta pensa di essere prossimo alla fine, ma il paracadute si apre poco prima di precipitare drammaticamente a terra.

Rimasto ferito, a terra Peter si reca al centro radio a cui aveva comunicato il suo incidente e li conosce una radiotelegrafista americana con cui aveva dialogato prima di abbandonare l'aereo in fiamme.

Tra i due nasce subito l'amore, all'inizio piuttosto travagliato, per le precarie condizioni mentali di Peter, ancora traumatizzato dallo scontro aereo, che lo portano a vedere in alcuni incubi e inspiegabili apparizioni, uno strano personaggio sembra inviato dall'aldilà per portarlo via con sé, dal momento che lui sarebbe in realtà già morto nell'incidente aereo.

In altri momenti gli incubi di Peter lo fanno arrivare in strani luoghi, forse il Paradiso, pieno di moltitudini di persone americane e inglesi, che si metteranno a discutere della sua vita e del suo caso di uomo morto, sino ad arrivare ad un vero processo.

In un ospedale Peter viene sottoposto ad un difficile intervento chirurgico, dopo il quale uscirà dai suoi incubi e tornerà risanato alla donna amata.

Doppiaggio

Il doppiaggio del film fu affidato, nel 1948, alla Compagnia O.D.I. di Carlo D'Angelo, con la voce di David Niven affidata ad un giovane Paolo Ferrari.

Riconoscimenti

Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 20º posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo.[1]

Manifesti e locandine

La realizzazione dei manifesti e locandine del film, per l'Italia, fu affidata al pittore cartellonista Anselmo Ballester.[2]

Note

  1. ^ (EN) The BFI 100, su bfi.org.uk. URL consultato il 18-6-2008.
  2. ^ [1]

Bibliografia

Collegamenti esterni

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