Califfo
Califfo (in arabo khalīfa) è il termine impiegato per indicare il "Vicario" o "Successore" di Maometto alla guida politica e spirituale della Comunità islamica ('umma').
La massima magistratura islamica non è prevista né nel Corano, né nella Sunna del profeta Maometto e fu quindi realizzata in modo del tutto originale da alcuni fra i primissimi Compagni di Maometto nella stessa giornata della sua morte, l'8 giugno 632 (corrispondente al 13 rabī‘ I dell'11 dell'egira.
Per evitare probabilmente che i musulmani di Medina scegliessero come successore politico di Maometto uno dei loro, un gruppo di musulmani meccani (i cosiddetti "Emigranti" che erano giunti con l'egira), fra cui Abū Bakr, ‘Umar ibn al-Khattāb e Abū ‘Ubayda ibn al-Jarrāh, imposero che il prescelto fosse per l'appunto Abū Bakr che, per essere il miglior amico di Maometto (di cui era coetaneo) e il primo uomo forse a convertirsi all'Islam, era assai apprezzato da tutti e che garantiva una linea di comportamento non dissimile da quella messa in atto dal Profeta. L'espressione usata per indicarlo fu quindi "khalīfa rasūl Allāh" (vicario, o successore, dell'Inviato di Dio).
Il suo califfato durò dal 632 al 634, nel corso del quale la umma fu impegnata a combattere varie tribù della Penisola Araba che avevano abiurato l'Islam o che, più semplicemente, avevano deciso di recuperare una piena libertà d'azione. Contro di esse operarono, nella guerra della "ridda" tanto Khālid ibn al-Walīd, detto "la spada di Dio" (Sayf Allāh), quanto ‘Ikrima ibn Abī Jahl, con sfolgoranti successi fra cui, in particolare, si ricorda la vittoria di ‘Aqrabā’) contro la tribù dei Banū Hanīfa.