Heinz Brandt (Charlottenburg, 11 marzo 1907Rastenburg, 21 luglio 1944) è stato un ufficiale e cavaliere tedesco. Vinse una medaglia d'oro ai Giochi della XI Olimpiade nelle gare di equitazione. Morì durante l'attentato a Hitler del 20 luglio 1944, del colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, spostando la valigetta contenente l'esplosivo, salvando così la vita al Führer.

Heinz Brandt
NascitaCharlottenburg, 11 marzo 1907
MorteRastenburg, 21 luglio 1944
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Repubblica di Weimar
Germania nazista
Forza armata Reichswehr
Wehrmacht
Anni di servizio1925-1944
GuerreSeconda guerra mondiale
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Biografia

Heinz Brandt
 
Nazionalità  Germania
Equitazione  
SpecialitàSalto a ostacoli
Palmarès
  Olimpiadi
Oro Berlino 1936 Salto ostacoli a squadre

Giovinezza e Olimpiadi

Heinz Brandt nacque a Charlottenburg, Berlino, e si iscrisse al Reichswehr, come cadetto, nel 1925. Frequentò un corso presso la scuola di cavalleria di Hannover, nel 1928, e venne promosso tenente. Nel 1936, partecipò ai Giochi della XI Olimpiade di Berlino. Fece parte della squadra tedesca di equitazione, che vinse la medaglia d'oro nella categoria Salto ostacoli a squadre, insieme a Kurt Hasse e Marten Von Barnekow. Partecipò inoltre alla gara di Salto ostacoli individuale, uscendo ai sedicesimi di finale.

Seconda guerra mondiale

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, era un capitano dell'Oberkommando der Wehrmacht. Dopo aver prestato servizio nella divisione di fanteria, venne promosso maggiore, nel gennaio 1941, e tenente colonnello nell'aprile 1942. Il 13 marzo 1943, il generale Henning von Tresckow chiese a Brandt di portare un pacchetto contenente due bottiglie di presunto cognac nel Condor di Hitler, bottiglie che dovevano essere consegnate al colonnello Hellmuth Stieff, come pagamento per una scommessa persa. Il pacchetto, però, conteneva una bomba innescata, che tuttavia non esplose. Nel maggio 1943, Brandt fu promosso colonnello.[1]

L'attentato del 20 luglio 1944

Il 20 luglio 1944, arrivò presso la sede del Wolfsschanze di Rastenburg, nella Prussia orientale, per una conferenza, presieduta da Hitler. Con l'assistenza del maggiore John Ernst von Freyend, il colonnello von Stauffenberg mise una valigetta, contenente una bomba, ai piedi di Brandt, il più vicino possibile a Hitler. Stauffenberg. quindi, con una scusa, lasciò la stanza. Poco dopo, Brandt, nel tentativo di vedere meglio la mappa sul tavolo, trovò la valigetta e la mise dall'altro lato della gamba del tavolo. Sette minuti dopo, la bomba esplose e le ferite gli causarono l'amputazione di netto di una gamba.[2] Mentre lo trasportavano in ospedale, ormai in fin di vita, ebbe ancora l'animo di dire di avere avuto fortuna «perché quel piede gli faceva sempre male….»

Brandt morì il giorno successivo,[2] dopo un intervento chirurgico, nell'ospedale di Rastenburg, e venne promosso postumo Maggiore Generale da Hitler. Il Generale Guderian, che tenne il discorso funebre, disse, fra l'altro, «con dolore orgoglioso l'Esercito abbassa le insegne della sua Bandiera di Combattimento di fronte al Maggiore Generale Heinz Brandt».

Altre tre persone morirono a causa dell'esplosione. Studi successivi conclusero che il suo esatto posizionamento vicino ad una gamba del tavolo fu un fattore cruciale nel determinare chi sarebbe sopravvissuto alla detonazione della bomba.[3]

Note

  1. ^ Joachim Fest, Plotting Hitler's Death: The German Resistance to Hitler, 1933-1945, Weidenfield & Nicholson, 1994, ISBN 0-297-81774-4.
  2. ^ a b Ian Kershaw, Hitler 1936-1945: Nemesis, Penguin Press, 2000, ISBN 0-393-32252-1.
  3. ^ Michael C Thomsett, The German Opposition to Hitler: The Resistance, the Underground, and Assassination Plots, 1938-1945, McFarland, 1997, ISBN 0-78-6403721.

Collegamenti esterni