Giulio Foresti
Giulio Foresti (Bergamo, 1888 – 1965) è stato un pilota automobilistico italiano.
Giulio Foresti | |
---|---|
![]() | |
Nazionalità | ![]() |
Automobilismo ![]() | |
Categoria | Formula Grand Prix |
Biografia
Gli anni 10
Nel 1911 partecipa al Raid Torino-Pietroburgo su Itala. Nel 1912 ripete il Raid, e all'arrivo consegna la propria vettura, una Itala Avalve, allo zar Nicola II[1]. Al Gran Premio di Francia del 1913 ottiene il quinto posto sempre su Itala. Nello stesso anno giunge secondo, dietro a Malcolm Campbell, alla 100 miglia corsa a Brooklands. Ottiene inoltre la vittoria alla Long handicap davanti a Louis Coatalen.[1].
Gli anni 20 e 30
Nel 1921 ottenne il sesto posto assoluto e la vittoria nella classe 3000 cm³ alla Targa Florio[1]. Nel 1922 ottenne il terzo posto alla Targa Florio e prese parte al Gran Premio di Francia , ma fu costretto al ritiro all'ultimo giro quando era in seconda posizione[1]. Fu tra i pochi piloti italiani al via della 24 Ore di Le Mans 1924. Insieme a Arthur Duray portò in gara una Ariès 3-Litre, ma furono costretti al ritiro[2]. Nello stesso anno prese parte alla Targa Florio, dove giungerà ottavo su Peugeot Type 174[1], e al Gran Premio d'Italia, che concluderà al sesto posto su Rolland-Pilain. Con una OM 665 "Superba" delle Officine Meccaniche prenderà parte alla 24 Ore di Le Mans 1925, concluderà al quinto posto assoluto assieme a Aimé Vassiaux, mentre all'edizione 1926 otterrà il quarto posto assoluto, nonché la vittoria di categoria, assieme a Ferdinando Minoia[2]. Nel 1925 giunse diciannovesimo alla 24 Ore di Spa su OM 665 e settimo al Gran Premio d'Italia su Bugatti tipo 35. Nel 1929 ottenne il secondo posto al Giro di Sicilia e il sedicesimo alla Mille Miglia, entrambi ottenuti su OM 665[2]. Nel 1928 conquistò la vittoria alla Targa Abruzzo su Bugatti[2]. Nel 1930 ottenne il nono posto assoluto alla Mille Miglia su Alfa Romeo 6C 1750 GS, mentre nelle tre edizioni successive fu sempre costretto al ritiro[1][2].
Il tentato record
Assieme a Felice Nazzaro, in quegli anni fu l'unico italiano a tentare la conquista del record di velocità terrestre[1]. L'auto era la Djelmo, progettata da Edmond Moglia e finanziata da un principe egiziano[3]. La base era il progetto di una vettura da Gran Premio, mai costruita, realizzato alla Sunbeam da Louis Coatalen e Vincenzo Bertarione. Moglia e Forsti furono ingaggiati nel 1923. I primi test furono effettuati l'anno successivo a Marsiglia, dove la Djelmo fu cronometrata a 257 km/h[1]. Il tentativo avrebbe dovuto avere luogo negli Stati Uniti nel 1925, ma lo sviluppo della vettura era indietro. Nel 1927, Henry Segrave e alla guida della Sunbeam 1000 HP aveva portato il record a 327,98 km/h. Tale limite era considerato fuori portata per le Djelmo, il cui motore sviluppava circa 400-450 CV. Foresti tentò allora di conquistare il record britannico, detenuto in quel momento dal Napier-Campbell Blue bird di Malcolm Campbell e pari a 281,44 km/h[3]. Spostatosi praticamente da solo a Pendine Sands, a causa dei ritardi nell'approvvigionamento dei ricambi Foresti rimase mesi a preparare il tentativo di record[3]. Il 26 novembre 1927, durante un test, Foresti perse il controllo della vettura a circa 240 km/h. La vettura rimase completamente distrutta, ma Foresti, che indossava come abitudine solo un paio di occhialoni, riportò solo ferite lievi[3].
Risultati nella 24 Ore di Le Mans
Stagione | Risultato | Team | Vettura |
---|---|---|---|
1924 | Rit | OM 665 "Superba" | |
1925 | 5 | Officine Meccaniche | OM 665 "Superba" |
1926 | 4 | Officine Meccaniche | OM 665 "Superba" |
Note
- ^ a b c d e f g h Trofeo Giulio Foresti, su bergamohistoricgranprix.com. URL consultato il 29 giugno 2014.
- ^ a b c d e (EN) All Results of Giulio Foresti, su racingsportscars.com. URL consultato il 29 giugno 2014.
- ^ a b c d (EN) William Pearce, Djelmo Land Speed Record Car, su oldmachinepress.wordpress.com. URL consultato il 29 giugno 2014.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giulio Foresti