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L'incarico di formare un nuovo "governo di larghe intese" è stato affidato a Matteo Renzi il 17 febbraio 2014, dopo che Enrico Letta aveva presentato le sue dimissioni irrevocabili a seguito dell'approvazione a larghissima maggioranza, da parte della Direzione Nazionale del Partito Democratico, di un documento in cui si chiedeva un cambio dell'esecutivo; Renzi ha poi sciolto la riserva il 21 febbraio, presentando contestualmente i ministri del governo da lui presieduto. Il governo è composto da esponenti di diversa provenienza politica, oltre che da alcuni indipendenti.
La composizione del Consiglio dei ministri è stata comunicata da Matteo Renzi il 21 febbraio 2014, contemporaneamente allo scioglimento della riserva dell'incarico affidatogli dal presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano il 17 febbraio 2014. Oltre al Presidente Renzi e al Sottosegretario Graziano Delrio fanno parte del governo 16 ministri, di cui 13 a capo di un dicastero e 3 senza portafoglio.
Appartenenza politica
L'appartenenza politica dei membri del governo, considerate le variazioni successivamente intervenute, si può così riassumere:
Partito Democratico (PD): presidente del Consiglio dei ministri, 8 ministri (di cui 3 senza portafoglio);
Matteo Renzi è il più giovane Presidente del Consiglio dei ministri della storia d'Italia, ed è il terzo Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, dopo Carlo Azeglio Ciampi e Lamberto Dini, a non essere parlamentare.
Sono presenti 8 donne ministro (5 con portafoglio e 3 senza), numero record per la storia della Repubblica, che rappresentano la metà dei ministri.
5 ministri avevano già ricoperto incarichi ministeriali in precedenza.
L'età media dei ministri è di circa 47 anni, risultando il governo più giovane della storia repubblicana
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Febbraio
13 febbraio 2014. Dopo il voto favorevole[1] della direzione PD al documento[2] proposto dal segretario Renzi in cui si chiedeva di dare vita a un nuovo governo, il presidente del Consiglio Enrico Letta annuncia che il giorno seguente rassegnerà le sue dimissioni[3].
14 febbraio 2014. Il presidente Letta rassegna le sue dimissioni irrevocabili[4][5] al capo dello Stato, che avvia le consultazioni incontrando i presidenti delle camere e i presidenti dei gruppi parlamentari misti[6].